MIZAR RV-85 equatorial mount 

RICERCA E ACQUISTO

Non è certo una novità la mia passione per gli strumenti e le montature equatoriali giapponesi. Le Pentax MS-5 e 3, le Mitaka GN-170, le Mizar e via discorrendo sono, di fatto, oggetti di alto livello (rispettivamente nelle proprie classi di appartenenza) ed esercitano ai miei occhi fascino irresistibile. Qualche anno fa (correva l'inizio del 2010)  ero alla ricerca di una Mizar EX che stavo per “acciuffare” presso un amatore italiano, purtroppo già in parola per vendere ad altri la montatura.

Indipendentemente dalle loro caratteristiche tecniche e di portata, questi oggetti sono, in occidente, piuttosto rari e quando venni a conoscenza della disponibilità di una RV-85 (la sorellina più piccola) dismessa da un gruppo di astrofili non me la feci sfuggire. Le fotografie della montatura denunciavano uno stato di conservazione pessimo, almeno dal punto di vista estetico, ma l’oggetto era e resta raro e avevo voglia di averlo e testarlo. L’acquisto fu questione di una telefonata e in una settimana la montatura giunse al mio cospetto.

UN PO' DI STORIA

MIZAR è un marchio di pregio nel campo dell’astronomia amatoriale e, benché sia stato anche usato per marchiare strumenti di piccolo diametro e talvolta non di qualità eccelsa, le produzioni proprie sono sempre state contraddistinte da un elevato standard (almeno fino agli anni ’90. In particolare, le montature equatoriali di classe intermedia, hanno rappresentato un competitor di nicchia per marchi come Vixen e soprattutto Takahashi (le affinità tra le EM 10 e le EX, oppure tra le piccole EM-1 e 2 e le Mizar CX - oppure tra queste e le Polarex sono visibili anche ad occhio inesperto).

Oggi esistono montature MIZAR che sono identiche alle CG-4 (uno scempio) ma un tempo  il prodotto era davvero di ottima fattura e la RV-85 oggetto di questo articolo rientra appieno nella tradizione di qualità giapponese.

Siamo a metà degli anni '70. Nella foto sopra il celebre CX-150 e sotto un raffronto tra la MIZAR CX e l'allora montatura POLAREX UNITRON che equipaggiava i famosi rifrattori 102/1500,ma anche i Tasco 16T e altri

MIZAR RV-85: immagini di repertorio

LA VERSIONE TARGATA "MEADE 2080 GEM"

Era il 1986 quando la Meade propose il suo 2080 GEM. Colore diverso, meccanica identica. Celestron aveva scelto la Super Polaris per il suo C8? Meade non fu da meno. La fortuna commerciale dei due strumenti non fu però la stessa anche se la MIZAX RV-85 era superiore alla pur valida Super Polaris Vixen, sia meccanicamente sia per portata (alcune stime la pongono a circa il 50% in più anche se mi sembra un dato forze azzardato).

Immagini della montatura reperite sul web (non dell’autore)

PRIMA DEL RESTAURO

Quando vidi la montatura per la prima volta (solamente in una foto mal fatta) capii che le sue condizioni erano pietose ma fu solo quando giunse a casa mia che mi resi conto di quanto avrebbe dovuto essere fatto per riportarla in auge.

Fortunatamente la meccanica interna era in ordine e avrebbe avuto solamente bisogno di una sgrassatura completa e una messa a punto, oltre che la sostituzione di viteria e qualche pezzo “sparso”.

Guardavo la bella equatoriale chiedendomi cosa avesse spinto l’animo umano ad abbandonarla o maltrattarla tanto, poi mi misi al lavoro. Quelle che seguono sono immagini scattate quel 22 giugno 2010.

SOFT REFURBISHMENT ED ERRORI

Sgrassai e ingrassai la montatura e regolai ciò che andava regolato. Poi passai alla verniciatura ma commisi due errori grossolani. Il primo fu quello di non eliminare completamente la verniciatura originale, il secondo (ben più grave) di usare una vernice opaca e quindi tendenzialmente porosa.

L’effetto finale era gradevole ma il colore non era originale (il punto di bianco scelto era molto più freddo e chiaro rispetto all’avorio nativo) e in capo a poco tempo la verniciatura cominciò ad assorbire particolato, residui di grasso e sporcizia in genere.

TUTTO DA CAPO

Quindi, con un minimo di pazienza, decido di ricominciare tutto da capo.

Lo stato della verniciatura del resto, dopo più di un anno e mezzo, è nuovamente deteriorato e ancora il motore di A.R. non è stato revisionato. Diventa più semplice fare “tabula rasa” e partire dal principio.

Innanzitutto scelgo il colore in base alla sua logica resistenza nel tempo e porto ad alluminio vivo tutte le superfici. Un ferro micaceo di tonalità media si intona al tipo di montatura e rappresenta una soluzione poco sporchevole.

LA BASE PER LE LXD-650 e LXD-750

Al di la del disastroso successo commerciale che la serie GEM riscosse (numeri infinitesimi se confrontati con quello che ottenne Celestron con il C8 Super Polaris) Meade dimostrò di amare molto il concetto della RV-85 tanto che il successivo progetto di una montatura equatoriale alla tedesca di portata media ne ricalca quasi fedelmente le linee. Se confrontiamo infatti le LXD-650 e 750 che in capo a pochissimi anni avrebbero equipaggiato la serie ED dei rifrattori semi apocromatici della casa statunitense troviamo non pochi elementi comuni (o forse sarebbe più facile scovare, come nei giochini della “settimana enigmistica”, i particolari difformi...).

NUOVA MOTORIZZAZIONE

La montatura, dopo essere stata riportata ad antico splendore (o quasi) dal punto di vista cosmetico e meccanico richiede una nuova motorizzazione che sia compatibile con gli standard delle sue ruote dentate a 144 denti. Tra le motorizzazioni disponbili sul mercato troviamo quella venduta da TS ITALIA per motorizzare equatoriali come la EQ-5 o le Vixen GP. 

CONTINUA...

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