Aprile 2018 - articolo di Marco Murelli
Lo schema ottico Newton, soppiantato dalla diffusione commerciale degli Schmidt-Cassegrain, ha trascorso lunghi anni nel limbo dei telescopi per “principianti”. Chi non ha avuto un mitico 114? (Cherubino mi ha detto di non averlo mai posseduto, incredibile!), molte volte dotati di ottiche e meccaniche mediocri su montature traballanti.
Se ben realizzato però, quello newton è invece uno schema ottico ottimo sia per l’osservazione visuale che per la ripresa in alta risoluzione dei pianeti, si pensi ad esempio alla serie MT di Takahashi (mai importata in Italia purtroppo) ma anche ad alcuni Parks e strumenti d’oltre oceano. Lo scotto da pagare è l’ingombro che, allungando il rapporto focale per contenere il coma, si fa importante per dimensioni a partire dai 200mm. Da qualche anno però sono stati introdotti nell’ambito amatoriale diversi correttori di coma (dai più semplici tipo Ross ai più complessi tipo Wynne) e alcuni correttori/riduttori 0,75x destinati alla ripresa ccd/cmos. Con questo tipo di accessori e un rapporto focale spinto lo schema Newton torna ad essere relativamente compatto e maneggevole. Se aggiungiamo la diffusione dei filtri nebulari a banda stretta (Ha, OIII, SII) che permettono la ripresa delle nebulosità galattiche anche da siti illuminati, la produzione di schemi Newton corti sta vivendo da qualche anno una rinascita importante. Ancora una volta precursore dei tempi fu Takahashi con la stupenda serie Epsilon* sul mercato da almeno 25 anni. Le applicazioni sono più da astrografo che da telescopio visuale, imponendo una forte estrazione del fuoco, grandi secondari e l’utilizzo di correttori/riduttori per illuminare almeno il campo APS-C (circa 21mm di diagonale). Purtroppo nessuno dice che le tolleranze di collimazione ed il relativo mantenimento sono molto critici, specialmente se si vuole lavorare ad F3 (ottica nativa ad F4 con correttore/riduttore 0,75x).
Sul mercato esistono diversi astrografi di questo tipo (Takahashi Epsilon*, ASA), alcuni semplici adattamenti di Newton low-cost ed altri di fascia intermedia. In quest’ultima fascia, il noto marchio tedesco TS Teleskop Service propone la serie ONTC oggetto del test.
*Nota: La serie Epsilon a rigore non è un Newton perché il primario è iperbolico, inutilizzabile senza correttore. Il Newton ha primario parabolico, perfetto a centro campo.
Foto sopra: cortesia di TS immagine del telescopio
Gli ONTC nascono assemblando un tubo in carbonio di discreto spessore con componentistica ottica orientale selezionata (a detta del costruttore) ed accessori di varie provenienze. Per soddisfare le richieste di collimazione e mantenimento, è necessaria una buona meccanica ma anche un buon sistema di collimazione. Purtroppo il classico Cheshire non è sufficiente allo scopo, specialmente con diametri sopra ai 200mm.
Identificata l’apertura da 250mm come buon compromesso, si è scelto di dotare il tubo di anelli e barra Losmandy sovradimensionata, focheggiatore TS da 2” motorizzato con USB focus e riduttore/correttore 0,75x. Il supporto secondario è a quattro razze doppie in carbonio per raggi di diffrazione fini. La focale di 750mm (il sistema lavora ad F3 effettivi) consente di avere un giusto campionamento con la camera di ripresa ASI1600MM-C con pixel da 3,8um. Riguardo la collimazione, si è scelto il CatsEye Triple Pack che contiene un tubo con crocicchio utile a centrare il secondario rispetto al tubo focheggiatore, un classico tappo da 2” con foro ed anello bianco di centraggio ed un ulteriore tappo da 2” con due fori (uno centrato ed uno eccentrico) e parte riflettente interna. Funziona come autocollimatore, dando il tocco di precisione finale. Devo dire che, dopo una fase di apprendistato, si rivela molto pratico, veloce e preciso.
Tabella soprastante: dati generali forniti dall’importatore
Il tubo si presenta piuttosto ben fatto, robusto e leggero con comodi inserti per spostare agevolmente il primario in tre posizioni: visuale, con correttore per ripresa a F4 e con correttore per ripresa a F3. Il focheggiatore, con relativa motorizzazione, è adatto allo scopo mentre qualche perplessità in più la mostrano le celle di sostegno delle ottiche.
Quella del secondario è molto leggera con razze doppie fini ma presenta la strana soluzione di 4 viti di regolazione anziché le canoniche tre. Scelta inusuale dettata più che altro da facilità di costruzione. A parte qualche perplessità ed un briciolo di apprendistato, si è comunque dimostrata una buona soluzione fornendo adeguato supporto e stabilità. La cella del primario invece è di costruzione spartana, non molto precisa e non molto stabile nel tempo. È infatti assente un adeguato sistema di bloccaggio in posizione che viene invece affidato a delle molle, dure ma che non garantiscono stabilità.
Come primo intervento si procede ad una collimazione che, per comodità, è fatta su banco e quindi orizzontalmente. Usando i vari strumenti CatsEye si raggiunge un livello soddisfacente in maniera piuttosto agevole. Molto comodo e preciso il tappo dotato di specchio interno.
Il telescopio si installa agevolmente sulla montatura (a circa 1,5m di altezza) e si procede ad una verifica della collimazione. Come previsto, la collimazione, ora in verticale, non è perfetta a causa di movimenti indesiderati della cella del primario. Con l’ausilio degli strumenti visti in precedenza, si trova velocemente il settaggio corretto. Vediamo ora una serie di riprese fatte con camera ASI 1600MM-C, tutte da giardino con luci a breve distanza. Tutte le immagini non sono state tagliate per mettere in evidenza le deformazioni stellari fino ai bordi estremi e vignettatura, hanno subito una minima elaborazione, a parte lo stacking delle singole pose.
Foto sopra: Cone Nebula – NGC2264: in Ha, 5 pose da 10 m., qualche problema di inseguimento
Foto sopra: M51: Luce bianca, 10 pose da 2 minuti
Foto sopra: M65-M66: 15 pose da 3 minuti
Foto sopra: M104: 20 pose da 1,5 minuti
Foto sopra: M81: 15 pose da 2 minuti
Meccanicamente il principale problema è la mancanza delle viti di blocco sulla cella del primario (cui è però facile porre rimedio). Risolto questo aspetto, il tubo appare molto stabile e durante la notte mantiene la collimazione e non sposta il fuoco al variare delle temperature (cosa evidente invece con i tubi in lamierino sottile).
Otticamente le prestazioni sono buone e, se la collimazione è perfetta (e non in tutte le immagini lo è stata), le stelle cominciano ad avere deformazioni importanti solo agli angoli del sensore (che ha una diagonale di 21,9mm) ed anche la vignettatura è limitata.
Globalmente direi che è un buon prodotto, piuttosto versatile (spostando il primario) forse proposto ad un prezzo un po' elevato (2000,00 euro a cui aggiungere il costo di un focheggiatore di alto livello) ma tutto sommato accettabile se lo confrontiamo con i Takahashi o gli ASA.
Un outsider da valutare è il Celestron RASA 11” (di cui ho avuto per brevissimo tempo un esemplare), dotato di ottiche stupende penalizzate da una meccanica pessima e assolutamente inadeguata e a cui porre mano pensatemente prima di imbarcarsi in lavori fotografici di rilievo.