Maggio-Giugno 2022
Difficilmente il sito DARK-STAR ha ospitato test di binocoli poiché questi sono principalmente strumenti specializzati per l’osservazione
diurna, soprattutto quando declinati nelle versioni tradizionali con obiettivi di diametro relativamente modesto come i 50 o 60 millimetri.
Pur da possessore di alcuni binocoli e binoscopi astronomici che offrono prestazioni di ottimo livello nell’osservazione deep sky, a costo purtroppo di pesi ed ingombri notevoli, ho sempre
privilegiato l’osservazione astronomica attraverso gli strumenti storicamente preposti a questo scopo.
E’ indubbio però che, volendo un ausilio ottico da portare in valigia durante i viaggi e che possa essere installato in una manciata di secondi la scelta di un binocolo sia vincente. E’ sufficiente
un buon treppiedi sezionale e una testa fluida di qualità per avere un set-up che, in poco peso e ingombro, ci segua in aereo, in macchina quando il resto dello spazio è occupato dai bagagli della
famiglia, in moto o anche in bicicletta se si accetta di non strafare con il percorso e la difficoltà di risalita se si è in montagna.
Aspetto cruciale, dando per scontata una dignitosa resa ottica e meccanica, risulta essere il peso dello strumento e se si vuole che questo resti contenuto è obbligatorio rinunciare alla visione
angolata.
Il mercato ha oggi messo a disposizione compatti binocoli con oculari a 45° a prezzi molto competitivi (un 70 millimetri a spettro ridotto si compra con cifre che oscillano tra i 600 e gli 800 euro o
poco più) ma il loro peso tende a renderli non idonei ai parametri che abbiamo evidenziato restando solitamente prossimo ai quattro chilogrammi nel migliore dei casi.
E’ quindi scelta quasi obbligata optare per un binocolo tradizionale a visione diritta di cui il mercato offre disponibilità così ampia che orientarsi, se non si è dei veri esperti, risulta
difficile.
Ci siamo abituati, oramai da molti anni, a considerare la soglia degli 80 millimetri di apertura come il
vero spartiacque tra i binocoli terrestri per osservazione naturalistica e amatoriale da quelli con pretese squisitamente astronomiche. Non si tratta di una diceria senza fondamento perché chiunque
abbia provato con assiduità a puntare il binocolo al cielo notturno sì è accorto di quale guadagno abbiano gli strumenti da 8 cm. e ancora di più quelli da 10 cm. che aprono letteralmente le porte ad
osservazioni luminose e a campi brulicanti di stelle fini e colorate.
Il problema degli 80 e 100 millimetri (anche non angolati), oltre a quello del peso che supera i 2 kg per i primi e giunge a 4 per i secondi, è che il loro potere è solitamente di 20 ingrandimenti il
che li rende impossibili da usare manualmente e amplifica le eventuali micro imperfezioni di collimazione.
Poiché il mio personalissimo fine era quello di avere un binocolo “facile” e leggero, pur in controtendenza, mi sono orientato sulla classe dei 15x70 millimetri. Questa fascia di binocoli, che
vengono proposti anche con piccolissime differenze di ingrandimento e apertura (16x o 72mm.), è dominata da due tipologie di prodotto che sono di altissima qualità e prezzo oppure di bassissimo
livello ottico e meccanico e prezzo ridicolo.
Solo da poco tempo si sono affacciati alcuni marchi orientali che, affiancando la produzione “entry level”, hanno proposto soluzioni intermedie in grado di coniugare, almeno sulla carta, il costo di
produzione e vendita con una buona resa ottico-meccanica, assunto che vedremo essere in gran parte non corretto.
E’ il caso della IBIS (marchio distributore di prodotti cinesi) che ha ottenuto grande successo con il suo 20x80 da poco tempo declinato anche nel “taglio” 15x70: uno strumento economico ma non
apparentemente curato e realizzato dotato di ottiche a bassa dispersione e siglato appunto come “ED”.
L’amico Luca Zanchetta, che è gestore di Telescope Service Italia in trade-union con Tecnosky, si è reso disponibile ad una cernita del tutto personalizzata e mi ha fornito, dopo qualche test, un
15x70-ED nuovo certificato giunto alla fine di maggio del 2022.
70 millimetri, se messi a lavorare sotto un cielo buio e terso, accoppiati al limitato potere di 15
ingrandimenti, sono sufficienti per il tipo di osservazione che volevo condurre: il turistico bighellonare tra le plaghe del cielo, pronto a percepire qualche sporadica cometa, osservare la Luna con
un disco abbastanza grande da mostrarla nel suo splendore ma sufficientemente piccola da contestualizzarla facilmente con i picchi montani, l’orizzonte del mare, i bruni contorni degli alberi o
qualche lontano castello. Quindici ingrandimenti sono troppo pochi per galassie o ammassi globulari e anche per alcuni ammassi aperti ma sono comunque sufficienti per apprezzare, tra questi, i più
grandi e luminosi, per cogliere alcune nebulose oscure sullo sfondo della Via Lattea, per dare un volto al nome dei pianeti maggiori.
E sono ideali per osservare animali lontani, rifugi montani, le vele di qualche imbarcazione, gli alpinisti sulle creste, le mucche al pascolo o i tetti di qualche paesino a fondo valle.
Settanta millimetri risultano ancora usabili in diurna, specialmente dove la luce è tantissima come al mare, e sono sufficienti per osservazioni proficue anche in condizioni di scarsa illuminazione
come al crepuscolo. E quando il cielo è davvero bello offrono visioni della volta stellata di grande effetto come da ricordo di un bellissimo Miyauchi di tanti anni fa.
Sopra: immagine del supporto (non fornito con il binocolo all'atto dell'acquisto) necessario per collegare il binocolo al treppiede fotografico. Su Amazon è possibile trovare supporti identici privi della dicitura "IBIS" originale alla metà del costo di quello sopra raffigurato e marchiato.
Affinché un binocolo 15x70 possa essere utilizzato è indispensabile installarlo su un buon treppiedi e una valida testa fluida. Sostenere a
mano lo strumento, anche se ci si puntella su un parapetto o una solida sdraio, significa vedere meno della metà di ciò che è alla portata delle lenti e perdere l’interesse alla visione in pochi
secondi. Cento volte da preferirsi un binocolo di qualità inferiore solidamente in groppa al cavalletto al migliore della categoria con lenti alla fluorite imbracciato alla Rambo.
Quindi, se il binocolo è ciò che desiderate e volete usarlo con soddisfazione e facilità, dimensionate bene gli stativi alle vostre necessità.
Nel mio caso ho optato per un cavalletto e testa fluida di buona fattura il cui costo supera di molto quello del binocolo stesso.
Sopra: immagine della testa fluida a movimenti frizionati. Sotto: immagini del treppiede impiegato per il test. Costo della prima euro 56,00, costo del secondo euro 127,00
Il nostro IBIS 15x70-ED costa una "sciocchezza" ma da quanto pubblicizzato dovrebbe funzionare a dovere. I duecentoquindici euro (215,00) necessari al suo acquisto devono pagare non soltanto il produttore ma anche i trasporti, il distributore, il balzello dell’IVA e i costi di stoccaggio e pubblicità. Il che significa che il costo puro di produzione è almeno un terzo di quello proposto all’utente finale. Se a questo aggiungiamo che lo strumento è dotato di ottiche “ED” (e poi vedremo questo in cosa si traduce) viene da chiedersi come sia possibile pagare di più uno stupidissimo e banale oculare da telescopio.
Purtroppo l’IBIS 15x70-ED è tutto fuorché perfetto e di carenze ne ha molte, più che dal punto di vista ottico soprattutto da quello
meccanico
Poiché però ogni prova e disanima deve necessariamente evidenziare luci ed ombre di ciò che si valuta è giusto dire che la qualità di assemblaggio è perfettibile come mostra l’immagine del punto di
incontro tra la cella porta obiettivo (bancata sinistra nel nostro caso) e la scocca del binocolo.
La fluidità della regolazione diottrica sull’oculare destro è migliorabile, la frizione del sistema di apertura o chiusura per variare la distanza interpupillare è solo accettabile, la protezione ai
riflessi delle luci di campo diffuse (ad esempio il cielo diurno) non molto efficace. Sarebbero però, questi, difetti trascurabili o accettabili in considerazione del prezzo di acquisto. Ciò che
rende inutilizzabile il binocolo è piuttosto la sua incapacità di mantenersi collimato durante i viaggi.
Il 15x70 ED è partito, dopo test notturno sul cielo, sicuramente collimato tra le due bancate e ha viaggiato in un imballo che definire
"perfetto" è poco. Nonostante questo è giunto in condizioni inusabili tanto che, visualizzando una qualunque stella nel cielo, questa appare doppia con una
distanza tra le immagini fornite dalla bancata destra e quella sinistra di circa mezzo diametro lunare abbondante.
Poiché il binocolo non dispone, senza doverlo smontare integralmente, di un sistema di aggiustamento del “merging” appare lapalissiano che l’uso per cui viene acquistato risulta infruttuoso.
Oltre a questo è apparsa anche una notevole disparità di resa tra i due treni ottici: uno vistosamente astigmatico, l’altro vistosamente scollimato con generazione di stelle a ventaglio.
Un vero peccato perché le caratteristiche dello strumento: peso, estetica, dimensioni, lo renderebbero ideale per un utilizzo itinerante.
E’ probabile che i corrieri, sempre avari di attenzione alla movimentazione dei pacchi, abbiano maltrattato l’involucro ma è altrettanto vero che questo era così accuratamente dimensionato e protetto
da dover essere garante della salvaguardia del prodotto interno.
Il binocolo, prima di essere rispedito al distributore che, grandissima laude alla sua professionalità, lo ha ripreso senza nulla eccepire, è stato testato anche in osservazione diurna per
comprendere, almeno a centro campo, come fosse la sua resa cromatica.
Il test non può essere esaustivo dato lo stato delle ottiche sopra menzionato ma ha comunque evidenziato un buon contenimento della
cromatica residua che si palesa solamente come lieve accenno di ribattitura blu (appena percepibile) sui contorni delle antenne sul fondo chiaro del cielo.
Il campo corretto appare poco esteso e limitato a circa il 50%-60% del globale con un ammorbidimento progressivo dei dettagli e una certa distorsione verso il field stop.
Un binocolo vincente solo sulla carta ma obiettivamente inutilizzabile in campo astronomico. Se è vero che il test è limitato ad un solo
esemplare va detto che questo è stato preventivamente selezionato tra tre, di cui i due scartati mostravano problemi superiori, il che rende molto negativo il giudizio sulla meccanica interna.
Giungono “rumors”, all’atto della stesura di questo breve articolo, di una alta percentuale di binocoli IBIS affetti da problemi meccanici che hanno obbligato al ritiro di un considerevole numero di
esemplari negli ultimi mesi.
Tralasciando il plauso al rivenditore (Tecnosky + Telescope Service Italia), che merita massima considerazione e fiducia nell’assistenza per e post vendita, il IBIS 15x70ED appare oggi un binocolo da
evitare.