primavera 2009
Il sogno di molti: il Pentax 250 f12 da osservatorio. In parallelo il 105-SD e il piccolo 75mm.
Anni fa, in tutta sincerità non ricordo esattamente quando ma credo si trattasse della metà o fine degli anni '90, in Italia, presso i rivenditori di materiale astronomico di valore, circolavano piccole brochure dei rifrattori apocromatici Pentax
I prezzi esorbitanti, ancora in lire, erano al di fuori della portata della mia passione del tempo ed erano considerati dai più quantomeno anacronistici.
Si trattava, in fin dei conti, di strumenti di diametro limitato (la mia curiosità di limitava ai modelli da 4 pollici) nella sola configurazione OTA raffrontabili a quelli richiesti per strumenti di diametro doppio completi montatura, controlli elettrici, e trepiedi.
Ciò che allora ancora non sospettavo era l'evoluzione che avrebbe assunto la mia passione per gli “strumenti del fare astronomia”.
I modelli disponibili prevedevano un 100mm a F4 – chiamato SDUF – un 105 F 6,7 – chiamato EDHF (poi SDHF – poi ancora SDP) – e un 105 F 9,5 – definito SD, oltre al piccolo 75 EDHF (poi SDHF)
Il più abbordabile dei tre era il 105 SD (un doppietto a fuoco medio-lungo – gli altri erano tutti 3 o 4 lenti) proposto sul mercato alla modica cifra di circa 5.000.000 di lire circa.
Come Nikon prima, anche Pentax avrebbe finito (notizia di questi ultimi mesi) con l'interrompere la produzione di strumenti astronomici amatoriali, portando seco una certa malinconia tra tutti gli appassionati che, dotati di risorse economiche e amore sufficienti, hanno acquistato uno di questi meravigliosi strumenti (o quantomeno avrebbero desiderato farlo).
Se devo essere sincero, e con le informazioni che mi sono giunte nel tempo riguardo un prevalente utilizzo della versione “SD” come strumento ausiliario da osservatorio, credo che in Italia le sole versioni effettivamente finite nelle mani degli astrofili, siano state quelle a focale più spinta.
Il 75SDHF è stato un vero bestseller nella classe dei rifrattori “top-rated” a corta focale da 3 pollici e le versioni a F 6,7 e F 4 sono state impiegate soprattutto per applicazioni fotografiche (anche in virtu' degli spianatori di campo proposti: optional carissimi).
A intaccare parzialmente la fama di eccelsa qualità della produzione Pentax hanno circolato alcuni test, eseguiti da sedicenti esperti più o meno accreditati, che bollavano l'astrografo SDUF come strumento astigmatico e scollimato.
Non so quanto di vero esista in questo, sicuramente è realistico affermare che un rifrattore di così corta focale sia molto difficile da realizzare e che le celle Pentax, non regolabili se non in fabbrica, possano avere subito colpi tali da compromettere, in qualche esemplare, la resa finale delle ottiche.
In tutta onestà devo però dire che, se avessi forse abbastanza coraggio e non avessi impiegato già notevoli capitali nell'acquisto di ottiche rare, comprerei un 100 SDUF F4 (se ne trovano sul mercato americano a prezzi intorno ai 2.000/2.200 dollari)
Non nego di aver pensato, proprio in questi giorni, di acquistare un 105 EDHF (la prima versione del doppietto con spianatore posteriore) F.7: versione molto rara e decisamente “intrigante”.
Il 105-SD installato su una HEQ5 GOTO. La particolare distribuzione dei pesi
rende lo strumento perfetto anche su montature "leggere" come questa
Tutto è cominciato più di 18 mesi fa (fine 2007) quando, spinto dal desiderio di possedere ed usare i migliori rifrattori mai realizzati, nonché i più rari, ho disseminato nel “net” una serie di annunci, a cadenza quasi mensile, nei quali mi dichiaravo interessato all'acquisto di una serie di strumenti tra i quali, in testa alla lista, il buon Takahahsi FC-100N e, appunto, il Pentax 105-SD.
I primi mesi mi sono giunte risposte inutili: persone che proponevano strumenti “simili” o da loro considerati tali e che, dopo mio diniego, tentavano di convincermi ad acquistarli.
Dopo questo primo moderato fervore tutto si è calmato e per lungo periodo nessuno ha più risposto ai miei messaggi. Credevo di aver perso ogni possibilità (inoltre sul net non trovavo praticamente nulla, o quantomeno molto poco, riguardo gli strumenti richiesti e comunque NESSUNO che fosse nelle mani di un astrofilo).
D'incanto, a marzo di quest'anno, ho ricevuto le sperate mail di risposta.
Dal Giappone, ma questa è un'altra storia, una voce mi annunciava il Takahashi e il Nikon, da Singapore il Takahashi TG 150 Dillworth, e dagli Stati Uniti, un certo Brad di Sacramento (California) mi inviava una concisa mail che suonava così:
Paolo,
I have a 105SD, with OTA, finder, various adapters (Pentax and OPT) for
ep's/diagonal, and Pentax case. No Pentax Clamshell, though I have and
use two 115mm Takahashi clamshells for it.
Let me know if you are interested.
Brad
Molto è accaduto rispondendo a questa e-mail e la mia conoscenza di certe cose si è ampliata. Non è questo il momento di ricordare e citare, più che altro per il rispetto della fiducia concessa (e non inerente allo “stupido OTA” come venne più tardi battezzato di fronte a ben più gravi problemi) le motivazioni di quella offerta di vendita, ma è storia oramai consolidata che il Pentax sia giunto in perfetto stato e abbia seco portato un amico, seppur lontano, con cui ho condiviso molti mesi di lettere e sincere confessioni.
Foto della brochure dell'epoca
Vista frontale del doppietto e dei diaframmi interni al tubo
Riporto, a seguire, alcune informazioni, ritengo utili, che mi furono date da Brad su richiesta, così da fare maggiore luce sulla nascita di questo strumento particolare e atipico per casa Pentax (almeno nei piccoli diametri perché, come si può facilmente sapere, gli strumenti da osservatorio nascevano con focali piuttosto lunghe e nell’ordine di f12 e f15)
Hi Paolo,
This is what Rick from Tokyo told me:
"I bought that scope directly from a dealer called Eyebell. Because a half dozen or so of these showed up at other dealers at about the same time, I assume they came
directly from Pentax clearing dead stock. So I think you and I were the actual "first owners". FWIW, the first 3 numbers of the serial are size while the last four is the production number. Sorry I
can't be more helpful."
So, was I the first real, non-commercial owner? I know that Rick took some photo's through it for showing its capabilities. Did I ever send you the sale
advertisement? If not, here it is:
Normally sold to professional observatories, the 105SD is renowned for its exceptionally sharp, high contrast color-free infocus images. The objective lens is a
105mm SD (FPL-53) doublet with a focal length of 1000mm. The amazing SMC coatings are formulated for astronomy and literally make the glass disappear. The large 90mm drawtube of the rack & pinion
focuser is capable of fully illuminating an 88mm image circle while the oversized 55mm knobs make focusing smooth an precise. The visual back is fitted with 24.5mm eyepiece holder. Also included is
the excellent Pentax 7x50 finder, all lens caps, and the custom Pentax aluminum case.
The scope is in cosmetically mint condition and the lens shows no sleeks, scratches, or coating flaws. The OTA requires 115mm tube rings, is 1114mm long and weighs 4.5kg. The finder adds another 1kg
and the case is 4.5kg. Because Pentax uses non-standard fittings for the visual back, most common accessories from other makers will not fit. If you need other visual or astrophotography parts, I can
get them at discount.
Asking $2295 INCLUDING EMS 3-5 day insured WORLDWIDE shipping!
Available options:
Pentax BH-115 tube band $140
Pentax 2" mirror diagonal $160
Pentax 1.25" prism diagonal $85
Oversized 55mm focuser knob
Pentax SMC coatings lets the lens disappear!
Finder crosshair view
Thanks for looking!
Rick
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www.japanastro.com
Paolo,
I asked Rick again about the number of 105SD's that might have been produced. This is his reply:
No sorry. But my records show your serial was #1050289 and the SD series started around 1994 I think and continued until they ended production, maybe in 2006?
So, we don't really know.
Regards, Brad
Scopriremo più Avanti che il numero di esemplari di Pentax 105 SD realizzati fu davvero esiguo (meno di un APQ, di un Nikon, ma forse anche di un Takahashi a f10). Insomma… un oggettino piuttosto raro.
Lo strumento dentro la valigetta originale Pentax in alluminio
Vorrei riportare alcune osservazioni effettuate tra il 12 e il 16 agosto 2011 da località situata a quota 1800 metri tra le alpi aostane dove ho una postazione fissa con vari strumenti. Il Pentax 105SD è stato per l'occasione installato su una montatura ALTER D-6 russa (portata circa 40/45 chili). Purtroppo, nelle notti di osservazione, la Luna era quasi piena in fase calante e il cielo a tratti velato con un seeing variabile da 6/10 a 7/10 a seconda della serata.
I miei test strumentali, specialmente quando si tratta di rifrattori altamente specializzati, verte principalmente sull'osservazione di sistemi multipli, non fa eccezione questa prova ovviamente…
ETA DRACONIS gemellata con STRUVE 2054 a formare, nel campo inquadrato dall'oculare Erfle da 50mm., una doppia prospettica larga e luminosa. Un quadretto molto bello con numerose stelle di campo tra cui tre di citrca 6° magnitudine che formano, insieme alle due in oggetto, un pentagono quasi regolare. la ETA appare bianca mentre la Struve 2954 sembra brillare di luce giallastra. La compagna della ETA Draconis comincia a dare segno di sé attraverso l'oculare TMB da 9mm., per un potere di circa 110x, appena staccata dalla principale e molto debole tanto che serve seeing quieto a questo ingrandimento per vederla senza problemi. Il 6mm. e il 4mm. hanno qualità inferiore al TMB, essendo dei plossl tradizionali di medio valore e, mentre il 6mm. rende ancora giustizia alla coppia, il 4 (a causa del suo potere di circa 250x) tende a cancellare la secondaria rendendola eccessivamente debole. 16,24 - 61,31 magnitudine 2,8-8,2 separazione 5". La 2054, presente nello stesso campo della ETA, è visibile, a 250x, come un perfetto "Barbapapà" ben disegnato, con il corpo più ciccione della testa. E' peccato non disporre al momento di un 3mm. almeno per produrre maggiori ingrandimenti e apprezzare meglio la forma ad arachide della coppia (piuttosto stretta). magnitudine 6,2-7,1 separazione 1"
Arachide perfettamente simmetrica e molto pronunciata risulta invece essere, a 250x (oculare plossl da 4mm.) la 20 Draconis, doppia situata a 16,56 - 65,02 magnitudine 7,1-7,3 separazione 1". Peccato, anche in questo caso, poter disporre di soli 250x come ingrandimento massimo quando l'ottica utilizzata sopporta comodamente poteri doppi, nell'ordine dei 500x. Interessante, dal confronto diretto e immediato, la estrema facilità con cui viene percepita la figura ad arachide appena interpolata nella 20 Draconis (con componenti stellari di uguale magnitudo) rispetto alla visione più difficile offerta dalla Struve 2054, ugualmente separata ma formata da stelle con una magnitudine di differenza.
Vagabondando nella regione del collo del serpente, e muovendosi con lo "star hopping" di astro in astro, si viene necessariamente attirati dalla regione stellare che ospita la luminosa Nebulosa Occhio di Gatto (la Cat's Eye Nebula) che appare ben netta già attraverso il mastodontico Erfle da 50 mm. benché, senza porvi attenzione particolare, passerebbe facilmente per una stella di campo di media luminosità, magari come compagna di un sistema multiplo visuale largo. La sua fisionomia nebulare emerge prepotentemente all'oculare da 9mm. apparendo, se possibile, ancor più luminosa e lievemente elongata, quasi fosse un pallone da rugby con qualche variazione nella sua luminosità che non risulta costante ma vagamente striata (si può azzardare che assomigli vagamente a un Saturno molto sfuocato con due anse laterali meno brillanti).
EPSILON Draconis è una di quelle stelle doppie che meritano di essere dette "veramente belle" se osservate in un rifrattore di buona qualità da 10 cm., specialmente se apocromatico come quello tra le mie mani. Il sistema risulta già separato all'oculare da 9mm. TMB che offre circa 110x anche se diventa incantevole con il 6mm. che eleva il potere a circa 170x. L'immagine è perfetta, con gli anelli di diffrazione delle componenti fermi e sottili. 19,48 - 70,16 magnitudine 4,0-6,9 separazione 3". La stella principale è lievemente gialla mentre la compagna sembra brillare di luce bianco/grigia (difficile essere precisi) e comunque di tonalità più fredda. Sistema doppio da non perdere se si è ha l'obiettivo puntato verso questa plaga di cielo.
Alle coordinate 21,29 - 70,34 brilla Alfirk, Beta Cephei. Si tratta di un sistema doppio con componenti di magnitudine profondamente diversa tanto che la stella principale brilla lucida di magnitudo 3,2 mentre la sua compagna, decisamente più debole, supera l'ottava accreditata com'è di magnitudo 8,6. Le due componenti sono separate da 13", un valore notevole che però rende facilmente accessibile la loro visione data la notevole differenza di luminosità. L'oculare Plossl da 12,5 mm. (che offre poco più di 80x) offre una immagine bellissima ma anche il plossl da 20mm (con il suo modesto potere di 50x) presenta un quadretto con le stelle così fini da sembrare finte.
Se si ha la fortuna di vagabondare nella costellazione del Cefo in cerca di sistemi multipli non si può assolutamente dimenticare di fare visita alla Struve 2883 che, sebbene talvolta dimenticata, è una delle doppie più belle dell'intera costellazione. Situata a 22,11 - 70,08 magnitudine 5,6 - 8,6 separazione 14" offre uno spettacolo notevole già attraverso un oculare grandangolare a basso potere come il SWA 32mm. Meade che, accoppiato al Pentax 105SD, offre un potere di circa 32x e un campo di oltre 2°. In questo "oblò" ricco di fine stelline, la 2883 appare già separata e apparentemente incastonata al centro di un poliedro quasi circolare formato da astri di circa 6° magnitudine. La stella principale è sicuramente bianca mentre la tonalità della secondaria appare lievemente più azzurrata e ingrigita dalla minore luminosità. E', sicuramente, un sistema da non perdere!
Struve 2903 si trova a 22,22 - 66,42 ed è composta da stelle di magnitudine pari a 7,1 e 7,8 separate da una porzione di cielo prossima ai 4". Già ben separata agli 80x garantiti dal plossl da 12,5mm, mostra la componente primaria di un bianco pieno e la secondaria virata di azzurro molto tenue. Sistema bello immerso in un gruppetto di stelle di circa magnitudine 7, interessante.
Nota DEEP SKY: Ai confini del Cefeo, prossimo alla stella Eta Cephei, si trova un modesto ammasso aperto catalogato nel New General Catalogue al numero 6939. E' posto a baluardo dei confini con la costellazione del Cigno e, di per sé, non rappresenta oggetto cospicuo né per numero, né per luminosità degli astri che lo compongono. Ciò che lo rende interessante ai miei occhi è però la sua forma, incredibilmente simile a quella della costellazione del Delfinetto. Invito chiunque disponga di strumenti in grado di garantire ampi campi (nell'ordine dei 2 gradi almeno) a ricercare questo ammasso aperto e confermare le mie osservazioni Si trova a circa 20,30 - 61° (circa).
Nuova prova tra le stelle doppie può essere effettuata osservando la PI Cephei, sistema multiplo piuttosto stretto (separazione tra le componenti prossima a 1,1") e mediamente sbilanciato. La stella principale brilla di magnitudine 4,6 mentre la compagna si ferma al valore di 6,8. Situata nel mento della figura del grande re Etiope è una doppia difficile e intrigante. Osservata a 250x mostra un allungamento certo ma nulla di più. Effemeridi 23,20 + 75 circa (controllare....)
Già in Cassiopea, al confine con Cefeo, brilla una stella doppia difficile registrata come 6 Cassiopeae o come Otto Struve 508. Si tratta di un sistema che richiede ingrandimenti elevati, cielo terso e scuro, e un obiettivo da circa 12 cm. Il Pentax 105-SD, limitato a soli 250x dal plossl 4mm. disponibile, mostra a tratti la secondaria, proprio a ridosso del primo (e unico) anello di diffrazione. La visione è al limite e non certa. Probabilmente un oculare di maggiore qualità e minore brezza permetterebbero il riconoscimento certo della compagna. Le due componenti brillano di magnitudine 5,7 e 8,0 e risultano separate da un angolo prossimo a 1,4".
Un sistema che tende sempre a emozionarmi è la SIGMA Cassiopeae. Le due componenti, di magnitudo 5,0 e 7,2, sono separate da 3" e si trovano lungo la prosecuzione dell'allineamento tra Caph e la RHO Cas. La primaria appare bianca mentre la compagna, forse anche in virtù della minore luminosità, sembra virare tra il bianco/azzurro e il grigio. Appaiono ben separate a 250 ingrandimenti con visione limpida e ferma nonostante la leggera brezza. L'immagine è bella anche solo con il 6mm (che offre un potere inferiore e prossimo ai 170x) e mostra le due componenti immobili e sottili e con il solo anello di diffrazione della primaria a fare mostra di sé (quello della secondaria è troppo debole per essere percepito).
Proprio tra le citate SIGMA e RHO Cas. Giace l'ammasso aperto NGC 7789, formato da stelle molto deboli (stimabili oltre la 10 mag.) appena percettibili, benché certe, nel vasto campo inquadrato dall'oculare grandangolare SWA 32 mm. Meade. L'oculare migliore alla sua osservazione risulta essere il plossl da 20mm. ma anche il 17mm che mostrano più chiaramente le stelle dell'ammasso aumentandone il contrasto con il fondo cielo. Senza pretesa di individuare tutte le stelle dell'ammasso, anche per l'impossibilità di circoscriverlo visualmente con certezza, ho contato circa trenta componenti. Visione interessante e apprezzabile.
Sempre il plossl da 17mm. Rende giustizia ad una delle stelle doppie più belle di Cassiopea: la ETA Cas (siglata anche come Struve 60) che vede risplendere la sua componente principale, fulgida e bianca, di magnitudine 3,3 e la secondaria, a circa 14", più debole e azzurra e di mag. 7,4. Immagine sempre bellissima, soprattutto attraverso strumenti a lente di buona qualità.
Struve 2668, situata a 20,20 e +39,24 è un sistema multiplo formato da due componenti di mag. 6,3 e 8,5 separate da 3". Il sistema risulta già separato all'oculare da 10 mm. Plossl mostrando un'immagine quieta e dettagliata benché in scala ridotta con la stella principale netta e la compagna adagiata poco oltre l'anello di diffrazione. Il plossl da 6mm. offre una immagine migliore e più facile con una separazione tra le due componenti più godibile e fa virare il colore della secondaria verso un grigio-azzurro tenue.
LAMBDA Cyg. Situata a 20,47 +36,29 è un sistema multiplo formato da 3 componenti di magnitudine 4,7 - 6,3 - 9,9 separate rispettivamente da 0,9" e 85". Fatta salva la terza componente, la cui notevole distanza dalle altre due e la sua intrinseca debolezza visuale la rendono difficilmente individuabile senza uno schema di posizione, la coppia "principale" costituisce un test davvero severo e interessante per ottiche anche ben più grandi del 10 cm. attualmente usato. A 250x, comunque, la doppia si mostra come un bel "Barbapapà" con anche il primo anello di diffrazione che mostra la cuspide in prossimità dell'interpolazione tra le componenti. Si tratta di una osservazione piacevolissima e imperdibile, soprattutto se si dispone di un'ottica di prim'ordine da almeno 10 cm. Assolutamente da NON perdere, specialmente attraverso un rifrattore di qualità da circa 13 cm.
La 49 Cygni giace a 20,41 + 32,18 ed è doppia formata da due astri di mag. 5,1 e 8,1 distanti 3". E', sempre, incantevole anche se vista attraverso una coltre di nubi di vario spessore. Il plossl da 6mm. Offre la visione migliore mantenendo entrambe le componenti ferme e nette e garantendo sia facilità di fuoco che tranquillità d'immagine. Nessuno, girovagando nella costellazione del Cigno, dovrebbe dimenticarsi di osservare questo sistema stellare.
A 21,09 + 30,12 si trova un interessante sistema triplo le cui componenti di magnitudine 5,7 - 8,1 - 8,9 sono separate da 3" e 58". Noto come Struve 2762 offre notevole difficoltà nell'individuare la terza componente (lontana dalle altre due e abbastanza debole) ma si riscatta con la coppia principale che è duo molto bello da vedere. L'oculare ottimale (come sempre per separazioni intorno ai 3"-4") è il plossl da 6mm. che offre grossomodo 170x. La componente principale è bianco-gialla mentre la compagna appare più debole e di una tonalità più fredda, insieme di bianco, grigio, e azzurrino.
C'è una piccola stella, tra le plaghe del Cigno, capace di fare innamorare e perdere il cuore. Superata la 16 Cigni, che è doppia larga con componenti di magnitudine simile ma colore flebilmente contrastante - una giallognola e l'altra bianco-azzurra) e posato lo sguardo sulla piccola Blinking Nebula (così come viene chiamata la nebulosa NGC 6826), un battuffoletto non perfettamente simmetrico che in un 10 cm. ha il solo interesse di verificare la veridicità del nome, conviene spostarsi poco meno di 3 gradi verso nord per incontrare la PSI Cyg - catalogata come Struve 2605, che è doppia incantevole. Posizione 19,56 + 52,26 magnitudine 5.0-7.5 separazione 3". Il mastodontico oculare grandangolare Meade SWA da 40 mm. offre campo vasto e puntinato da decine di stelle fini e da un bel trio luminoso formato dalla 20 Cyg, dalla PSI, e da una coppia prospettica larga. Inserite un oculare che offre circa 170/180x (nel mio caso un plossl da 6mm. che propone un potere di 170 ingrandimenti) e non di più e lasciatevi incantare dall'immagine. Una stella primaria bianca ospita, vicina-vicina, una secondaria più debole e azzurra. I due dischi di airy appaiono perfettamente disegnati, come i rispettivi anelli di diffrazione. Esistono sistemi doppi intrinsecamente più belli, spettacolari, e dai colori più vivaci, ma è la PSI Cigni ad essere una delle mie preferite.
Poiché siete già da queste parti del cielo muniti di un oculare gigantesco con ampio campo conviene spostarsi un poco ad abbracciare la stella 26 Cigni che è una tripla larga. Vi apparirà romantica la coppia principale che, già a 25x, risulta separata e mostra la primaria di colore bianco/giallo e la sua compagna di tinta azzurrina. Ottima la visione offerta dall'oculare plossl da 17mm. 20,01 + 50,06 magnitudini 5,2-8,9-10,3 separazione 41"-167"
Se si prosegue verso nord si può incontrare, vicino alla brillante 33 Cigni, un'altra stella doppia bellissima. Catalogata da Struve al n° 2671 è già separata con l'oculare plossl da 17 mm. Benché le due componenti appaiano finissime e molto vicine. Il TMB da 9mm, portando l'ingrandimento a circa 110x, aumenta la separazione apparente e lascia percepire una certa lieve differenza cromatica tra le due stelle. E' l'oculare da 6mm, comunque, a completare l'opera mostrando non solo le due stelle molto separate ma permettendo di coglierne il dato cromatico che è bianco per la componente principale e bianco-azzurrino per la secondaria. La coppia è splendida anche perché la differenza di magnitudo tra le sue componenti è limitata, almeno alla prima indagine visuale, a poco più di una magnitudine. Posizione 20,18 + 55,24 magnitudine 6.0-7.5 separazione 4".
E poiché non si può solo ed esclusivamente "giocare" sarebbe opportuno fare visita alla Burnham 152. Cielo terso e nero, occhi allenati e buone ottiche oltre a un seeing ottimo sono ciò che serve per separare questa doppia da 1" con componenti intorno alla 7° e 8° magnitudine. Buona fortuna! Io l'ho allungata molto bene (quasi separata completamente) con immagine bella e difficile ma di grande soddisfazione. Posizione 20,42 +57,23 magnitudine 7.3-8.1 separazione 1". Post Scriptum: la stella luminosa che compare nel campo inquadrato dall'oculare SWA 40mm. è bianca con una debole compagna azzurra/blu. Si tratta di una doppia prospettica probabilmente ma va ammirata assolutamente.
Il focheggiatore (davvero ottimo) e il cercatore originale (un piccolo capolavoro di precisione ottica e meccanica)
A parte l'ottimo risultato ottenuto su sistemi doppi e multipli, lo star test di questo strumento com'è?
Per rispondere a questa domanda devo fare una piccola premessa. Credo di aver provato tutti i migliori 10 cm. a rifrazione esistenti sul mercato di oggi e di ieri, compresi strumenti rari o molto rari, tutti accomunati da prestazioni notevoli in relazione al diametro e focalizzazione di prim'ordine. Ognuno di loro, in barba ai sedicenti esperti da pc e calcolini astratti, forniscono visioni diverse e l'occhio attento coglie molto bene queste sfumature tanto da preferire gli uni agli altri, pur a sostanziale parità di prestazioni assolute.
Detto questo solo 3 strumenti hanno mostrato uno star test “perfetto”. Assolutamente privo, intendo, di aberrazioni di sorta alcuna. E questi strumenti sono i soli 3 che ho deciso di possedere, almeno per qualche anno, in parte in virtù delle loro caratteristiche, in parte della loro rarità. Il Nikon 100ED f12, il Takahashi FC100-N e, appunto, il Pentax 105SD oggetto di questa prova sul campo.
L'immagine intra focale è virtualmente identica a quella in extra focale. Non è presente traccia di aberrazione cromatica (almeno all'occhio umano) e nessuna aberrazione geometrica risulta rilevabile.
Inoltre la rugosità dell'obiettivo appare limitatissima tanto da mostrare anelli concentrici ben netti, pochissima luce diffusa oltre l'anello più esterno, e un annerimento del cielo virtuale tra un anello e l'altro decisamente "profondo".
Lo strumento, almeno su soggetti stellari, è capace di reggere senza eccessivo problema ingrandimenti pari a più di 5 volte il proprio diametro senza che la qualità dell'immagine decada. Il disco di airy di stelle luminose osservato a 600x è ancora perfetto così come il primo anello di diffrazione. Certamente questi poteri sono sfruttabili solamente su soggetti particolari e non è pensabile renderli fruttuosi in osservazione planetaria dove il decadimento di luminosità diventa eccessivo e controproducente.
Saturno va visto a 300x con questo Pentax e Giove a 200x non fa una grinza ma resta una sfera marmorea incisa e ricchissima di particolari. La Luna, in condizioni di illuminazione favorevoli, lascia ammirare alcune strutture celebri e difficili: è stata colta, sebbene con immagine al limite, la rima interna alla Vallis Alpes oltre a una manciata di craterini all'interno di Plato. Molto nette le ombre ma soprattutto altissimo il contrasto in occasione dell'osservazione dei terrazzamenti di alcuni crateri celebri e la pulverulenta superficie dei loro dintorni.
Altra valutazione riguarda la meccanica che, come in altri strumenti Pentax, è di assoluto primo piano e si innalza rispetto agli standard (pur buoni) di rifrattori parimente blasonati (Takahashi, Astro Physics, Nikon) pur non raggiungendo la maniacalità degli Zeiss APQ che, per certi aspetti, a me piacciono meno proprio in virtù dei loro pur fantastici focheggiatori elicoidali (più fotografici che adatti all'osservazione visuale a mio avviso).
Tutto è molto ben fatto e anche piuttosto robusto, Ciò che stupisce maggiormente (e si trova solamente in questo strumento e in nessun altro 4” esistente) è il perfetto bilanciamento del tubo ottico che risulta a “riposo” quando posto con il fulcro a 2/5 dal focheggiatore. Un risultato mirabile che consente di usare lo strumento anche con montature non eccessive avendo il “braccio di leva” posteriore contenuto e riducendo quindi le vibrazioni in fase di focheggiatura ad alto ingrandimento.