Giugno-Luglio 2015 e Settembre 2016
Sono sempre affascinato dagli strumenti compatti e trasportabili per via della loro intrinseca facilità di uso e duttilità di impiego. Astrografi, telescopi “grab and go”, compagni di viaggio da valigia, cura nei particolari.
Tra loro la mia personale simpatia la catturano maggiormente i rifrattori apocromatici che sanno interpretare al meglio il ruolo di “secondi strumenti”.
Quando, molti mesi fa, vidi per la prima volta il piccolo 50mm. ED di Telescope Service ne rimasi molto colpito. Lo strumento era al suo debutto in occasione di una fiera del settore e aveva un problema al focheggiatore dovuto forse a qualche corpo estraneo interno ma, nella globalità, lo strumento appariva molto intrigante.
Nei mesi ho chiesto a Riccardo Cappellaro di fornirmene uno per eseguire un test visuale e così, all’inizio di giugno 2015, lo strumento mi è stato consegnato a mano, dopo un lungo viaggio e svariate traversie, insieme ad altri accessori per telescopi.
Lo strumento è molto compatto, estremamente ben rifinito e piuttosto pesante, merito e colpa di una intubazione senza risparmio che ne fa lievitare ovviamente il dato alla bilancia che segna circa 1,5 chilogrammi.
Cuore del piccolo telescopio il doppietto frontale da 50mm. di apertura e 330 mm. di focale realizzato con un elemento ED che lo rende semiapocromatico. La focale di F6,6, il focheggiatore a doppia velocità con riduttore a 1:10, e una serie di accessori pensati prevalentemente per l’impiego fotografico ne fanno una piccola meraviglia dal prezzo non certo popolare di 435,00 euro.
Il sito ufficiale di TS Italia fornisce le seguenti indicazioni sullo strumento che riporto per intero:
TS 50mm f/6.6 rifrattore APO e teleobiettivo con lenti ED
Apertura: 50mm - Lunghezza focale: 330mm - f/6.6 - doppietto ED spaziato in aria
Il TS APO 50mm di Teleskop Service offre immagini esenti da aberrazione cromatica.
Questo telescopio compatto è particolarmente adatto per le osservazioni diurne e notturne, inoltre è un teleobiettivo apo da 330mm se usato con una DSLR. Con un ingombro di soli 25cm e un peso di appena 1270gr è un compagno di viaggio eccellente e soprattutto poco ingombrante! Inoltre offre tutti i vantaggi di un telescopio superiore.
Ambiti di utilizzo del TS 50mm f/6.6 ED Apo:
Vantaggi e dettagli costruttivi del TS 50mm f/6.6 ED Apo:
Il focheggiatore lavorato in CNC con filetto SC:
Questo focheggiatore riesce a caricare camere pesanti oppure oculari di generose dimensioni senza flessioni o slittamento. Una vite di blocco assicura il mantenimento della precisa posizione di fuoco durante l'utilizzo (specialmente astrofotografico). Con la riduzione 1:10 l'operazione di messa a fuoco è precisa e facile, per ottenere immagini nitide.
Il focheggiatore possiede inoltre un filetto SC per poter montare altri accessori compatibili con questo standard, inoltre un riduttore 1.25" è incluso per le applicazioni visuali.
Il nostro TS 50mm APO f/6.6 usato come telescopio o spotting scope:
Spotting scope per osservazioni naturalistiche: consigliamo l'uso del prima di Amici (cod. TSA45) per avere un'immagine correttamente
orientata nel senso alto/basso e destra/sinistra. In aggiunta la comoda posizione di osservazione permette un tempo di osservazione ben superiore rispetto a molti altri (anche ben più costosi)
spotting scope.
Telescopio per osservazioni celesti: raccomandiamo l'utilizzo di un diagonale dielettrico da 1.25" di qualità e con il 99% di reflettività (cod. TSZS1D). Consente la massima trasmissione della luce e il miglior contrasto.
Oculari e ingradimenti consigliati:
10.3x - 5° di campo visivo - cod. TSSP32 - 32mm Super Ploss. Massimo campo visivo ottenibile e immagine luminosa per osservazioni a
grande campo
27.5x - 2.5° di campo visivo - cod. TSWA12 - 12mm grandangolare. Per ingrandimenti e risoluzione intermedi.
41.2x - 1.4° di campo visivo - cod NED8 - 8mm grandangolare. Più risoluzione e ingrandimento, ideale per le osservazioni naturalistiche
66x - 0.9° di campo visivo -cod. NED5 - 5mm grandangolare. Alto ingrandimento e risoluzione ideale per risolvere dettagli fini
103x - 0.58° di campo visivo - cod. HR3 - 3.2mm oculare planetario. Massimo ingrandimento ottenibile, ideale per osservare la Luna, i pianeti, stelle doppie e per tutti gli ambiti di utilizzo nei quali si richiede la massima risoluzione del TS 50mm ED APO
Il nostro TS 50mm ED APO usato come veloce teleobiettivo 330mm f/6.6:
Con l'adattatore opzionale T-adapter e l'anello T2, è possibile collegare la propria reflex al telescopio. In questo modo si ottiene un teleobiettivo contrastato e veloce con i seguenti dettagli:
Con tempi di posa brevi è possibile utilizzare il TS 50mm ED APO a mano libera. Ovviamente è presente un adattatore 1/4" per treppiedi fotografici. La messa a fuoco minima è a circa 5m dal soggetto.
Il 50mm TS ED si adatta a pressochè tutti i tipi di telescopio per essere usato come cercatore di altissima qualità o telescopio di guida in grado di generare stelle particolarmente puntifomi. Inoltre con il supporto per cercatore opzionale, può essere regolato in modo dolce e solido rispetto al telescopio principale.
Dettagli tecnici:
Materiale consegnato:
Lo strumento è giunto in un caldo pomeriggio di inizio Giugno e la curiosità di provarlo mi ha divorato. Non avendo tempo e voglia di assemblare una delle piccole montature equatoriali che giacciono negli armadi (le varie RV-85 - Vixen Super Polaris), né di trasferire la colonna della EM-100 mi sono accontentato della CEM-60 che ho in postazione fissa. Le masse in gioco, una volta installato il tubo ottico sulla Ioptron, sono tali da strappare un sorriso a chiunque ma la comodità dello stazionamento fisso e del sistema di ricerca computerizzata degli oggetti celesti mi ha permesso di inquadrare velocemente sia Venere che Giove con il cielo ancora azzurro e il sole che si avviava al tramonto.
Va detto che la corta focale dello strumento non si adatta all’osservazione planetaria ed è quindi indispensabile dotarsi di oculari a cortissima focale e anche di una buona barlow. Così ho rispolverato la valigetta dei plossl simmetrici e una Celestron Ultima 2x barlow.
Inquadrare il pianeta Venere con un 20mm. (per un potere di circa 17x) equivale ad avere una immagine giocosa. Il pianeta, perfettamente centrato nel campo inquadrato, è un microscopica Luna al primo quarto. Spostando l’immagine verso bordo campo emerge una certa aberrazione cromatica segno che l’oculare e il semplice doppietto ED non riescono a fornire un campo completamente privo di cromatica extrassiale.
Aumentando gli ingrandimenti e tenendo il pianeta al centro l’immagine diventa interessante.
L’oculare plossl da 6mm offre 55x e con il 4mm. si sale a circa 83 ingrandimenti che cominciano ad essere un potere capace di mostrare i primi macroparticolari. La visione migliore si ottiene però accoppiando il 6mm. alla balrlow 2x che permette poco più di 110x. A questo potere il pianeta offre bella immagine di sé e accenno delle indentature sulle cuspidi del terminatore. E’ percepibile una leggera aberrazioe cromatica dovuta forse più all’agitazione atmosferica che non alla correzione del doppietto ED. Anche il potere di 165x, oculare 4mm e barlow 2x, sembra ben tollerato e il pianeta resta bello e contrastato anche se noto dalla parte del lembo una leggera ribattitura “flou” esterna.
Con il 4mm. (sempre 83x) Giove appare un po’ piccolo ma ben netto. Il cielo è ancora molto chiaro e il contrasto ne risente ma attendendo il primo imbrunire, prima che il pianeta sia troppo basso, ho goduto di una manciata di minuti per valutare le potenzialità di massima dello strumento che non sono affatto male.
Nonostante permanga una sensazione di non perfetto "fuoco" al lembo del pianeta (forse dovuto a una combinazione tra cromatica atmosferica umidità dell’aria - ma non ne sono sicuro), ai 110x offerti dal 6mm + barlow2x i dettagli sul globo sono tanti.
Le due bande equatoriali lasciano intravedere alcuni accenni di struttura, come se non fossero “piene” e anche un po’ di frastagliature. Le zone temperate mostrano alcuni accenni di banda e le zone polari un imbrunimento quasi uniforme. Ho colto a tratti qualcosa nella fascia equatoriale, forse un accenno di festone ma non ne ho certezza.
Incoraggiante anche la resa su Algieba che appare splendidamente separata con gli anelli di diffrazione (uno solo per ogni stella) ben disegnati anche se lievemente irregolari, specialmente in una univoca direzione. Questo accenno di difetto, colto appena su Giove, visto forse come ribattitura del lembo su Venere, e ritrovato su stelle di non primissima grandezza mi ha lasciato dubbioso.
Sotto due immagini di VENERE e di ALGIEBA riprese in afocale usando un telefonino Samsung S4 tenuto a mano accostato all’oculare plossl da 4mm. E’ stato usato lo zoom 4x del telefonino. Le immagini non hanno filtri ed elaborazione.
Nonostante le immagini di Venere e Giove fossero piuttosto buone la resa su Algieba (che risultava comunque ben separata) mi ha lasciato come dicevo il sentore che qualcosa non andasse per via di una "scarred light" laterale asimmetrica.
Lo star test ha palesato il problema. Avendo Arturo alta sull’orizzonte ho scelto la alpha Bootis per eseguire il test di focalizzazione e il difetto intravisto si è immediatamente denunciato. Le immagini di inra ed extrafocale soffrono infatti di una sezione non a posto. Si evince una riga che taglia, quasi tangente il bordo esterno degli anelli, e che divide nettamente la parte centrale dell’immagine (quasi perfetta) da quella periferica che è completamente fuori fuoco e deformata. Sembra quasi che ci sia un “nastro adesivo trasparente” incollato sul bordo delle lenti o una “piallatura” di una delle quattro superfici ottiche.
A fuoco e ad alto ingrandimento su una stella luminosa il problema si trasforma in un “baffo” triangolare laterale fuori fuoco.
Un vero peccato che rende di per sé invendibile l’ottica e che probabilmente inficia solamente l’esemplare in mia mano.
Con l’autorizzazione del proprietario (TS ITALIA), mi sono permesso di smontare l’ottica e il resto dello strumento per cercare di capire cosa non andasse anche perché ad una indagine ottica le lenti appaiono perfettamente uniformi e non ho visto alcun impedimento all’interno del tubo alla corretta focalizzazione.
Sopra l’immagine in INTRAFOCALE, sotto quella in EXTRAFOCALE
Il piccolo TS 50-ED si smonta in un attimo ed è fatto bene. Non concordo con la possibilità di rotazione del focheggiatore, o almeno non gradisco il modo in cui è fatta (tenuta frizionata da due grani e una vite poste a 120°) la cui movimentazione porta ad inevitabili disassamenti e disallineamenti del gruppo focheggiatore. Del resto è così in molti strumenti e, Takahashi a parte, una croce generalizzata.
Averlo smontato tutto per non trovare nulla che potesse intercettare il facsio ottico è stato disarmante, così ho aperto anche la cella ed estratto il doppietto. L’ho segnato doverosamente e poi ho separato crown e flint. La microspaziatura tra i due è assicurata da una sorta di “o-ring” di gomma dura a sezione rettangolare. Ho pulito le lenti e le ho rimontate. Durante le operazioni di smontaggio e rimontaggio ho notato che la ghiera filettata che tiene in sede il doppietto non appare perfettamente ortogonale al bordo della cella stessa. Questione di decimi di millimetro (1 o 2 circa) ma il problema è visibile ad una attenta analisi.
Ho notato che il filetto di guida lavora correttamente e quindi, almeno in prima battuta, ho rimontato il tutto senza inserire spessori compensatori di prova.
Nonostante il mio impegno l’ottica, pulita e ripulita, segnata con i riferimenti, ruotata nei suoi due elementi, non va a posto. Evidentemente il problema è proprio nella lavorazione di uno dei due elementi anche se il verdetto non è certo con i miei mezzi.
Riccardo Cappellaro di TS ITALIA, che ha seguito l’evolversi della vicenda, si è ripreso lo strumento (che ricordiamo era una versione “DEMO”) e lo ha mandato in laboratorio per controlli fornendomene uno nuovo affinché possa continuare il test intrapreso.
Ho avuto a disposizione un nuovo TS 50 millimetri solo a inizio settembre 2016 e l’esemplare giuntomi ha mostrato tutto il suo reale potenziale.
Lo star test si è fregiato di immagini molto simili tra intra ed extra focale con una maggiore incisione in intra e con un leggerissimo alone verde oltre l’ultimo anello e una dominante magenta interna nell’immagine di extra focale.
Perfettamente collimato e privo di qualsiasi aberrazione geometrica rilevabile, lo strumento mi è stato compagno di osservazioni molto piacevoli.
Lo star test è stato eseguito con oculari Takahashi LE da 7,5 - 5 e 2,8 millimetri per poteri rispettivamente di 44x, 66x, e 118x circa.
Anche al potere maggiore la focalizzazione è molto precisa con un dischetto di Airy ben rotondo e un primo anello di diffrazione debole e continuo. A tratti si intuisce (ma solo quando il seeing decade) un poco di luce diffusa.
Ho tratto la sensazione che la correzione nel “rosso” non fosse del tutto “apocromatica” notando, in alcuni momenti, una certa sbavatura ma potrebbe anche essere riconducibile ai balletti della turbolenza atmosferica.
Sul versante delle prestazioni ottiche pure ho provato a inquadrare la Epsilon Bootis che a 118x si mostrava come una coppia di “8” piuttosto ben disegnati anche se con i dischi di Airy addossati e quindi senza la separazione classica del “filo nero tra i due astri”. La prova ha ulteriormente confermato (come del resto lo star test) assenza di astigmatismo e una buona definizione dell’immagine.
Armato del 5mm. Takahashi (potere di 66x), ho osservato la doppia Sheliak che offriva uno spettacolo gustoso con la primaria bianca e il suo relativo anello di diffrazione e una secondaria di un formidabile blu cobalto scuro. Lo strumento ha in questo frangente dimostrato una notevole resa dei colori e delle loro saturazioni tanto che difficilmente ho in altri casi goduto di un tale blu nella compagna di Sheliak A. Altrettanto ottima si è rivelata anche la visione di Albireo che ha confermato una notevole capacità di saturazione delle tinte.
Meno entusiasmante la prova sul campo corretto che ho eseguito con un oculare LE da 30 millimetri. Il test, molto severo dato il basso ingrandimento (11x) e il campo inquadrato di oltre 4,7° reali, ha denunciato una correzione non spinta della curvatura di campo che comincia a farsi notare a circa 2/3 dell’immagine con una notevole incurvatura delle tracce stellari a ridosso del field stop dell’oculare.
Con le luci del mio giardino accese (!) e sotto il cielo lattiginoso di Milano ho provato a cercare la nebulosa M27 (quasi allo zenit) nella Volpetta.
L’immagine mi ha sorpreso mostrando un “fantasma” della nebulosa di cui potevo percepire vagamente la forma a clessidra. L’oculare da 5 millimetri e quello da 7,5 si sono rivelati i migliori nell’evidenziare tracce dell’oggetto.
Lo strumento, fatta salva la sfortunata vicenda della versione “DEMO”, si è rivelato molto bello. Piccolissimo, ben realizzato, è davvero un microscopico gioiellino. Le prestazioni che sfoggia sono al limite consentito dal diametro della sua ottica e la sua resa globale appare piacevolissima su tutti i soggetti stellari e planetari alla portata dei 5 cm. di apertura.
Delizioso per visioni a basso e medio ingrandimento sulla Luna, ottimo per l’osservazione a largo campo del Sole, molto piacevole sotto cieli bui per scrutare i larghi campi della Via Lattea, il piccolo TS50ED non disdegna anche qualche ingrandimento spinto, almeno su stelle doppie, ed è un giocattolo da taschino che lavora bene anche in osservazione diurna come canocchiale naturalistico.
Costa, perché 435 euro non sono pochi, ma resta a buon mercato se confrontato con i poco più grandi FS60 Takahashi o TeleVue 60i, e addirittura regalato se si prende in considerazione il pari diametro Borg 50FL.
Va valutata, semmai, la sua reale necessità per l’astrofilo che può trovare in questo piccolo 2 pollici un compagno da inserire in uno zaino (magari limitandosi a un banale cavalletto fotografico) oppure un cercatore di super lusso per ottiche di diametro maggiore.
Credo che possa anche essere un ottimo astrografo ammesso di trovare uno spianatore che gli consenta di lavorare in modo puntiforme su tutto il campo inquadrato anche se, considerando il resto della strumentazione necessaria a tale impiego, forse preferirei sposare i suoi fratelli di maggiore diametro.
Io non lo compro, ma solamente perché mia moglie mi insulterebbe considerando il parco strumenti a mia disposizione ma, sia chiaro, mi piace e mi diverte. Del resto, anni fa, acquistai un PRONTO TeleVue come cercatore per il mio Takahashi FS-102 di allora...
Compratelo quindi se potete e volete togliervi lo sfizio di avere un microrifrattore “cool” senza che questo vi sveni completamente, ma se siete alle prime armi ritengo non sia lo strumento per voi. Decisamente meglio un popolare 80/910 con montatura e oculari che costa completo una cifra analoga e permette, senza troppe velleità, una mezza vita di osservazioni.