Planetario educativo per bambini - Agosto 2014
Ero a fare compere in un centro Leroy Merlin accompagnato da mio figlio Riccardo quando ci siamo imbattuti nel reparto tendaggi e relativi bastoni e pomoli. Guardando questi ultimi è nata l’idea di costruire un piccolo planetario ligneo didattico che potesse aiutare i bambini a memorizzare la corretta posizione dei pianeti nel sistema solare.
Sono certo che esistono in commercio plasticosi planetari simili di produzione cinese, magari anche luminosi, ma farsi coadiuvare dai bambini nella costruzione di uno “ex novo” penso sia esperienza molto utile per tutti.
Chiaramente va accettato un grado di finitura limitato e risulta impossibile evitare che la colorazione dei pianeti risulti quantomeno approssimativa (del resto Ginevra non ha ancora compiuto 6 anni e Riccardo è a metà strada tra i 3 e i 4).
Il taglio delle bacchette in legno che avrebbero sostenuto i pianeti l’ho fatto io e ho demandato loro la carteggiatura delle parti e la colorazione a spruzzo e pennello dei pianeti (ovviamente eseguita sotto la mia supervisione e con un certo aiuto per i particolari).
Il lavoro di realizzazione delle bacchette, sostegni e pianeti (che sono ricavati da pomoli di varie dimensioni) ha richiesto quasi un pomeriggio di lavoro, impronte di vernice a smalto ovunque e utilizzo di una quantità abnorme di diluente nitro.
Per mantenere accettabilmente compatta l’opera (così da trovare un luogo dove riporla una volta terminata) e permettere che fosse facilmente leggibile non è stato possibile rispettare proporzioni corrette tra i pianeti e le rispettive distanze dal sole. I corpi planetari mantengono comunque una logica dimensionale e abbiamo cercato di rispettare, nelle linee generali, i loro colori principali.
Allineamento planetario: nella foto in alto Venere e Marte mancano ancora all’appello.
In quella sotto il Sole è ancora provvisorio. Il tutto è sostenuto da (come la chiama Riccardo) una MORSICA... quella che noi adulti chiamiamo MORSA DA BANCO.
La difficoltà maggiore risiede nella realizzazione del disco di fondo che rappresenta le stelle fisse. Il braccio che sorregge Nettuno è lungo circa 52 cm. il che significa che il disco di fondo deve avere un diametro di almeno 106 cm. per poter contenere la proiezione di tutti i pianeti. Tagliare un disco di simili dimensioni in modo preciso è piuttosto difficile e così ho deciso di mantenere "rettangolare" la sua forma e creare i cerchi concentrici indicanti le orbite dei pianeti e i loro dati essenziali.
Dopo qualche congettura si è scelto di usare, per lo “spazio interplanetario”, un pannello di compensato da cm. 106 x 76 che si adatta bene allo spazio disponibile nella cameretta dei bambini. Ovviamente le orbite di Urano e Nettuno risultano così parzialmente esterne alla superficie disponibile ma direi che la cosa ha poca influenza e riduce a valori accettabili l’ingombro del “gioco”.
Per il Sole è stato usato un disco sottile di alluminio verniciato di giallo e, benché manchino ancora molti particolari, il lavoro è a buon punto e strutturalmente definito.
Un semplice pennarello indelebile nero è stato usato per tracciare le orbite planetarie mentre stiamo ancora discutendo del migliore modo per inserire i dati orbitali e le caratteristiche principali dei pianeti.
Per ultimare il progetto abbiamo dovuto mettere mano al pennarello e tornare a tagliar pezzi di legno e colorarli.
Sono state disegnate le orbite indicative degli otto pianeti attualmente conosciuti e definiti come tali e poi abbiamo scritto, a mano, i principali dati orbitali e caratteristici di ciascun pianeta: nome, distanza media dal sole espressa in Unità Astronomiche, diametro equatoriale in chilometri, tempo di rotazione espresso in giorni, periodo di rivoluzione intorno al sole espresso in anni terrestri, temperatura media superficiale (per i pianeti gassosi è stata usata una “media generale” indicativa), e il numero di satelliti conosciuti oltre al nome delle lune principali.
E’ stata poi costruita la cornice esterna e verniciata di bianco come fondo. Poi sono stati applicati degli stickers adesivi a forma di stelline (usando la scorta natalizia... dovremo ricomprarli a dicembre!) e il tutto è stato nuovamente verniciato di nero lucido.
Quando l’opera si è asciugata sono stati rimossi gli stikers ottenendo così l’effetto “stelle bianche su fondo cielo nero”.
Va detto che sotto alcuni adesivi era percolata vernice nera che ci ha obbligati a un ritocco generale con pennellino e pennarello ma l’effetto finale è gradevole.
Ora il planetario si trova appeso nella camera dei bambini che vengono (poveri loro) ripetutamente interrogati a tradimento sull’ordine dei pianeti e le loro caratteristiche salienti (grande/piccolo, anelli sì/no, consistenza rocciosa/gassosa).