KENKO COMPACT SCOPE 250

Ultra-short focus telescope set

Anno 2018

INTRODUZIONE

Stavo cercando un Vixen 60S guiding scope da abbinare al mio riuscitissimo VISAC 200L (che in molti continuano a chiedermi ma che difficilmente venderò dato lo stato sia estetico che ottico-meccanico perfetto che esibisce). Ero sicuro di vincere l’asta, poi i giapponesi hanno deciso di portarlo a cifre non logiche e ho desistito. 

Ancora ombroso per l’accaduto mi sono imbattuto in un rarissimo Kenko Compact Scope 250 (strumento realmente raro, quella che si trova è la versione 310 che differisce solamente per la focale nativa: 310mm. contro i 250mm. del mio).

Lo stato di conservazione praticamente perfetto nonostante la classe 1995 e la completezza del corredo (compresa la bellissima custodia nera) mi hanno convinto in una manciata di secondi. Lo strumento era appena stato posto in asta ma aveva un prezzo di buyout ragionevole e così l’ho acquistato senza pensarci.

CARATTERISTICHE GENERALI

I puristi non stortino il naso. Il Kenko C-S-250 è uno strumento bellissimo con il suo perché. Il doppietto è un acromatico da 60 millimetri con focale da 250mm. per un rapporto focale di circa 4,17, un “ultra short focus telescope”. Lo strumento veniva offerto (per i pochi realizzati, la versione da 310mm. ha avuto numeri di produzione molto più alti) con un set completo di accessori e consegnato in una borsa rigida da trasporto.

Un cercatore 6x30, due prolunghe da 4 e 2 cm. per l’estrazione del fuoco, focheggiatore elicoidale non rotativo, un prisma diagonale, tre oculari (SR-6mm, K-12,5mm, K-20mm.) per poteri da 42x, 20x, 13x e una barlow da 1,5x. A questo si aggiunge un cavalletto fotografico da tavolo con testa fluida. Un set-up quindi completissimo per un “little large field portable scope”.

Nella scheda sopra (foto non dell'autore) sono riportati i dati salienti delle

due versioni esistenti del Kenko Compact Scope, modelli da 250 e 310 mm.

Sopra: L'escurzione del focheggiatore elicoidale e le prolunghe in dotazione

(foto non dell'autore)

Ora… cosa chiedere a questo strumento non convenzionale, a parte l’essere tanto bello da poter essere messo in una pochette Luis Vuitton da donna?

Il suo scopo è quello di dare “gioia”, una piccola, sottile gioia per le cose semplici. Oltre a questo il suo compito è quello di essere un cercatore di super lusso: estremamente ben fatto, bello, capace di raccogliere luce sufficiente a inquadrare molti oggetti del cielo profondo (sotto un cielo scuro e pulito) con un campo largo e la possibilità di variarne l’ingrandimento entro limiti accettabili.

Sopra: il piccolo KENKO C-S-250 installato sul treppiedi di serie (foto non dell'autore).

PRIMA LUCE E STAR TEST

Il test è avvenuto in una notte di metà ottobre da Milano, con una umidità molto elevata e con scarsa trasparenza (un classico delle notti autunnali padane).

Per avere certezza di non inficiare i risultati ho usato il treno ottico migliore possibile nella mia disponibilità nel formato da 0,965”, ossia la serie Takahashi MC ORTHO con il suo diagonale prismatico dedicato.

Ho puntato la stella Vega cominciando con l’oculare da 25mm per terminare con quello da 4mm. passando dalle focali intermedie (18-12,5-9-7-5).

Consideriamo che, data la focale nativa del Kenko Compact 250 un 25mm. offre 10x (ingrandimento paragonabile con quello di un cercatore 9x60) mentre il 4mm. consente poco più di 62x.

Lo star test evidenzia una accettabile collimazione, sebbene non perfetta (ma a questi ingrandimenti la lieve scollimazione non pone alcun problema), e una cromatica residua ben visibile che colora in modo diverso e ben visibile le immagini di intra ed extra focale. Appare anche aberrazione sferica (assolutamente logica in un doppietto fraunhofer così aperto), ma si consideri che i test sono stati condotti forzando la logica di utilizzo dello strumento che è stato da me trattato come se fosse un rifrattore tradizionale e non uno “spotting scope” con cui bighellonare a 15 ingrandimenti.

Il risultato, comunque in linea con le aspettative, è che il potere massimo raggiungibile con l’oculare da 4mm. appare oltre la gestibilità dell’obiettivo.

A questo proposito ritengo molto corretta la scelta delle focali degli oculari in dotazione: due Kellner da 20 e 12,5mm. e un SR da 6mm. (che ha però un campo molto ridotto e stimabile sui 30° apparenti).

Cambiando il treno ottico tra i ricercatissimi OR Takahashi MC e i più proletari Kellner e SR non ho notato significativi decadimenti delle immagini stellari e questo per via ritengo dell’ottica principale che lavora grossomodo a regime indipendentemente dalla qualità degli oculari. Detto questo ho trovato che i Kellenr e il SR in dotazione lavorino molto bene e siano più che adeguati allo spirito dello strumento.

QUALCHE DOPPIA LARGA...

Ho provato alcune “doppie” classiche: Albireo, la Epsilon Lyrae, Sheliak, comode nel cielo e poste quasi allo zenit.

A differenza di quanto si potrebbe ottenere con un cercatore 9x60 ho potuto godere della loro essenza tanto che Albireo e Sheliak si mostravano bene con le loro colorazioni classiche e la possibilità di salire moderatamente con gli ingrandimenti. La “doppia doppia” non mi ha invece mostrato separate le due coppie per cui avrei avuto bisogno di poteri maggiori anche se a 62x si intuiva la loro duplicità.

L’utilizzo del focheggiatore si è distinto per fluidità ed estrema comodità e anche la sua escursione è apparsa perfettamente in grado di gestire le varie focali di oculare permettendo di spaziare, ad ogni potere, e valutare bene le immagini di intra ed extra focale.

CONCLUSIONI

Un cercatore 9x60 angolato costa sul mercato tra i 150 e i 180 euro e offre potenzialità inferiori a quelle del Kenko Compact Scope 250. Tralasciando la qualità meccanica, i cercatori citati, pur con la possibilità di sostituire l’oculare, non offrono qualità ottica superiore, anzi. Il loro corredo è poi abissalmente differente. Nascono “nudi e crudi” e dotati solamente di un oculare. Il Kenko Compact Scope 250 offre una enormità di accessori, prolunghe (anche per uso fotografico), un cercatore 6x30 regolabile, un cavalletto usabile, una barlow 1,5x e una serie di tre oculari che sono in grado di coprire in modo adeguato il range di ingrandimenti sfruttabili (dai 12,5x ai 41x).

Il Compact Scope 250 appare quindi superiore ai grossi cercatori moderni, oltre ad essere dotato di una valigetta “all in one”, ma non gli si deve chiedere di forzare oltremodo gli ingrandimenti, terreno in cui non può ne sa spingersi.

Il suo valore sul mercato dell’usato è valutabile in circa 150 euro. A questo aggiungerei la sua difficile reperibilità e una livrea molto accattivante.

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