Recensione di Maurizio R. Settembre 2014
L’amico Maurizio R. ha redatto una interessante e approfondita recensione su uno strumento relativamente poco diffuso ma dalle ottime prestazioni. Si tratta di un newton “russo” da 15 cm. con focale di 1200 millimetri che veniva commercializzato in configurazione completa (dotato quindi di montatura e colonna con piedi di sostegno).
E’ uno strumento spartano (anche per gli anni di commercializzazione) che, nonostante le ottime performances e il prezzo di acquisto relativamente limitato all’origine ha avuto, almeno da noi, poca diffusione probabilmente per via sia della scarsa attenzione del pubblico agli schemi newton che della sua “mole” che ne faceva uno strumento poco trasportabile.
Paolo Casarini
Novosibirsk in Siberia è la più grande città dell'est degli Urali la città è famosa per avere la più grande biblioteca di tutta la Russia, e nel 1943 fu fondata sempre a Novosibirsk l'accademia delle Scienze, tutti gli istituti di ricerca sono posizionati nelle vicinanze della città con il nome di Academgorodok, una città dentro la città che ospitava 65.000 scienziati, quindi la città può considerarsi l'élite accademica Russa del dopoguerra e anche di oggi. La TAL nasce nel 1905 come fabbrica per la produzione di Artiglieria pesante per l'esercito Imperiale Russo, e ha dato un contributo significativo durante le guerre mondiali. Dopo la seconda guerra mondiale, la fabbrica ha cominciato a produrre un numero crescente di prodotti per il mercato civile. La fabbricazione di telescopi astronomici è iniziata nel 1980 sotto l'iniziativa del più grande e famoso Astrofilo di Novosibirsk e di tutta l'Unione Sovietica Leonid Sikoruk convincendo grazie alla sua immensa cultura e popolarità i dirigenti della fabbrica per la produzione di telescopi TAL, i quali prendono in eredità non solo l'immensa preparazione tecnica, l'enorme esperienza, e la reale passione di Sikoruk per creare strumenti ottici fatti esclusivamente e solo per gli appassionati di Astronomia, ma anche l'elevata esperienza nella produzione di ottiche di precisione acquisita durante il periodo della Guerra Fredda, ma sopratutto per tutti gli studi e i calcoli dei più grandi ottici Russi per la produzione di ottiche militari che servivano per la corsa allo spazio. L'esportazione dei telescopi TAL iniziò nel 1993 sul mercato inglese con il piccolo Newton Alkor da 65/502mm F7,7 già in produzione dal 1980 studiato per il principiante entusiasta e il TAL 1 Mizar 110/805mm F7,3 per gli Astrofili di esperienza più evoluti. La gamma di telescopi per l'esportazione si ampliò da subito notevolmente e già da dopo la metà degli anni 90 era possibile trovarli nel nostro paese grazie ad un importatore del nord Italia, per quanto riguarda i Newton con i modelli TAL M 80/526mm F6,6 di cui ho letto una bella recensione nei primi numeri di una nuova rivista astronomica alla fine degli anni 90 che ha avuto grande successo, il Tal 120/805,78mm F6,7... per questo sulla focale sono stati molto precisi.. il TAL 150PM 150/750mm F5 per finire in bellezza con lo strumento della nostra recensione il TAL2M 150/1200 F8 che fu soprannominato da questa ditta importatrice italiana "Siberia 2". La TAL in quegli anni tra il 1995 e il 1999 ebbe il boom di esportazione per i suoi prodotti ottici grazie anche al passaparola tra gli Astrofili e per le recensioni su SKY&TELESCOPE nelle quali si elogiavano gli ottimi prodotti senza eguali come qualità/prezzo. Ci fu anche un'ulteriore Newton TAL leggendario che se ne sa poco, un TAL 200/1200mm F6 che si presume sia stato prodotto in serie limitata per gli appassionati dei Club Astronomici Russi. Il Sig. Kasai (produttore e assemblatore di primo livello in Giappone e nel mondo) utilizzò l'ottica del TAL2M per la prima serie dei suoi Newton custom denominati “Kasai Nero” con intubazione in carbonio, che diventarono leggendari tra gli appassionati che poterono permetterselo. Nonostante l'esportazione dei telescopi TAL iniziasse nel lontano 1993 ho conosciuto un signore che tramite delle amicizie e una grande passione per l'Hi-res (High Resolution) che conosceva già le caratteristiche di questi telescopi Russi riuscì a farsi portare a casa un TAL2M già nel 1986 (in quel periodo era chiamato Sovietski 6). Nei primi modelli le colorazioni esterne dei TAL2M erano fatte di un tipico color grigio militare opaco e qualche volta di un blu o celeste, mentre quello dell'86 che ho visto in foto era simile al mio e cioè di un bellissimo bianco perlato che nel mio esemplare ha una leggerissima tendenza al crema. Quel TAL2M può essere considerato il primo in assoluto giunto in Italia. Tra i rifrattori acromatici la TAL divenne famosa con il modello R e successivamente con l'RS 100/1000mm F10 che catturarono subito l'attenzione per una diversa scelta di progettazione ottica per la correzione dell'aberrazione cromatica "differente da tutti i prodotti simili proposti dai concorrenti commerciali", insieme ai modelli da 100mm vi fu il TAL R 125/1124mm F9, poi venne un rifrattore esotico con un insolito schema multi lente che il Sig. Walter Ferreri nel libro dei telescopi chiama chiaramente SUPER ACROMATICO e cioè il TAL Apolar APO 125/940mm F7,52, tra i rifrattori vi è anche uno sconosciuto acromatico denominato RU 100/750mm F7,5 ed un piccolo rifrattore da 75/600mm con un piccolo treppiede da tavolo, fino a giungere nel 2011 alla presentazione di 2 fantastici rifrattori Apocromatici da 150/900mm F6 e un 200/1800mm F9. Nel 1999 la TAL iniziò anche la produzione di schemi catadiottrici denominati K dal nome dell'inventore Russo nativo di Novosibirsk e cioè YA Klevtsova, questi catadiottrici furono prodotti in 3 esemplari il K 150/1500mm il 200/1700mm e il 250/2130mm. Attualmente secondo le ultime notizie è allo studio un nuovo catadiottrico molto simile alla serie K ma con schema ottico differente il TAL 350/2800-1950mm avente doppia focale con convertitore di messa a fuoco, e un ostruzione del 12%.
Era il lontano 1997 e dopo essere passato da un fondo di bottiglia da 30x ingrandimenti che avrebbe schifato Galileo, un rifrattore da 80mm Konus Japan molto performante e il classico Meade model 4500 114/910, presi un ardua decisione e cioè di acquistare un vero telescopio che avrei tenuto per tanti anni, forse per sempre come strumento definitivo. Non mi sarei mai aspettato che la sorte su questo strumento fosse così favorevole. In realtà ero indecisissimo su un Meade Dobson Starfinder da 30cm e un Celestar 8, ma al negozio di foto ottica dove mi servivo non li avrebbero avuti a disposizione per alcuni mesi, "non ho mai capito il perché.." comunque il gentile e fidato commesso ad un certo punto mi parlò di un'ottica Russa dalle prestazioni leggendarie che era poco conosciuta ma nell'ambiente se ne parlava parecchio alcune volte sottovoce con un certo timore.. "anche per questo non ho mai capito il perché.." questo modo di fare stuzzicò la mia curiosità e fantasia. Decisi e ordinai il TAL2M che mi arrivò direttamente a casa nel giro di un paio di settimane nel mese di Ottobre. Quando vidi scaricare quelle due enormi casse rimasi sbalordito non me lo aspettavo proprio, erano pesantissime e per forza di cose erano necessarie 2 persone per poterle spostare (insieme pesano oltre 60kg.. solo le casse vuote pesano 20kg). Pieno di entusiasmo le aprii e questo è quello che mi si presentò.. (L'anello T2 lo acquistai successivamente come pure il collimatore laser che si intravede in foto, e gli smorzatori sono un acquisto recente).
Le due casse e tutti gli accessori forniti a corredo.
Tutto era perfettamente stipato, nella cassa la più grande vi era l'OTA, "gli anelli visibili in foto sull'OTA hanno una strana protuberanza rettangolare nella parte inferiore e ad ognuna di esse è collegata una manopola cromata di serraggio basculante che non avevo mai visto, sono rivestiti internamente in feltro ed erano nell'altra cassa ma successivamente sono stati lasciati fissi sopra il tubo ottico", la colonna con i suoi 3 appoggi, il cercatore "un bellissimo 8x50" e in un piccolo scompartimento messo di lato una serie di 3 oculari TAL un Kellner 15mm un Plossl 25mm e uno strano Kellner ibrido da 42mm con un altrettanto insolita "per quegli anni" Barlow 4x TAL, un naso da 31,8 filettato per anelli T2, un cacciavite in acciaio satinato, un pennellino di martora morbido, e una piccola lampadina sostitutiva per la motorizzazione della montatura. Nella parte superiore della cassa vi è una specie di piatto di forma quasi triangolare allungata da avvitare all'estremità dell'asta d'acciaio del contrappeso di bilanciamento per la proiezione della Luna e del Sole, più una serie completa di filtri colorati dedicati per gli oculari TAL, rosso, blu, verde, giallo, polarizzato, solare, il loro utilizzo si differenzia dai soliti filtri, in pratica funzionano a tappo e vengono innestati a pressione sopra gli oculari TAL in dotazione, sistema intelligente comodo e rapido a differenza di quelli da avvitare sul barilotto cromato degli oculari.
Il piatto per la proiezione presenta due piccoli blocchi all'estremità in alluminio per il fissaggio di fogli di carta che permettono di poter disegnare le macchie solari sopra la proiezione stessa.
Con gli oculari in dotazione e la propria Barlow 4x il range per gli ingrandimenti è veramente completo partendo dai 28x, 48x, 80x, 115x, 190x, per finire sui 320x. Questi oculari si presentano bene con il loro barilotto in acciaio che è anche predisposto con la filettatura per avvitare i filtri nella parte inferiore, i due Kellner hanno un trattamento antiriflesso di color celeste intenso a banda larga lo stesso è sul Plossl da 25mm. Il 15mm è un Kellner classico ben annerito per levare ogni riflesso interno, la visone che restituisce è di tonalità fredda, sul TAL mostra un poco di cromatica laterale, normale per questo schema che però essendo fatto da soli 3 elementi in 2 gruppi restituisce un immagine luminosissima e una trasparenza fuori dal comune, il campo apparente è di 40° Fov, con un po di curvatura di campo già presente da un 30% fuori dal centro del campo fino ai bordi, ma al centro grazie alla qualità delle lenti TAL ha un contrasto nei dettagli notevole e non mi stupisce che quando lo utilizzai su un bellissimo rifrattore acromatico da 100/1300 a F13 con un ottima Barlow 2x, fu lasciato sul diagonale diverso tempo prima di rimettere gli oculari più moderni, questo 15mm si è sempre dimostrato un eccellente oculare acromatico anche su strumenti un po meno specializzati per l'Hi-res. Il Kellner da 42 è strano e non lo capivo, la sua estrazione pupillare è paragonabile ad un Plossl da 17mm e continuavo a non capire come fosse possibile avesse una focale di 42mm. Il campo apparente del 42mm è di circa 38° Fov ma a differenza del 15 senza curvatura di campo se non all'estremo bordo, l'immagine che offre appare piatta non tridimensionale, anch'esso ha una forte predominante fredda nella visione, ma la sensazione che mi dava quando ci osservavo era più un rimpicciolire invece di ingrandire... ne so ancora poco di questo oculare, “quindi entro nelle supposizioni personali”, secondo me non è di sicuro un Kellner normale, probabilmente i tecnici ottici della TAL lo hanno modificato in qualche maniera facendo in modo che la lente piano convessa che fronteggia il doppietto acromatico da dove si osserva faccia anche da riduttore di focale rendendolo di fatto un oculare atipico di tipo esotico, cercando in giro altre informazioni non è saltato fuori niente di particolare e nessuno fa accenno a questa caratteristica che ho notato e di cui potrei sbagliarmi. Anche questo 42mm ha una trasparenza eccezionale come per tutti gli schemi Kellner ed è veramente luminoso nonostante il campo ristretto. Il Plossl prima serie è un opera d'arte ottica con un enorme campo apparente inconsueto per un normale Plossl in pratica ben 58° Fov ben corretto per un 87% del campo e la sua estrazione pupillare è enorme un qualcosa di unico uguale ad un Plossl moderno da 32mm per rendere l'idea ho fatto una foto di confronto tra i due modelli. Questo è stato possibile utilizzando lenti molto più larghe riuscendo a mantenere una luminosità elevatissima anche ai bordi, lo stesso sistema delle lenti grandi è stato utilizzato per l'oculare del cercatore. Di questo Plossl da 25mm ne sono stati fatti 2 tipi uguali ma con trattamento antiriflesso differente per ottimizzarli con i rispettivi strumenti con i quali venivano forniti, in pratica questo con trattamento a banda larga celeste del TAL2, e quello fornito con il rifrattore TAL 100 R che ha il classico pesante trattamento color magenta/violaceo a banda strettissima che contraddistingue molte ottiche di origine militare Russe e donano una visione più calda che aiuta a diminuire leggermente lo spettro secondario nelle ottiche acromatiche. La visione di questo Plossl su un Newton F8 o un rifrattore F10 è stupenda. Ho letto una cosa inconsueta dove veniva scritto che il focheggiatore del TAL2 era stato sostituito con un altro tipo perché l'originale non metteva a fuoco con oculari diversi da quelli dati in dotazione dalla casa madre... (?). Gli oculari TAL in generale sono oculari con una messa a fuoco non dissimile dagli altri oculari comuni e non ho mai notato differenze neanche usandoli su altri strumenti, inoltre il focheggiatore originale da 31,8 TAL non mi ha mai dato difficoltà di messa a fuoco con tutti gli oculari che vi ho usato aggiungendovi anche le Barlow. Il focheggiatore ha una estrazione di 3,25 cm che fuoriesce dalla sua sezione che è di altri 4,25cm e con il porta-barilotto da 31,8 di 5cm avvitato al focheggiatore stesso ha una lunghezza complessiva di 11,5cm. Il tubo dell'ottica è largo quasi 18cm e lascia altri 2,5cm buoni per non far interferire il focheggiatore con il fascio ottico, inoltre il focheggiatore è collegato al tubo con due viti e non da problemi di disallineamento o stabilità, probabilmente quell'esemplare aveva un tipo di focheggiatore difettoso o differente dalla mia versione.
A sinistra un Plossl moderno da 32mm a destra il Plossl TAL 25mm
Attualmente questo 25mm non è più prodotto sostituito dalla 3° generazione di Super Plossl (OK) che in realtà sono sempre lo schema del classico Plossl a 4 elementi in due gruppi ma ottimizzati con il sistema chetyrehlinzovuyu simmetrico, con campo apparente di 45° Fov. La sigla (OK) è il diminutivo di "Oртоскопической" cioè "Ortoscopico che in questo caso è di Plossl" e sono considerati tra i migliori oculari Hi-res in circolazione. Attualmente la TAL ha ampliato la sua produzione di oculari con la serie grandangolare di tipo Erfle campo apparente da 65° Fov, e la serie Super Grandangolo con campo apparente da 80° Fov, questi ultimi ideati dall'ottico Russo YA Klevtsova il cui schema ottico porta il suo nome ed è un brevetto esclusivo per la TAL. Sapevo anche di un Ramsden TAL da 15mm multirivestito su tutte le superfici e un'atipica Barlow 2,7x create appositamente per il piccolo TAL Alkor da 65mm e un 25mm Kellner TAL che veniva dato in dotazione ai TAL1M.
I 6 filtri TAL e il magnifico Plossl TAL prima serie da 25mm.
La Barlow 4x TAL in dotazione ha lo stesso antiriflesso degli oculari ed è ancora in produzione come per le Barlow 3x e 2x trovabili nei listini TAL, sono praticamente le stesse di una volta, gli hanno solo cambiato il porta barilotto da 31,8 con uno più moderno e meno voluminoso di quello in dotazione al TAL2. Questo tipo di Barlow 4x si adatta perfettamente al TAL2 ma usandola anche con altri strumenti nonostante sia considerata da molti una semplice acromatica ho sempre percepito avesse una marcia in più per l'Hi-res tirando fuori il meglio dagli oculari negli altissimi ingrandimenti. Si tratta di un doppietto cementato e inserito all'interno di un barilotto di acciaio con diametro esterno di 31,7, credevo si trattasse di una Barlow normale fino a che un giorno trovai la risposta alla mia sensazione leggendo questa frase nei dati tecnici delle Barlow TAL: (ТАЛ и имеет повышенные оптические характеристики за счет применения специального лантанового стекла). Che tradotto significa: (TAL telescopi ha migliorato le prestazioni ottiche attraverso l'uso di vetro di lantanio speciale). In pratica sono Barlow acromatiche ma uno dei due elementi del doppietto è al Lantanio!! Ed essendo io un estimatore e profondo studioso delle caratteristiche dei lantanidi "terre rare" usati per l'ottica, tutto mi fu più chiaro. Il cercatore un 8x50 l'ho tenuto in mano parecchio prima di inserirlo nei suoi anelli dedicati con supporto staccabile a coda di rondine. Non avevo mai visto un cercatore così, lo avvicinai all'occhio ed era già a fuoco perfetto per l'infinito, per la messa a fuoco di questo cercatore bisogna svitare prima una piccolissima vite che serra il grosso oculare nella posizione ottimale, l'immagine è incredibilmente contrastata e nitida senza aberrazioni alcuna su tutto il campo da 8°, parecchie volte ho pensato "ne avessi due identici potendone fare un binocolo sarebbe fantastico", anche in questa versione del cercatore del TAL2 vi è una differenza da quello in dotazione con gli altri 8x50 TAL, in pratica il trattamento antiriflesso dell'obbiettivo è di un fuxia/violaceo, anch'esso usato su molte ottiche militari sovietiche, mentre negli altri 8x50 TAL l'antiriflesso è il classico magenta/violaceo che viene usato sia per l'obbiettivo che per il suo enorme oculare. Le linee del mirino sono estremamente fini e non si uniscono al centro lasciando un piccolo spazio libero "come nei mirini di tipo militare" che lascia vedere esattamente il posizionamento della stella o dell'oggetto inquadrato al centro del campo.
Il particolare pesante trattamento antiriflesso delle ottiche Russe, che per il cercatore TAL2 è differente tra quello obbiettivo e quello dell'enorme oculare da 3cm di estrazione pupillare di questo unico 8x50.
Il TAL2M oggi nella sua custodia, fiammante e pronto come un tempo.
Nella seconda cassa vi era il contrappeso con la sua asta in acciaio satinato, gli anelli, la testa equatoriale (che sembra fatta con un mix di metalli oltre l'alluminio) con motore di inseguimento in AR incorporato, sopra la testa equatoriale la strana piastra predisposta per l'aggancio a doppia manopola cromata degli anelli, uno per ogni lato, questa strana piastra di fissaggio la chiamerò per comodità "piastra di aggancio TAL". Il suo enorme trasformatore con il relativo lunghissimo cavo di alimentazione e un secondo tappo diaframmato eccentricamente con una piccola apertura di 4,5cm da utilizzare con il suo filtro dedicato per la visione diretta del sole.
Gli anelli con la manopola di serraggio alla piastra TAL.
Lo montai subito non potei resistere, la felicità di avere un riflettore da 6" così bello e robusto per un astrofilo di 20 anni fa era un punto di arrivo e l'adrenalina scorreva a fiumi, l'assemblaggio di questo nuovo telescopio me lo ricordo come fosse oggi ed è stato uno dei più grandi piaceri della vita. Una volta tutto assemblato esprime robustezza ovunque ma allo stesso tempo un eleganza nella forma che lo fa sembrare più leggero di quello che è, infatti il peso complessivo e di ben 42 Kg.!!! Per spostarlo è necessario disassemblarlo in 3 sezioni distinte, la colonna con treppiede, la testa equatoriale con motore d'inseguimento incorporato e il contrappeso, ed il tubo ottico con gli anelli di fissaggio. Finito di montare il superlativo cercatore 8x50 nella sua staffa che quando lo uso mi dà sempre una sensazione rinfrescante di nitidezza e luminosità, non ebbi neanche il tempo di collimarlo bene con il tubo ottico da tanto era la smania di provarlo. Inserii dentro lo strano Kellner da 42mm 28,5x e puntai la sua prima luce che fu Saturno poi con la sua Barlow 4x e il suo Kellner da 15mm a 320X incominciai a mettere a fuoco, ma inizialmente fu una delusione.. mi sarei aspettato molto di più anche se va detto che il seeing non era dei migliori, era una serata frizzante, e Saturno dopo più di 15 minuti all'oculare del TAL2 non mi dava ancora soddisfazione nonostante non sentissi il bisogno di scendere di ingrandimenti dato che l'immagine a 192x con il 25mm e la Barlow 4x mi dava praticamente la stessa immagine dei 320x senza nessun guadagno nei dettagli, lo sconforto incominciava a travolgermi.. poi ad un tratto dopo una piccola folata di vento cambia qualcosa nell'immagine.. un qualcosa che non avevo mai visto nelle bande di Saturno, un Wos!, l'emozione fu grande, e con il tenue miglioramento del seeing i colori incominciarono a prendere vita, non più quella pallida e omogenea immagine che mi offriva il pur buon 114 a 220x, anche la divisione di Cassini incominciò ad avere un estensione percepibile nonostante l'ingrandimento utilizzato non fosse ancora sufficiente, addirittura per un breve momento mi sembrò di vedere una tenue variazione di colore internamente alla divisione stessa tendente al grigio e non più quella semplice linea nera a cui mi ero abituato, lo stesso anello era visibile nelle sue 3 parti A/B/C con facilità, si intuiva che il TAL volesse mostrami sempre di più e non tirava affatto la corda, ma quella non era la serata ideale, bisognava solo aspettare ed aver costanza nel numero di serate osservative e un po di fortuna. Da quel giorno è iniziata la mia grande avventura con il TAL2M. L'ho usato ininterrottamente dal 1997 per 7 anni meravigliosi pieni di emozionanti osservazioni planetarie fino a quando decisi di riporlo nella sua cassa nel 2005. Per vari motivi nell'Ottobre del 2013 decisi di riusarlo, anche per vedere in che condizioni era, nel frattempo sono successe tante cose ed in questo ultimo anno tra il 2013/2014, ho conosciuto tramite internet tantissimi Astrofili che condividono la mia stessa passione non solo per l'osservazione Astronomica ma anche per questo telescopio Newtoniano, e tra questi ringrazio l'amico Paolo per avermi invitato a scrivere questa recensione dandomi la possibilità di far conoscere un meglio questo strumento tramite il suo bellissimo sito di Astronomia e di prove strumentali “DARK STAR”.
In alcune recensioni ho letto che lo specchio primario del TAL2 è sferico.. ed effettivamente per i primi modelli era così anche se lavorato molto bene.., è molto facile che la TAL faccia modifiche sugli obbiettivi e parti dei suoi telescopi nelle stesse serie, questa scelta progettuale fu fatta dalla TAL perché i sistemi sferici sono molto meno soggetti a errori di allineamento e si tende ad eliminare il coma un'altra aberrazione che fa diventare le stelle come piccole comete. Però essendo il TAL un F8 e non un F12 come per i vecchi Newton a lungo fuoco made in USA, lo specchio sferico introduce un'aberrazione sferica e questo è un bel problema per l'Hi-res. Proprio per questa caratteristica di sfericità la luce incide nella messa a fuoco in più punti dato che la luce riflessa dalla parte più interna dell'obbiettivo alla parte più esterna dell'obbiettivo non coincidono perfettamente come invece fa uno specchio parabolico, questa non perfetta messa a fuoco di tutta la luce in un solito punto fa si che l'immagine perda nitidezza e potere risolutivo creando immagini stellari piuttosto ampie e sfuocate che in questo caso non sono causate dall'ostruzione dello specchio secondario. Di norma nei Newton si può correggere o tenere sotto controllo questa aberrazione aggiungendo una lastra correttrice frontale oppure allungando a dismisura la lunghezza focale. Per mia fortuna la TAL decise di produrre un nuovo specchio parabolico per la seconda versione del TAL2 come lo era già per il TAL 150P la versione più corta con 150/750mm a F5 con uno specchio parabolico dichiarato a 1/10 di lambda. Naturalmente con uno specchio parabolico l'ottica si scollima più facilmente (non più di tanto) però quest'ottica premium parabolica a differenza di quella sferica una volta ricollimata con lo specchio secondario ha un miglioramento drastico nella risoluzione. Vi fu anche una terza versione del TAL2 denominato TAL150P8 150/1200mm F8 con lo stesso specchio parabolico, le differenze sostanziali furono 2, un ulteriore riduzione della grandezza del secondario portandolo a soli 30mm e vi aggiunsero un focheggiatore da 2 pollici. Ma non ebbe grande successo commerciale come il precedente tanto che non se ne parla affatto. Dei TAL 2 non se ne sa più niente da diverso tempo a parte qualche modello nel mercato dell'usato internazionale apparso fino al 2008. Molti possessori lo tengono stretto gelosamente usandoli o tenendoli da parte, difficilmente se ne separano. Controllando il sito della TAL attuale questo Newton nella versione P8 è mantenuto nella presentazione dei suoi telescopi ma credo non sia più ne esportato e forse prodotto. Scrissi un e-mail alcuni anni fa direttamente alla ditta per avere delucidazioni ma non ho ancora avuto risposta.
Trovo spesso e volentieri tra gli appassionati un errore di fondo a descrivere la costruzione di questo Newton, che viene considerato Spartano.. l'errore sta nell'interpretazione di questa parola che da molti viene recepita come costruzione messa insieme con materiale scadente o in economia e alla meno peggio basta che funzioni.. (un po alla Mac Gyver insomma). In realtà il concetto della parola Spartano è esattamente l'opposto essendo gli Spartani l'élite guerriera per eccellenza dell'antica Grecia, inoltre il più famoso Re Spartano divenuto leggendario per la battaglia delle Termopili si chiamava Leonida, una strana analogia col nome di Sikoruk. Ritengo questo termine che si adatti alla perfezione al TAL2 essendo il vero significato, "Austero, Sobrio, Severo, Robusto, Ben Fatto!" Negli anni oltre l'estetica e la qualità ottica eccelsa ho imparato ad apprezzare sopratutto la meccanica di questo Tal2, che effettivamente potrebbe essere considerato nel suo insieme come un'opera d'arte da tenere in salotto, naturalmente solo quando piove.. e piacendomi sempre di più giorno dopo giorno ho voluto imparare a conoscerlo meglio proprio sotto ogni punto di vista costruttivo studiandolo a fondo e imparando con mia grande soddisfazione cosa è un Newton fatto bene nella sua interezza. In un discorso avuto con un altro esperto di cui ho grande stima, mentre si parlava in generale dei vari strumenti ottici mi fece questo ragionamento.. "Lo Zeiss Telementor AS 63/840mm è stato fatto e studiato per eccellere ed essere il migliore nella categoria dei rifrattori di quel diametro, anche il suo TAL2 è stato studiato per essere il migliore tra i Newton di quel diametro"... Non ho potuto fare altro che dargli ragione. Per rendere un'idea generica spiego grossomodo le caratteristiche necessarie che un Newton deve avere per l'Hi-res.
Il Newton è il bilanciamento di tantissimi fattori meccanici, bisogna tener conto di ogni singolo materiale sia nella composizione che nella forma giusta ideale per l'intubazione che deve essere necessariamente perfetta e con caratteristiche specifiche. Già il tubo in alluminio pressofuso deve essere di spessore considerevole molto robusto per evitare qualsiasi torsione e di dimensioni maggiori almeno di qualche centimetro dell'ottica intubata. Per l'ottica una cosa fondamentale è la chimica del vetro, (in questo caso il TAL2 è concepito per lavorare otticamente e meccanicamente al meglio tra +40C° a -40C° con un'umidità dell'80%, progettato per le escursioni termiche del rigido clima Siberiano). Nella lavorazione ottica dello specchio almeno il ritocco a mano finale del maestro ottico è necessario, come diceva il maestro ottico Nishimura il più famoso e importante produttore di telescopi Giapponesi: “Per quanto ottime le macchine di lavorazione ottica neanche si avvicinano alla qualità necessaria per eguagliare uno specchio rifinito a mano da un professionista”, anche se va detto oggigiorno i macchinari di precisione per la produzione delle ottiche sono un po cambiati essendo oramai computerizzati tipo quelli utilizzati dalla Optron e altre ditte specializzate nel settore, però un ritocco a mano finale non fa mai male. Negli anni ho notato che anche l'alluminatura viene fatta in maniera diversa da ogni produttore con trattamenti speciali che ne aumentano la riflettanza e altre caratteristiche come potevano essere per la Celestron i trattamenti Starbright o per la Meade gli UHTC, anche per la TAL viene usato un trattamento speciale che ne aumenta la riflettività e gli dona una caratteristica molto particolare che esalta nel micro dettaglio i forti contrasti chiaro/scuri. Da un vecchio Test ottico di un TAL2 venne fuori che lo Strehl Ratio era di (0,97) che per un riflettore Newton è ai massimi livelli, difficilmente si può fare di più.
Inoltre cosa fondamentale del Newton è bene sapere che sarebbe inutile avere un primario corretto a 1/40 di lambda se il secondario è lavorato a 1/4 di lambda, il secondario deve per forza essere lavorato con correzione ottica migliore del primario e il suo diametro deve essere il più piccolo possibile ma al tempo stesso non deve essere sotto una certa soglia di grandezza, in pratica "il giusto", questa soglia del diametro del secondario viene calcolata in fase di progettazione, il rapporto focale F8 del TAL2 ha permesso di ottenere un ostruzione prossima al 20% ed anche questo è il miglior compromesso in un Newton, ma in questo caso per quanto riguarda il TAL2 ottimo non solo per l'Hi-res ma anche per il Deep-Sky. Un altro problema che affligge i Newton nelle escursioni termiche, essendoci tante parti in gioco e non solo la cella dell'obbiettivo come nei rifrattori. Il TAL2 ha la parte posteriore che ospita la cella del primario completamente aperta per favorire un più veloce acclimamento e per una migliore aerazione che sembra strano ma nel TAL2 ha una sua ben precisa funzione che spiego più avanti. Per questo si necessita di materiali adatti in grado di ridurre le tensioni sia all'intubazione che alle celle ma sopratutto per i 4 spikes che reggono lo specchio secondario che non possono essere troppo fini perché potrebbero scollimare il secondario anche solo per la differenza di pochi gradi C°, ma neanche troppo grossi che avrebbero solo il risultato di sfaldare l'immagine perdendone di dettaglio in alta risoluzione.
In questa foto si vede la parte posteriore del TAL2 con la cella dello specchio primario che rimane aperta con le 3 manopole per la collimazione, sulla cella viene stampato per tutti i TAL2 il seriale e l'anno di costruzione.
Gli spikes devono essere studiati in maniera che favoriscano longitudinalmente la turbolenza creata all'interno del tubo come fossero delle ali direzionali, in molti Newton sono state studiate diverse forme di Spikes per riuscire anche ad eliminare la fastidiosa crocetta stellare ben visibile nelle foto astronomiche fatte con i Newton, o per migliorare ulteriormente la nitidezza visuale, inoltre non per forza devono essere messi 4 spikes, se ne possono montare 3 o anche 2, addirittura solo 1 come per il piccolo TAL Alkor 65mm, comunque quelli classici del TAL2 a mio avviso restano i più adatti. L'opacizzazione interna è il punto debole di molti Newton anche piuttosto cari, molti risolvono applicando del vellutino nero e floccando con del materiale poroso come potrebbe essere il sughero, mentre nel TAL2 per questo aspetto i tecnici TAL ci hanno ragionato parecchio creando di fatto per uno dei punti più deboli dei Newton uno dei suoi punti di forza. L'opacizzazione nel TAL2 è fatta internamente con ossidazione anodica opaca "sembra carbone" estremamente efficace su tutta la superficie interna risultando fenomenale tanto che anche la luce del flash della mia macchina fotografica non riesce ad arrivare fino in fondo allo specchio, questo perché la superficie interna del TAL non è liscia, vi è tipo una micro filettatura a scaglie lungo tutta la sua lunghezza, che oltre aumentarne il contrasto ulteriormente produce un micro vortice dell'aria che passa internamente al tubo creando una specie di occhio del ciclone (dove non vi è turbolenza) lungo il fascio ottico, questo è un elemento costruttivo non da poco fatto per ottenere la massima funzionalità ottica da questo schema, una vera e propria genialata di cui i prodotti TAL nei suoi vari accessori e strumenti non mi ha ancora abituato.
L'opacizzazione del tubo ottico e le micro filettature a scaglie.
Questo sistema di opacizzazione e di regolazione della turbolenze interne difficilmente si vede nelle produzioni commerciali anche se di alto livello, solo una volta ho visto "un Newton artigianale" sul quale era stata presa in considerazione la presenza del continuo passaggio dell'aria all'interno dell'intubazione creando un sistema simile con una vera e propria filettatura a passo 1 lungo tutta la lunghezza interna dell'intubazione. Posso affermare con assoluta certezza che l'attenzione per ogni più piccolo particolare nell'assemblaggio del TAL2 è stata fatta senza economia sia di materiali che di studio, anche volendo non riuscirei a sostituirgli nemmeno il focheggiatore che ha un movimento dolcissimo e regolabile nella tensione tramite un'apposita vite. Anche la colonna che sorregge il TAL con le sue 3 manopole di acciaio satinato per il blocco della testa è una vera roccia, tanto da farmi pensare che sia parte dell'artiglieria di un carro armato. Unico punto dolente del TAL2 è la testa EQ, che da esemplare ad esemplare si sono riscontrati alcuni problemi differenti.
In questa testa equatoriale denominata MT-C più che in ogni altra parte del TAL2 si rispecchia la mentalità di costruzione tipicamente Russa, cioè funzionale ma grezza fatta per durare forse in eterno e funzionare anche oltre i -20°C. Il motore di inseguimento non ingrana subito è un po come i vecchi Diesel si deve un po riscaldare e dargli una piccola toccatina di regolazione alle manopole dell'AR che si trovano ad entrambi i lati della culatta della testa, una vicino allo spinotto di accensione e l'altra esattamente dalla parte opposta, poi però quando prende il via insegue molto bene, mi capitò di lasciare Saturno a 170x e andai a fare altre cose quando tornai dopo circa una quindicina di minuti, incredibilmente era sempre li nel campo dell'oculare, scrivo incredibilmente perché secondo un test di inseguimento su un modello del 2002 la montatura aveva mostrato un errore periodico di ben 63” arco secondi. Molti possessori di questa montatura trovandogli altri difetti come un inseguimento scattoso che per fortuna la mia non ha, spesso e volentieri la ottimizzano smontandola e ingrassando nuovamente “migliorando il funzionamento delle meccaniche” con prodotti più specifici ottimizzandole, qualcuno fa anche delle modifiche di esempi in internet ce ne sono parecchi. Altri hanno preferito cambiare proprio la testa equatoriale e la colonna con una EQ5 completa, che oltre essere più leggera e pratica, è migliore per un uso fotografico. Io personalmente se proprio dovessi sostituire la MT-C lo farei con una testa EQ6 inserendola con un adattatore fatto fare appositamente dal pieno a quella roccia di colonna che picchiettandoci sopra con un dito sembra fatta in acciaio. La colonna internamente è vuota per ridurne il peso, sempre internamente non è verniciata e appare completamente satinata, lo spessore del metallo supera i 6mm e con i tre gambi raggiunge un'altezza di 75cm, all'interno è visibile una grossa saldatura che percorre quasi tutta la colonna fino all'altezza dove sono posizionate le tre grosse manopole a vite per il serraggio della MT-C. La montatura può essere regolata a latitudine "0" e allentando le 3 grosse viti che serrano la testa equatoriale alla colonna può venir utilizzata in altazimutale ovviando il problema di allentare gli anelli dalle apposite manopole di serraggio per ruotare il tubo ottico in maniera di spostare la posizione del focheggiatore nella posizione più comoda per l'osservazione, come succede in equatoriale con tutti i Newton quando l'oggetto inquadrato si trova ad Est o a Ovest dell'orizzonte. La parte posteriore ha uno sportellino circolare posizionato nella parte sinistra e serve per raggiungere la vite di regolazione di tensione della frizione in AR, e un altro sportellino uguale è posizionato posteriormente e permette di raggiungere le viti interne per la regolazione della velocità di inseguimento, comunque la placca della parte posteriore può tranquillamente essere svitata per accedere più agevolmente alla grossa corona dentata in bronzo da 70mm e al semplice motore elettrico che viene alimentato inserendo lo spinotto tramite un lunghissimo cavo in dotazione che a sua volta viene collegato al trasformatore da 230V 50Hz entrata e 12V uscita, anch'esso con una suo interruttore di accensione e un ulteriore cavo con presa standard da collegare alla rete elettrica domestica. I cerchi graduati in AR e DEC sono molto grandi e ben leggibili, sotto quello della DEC c'è una freccia regolabile per le coordinate.
Nella parte superiore della montatura vi è la sua piastra di aggancio TAL, la manopola a stella più piccola visibile nella foto della piastra serve per serrare o liberare la frizione in DEC mentre quella più grande tonda per la regolazione fine della declinazione stessa. Questa piastra di aggancio è fornita per tutte le teste equatoriali TAL, ma non ha preso molto piede tra i produttori di questo tipo di accessori, in definitiva i più diffusi sono i morsetti per le barre di tipo Losmandy e Vixen, per ovviare a questi problemi di compatibilità con gli attacchi degli anelli degli OTA Russi, la TAL ha deciso di aggiungere un accessorio, una barra a coda di rondine tipo Vixen con alle estremità i due fori per bloccarla con le manopole cromate del classico serraggio di tipo TAL presenti sugli anelli.
La Piastra di aggancio TAL e la barra compatibile standard Vixen.
Di solito questa barra Vixen viene fornita come parte integrante dell'attacco degli anelli dei nuovi rifrattori TAL 100 RS. Sin da quando la usai per la prima volta questa montatura aveva un piccolo gioco in AR piuttosto fastidioso che durante la messa a fuoco fa vibrare non poco l'immagine, non so se è un difetto della mia MT-C in particolare ma un giorno l'ho portata da un esperto auto costruttore di montature di eccellenza che l'ha approfonditamente controllata e mia ha detto che è nella norma, ritengo questo difetto proprio strano e non me lo sarei mai aspettato per questo mostro di testa equatoriale che ha l'aspetto di una montatura che potrebbe reggere tranquillamente quasi il doppio del peso indicato dalle caratteristiche tecniche, la montatura è dichiarata per reggere 10Kg che risultano abbondanti per aggiungere altri accessori al tubo ottico o addirittura un altro rifrattore in parallelo come potrebbe essere il TAL 100 RS. Effettivamente una volta smorzate le vibrazioni iniziali fa egregiamente bene il suo lavoro. Oltre questo la mancanza di una pulsantiera non permette di effettuare foto a lunga posa, in pratica è una montatura puramente visuale, sicuramente il difetto di cui parlavo prima è stato corretto nella versione successiva gemella di questa EQ e cioè la MT-1C, dove la TAL ha ripreso pari pari questa montatura e ci ha aggiunto una pulsantiera per la regolazione della velocità del motore di inseguimento in AR proprio per un uso astro fotografico. L'evoluzione mi interessava ma non mi andava di cambiarla appena comprata, allora la utilizzai esclusivamente per il visuale e il disegno planetario. Però qualche foto la volevo fare lo stesso, mi dispiaceva non poterla usare per qualche immagine, avrei potuto provare a fare qualche esposizione da 4 o 5 minuti senza guida al fuoco diretto, praticamente sarebbe venuta una foto alla cieca senza l'ausilio di alcuna guida e senza alcuna certezza sul risultato finale, ma dato che l'inseguimento è molto buono una prova poteva essere fatta, l'unica cosa necessaria sarebbe stato un perfettissimo allineamento equatoriale ma mancando di cannocchiale polare la cosa non sempre mi riusciva quindi lasciai perdere.
Così successe che l'anno successivo per le foto del profondo cielo comprai un altro strumento, mentre il TAL per qualche anno saltuariamente lo utilizzai solo per il planetario fotografico ad alta risoluzione, in fondo anche per questo tipo di ripresa l'ottimo inseguimento della montatura sarebbe stato necessario, bastava non toccarla troppo e lasciargli il tempo di smorzare le vibrazioni dopo la messa a fuoco e lo scatto. Fu usata la tecnica del cartoncino nero frontale all'obbiettivo tenuto a mano, in pratica dopo aver aperto l'otturatore della reflex 35mm tramite l'apposito accessorio di prolunga flessibile dello scatto levavo il cartoncino dall'apertura dell'obbiettivo con pose da 1 ai 3 secondi, il tempo di esposizione dipendeva dalla ISO scelta delle pellicole utilizzate. Per gli ingrandimenti avendo a disposizione a corredo del TAL un naso da 31,8 con filettatura per l'innesto di un anello T2 decisi di non utilizzare gli oculari in proiezione ma più lenti di Barlow a cascata, “tecnica imparata da un libro di Jean Lacroux che mi fu immensamente utile”, in pratica non avevo bisogno di altro. Il TAL possedendo un focheggiatore a cremagliera e pignone con una vite di regolazione della tensione ha permesso facilmente di portare il pieno carico della Nikon FM2 e le relative Barlow 4x e Barlow 2x Apo SV modificando di fatto lo strumento per il rapporto focale impensabile di oltre F64 dato che la distanza tra l'ultima Barlow e l'otturatore della reflex dovrebbe aumentare ancora il fattore di ingrandimento. Da subito sono rimasto soddisfatto riuscendo a raggiungere risultati che in quel periodo riuscivano a sfornare solo gli Astrofili più evoluti. Come principiante autodidatta quando le guardo ancora mi rendo conto che è stato grazie a questo TAL se ci sono riuscito. L'avventura astro fotografica con il TAL2 come avevo già scritto è durata solo pochi anni per dedicarmi esclusivamente al visuale e al disegno, per le foto venivano saltuariamente scelte solo le serate che ritenevo sarebbero state più adatte per riuscire ad immortalare il maggior numero di dettagli nel minor tempo possibile sulle pellicole che dovevo scegliere con cura sia per le ISO adatte alla focale raggiunta con le Barlow a cascata e le caratteristiche delle pellicole stesse che marca per marca risultavano diverse cromaticamente e non tutte restituivano un colore naturale delle superfici planetarie.
Il focheggiatore del TAL2: la vite di serraggio degli oculari è in acciaio.
Le migliori foto su pellicola ottenute usando un TAL 2 M.
Non l'ho mai utilizzato con i moderni CCD, ma visto il risultato sulle vecchie pellicole è indubbio che tramite le moderne elaborazioni digitalizzate con i vari sensori da diversi mega pixel e i software disponibili le immagini ottenute delle superfici planetarie diano discrete soddisfazioni con questo TAL2. Oltre la MT-C esisteva anche la MT1 più simile alle EQ3 con carico da 7kg. La TAL successivamente creò un altra evoluzione della MT-C1 la MT-C2 molto simile come forma e portata alle moderne EQ5, fu creata anche la MT-C3 per carichi più pesanti evolutasi nella MT-3S con pulsantiera e carico dichiarato di 20kg, e infine l'ultima evoluzione delle montature TAL con tanto di elettronica Go-To in remoto, di cui ne so poco ed è denominata WS240GT con una portata dichiarata di oltre 30 kg.
La prima volta che metterete l'occhio al telescopio non potrete percepire i numerosi dettagli fini che il vostro strumento è capace di mostrare, bisogna imparare a mettere bene a fuoco ponendo l'occhio alla distanza giusta, osservando un pianeta il vostro strumento ingrandisce al tempo stesso i disturbi dell'atmosfera lungo il cammino dei raggi luminosi, ondulazioni, fluttuazioni e ribollimenti, bisogna aver pazienza cercando di trarre sempre il massimo da un rapido colpo d'occhio. Se l'occhio si affatica chiudetelo per qualche istante, poi riapritelo davanti l'oculare, e quando osservate un oggetto esteso debole e diffuso osservatelo con la visione leggermente obliqua... vi apparirà più luminoso. Questi sono alcuni dei preziosi consigli alla base dell'osservazione contenuti dentro il bellissimo libro dei grandissimi Jean Lacroux e Denis Berthier, che per puro caso trovai in un angolino sperduto di una vecchia libreria tanti anni fa. Con questi preziosi ma semplici consigli ho fatto migliaia di osservazioni planetarie con il TAL2 cercando di sfruttarlo al massimo per poter percepire tutti i dettagli fini che il limite estremo del potere risolutivo di questo riflettore da 15cm poteva darmi. In serate particolarmente favorevoli dal punto di vista della trasparenza del cielo e della turbolenza atmosferica che ritengo fosse perlomeno di 0,5" secondi d'arco, sono state effettuate le migliori osservazioni in assoluto, queste condizioni atmosferiche si possono presentare per brevi momenti ma può capitare che durino anche diverse ore e in quel caso non ho avuto bisogno dei colpi d'occhio perché l'immagine planetaria era praticamente scolpita e dettagliatissima nell'oculare del TAL2 tanto da potermi permettere non solo di poterla ammirare a forti ingrandimenti, ma anche disegnare con semplicità. Essendo il disegno un semplice diletto personale senza alcuna pretesa scientifica da parte mia non ho mai usato le schede della UAI ma mi limitavo a riportare le mie osservazioni in bella copia sui miei diari come ricordo puramente personale. Non sempre disegnavo quando osservavo con il TAL2 e queste serate fantastiche quando ricapitavano ne assaporavo il semplice piacere della visione "Carpe Diem" cogliendone l'attimo di emozioni e stupore che questo Newton TAL riusciva a regalarmi. L'utilizzo dei filtri colorati visuali nel disegno sono molto utili e aiutano a percepire dettagli che anche all'occhio dell'esperto osservatore allenato possono sfuggire facilmente. Non c'è bisogno di essere degli artisti per disegnare le superfici planetarie tutti lo possono fare, e piano piano si diventa sempre più bravi, le difficoltà invece sorgono nel disegno della superficie Lunare ma anche li il discorso è uguale a prima più si disegna più si diventa bravi fino ad ottenere ottimi risultati. Oltretutto il disegno è un ottimo allenamento per allenare l'occhio/i alla percezione dei dettagli più fini durante le osservazioni.
Alcune delle osservazioni più belle fatte con il TAL2.
Ovviamente possedendo e usando il TAL2 per quasi un decennio ne ho sfruttato le potenzialità nell'Hi-res fino al limite. Le immagini in intra/extrafocale appaiono identiche con assenza di coma, astigmatismo, aberrazione sferica, una leggerissima tensione e ovviamente la completa assenza di aberrazione cromatica essendo il Newton uno schema Puro di natura. Per testarlo bene ho scelto alcune determinate doppie abbastanza bilanciate riuscendo a separare nettamente stelle con separazione leggermente inferiore al potere separatore teorico che per il TAL2 è di 0,8" secondi d'arco a 600x, va ricordato che nonostante questa ottima performance non è lo strumento più adatto essendo sempre ostruito e gli anelli di rifrazione stellare anche se molto fini in confronto ad altri Newton di altre marche ma di stesso diametro e focale sono sempre presenti ad elevato ingrandimento. Proprio alla fine di Agosto di questo anno per divertimento io ed un altro appassionato visualista estremamente competente e simpatico ci siamo divertiti a provare di sdoppiare Antares A da Antares B con i nostri rispettivi telescopi. Antares (che dal Greco antico significa Antagonista di Hares cioè Marte) è una stella di classe M conosciuta anche come stella Alfa della costellazione dello Scorpione è una stella variabile che cambia di magnitudine da 1,16 a 0,88 nell'arco di 100 giorni, inoltre è anche una stella doppia, la separazione della compagna non è un problema essendo di circa 2,4" secondi d'arco, quindi teoricamente sarebbe possibile separarla facilmente anche con un rifrattore da 60mm a 80mm, ma non è così.. perché le due componenti sono enormemente sbilanciate e questo fa si che la luminosità di Antares A di un bellissimo color Rosso/Arancio con magnitudine 0,88 copra completamente la compagna che è una stella blu che però nel visuale appare di un bellissimo color verde smeraldo di magnitudine 5,4. Questa caratteristica la rende ostica per molti strumenti sotto i 25cm di diametro a seconda dell'inquinamento luminoso presente e della turbolenza atmosferica. Ho aspettato una serata finalmente limpida per preparare il TAL2 e anche se il seeing non era eccellente e l'inquinamento luminoso nella zona da cui osservo abitualmente è molto forte punto Antares con un oculare Vixen LV 4mm 300x, inizialmente non vedo niente oltre la bella Antares poi distogliendo lo sguardo vicino ad Antares esattamente a 275° in alto a sinistra della stella noto dei fini appena percettibili cerchi di rifrazione... Li per li non capisco.. va bene che non collimo il TAL dal 2002 però doppi cerchi di rifrazione (?), riguardo come se dovessi osservare una galassia con il lato dell'occhio ed effettivamente quei minuscoli cerchi di rifrazione sono lì e incomincio a intravedere il puntino di Antares B. La differenza di colore me la posso anche sognare non vi è abbastanza magnitudine proprio a causa dell'inquinamento luminoso e la compagna è veramente una capocchia di spillo apparendo dello stesso colore di Antares. Il test ha dimostrato ancora una volta la superlativa qualità ottica del TAL, e in questo caso la presenza dei cerchi di rifrazione causati dalla presenza del secondario hanno avuto la loro utilità. Naturalmente ridiscutendo di questa performance ho avuto conferma dell'esatta posizione di Antares B e sono stato informato che secondo i documenti cartacei gelosamente custoditi nella biblioteca privata di questo Astrofilo, che è stato un vero successo dato l'alto inquinamento luminoso presente nella mia zona di osservazione e la bassa latitudine della stella. L'immagine che mi si è presentata era grossomodo come quella sopra riprodotta.
Ci sono state diverse occasioni di poterlo comparare con altri strumenti con differenti caratteristiche ottiche, rifrattori acromatici e Newton di stessa apertura e focale che seppur ottimi strumenti non davano la stessa immagine pulita e tagliente del TAL2 e arrivati faticosamente a 300x oramai erano al limite mentre il Mammuth continuava a spingere inarrestabile. Parlando con altri possessori di questo TAL2 mi hanno raccontato altri confronti con telescopi di diametri differenti come Dobson da 30cm o rifrattori apocromatici, addirittura mi è stato riferito un confronto che ho trovato interessante con uno strumento simile sempre di produzione Russa ma prodotto dalla Intes da un Astrofilo appassionato di Hi-res ed estimatore dell'ottica Newton, queste che riporto sono le sue testuali parole: "Le immagini che restituiva il TAL2 erano veramente "rasoi" cosa possibile solo con strumenti almeno 10 volte più costosi e di un certo blasone, poi un po' per curiosità verso un Newton-Mak Intes Micro dello stesso diametro ma con focale di soli 952 lo scambiai con un amico, anche questo strumento fruttava in Hi-res ma sinceramente ho sempre rimpianto il "Mammuth" che mi dava immagini più pulite.. e che ovviamente poi mi sono ripreso”. Queste parole rispecchiano pienamente la mia esperienza con il TAL2 che offre immagini veramente pulite e taglienti. Ho deciso di scrivere essenzialmente 2 comparazioni del TAL2 con 2 strumenti completamente differenti fra loro e che sono tra i più conosciuti e apprezzati tra gli Astrofili.
TAL2M vs CELESTAR 8"
Il primo fra tutti è stato il mio Celestar 8 203/2032mm F10 uno Schmidt Cassegrain versione made in Usa, classico strumento polivalente per tutti i tipi di osservazione e fotografia, come il TAL2 completo della sua montatura che in questo caso è una forcella con una comoda maniglia laterale, motorizzato in AR e alimentato con una semplice pila da 9 Volt, nonostante questo l'inseguimento è sempre stato preciso e la batteria durava anche diversi giorni, un vassoio porta oggetti posto sotto la forcella anch'esso molto comodo che fa parte integrante del treppiede che non è estendibile ma ha un'altezza tale da rendere molto comoda la visione anche da seduti, “nel complesso pesa 24kg tutto completo”, svitando un semplice bullone dalla piastra wedge regolabile in latitudine anch'essa parte integrante del treppiede è possibile staccare la montatura dalla forcella con il tubo ottico, nell'insieme e veramente compatto pur essendo un'ottica da 20cm tanto da essere messo con facilità dentro un comune bagagliaio di un'utilitaria, in pratica un tuttofare ottimo anche per il planetario e trasportabile ovunque con facilità. L'ottica di questo SC era ben riuscita, nel confronto con il TAL2 sugli 80x per verificarne la luminosità nonostante i 5 cm in meno del TAL2 era quasi paragonabile, posso stimare quasi un 40% a favore del Celestar nonostante i calcoli fra le differenze di aperture dovrebbero dare ben un 80% in più di raccolta luce a favore del Celestar, ma non è proprio così visto l'elevato numero di rifrazioni e riflessioni che il catadiottrico ha nel suo schema ottico, nonostante questo puntando M13 il maggiore potere risolutivo ed apertura del Celestar mostrava l'ammasso globulare leggermente più luminoso e più aperto nella zona centrale anche se con stelline meno puntiformi e probabilmente una magnitudine visuale in più. Nell' Hi-res li ho potuti confrontare contemporaneamente in un paio di serate di seeing eccezionale sia su Giove che Saturno, in quel periodo il Celestar lo avevo ottimizzato per dare il massimo contrasto con il vellutino adesivo interno e una serie di diaframmi in Pivilene, avevo ben opacizzato gli ultimi centimetri del paraluce interno vicino alla culatta che è il punto debole degli SC per i riflessi, aggiunsi un filtro Skylight con trattamento antiriflesso rosato che rendeva ermetico il tubo rendendolo di fatto meno sensibile alla turbolenza, scuriva il fondo cielo e ne aumentava ulteriormente il contrasto, e un paraluce frontale della Kendrick rigido anch'esso rivestito internamente con il velluto nero adesivo.
Nonostante questo Giove risultava meglio contrastato e tridimensionale sul TAL2 e i colori apparivano più naturali, i dettagli sulle bande meglio percepibili e netti. Per il Celestar che offriva un'ottima immagine anch'esso ma più luminosa, Giove appariva piatto tutt'altro che tridimensionale e i colori delle bande erano nettamente più sbiaditi, i micro dettagli all'interno delle bande sempre visibili ma con più difficoltà, e i contorni dei Wos meno staccati. Per la prova ho utilizzato un LV 7mm Vixen con Barlow Apo 2x SV Celestron per il TAL2 con 343x, mentre per il Celestar un LV 6mm Vixen a 339x. Saturno è il mio test preferito perché si possono tirare gli ingrandimenti degli strumenti oltre il limite teorico a seconda della qualità ottica dello strumento utilizzato, sul TAL2 ho sostituito il 7mm LV sulla Barlow con il 4mm LV 600x e sul Celestar ho messo il 7mm LV con la solita Barlow 2 Apo 580X. In entrambi gli strumenti grazie all'eccezionale serata Saturno appariva in tutta la sua magnificenza con bordi tra l'anello e il pianeta ben incisi in entrambi gli strumenti ma sempre maggiormente taglienti nel TAL2 e con una luminosità del pianeta ancora alta in entrambi, in più si incominciò a percepire l'estensione della divisione di Cassini che ha un estensione di 0,7" secondi d'arco. Era veramente una notte di seeing e trasparenza dell'aria eccezionale tanto da annotarla nei miei diari come la miglior osservazione effettuata da li agli anni a venire, tanto che in entrambi gli strumenti era possibile vedere la posizione di ben 6 satelliti di Saturno distinguendone addirittura il colore, arancione per Titano, celeste per Rhea, giallo per Dione, verde per Teti, azzurro per Giapeto e infine Encelado bianca. Sempre con entrambi gli strumenti al bordo più esterno dell'anello si percepiva la divisione di Enke (non il minimo di Enke) come una sottilissima linea nera ed anche se ha un estensione di soli 0,2" secondi d'arco "un vero filo di rasoio" era nettamente visibile e per niente ostica che però nel Celestar appariva meno netta. Nell'osservazione visuale capita spesso nel micro dettaglio che in un oggetto che ha un un forte contrasto con quello che lo circonda possa essere visto anche se molto al di sotto del potere separatore teorico di uno strumento, come accade per la stessa divisione di Cassini quando viene osservata da un piccolo 60/700mm che ha un potere risolutivo di soli 2" secondi d'arco, eppure la divisione di Cassini è visibile sugli anelli anche con questo piccolo strumento, naturalmente l'immagine che si percepisce non è l'estensione della divisione stessa che secondo le leggi dell'ottica non dovrebbe neanche essere visibile.. “potremmo chiamarla un diverso stadio della visione" ciò non toglie che sia sempre la divisione di Cassini, e lo stesso vale per la Enke vista con il TAL2 e il C8 in quella serata. Naturalmente la differenza di sensazione tridimensionale fra i due strumenti è stata identica come nell'osservazione di Giove, maggiore contrasto per il TAL2 che mostrava la bellissima tenue variazione di colore nelle sue bande, l'ombra del globo sull'anello molto netto e naturalmente le variazioni di colore tra anelli A/B/C in maniera molto naturale anche se gli oculari al lantanio offrono una visione e tonalità leggermente calda che onestamente preferisco. La luminosità del pianeta era perfetta andare oltre sarebbe stato uno spreco anche se sono sicuro che il TAL2 sarebbe riuscito a reggere ancora qualche ingrandimento in più. Nel Celestar le bande erano meno visibili potrei dire nel confronto scolorite e l'immagine generale aveva una tonalità leggermente più calda di quella offerta dal Newton, inoltre appena fuori dal bordo esterno dell'anello si incominciava a percepire un inizio di aberrazione cromatica di color verde causata dalla lastra correttrice, dato che la luminosità nel Celestar avrebbe permesso di aumentare ancora un po l'ingrandimento contando che la maggiore apertura di 203mm potesse reggere, “ci provai”, ma l'immagine del pianeta anche se poteva ancora trovare la messa a fuoco ed essere interessante oramai sfaldava sempre di più cancellando i dettagli avendo come unico risultato netto solo l'aumento della cromatica verde che si percepiva a 580x. A quel punto lasciai il Celestar e tornai immediatamente al TAL2 per poter assaporare il piacere che mi dava quell'immagine di Saturno, non solo offerta dall'eccezionale seeing e trasparenza del cielo di quella serata magnifica, ma anche dall'eccellente strumento che è il TAL2.
TAL2M VS TAKAHASHI 102 FS
Questo stupendo rifrattore da 102/820mm F8,03 doppietto con Fluorite naturale frontale, non è appartenuto a me, ma ad un mio amico che lo ha portato a casa mia appositamente per la prova. L'intubazione è molto bella ben diaframmata internamente e con una fantastica cella regolabile, mi piaceva anche il focheggiatore a pignone cremagliera tanto bistrattato, insomma mi piaceva tutto sopratutto il peso di 5,5kg, infatti fu montato su una semplice ma efficacissima Great Polaris Vixen motorizzata, praticamente il Set-Up ideale per questo tubo ottico Giapponese. Altra ben gradita sorpresa fu l'apertura di una valigetta in alluminio con dentro ben 6 fantastici oculari Pentax XL 5,2mm-7mm-10,5mm-14mm-21mm-28mm con campo apparente di 65° Fov, e una Barlow 2 Apo Meade 140. Da parte mia non potevo essere da meno e andai a prendere la mia scatoletta di cartone riempita di bustine di sali di silica trovate qua e la, e ne tirai fuori il più performante e prezioso dei miei oculari, "The Eagle Eye" il superlativo Swarovski Zoom 7.7-23,1mm 60° Fov 45° Fov con il suo inusuale ma bellissimo trattamento antiriflesso color rubino e la Barlow Celestron SV Apo 2x. Montammo i due strumenti uno vicino l'altro, l'amico rimase sbalordito nel constatare quanto fosse massiccio il TAL2. Passammo subito all'osservazione di Giove senza tanti complimenti il Taka con 315x e il TAL con 312x, era una serata senza vento e una leggerissima foschia faceva un po da filtro naturale che solitamente determina per l'atmosfera uno stato di alta pressione negli strati alti che dovrebbe uniformare la temperatura con lo strato più basso ottenendo così la tanto agognata calma atmosferica che di solito preannuncia un ottimo/eccellente seeing, invece in quell'occasione gli strati di inversione termica che non sono quasi mai lineari alle diverse quote rendendo le temperature non uniformi ci fecero la sorpresa di avere appena un seeing medio/accettabile. Giove comunque anche se un poco tremolante appariva tridimensionale in entrambi gli strumenti, naturalmente nel Taka per la caratteristica intrinseca dello strumento che risente meno del cattivo seeing e il minore diametro che gli offre un potere risolutivo di 1,17" secondi d'arco, l'immagine era più ferma meno tremolante con le due bande ben contrastate e la GRS “Great Red Spot che noi chiamiamo grande macchia rossa in quel periodo non era ancora sbiadita”, faceva bella mostra di se. Nel Taka il fondo cielo era abbastanza scuro nonostante il forte inquinamento luminoso presente e il lampione al mercurio davanti casa non aiutava di certo, anche nel TAL2 il fondo cielo risultava scuro ma un po di meno, questo è normale visto i 5cm di differenza tra i due obbiettivi, questa leggera differenza faceva sembrare nel Taka il disco di Giove leggermente più tagliato dal fondo cielo dando una sensazione di maggiore incisività anche nel contrasto delle bande equatoriali, però ad una più attenta osservazione nella visione del TAL2 la differenza consisteva più in una questione di saturazione dipesa ovviamente dal disco planetario più luminoso. Essendo il TAL più sensibile alla turbolenza rispetto al rifrattore l'immagine del disco di Giove ribolliva un po di più ma nei momenti di maggior calma i colori delle bande aumentavano leggermente di intensità rendendole di fatto paragonabili a quelle del Taka. Altra cosa che abbiamo notato tra i due strumenti era una leggerissima tonalità più fredda nel rifrattore, per avere conferma mi sono fatto prestare il fantastico Pentax XL da 7mm con la sua Barlow 140 che a differenza della SV Celestron che è un doppietto spaziato in aria la 140 Meade usa 3 elementi in 2 gruppi, ottenendo 342x ma la sensazione di avere colori più neutri nel TAL è rimasta. Alla fine uno specchio rimane uno specchio e copre tutto lo spettro nel visibile nella lunghezza d'onda dai 400nm ai 700nm, mentre l'obbiettivo del FS 102 seppur eccezionale è stato ottimizzato per determinate lunghezze d'onda come succede per tutti i rifrattori in generale. Non abbiamo avuto problemi a portare il Taka a 410x su Giove, cosa che abbiamo fatto con il mio Vixen LV4 + Barlow 2x 140 l'immagine mostrava pressoché la stessa immagine che offriva a 315x senza una rilevante sfaldatura nell'insieme del colore delle bande mentre la turbolenza incominciava a diventare più visibile al bordo del disco. Tanto per rendere un idea un Vixen 102M acromatico su Giove avrebbe incominciato a tirare la corda già tra i 180x/200x e sarebbe stato necessario aggiungergli un filtro giallo/verde W11, lo stesso sarebbe valso per Saturno a 250X, questa differenza tra i due rifrattori non è dipesa solo dalla qualità delle lenti utilizzate e dalla caratteristica ottica della Fluorite in se stessa che oltre migliorare la nitidezza ha lo scopo principale di ridurre l'aberrazione cromatica riducendo di conseguenza le dimensioni della focale, ma dalla grandissima lucidatura e lavorazione ottica che richiede un maggior uso di risorse e di tempo riuscendo a raggiungere un impressionante Strehl Ratio di 0,98 e quindi una lavorazione lambda molto elevata. Anche il TAL2 è stato portato a 400x utilizzando il Vixen LV da 6mm con la Barlow 2x 140, ma nonostante si riuscisse a mettere a fuoco la perdita di contrasto incominciava a farsi vedere maggiormente rendendo le bande equatoriali più sfumate e meno leggibili. In quel momento scherzando con il mio amico gli dissi.. “peccato che stasera non c'è la Luna!” e come al solito un sorriso e giù di nuovo ad osservare. Altra cosa che abbiamo notato nel confronto con gli ingrandimenti sui 300x e che nonostante il seeing di quella serata che poteva essere considerato variabile da 1" a 1,5" secondi d'arco, nel TAL2 le bande di Giove a tratti si riempivano di ulteriori micro dettagli per poi dissolversi e riapparire, mentre nel Taka rimanevano fondamentalmente gli stessi. La serata è continuata piacevolmente divertendoci a scambiarci gli accessori e paragonandoli fra di loro. Il buon Giove quella sera non aveva intenzione di mostrarci di più. Purtroppo nell'osservazione planetaria non è sufficiente la qualità ottica o il diametro sempre più maggiore degli obbiettivi “che siano essi a lenti o specchi o misti”, la turbolenza atmosferica la fa sempre e comunque da padrone. Faccio una piccola considerazione personale sul Takahashi FS 102, nonostante io sia pienamente d'accordo sulle parole che mi diceva il mio mentore e cioè che per incominciare a fare osservazione in Hi-res planetaria seria è necessario come minimo un obbiettivo da 120mm con un potere separatore di 1" secondo d'arco, devo ammettere però che questo FS 102mm non mi avrebbe fatto rimpiangere assolutamente quel 0,17" secondi d'arco di potere risolutore che ha in più di un 120mm, oltretutto un ottica da 100mm è sfruttabile quasi tutto l'anno, mentre il TAL2 che per scelta personale non scendo mai sotto i 300x iniziando le osservazioni direttamente con un oculare da 4mm per poi salire con l'aggiunta di Barlow e altri oculari, se la serata non mi convince o non mi ispira lo tengo nella sua custodia, altra differenza fondamentale è che essendo molto trasportabile il Taka può essere portato tranquillamente alla ricerca di cieli bui adatti a poter incominciare ad osservare gli oggetti Messier con soddisfazione dato il suo grande contrasto, cosa che il TAL2 a causa del suo ingombro "non mi entra in macchina" e peso rende la cosa piuttosto complicata. Tante volte ho pensato quanto sarebbe stato bello portare il TAL2 in una zona di montagna con magnitudine 6 allo zenit... Fondamentalmente il confronto è stato considerato pari da entrambi, però ammetto di essere rimasto non proprio soddisfatto di quella serata.. se solo ci fosse stato perlomeno un seeing.. un poco migliore .. conoscendo il TAL2..
La Luna è il bersaglio preferito di questo TAL2 e dai 400x e a volte oltre 500x a momenti ci si atterra sopra! dettagli finissimi!! La Vallis Alpes che ha un estensione di ben 130km e al suo interno è solcata longitudinalmente da un canale di origine lavica la cui larghezza oscilla tra 0,27" secondi d'arco e i 0,33" secondi d'arco chiamata appunto Rima della Valle delle Alpi, grazie anche all'eccellente trasparenza del cielo e del seeing con il TAL2 è visibile completamente nella sua interezza senza incertezze, per esperienza un C8 non me la ha mai mostrata, forse intravista per un breve attimo a 342x ma non ne sono sicuro mentre il TAL2 molte volte me la ha mostrata anche a 300x. Nel TAL2 le Rime Lunari sono il suo forte riuscendo ad esaltare i contrasti chiaro scuri. A 480x il suolo Lunare si riempie di così tanti dettagli che ammetto mi è stato impossibile riportarli su disegno. Grazie ad un caro amico Astrofilo e ricercatore che 20 anni fa possedeva lo stesso TAL2 e ne rimase così impressionato da imprimere nella memoria le sue osservazioni Lunari, parlandone in maniera entusiasta fra di noi mi ha mandato una foto che mostra effettivamente il dettaglio che è possibile vedere con il TAL2 su quasi tutta la superficie Selenica.
L'immagine rispecchia la visione all'oculare dai 400x ai 500x ci sono state un paio di serate dove mi sono spinto a 600x ma in linea di massima con seeing medio/buono i 300x sono utilizzabili tranquillamente per osservare tutte le meraviglie che ci offre il variegato suolo Lunare.
L'immagine rispecchia la visione all'oculare del TAL2
Ho voluto provare il TAL2 anche nella visione diretta del Sole con il tappo obbiettivo diaframmato eccentricamente a 4,5cm che porta lo strumento a F26,6 ma non conoscendo le caratteristiche di costruzione del filtro solare da applicare sopra il barilotto degli oculari TAL e cioè se è schermato per la protezione dalle radiazioni non visibili IR/UV oltre che per la luce visibile, l'ho utilizzato solo una volta per pochi secondi giusto il tempo di mettere a fuoco con il Plossl 25mm TAL a 48x e dare una sbirciatina veloce. “Non mi fido dei filtri solari messi all'oculare che potrebbero rompersi all'improvviso per l'eccessivo calore con i conseguenti danni irreparabili alla vista”. Rimasi sorpreso non tanto per il Sole che mi si prospettò davanti ma per la colorazione che aveva assunto il disco solare. Il Sole appariva di un inconsueto color rosa acceso, e sulla superficie erano ben visibili e contrastate alcune macchie solari ben nere e con i bordi grigiastri e brillamenti sparsi, l'immagine era molto interessante simile come dettaglio e risoluzione a quella che mi offriva il mio 80/400mm con il Plossl Meade 3000 da 9,5mm a 42x, che utilizzavo con un filtro solare a tutta apertura da posizionare frontalmente all'obbiettivo in vetro ottico con trattamento Nikel/Cromo per la massima sicurezza da tutte le radiazioni, nel quale il disco solare appariva di un bel giallo/arancio che lo rende esteticamente più naturale. Dopo quella volta non ho mai più riusato quel filtro con il tappo diaframmato sul TAL2 anche perché con il Sole è meglio non rischiare mai!
Il mio bersaglio preferito è Marte tanto da averlo voluto osservare con il rifrattore gemello del Merz da 220/3600mm F16,3 che veniva usato dal famoso Astronomo Italiano Schiaparelli. Marte durante le sue opposizioni cioè quando ogni due anni si trova nell'orbita più vicina alla Terra, le dimensioni del pianeta diventano tali da poter incominciare a distinguerne molte caratteristiche superficiali, ho usato parecchio il TAL2 su questo pianeta che si è dimostrato molte volte avido di dettagli a causa non solo del seeing ma della propria atmosfera, però Marte sa essere generoso con i suoi seguaci appassionati dell'osservazione planetaria capitando serate che meritano di essere vissute ad un telescopio. Bene a me capitò il 23 aprile del 1999 tra le 23:00 e la mezzanotte, il seeing non era eccezionale tutt'altro potrei definirlo mediocre e quella era un'osservazione di routine giusto per disegnare nei miei diari le varie fasi di quella opposizione. Marte quella notte aveva un diametro di appena 16" secondi d'arco (ci sono stati anni più favorevoli portando addirittura il diametro planetario marziano a 25" secondi d'arco). Sul TAL2 utilizzavo spesso inizialmente lo Swarovski Zoom 7,7-23,1mm con la solita Barlow Apo SV 2x e successivamente per finire il disegno utilizzavo il Kellner TAL da 15mm con la Barlow 4x per l'uso dei filtri colorati TAL per poter rilevare le tempeste di sabbia o altri cambiamenti atmosferici, ad un tratto mentre utilizzavo ancora lo Zoom per una manciata di secondi è apparsa al centro della superficie marziana una grande fenditura che sembrava percorrere il pianeta da parte a parte e al suo interno vi erano dei micro dettagli che il non sufficiente potere risolutivo del TAL2 non riusciva a districare facendoli apparire e svanire ripetutamente molto velocemente. Preso di sprovvista da questa visione che sarà durata si e no 5 secondi ho provato a mettere su carta questa osservazione meglio che potevo ed è visibile nella foto dei disegni delle "osservazioni più belle" più in alto nella recensione, (fra i quattro Marte disegnati e il primo in alto a sinistra). Da quel giorno alle opposizioni successive negli anni che seguirono non mi sono più interessato dei poli ghiacciati di Marte delle sue nuvole perpetue sopra il Monte Olimpus, delle variazioni climatiche ecc. Mi sono concentrato esclusivamente sul suolo Marziano nella zona tra Tharsis e Amazonis. Non ho mai più avuto la possibilità di rivedere quella grossa fenditura che potrei descrivere come un enorme Canyon e anche dopo che riposi il TAL2 nel suo baule nel 2005, ho continuato ad osservare quella zona marziana con molta attenzione e con molti altri strumenti ma solo il TAL2 mi permise di vederla e fu una grande emozione.
Venere nel TAL2 è quanto di meglio si possa desiderare, le fasi delle falci venusiane sono incredibilmente taglienti e pulite prive di ogni aberrazione cromatica che se appare è esclusivamente colpa dell'oculare, difficilmente trovai uno strumento che me la mostrasse in maniera simile, uno tra questi fu uno strepitoso tripletto apocromatico da 130mm, utilizando un filtro blu che aiuta a intravvedere alcune variazioni di colore di albedo e dell'atmosfera di Venere si possono fare osservazioni interessanti, comunque senza filtri la visione di Venere nelle sue vari fasi che mi offre il TAL2 con dei Plossl Meade serie 3000 è un qualcosa di veramente bello, non ho altri termini per descriverlo.
Solo una volta ho puntato Mercurio con il TAL2, per via della sua eccessiva vicinanza al Sole ho sempre ritenuto questa osservazione rischiosa e da evitare, nonostante questo l'ho voluto osservare lo stesso Mercurio organizzandomi per eludere qualsiasi rischio proveniente dalla luce solare. La tecnica è stata semplice, in pratica ho posizionato il TAL2 di fianco ad una parete abbastanza alta che proiettava la propria ombra sulla parte ottica del telescopio ma che lasciava la visuale del cielo libera per quei pochi gradi che dividono Mercurio dal Sole. Mercurio in quel giorno appariva una piccola falce poco pronunciata e una tonalità giallastra, non mi dava dettagli sulla superficie con nessun filtro, inoltre la turbolenza atmosferica diurna non è che aiuti molto.
Urano nel TAL è un bel pallino color verde acqua marina, spingendo forte gli ingrandimenti diventa semplicemente un pallino un poco più grande, una sera dopo un bel temporale l'aria era veramente tersa e osservando Urano a 600x mi sembrò di intravvedere qualcuno dei suoi tanti satelliti niente di più.
Nettuno nella visione appare molto simile ad Urano solo che ha uno spiccato color blu senza dettagli sulla superficie, comunque risulta divertente da cercare in cielo.
Sono contento che la TAL abbia modificato la propria produzione per creare i telescopi per Astrofili con ottiche di altissimo livello a prezzi ragionevoli. Tutti i vecchi telescopi hanno una storia interessante e particolarità uniche, ma effettivamente questi di produzione Russa TAL (Newton, rifrattori e catadiottrici) sono i più affascinanti anche dal punto di vista storico, legati più alla passione astrofila che a quella commerciale e proprio per questo “e credo in questo caso di scrivere anche a nome di molti altri appassionati” sono grato alla TAL per aver creato questo magnifico Newton che come Astrofilo visualista planetario mi ha regalato immense emozioni e soddisfazioni negli anni. Ho letto spesso quella frase che si trova sulle casse dei vari TAL2 sparsi per il mondo “AMATEUR ASTRONOMER TELESCOPE” ma mi sfuggiva il significato intrinseco riferito al TAL2 fino a che in quella notte del 1999 mi fu chiaro, quella targhetta significa: "Strumento per Appassionati di Astronomia e Intenditori delle ottiche Newton senza Compromessi” almeno io la ho interpretata così...