Anno 2024
Il Mak 125/1900 (tubo ottico del famoso ETX 125) è uno dei più performanti maksutov da 5 pollici di estrazione “commerciale”.
Nel corso degli anni e testandone vari esemplari mi sono sempre accorto di quanto le sue prestazioni siano, se le ottiche sono correttamente collimate e portate in temperatura, assolutamente ai
vertici di quanto un 5 pollici possa fare.
Se è pur vero che un apocromatico di alto livello (penso ai sempiterni FS-128 Takahashi o all’ancora superiore Tecnosky 125 OWL) possa essergli di un poco superiore, più che altro nella fruibilità,
nel campo inquadrato, e nel contrasto, le differenze sono obiettivamente “suitable” come scriverebbero oltre oceano.
In compenso il 125/1900 esibisce una focale notevole (cosa che ha vantaggi e svantaggi) e soprattutto una compattezza e una portabilità eccezionali.
A fronte di questi “vantaggi” impone un tempo di acclimatamento maggiore, tendenzialmente circa un’ora, ma quando è “pronto” le performances ai medi ed alti ingrandimenti sono di assoluto
primato.
Il vero tallone d’Achille che il ETX 125, almeno nella sua versione “OTA”, è rappresentato dalla culatta e dal sistema di messa a fuoco e
di flip mirror. La produzione Meade, che gli ha dato una parte posteriore in ABS per motivi ritengo strettamente economici, ha imposto alcuni limiti allo strumento ma se si ha la perizia, voglia e
possibilità di trasformarlo con un un-grade “importante”, dotandolo di una “culatta” in alluminio tornito e un retro-focus adatto ad ospitare un focheggiatore da due pollici, il 125/1900 può
diventare un telescopio eccezionale.
Pochi anni fa il mio amico Francesco Romano, astrofilo a cui non mancano né possibilità economica né capacità
tecnica e fornitori/tornitori di buon livello, ha lavorato sul ETX qui presentato trasformandolo radicalmente.
A seguito di questo lavoro certosino ha deciso di regalarmelo e, oramai da tre anni, il 125 di casa Meade è in forza al mio piccolo esercito di strumenti.
Allle opere eseguite da Francesco ho voluto aggiungere una flangia apposita e un focheggiatore Titanium da due pollici di natura ibrida (dal costo di oltre 300 euro) e un paraluce fisso in ABS, di
produzione Bresser, che ha reso “completo” il piccolo Maksutov Gregory.
Al fine di avere un piccolo “super mak” lo ho dotato di una maniglia porta ottica e di un cercatore personalizzato e lo ho impiegato in varie modalità, in un primo tempo per eseguire alcune immagini
alla Luna e, in ultimo, come strumento da lasciare nella casa in montagna a Ponte di Legno, dove ho a disposizione un piccolo giardino, un discreto cielo, e una vecchia montatura Celestron CG5-GT modificata.
La montatura è stata recuperata come “peso in ferraglia” da un caro amico che, avendo la motorizzazione in Dec non più funzionante, la aveva dismessa e lasciata a prendere polvere su uno
scaffale.
Un certosino intervento di recupero, eliminazione del motore in DEC, applicazione di un flessibile manuale in “moto fine”, pulizia
generale, sistemazione delle problematiche di accoppiamento, creazione di una flangia di collegamento ad un vecchio cavalletto Vixen, ha permesso alla montatura di tornare a lavorare.
Va detto che, pur con la perdita del sistema di puntamento automatizzato, la Celestron CG-5 (ex “GT”) insegue
in modo perfetto e si sposa con un ritorno al puntamento manuale degli oggetti, possibile sotto un cielo discreto di classe Bortle 4 circa. La sua leggerezza e facilità di utilizzo la rendono ideale
per una postazione non fissa e anche per qualche “scampagnata” a quote superiori (Ponte di Legno è adagiata in una conca a quota 1258 metri), concesse dai vari passi alpini vicini (dagli oltre 2000
metri del Tonale ai liberi e agresti pascoli intorno al lago del Mortirolo, a quasi 1800 metri).
Alimentato da una power tank e in compagnia di un tavolino e di una sedia da campeggio, il set-up così organizzato e un compagno di osservazioni visuali di eccezionale piacevolezza.
A chiunque voglia obiettare che un 13 cm. scarsi operante a f15 non sia un telescopio da campi stellari o ammassi aperti posso obiettare
che l’impiego di un maksutov con oculari plossl a lunga focale permette visioni molto appaganti, almeno fino a 1,3-1,4 gradi di campo reali di FOV.
Il rapporto focale lungo consente, con oculari da 50° di campo apparente, di avere un circolo reale di campo completamente privo di aberrazioni geometriche e un ingrandimento ottimale per generare il
contrasto ideale con il fondo cielo.
Il mastodontico Plossl da 56mm e 50° di FOV genera (con la focale “allungata” dal treno ottico a poco più di 2
metri) sviluppa circa 37x e 1,35° reali, con stelle puntiformi fino a bordo campo. Si deve porre solo un poco di attenzione alla posizione dell’occhio per non “estrarre” dalla visione il cono “cieco”
del secondario ma, con un minimo di allenamento, le immagini appaiono molto gratificanti ed è possibile spaziare tra le plaghe della Via Lattea estiva godendo di tutti (e sottolineo tutti) gli
ammassi aperti con magnitudine raggiungibile dai 125 millimetri dell’obiettivo, ma anche delle principali nebulose oscure che macchiano i bracci della Galassia.
Un oculare da 30 o 32 mm. aumenta a circa 69x l’ingrandimento con un campo superiore ai 0,8° e un 15mm porta i poteri a 137x con un campo
di 0,38 gradi (ideale per l’osservazione di nebulose planetarie, ammassi globulari, e una infinità di sistemi multipli).
Il plossl da 10mm. proietta infine a circa 200x, utili per i sistemi doppi più “stretti” e l’osservazione planetaria in condizioni di seeing ottimali. Andare oltre, benché possibile, non
serve.
Se poi la montatura è ben stazionata al polo celeste, le correzioni in declinazione sono limitate e vengono gestite molto bene dal moto micrometrico con un “flessibile a manopola”.
Non entro nel merito di quanto sia alla portata di un 125 Maksutov perfettamente collimato (sul web è disponibile un numero ampio di test e anche su Dark-Star è possibile leggere alcune recensioni di strumenti simili) e mi limito a postare alcune immagini tratte da Milano e che hanno come target alcuni panorami lunari.
https://www.astrobin.com/6gs09q/?nc=&nce=
SOPRA: Mare Serenitatis e Mare Tranquillitatis
https://www.astrobin.com/2m3apz/?nc=&nce=
SOTTO: Cratere Jenssen
https://www.astrobin.com/rk5yda/?nc=&nce=
SOPRA: cratere Phytagoras
https://www.astrobin.com/swc08i/?nc=&nce=
SOTTO: Mare Humorum e cratere Gassendi
SOPRA: il pianeta GIOVE, ASI 183 e filtro rosso 25A.
SOTTO: Immagine di SATURNO ripresa in condizioni di seeing mediocri. ASI 183 e filtro R.
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