... ossia: considerazioni policamente scorrette sulla pochezza degli astrofili trasformati in affaristi... delle polpette.
Anno 2022
“Questa non è una canzone d’amore, non è’ la canzone che vuoi...” Enrico Ruggeri cantava così, tanti anni fa, e io lo prendo a spunto per
dire che “Questo non è il solito articolo”.
Non lo è perché il linguaggio che ho deciso di usare, che in letteratura viene indicato come “registro linguistico”, è volgare, ricco di esclamazioni scurrili e male parole. Chiunque sia quindi
particolarmente sensibile o si senta chiamato in causa perché ha scheletri nell’armadio eviti di proseguire nella lettura. Del resto alcune cose vanno dette con un linguaggio franco e usare perifrasi
serve solo a sminuire la scioccante verità: ossia che il mondo è pieno di furbetti, furfanti, o idioti. Del resto, con i governi che abbiamo, non è possibile sostenere il contrario.
Oggetto del nostro disquisire sono i mercatini di strumentazione astronomica (in Italia ce ne sono alcuni tra i quali uno conosciutissimo e usato dai più che è sempre prodigo di spunti di riflessione). Generalmente privi di qualsivoglia moderazione o controllo gli annunci on-line diventano il ricettacolo della peggiore meschinità e idiozia umana di cui ho desiderio di dare alcuni esempi:
1) “Vendo strumento X, causa doppio acquisto, bla, bla”.
E’ un classico, tra i più ricercati e subdoli. In pratica il venditore, poveretto, si è accorto di aver comprato due volte il medesimo strumento e poiché non sa costruirsi un binoscopio decide di
vendere uno dei due esemplari. La situazione prospettata non è solo bizzarra ma anche e soprattutto poco credibile: “Ma come, cagate il cazzo di continuo sui forum chiedendo millecinquecento consigli
(la maggior parte dei quali inutile) per comprare una cazzo di vite e poi vi capita di comprare due volte di seguito lo stesso strumento? Peraltro mediamente costoso? E allora siete dei deficienti e
io da un deficiente non compro nulla...”
2) “Vendo questo strumento perfetto e indistinguibile dal nuovo, acquistato un anno fa e usato al massimo due volte”.
In questo caso inizialmente ci si sente spiazzati e nel nostro animo tende ad insinuarsi una parvenza di pena e sconforto. Si immagina il povero astrofilo volenteroso che ha acquistato il suo
bellissimo telescopio e poi, troncato da un autista ubriaco, è rimasto ingessato 11 mesi e non ha mai potuto usare l’oggetto dei suoi desideri. Nel frattempo le bollette di luce e gas si sono
accumulate e non potendo lavorare a causa della lunga degenza si vede costretto a vendere il gioiellino per racimolare un po’ di grana..
Anche in questo caso la scusante giustificatoria per la vendita appare però poco credibile e si passa velocemente dalla condivisione al cinico risentimento: “Ma come, caghi il cazzo di continuo sui
forum per poi comprare uno strumento e, in dodici mesi, usarlo 2 volte solamente? Allora sei un idiota, e sei anche un po’ stronzo a dire fesserie e per questo meriti che il tuo fottuto strumento non
te lo compri nessuno”.
3) “Vendo rarissimo rifrattore vintage DAI-ICHI-KOGAKU con prestazioni superiori ai moderi apocromatici”.
Un altro classico dei nostri mercatini, puzzolente come le margherite quando sono sfiorite da due giorni.
Il mantra usato (DAI-ICHI-KOGAKU) io lo traduco liberamente dal giapponese in “Vecchia merda o vecchio ciarpame” che però, detto con il mantra, assurge ad una imperscrutabilità mistica capace di
giustificare qualsiasi cazzata. Ci si immagina (capita a me così quantomeno) qualche fottuto giapponese con il moccio al naso che lavora o lucida con le sue manine le lenti (così vengono TUTTE
diverse una dall’altra) ai margini di una casa di tolleranza sudomagodo.
Del resto, senza il “mantra”, come si potrebbe tentare di vendere a 300 euro una merda di 60 millimetri sverniciato su una montatura adatta a reggere un cerino?
Ma io, un poco, tifo per questi inserzionisti perché se esiste qualche idiota disposto a comprare certe cagate e pagarle come un rifrattore da 10 cm. moderno è giusto che se la pigli in ....
4) “Vendo stupendo apocromatico (ditta blasonata) con leggero difetto alla lente frontale (scheggiatura) che ho però avuto l’accortezza di annerire con il
pennarello Uniposka indelebile. A parte l’aspetto estetico posso assicurare che il difetto non incide in alcun modo sulla focalizzazione e le prestazioni top level dello strumento”.
A questo proposito ricordo che Uniposka era By Osama (praticamente un suono unico con il gingle della musichetta pubblicitaria) perché è impossibile non canticchiare il motivo per chiunque abbia la
mia età e si sia nutrito, in giuventù, di ogni sana pubblicità dell'epoca.
In questo caso il nostro sventurato astrofilo ha comprato un rifrattore della Madonna, lo ha trattato di merda, gli ha scheggiato (in più punti) il crown, e secondo il manuale delle Giovani Marmotte
autografato dal Gran Molgol in persona ha pensato che un fottuto Uniposka potesse mettere a tacere le leggi dell’ottica.
Maglio di nulla, posso concordare, ma la incazzatura monta nel considerare la fraudolenza dell’annuncio.
“Scusa, mi vuoi forse far credere, dopo aver cagato il cazzo per millenni sui forum sulla correzione iperbolica delle lenti del rifrattore MINCHIA2 (un rifrattore che si chiama così...) che ha una
Strehl policromatica di un centesimo migliore a quella di tutti i competitor tanto da mostrarti Dio e la sua barba malfatta, che il suddetto rifrattore che hai brasato con la carta vetrata o il
cacciavite per smontarlo, fatto a schegge le lenti rifinite con l’alito degli arcangeli, funziona ESATTAMENTE COME PRIMA del tuo scellerato intervento?”
... pausa di riflessione ...
“Allora sei un coglione, sei un idiota, non capisci una sega, ma soprattutto sei un furfante e stai cercando di abbindolare qualche idiota di grado superiore”.
E detto tra noi: “ti auguro sinceramente di riuscirci perché tra un furfante e un coglione, forse dalla rupe butto prima il coglione. Così impara a svegliarsi”.
5) “Vendo strumento vintage particolarmente difficile da reperire sul mercato. Condizioni ottime e prestazioni elevatissime che oggi la produzione moderna non sa replicare”.
Ecco l’ennesimo classico, un vero affare per tutti coloro che cercano proprio quel fottuto introvabile strumento (r e g o l a r m e n
t e VINTAGE!) che vale come la Gioconda o una fotografia di Lady Gaga in cui sembra gnocca.
Qualcuno lo comprerà, è indubbio, e scoprirà che di quei “rarissimi vintage” ce ne è una caterva ammassata sul pavimento delle lavanderie in Giappone e vengono venduti a 35 euro (e non
scherzo).
Io però ho anche e soprattutto questo pensiero, diretto, incontrovertibile: “Ma scusa, se è così raro e così performante (e hai cagato il cazzo per millenni sui forum per raccontarcelo) e se è vero
che dopo averlo venduto non si troverà più nulla suo pari... checcazzo lo vendi a fare???”
6) “Per conto di un amico vendo strumento PUFFO14. Non conoscendo il possibile valore si accettano proposte sensate”.
In tutta obiettività questo non è un annuncio, e lo si può forse tollerare se ci si lascia irretire dalla conciliante idea che chi pubblica certe frasi sia completamente digiuno di nozioni o
semplicemente un bonaccione sprovveduto.
In realtà si tratta di uno dei più banali modi di sondare il mercato tenendosi due vie di uscita: il prezzo che va comunque discusso con il vero proprietario (e nessuno saprà mai chi cazzo sia, un
po' come il "capo" della banda di Amici Miei, una persona inarrivabile... manco il Papa), e la possibilità di dire che “l’amico” ci ha ripensato e non vende più.
Il messaggio è quindi imbarazzante e foriero di argute considerazioni: “Ma che dici? Il tuo amico è un celebroleso incapace di mettere un annuncio su un sito gratuito? E’ così idiota da lasciare a te
la trattativa? Non metti un prezzo perché così “sondi il terreno” e vedi se tra gli astanti c’è uno scemo che di offre 2 euro in più? E in ultimo, dopo che continuano a cagarci il cazzo sui forum per
chiedere valutazioni di ciarpame, mi vuoi far credere che non hai il tempo, la voglia, o l’interesse ad informarti PRIMA tramite il sempiterno web?
No, nulla di tutto questo, sei un furbetto, e mi stai sulle palle”.
7) “Vendo il telescopio X, non aprite trattative, prima scrivetemi in privato. Prezzo su richiesta”.
Questo annuncio, che sta scalando la vetta dei più gettonati e che nemmeno Maurizio Seimandi nei suoi anni d’oro avrebbe potuto lanciare via, merita di essere ignorato
dagli acquirenti anche se l’oggetto della vendita è proprio quello che si cerca disperatamente.
Chi pubblica un simile annuncio è talmente stronzo da non meritare attenzione almeno per due motivi. Il primo è che non è trasparente: un oggetto ha un valore e una adeguata richiesta, la si pone in
chiaro, e non si perde tempo. La seconda è che l’annuncio stesso, in un mercatino che richiede l’apertura di una trattativa, porta in sé una contraddizione in termini.
“Emerito idiota”, vorrei replicare, “Mi dici come cazzo faccio a decidere se sono interessato o meno se non mi comunichi quanto vorresti ricavare dalla vendita? Io apro una trattativa e “tratto” il
prezzo che tu non hai volutamente indicato e tu chiudi la trattativa senza alcuna spiegazione". Io a questi gli aprirei qualcosa che fanno ben più fatica a chiudere..
Nonostante questa lapalissiana ovvietà, chi ha pazienza invia un messaggio privato in carta bollata con le mani tremanti e la cagarella chiedendo spiegazioni e ponendo altre lecite domande sulle
qualità dell’oggetto per sentirsi rispondere, il più delle volte: “se non sai di cosa parliamo informati sui forum”.
Ecco...
Secondo questo campione di correttezza si dovrebbe quindi andare a cagare il cazzo ad altri su un forum generalista (dove risponderanno di comprare un merdoso dobson di plastica) per domandare quello
che dovrebbe dire lui che sta vendendo un oggetto che dovrebbe conoscere bene.. Ma porca di quella....
8) “Vendo telescopio Y, prezzo 100”.
Un annuncio semplice, reiterato, corretto in tutto tranne che per il prezzo. Alcuni scrivono facendo cortesemente (più o meno) notare che NUOVO il medesimo strumento costa meno. Apriti cielo! Quello
dell’inserzione è diverso perché il venditore “ci ha appiccicato il vellutino nero” e quindi ha tutto un altro valore... ehhh (un sospiro che nemmeno Vasco Rossi saprebbe fare)
Considerazione: “Ma scusa, mi stai vendendo un oggetto usato, sine garanzia, sine certezza che tu lo spedisca davvero, ad un prezzo superiore al nuovo... perché? Lo usava forse per grattarsi la
schiena Pavarotti? E’ stato magari dalla regina Elisabetta II come porta cappellino?
Come dici? No? E’ perché un idiota qualunque ha pensato bene che il fottuto vellutino potesse trasformare un progetto in un altro migliorandone il contrasto tanto da farmi vedere le chiappe di Pamela
Anderson che sorseggia un DAI-ICHI-KOGAKU sul lato nascosto della Luna che devo pagare così tanto?”
Anche qui il ragionamento è limpido, diretto, trasnazionale: “Sei un idiota! Eppure, nonostante questo, ho un moto di apprezzamento nei tuoi confronti semplicemente perché non hai cagato il cazzo a
mille sui forum per qualche ulteriore idiozia”.
9) “Vendo, bla, bla... ultimo ribasso”.
Ma sì, dai... uno sconto per “far fuori ciò che non ci serve più e monetizzare. Ci sta.. però una volta. Invece il simil-annuncio sopra riportato è l’ultimo (anzi il penultimo, il successivo non
riporta solitamente più il prezzo di vendita) di una lunghissima serie che vede tre pubblicazioni alla settimana. Un tormentone: nemmeno i Righeira trifolavano le palle in egual misura.
La pazienza esaurisce presto le sue cartucce e il rigetto ci fa considerare: “Ma come, sei partito da 100 e adesso sei disposto a vendere a 30? A parte averci cagato il cazzo per due mesi con questo
gingillo davvero ci stai dicendo che chiunque avesse comprato al primo annuncio sarebbe stato così tanto turlupinato? Ci hai preso per il culo? Non ti sei accorto di essere ridicolo?”. Mentre scrivo
accendo la radio, emittente misconosciuta, suona una vecchia canzone degli Squallor... ecco.. è il punto corretto della traccia.. recita: “Mi hai sbrandegatoucazz’. Confucio”.
10) “Vendo K”. “Vendo K”. “Vendo K”...
Non è l’inizio de “Il Castello” di Kafka ma un menoso annuncio che si ripete 8 volte consecutivamente.
Ora... può accadere a chiunque di schiacciare due volte il tasto “invio”. Ma chiunque sia sano di mente, quando questo gli accade, dopo cinque minuti riesce ad eliminare la copia
sovrabbondante.
C’è invece chi è talmente rincoglionito che non solo tira 8 volte lo sciacquone ma nemmeno si accorge di averlo fatto e, inebetito, scruta la ceramica del water che appare insolitamente pulito.
Oppure, peggio, lo fa per dare maggiore visibilità alla cazzata qualunque che sta cercando di propinare?
Io penso e non riesco in nessun modo a non accostare questo comportamento ad alcuni utenti da forum che cagano il cazzo continuamente ponendo a tutti, e su TUTTI i forum esistenti, la STESSA DOMANDA
(stupida per giunta).
Con l’aggravante che, non ricevendo alcun intervento da terzi, cercano di darsi da soli la risposta argomentando in modo balbuziente delle ovvietà stratosferiche.
Voglio un John Wick che “regoli” questi esseri sottonaturali...
11) “Ce l’hanno tutti con me, cattivi!”
Qui ci spostiamo in un ambito morale diverso, trasliamo ossia dalla maleducazione, furberia, idiozia, alla vessazione.
Perché, nonostante possa sembrare assurdo, ciò che insegnano ai nostri figli a scuola è reale: esiste il cyberbullismo. E’ incontrovertibile, e fa una certa impressione comprenderlo.
Nel nostro caso il malcapitato è preso a caso in una rosa di tre individui, che non ho ancora capito se siano tre differenti poco furbi o un solo idiota con molteplici identità virtuali - cosa che
farebbe quasi sorridere perché ci stanno i cattivi, ma uno che prende calci nel culo da tutti con tre identità diverse è quantomeno masochista.
Comunque sia è indubbio che alcuni rissosi meschini e vigliacchi (un po’ come il ciccione ripetente e cattivo che avevamo a scuola) si accaniscano, protetti dalla gomma virtuale del web, sui più
deboli.
La cosa che fa però ulteriormente incazzare è che questi deboli sembra che facciano di tutto per mettersi in cattiva luce con annunci assurdi ma soprattutto con proclami, come quello citato, che
dovrebbero servire a scuotere le coscienze e a denunciare il misfatto ma che finiscono per attirare loro ulteriori antipatie.
Insomma, anche voi, piantatela... perché: “Ci avere veramente cagato il cazzo con questo vittimismo da scuola elementare”.
12) “Il tuo annuncio è sbagliato perché... bla, bla”.
Va detto che io non ho in simpatia gli stupidi, non sopporto i furbi, mi stanno sui nervi i venditori di fumo e i raggiratori. Più di tutto però non sopporto i “rompicazzo per nulla”, ossia quegli
utenti che intervengono di continuo negli annunci degli altri non per comprare ma solamente per scrivere qualcosa. La prima troiata che gli passa per la mente di solito. Commentano il prezzo,
commentano il lessico, commentano il titolo, criticano la cripticità o la eccessiva lungaggine dell’annuncio. A volte, io credo, vorrebbero anche commentare il colore delle mutande della moglie del
titolare dell’annuncio ma questa è evidentemente abbastanza intelligente da non mostrarle.
Ora: qualche sporadico commento spiritoso può anche essere tollerato, forse due volte l’anno (e sono già tante), ma essere prezzemolo e cacca di cavallo no.
“Ma non potete farvi i fatti vostri?” mi domando. “Siete stati bannati da tutti i forum e, non riuscendo più a cagare più il cazzo lì, per astinenza rompete sui mercatini?”
Poi penso alla solitudine, talvolta, delle persone che non trovano ragione di sé, non hanno amici, non sono nemmeno capaci di scrivere e comprendo che il loro “voler esserci a tutti costi” è un grido
di aiuto.
Aiutateli.
Voi.
13) "Cerco uno strumento così e cosà oppure qualcosa di analogo"
Solitamente questi annunci hanno come oggetto qualcosa di relativamente poco diffuso e proprio per questo motivo si lascia benevolmente alla platea la possibilità di proporre alternative omparabili.
Il problema, il più delle volte, non risiede nell'annuncio ma nella rosa delle risposte del cazzo che giungono. Una di queste, la più fantastica, recita: "ehh. io ne ho uno proprio come vuoi tu però al momento non ho intenzione di venderlo e me lo tengo, forse tra tre anni lo metterò in vendita". E mica è rara una risposta simile...
Ora, se io fossi l'autore dell'annuncio di ricerca credo che sinceramente manderei pubblicamente a fare in culo l'idiota che si è intromesso inutilmente.
Parimenti al diavolo consiglierei una visita la schiera di quelli che, con un candore da Hermione Granger, propongono all'incauto inserzionista di cambiare oggetto di ricerca per qulcosa di completamente diverso dicendogli, in pratica, che LUI non capisce un piffero e sta commettendo l'errore più grande della vita.
Io credevo fosse sposarsi...
14) "Io sono Pdor, figlio di Kmer, della tribù di Istar. E sono colui che può leggere nel presente, nel passato, e anche nel congiuntivo".
Dio consegnò le tavole della legge a Mosé, il quale da buon cazzone riuscì a romperle (e per rompere delle fottute lastre di pietra ce ne vuole...) così Dio (sono parole della mia catechista di
quando ero bambino) sintetizzò i suoi dieci comandamenti in un unico imperativo omnicomprensivo che è conosciuto come UNDICESIMO COMANDAMENTO: il comandamento dell’amore.
Bando alle spiritosaggini: Ilona Staller non ha nulla a che fare con questa storia.
Io ho scritto tredici esempi, storielle da poco che sono però esemplificative del malcostume che ci circonda, ma comprendo che per i più siano di difficile comprensione. Quindi, magnanimo, sintetizzo
il tutto con una frase lapidaria: “Piantatela di cagarci il cazzo”.