MONTATURA URANIA C.R.T - restauro filologico

Ottobre 2013

INTRODUZIONE

Con tutta la strumentazione che "ingombra a vario ritolo" la mia postazione milanese e anche quelle montane sarebbe da chiedersi cosa ci faccia una ennesima montatura (anzi: un pezzo di pesante ferraglia) al mio cospetto, per di più bisognosa di un restauro conservativo e di qualche finitura.

Dovreste chiedere a quel mattacchione del mio amico Sergio che me l'ha rifilata con la scusa del mio amore per il "vintage"... ma che, forse, ha fatto cosa non malvagia considerando che la montatura in questione, una URANIA C.R.T. equatoriale ha ancora qualcosa da dire e forse merita una seconda giovinezza.

Immagini varie della montatura e delle parti accessorie prima dell'intervento di restauro.

UN RESTAURO "FILOLOGICO"

Il restauro di questa montatura è opera relativamente semplice.

Meccanicamente, se si fa eccezione per la sostituzione di alcune viti e bulloni, la pulizia e il reingrassaggio delle parti mobili, la pulizia delle parti ottonate, il monta/smonta, non vi è nulla da fare.

Il lavoro è cominciato con lo smontaggio del variatore di frequenza Meade, la riverniciatura del carter nel colore scelto, la sostituzione della viteria, il ricollegamento del cavame e la sua pulizia.

Sono stati anche sostituiti i cavi e i contatti del motorino sincrono in A.R. e la pulizia e riverniciatura del suo carter di protezione.

La montatura è stata smontata completamente e le parti metalliche riverniciate senza però rimuovere completamente la vecchia pittura. Questo semplicemente per risparmiare tempo e mantenere l'aspetto "vissuto" dei pezzi.

Devo dire che, a lavoro finito, mi è venuta voglia di procedere a una sverniciatura globale ma avrei dovuto anche operare la stuccatura di molte parti in alluminio, cosa che ha tenuta nel tempo limitata e che, per il momento, ho deciso di non fare.

Le parti ottonate sono state completamente pulite e passate a flessibile, e anche i bulloni originali, di foggia semplicissima tanto che possono essere recuperati nuovi in qualsiasi ferramenta al costo di pochi "cent", sono stati lasciati originali, semplicemente passati uno ad uno a flessibile per eliminare le vecchie verniciature e la patina del tempo. Il tutto ha assunto quindi un aspetto "restaurato" e, a parte alcune viti e cavi elettrici, nulla è stato sostituito. A questo proprosito devo dire che, nei giorni dedicati al "restauro", non avevo a disposizione un cavo arrotolato a torciglione che ritengo essere esteticamente più "agreable". Quello utilizzato sarà quindi oggetto di futura sostituzione.

Originariamente queste montature venivano proposte con una colorazione in vernice nera opaga goffrata ma l'esemplare in mio possesso è giunto a me con un colore blu "glitterato" che mi piaceva e, per la sua riverniciatura, ho scelto un colore quasi uguale con effetto micalizzato.

La montatura, accettata la sua spartanità, è meccanicamente molto valida. La corona in A.R. misura circa 18 cm. di diametro (un po' come quelle che equipaggiano le AP 900) e il movimento sincrono è fluidissimo proprio grazie alla generosa dimensione della ruota e della vite senza fine che è accoppiata in modo ottimale alla corona. Gli assi sono in acciaio pieno e il loro movimento è garantito da due cuscinetti di buone dimensioni su entrambi gli assi.

Il vantaggio di queste vecchie montature è quello di avere "tutto in vista" e di poter quindi essere facilmente manutenute e registrate. Inoltre, e questo si traduce in una ottima fruibilità "sul campo", gli assi hanno la possibilità di essere liberi da frizione pur mantenendo il moto di trascinamento.

Si tratta, in sintesi, di una valida montatura per osservazioni visuali con strumenti di peso medio (diciamo intorno ai 20/25 chili).

Per le sue caratteristiche penso che sia ideale abbinarla a un cassegrain da 20 o 25 cm., oppure a un SC di diametro analogo, anche se, in effetti, nasce probabilmente in abbinamento con tubi ottici di tipo newtoniano.

Quello che manca è la mezza-colonna di sostegno che dovrà essere abbinata ai tre "piedi" alleggeriti dotati di ruote e viti calanti.

Sarà qundi necessaria, nel futuro prossimo, una visita in officina alla ricerca di un tubo per lealizzare la mezza colonna e poi studiare l'abbinamento di questa montatura con uno strumento adeguato.

Penso che, indipendentemente dalla voglia di realizzarlo, che sarebbe corretto, almeno dal punto di vista filologico, realizzare un cassegrain da 30 cm. ad "hoc" con la livrea tipica degli strumenti anni '70.

Con calma cercherò una soluzione, magari chiedendo in giro alla ricerca di qualche "residuato" con specchi in buono stato che necessiti di una sistemata e che sia, per peso e/o cambio di interesse, divenuto demodé al suo proprietario.

Immagini della montatura "rivitalizzata", ancora in attesa della sua colonna e dello strumento che dovrà ospitare.

QUALCHE DOCUMENTO "STORICO"

E' merito di PAOLO MARIA RIUSCITI se sono venuto in possesso di questi vecchi articoli e pubblicità, comparse in vari numeri a cavallo degli '80 sulla rivista "L'Astronomia". La collaborazione di Paolo, che ringrazio per la sua utilissima opera, ha riesumato alcune nostalgiche testimonianze che, nel mio modo di vedere, fanno bene all'astronomia amatoriale anche a trent'anni di distanza...

Dopo qualche ricerca sono giunto a contattare il gentilissimo ENRICO TOGNI, in forza a URANIA C.R.T. per cinque anni, che si è offerto di raccontarmi alcune memorie di cui mi ha dato permesso di pubblicazione. Le trovo interessanti e utili e le riporto per come le ha scritte lo stesso Enrico.

NX-155

Tra i vari strumenti in forza alla produzione URANIA del tempo vi era anche un bel newton su montatura a forcella. Era siglato NX 155 e si trattava di un newton classico da 15,5 cm. di diametro e focale di 1 metro. Uno di questi è ancora operativo e proprietà dell’astrofilo PAOLO FINI, che ne ha curato il restauro e mi ha inviato il suo lavoro. Di seguito alcune immagini dello strumento completo.

 

Queste le parole di Paolo Fini a commento dello strumento:

 

“Mi fa impressione la semplicità della meccanica che dopo 33 anni non ha un minimo di gioco o usura. Il fuocheggiatore a vite in passato mi pareva un po' ballerino ma con gli oculari 82 gradi diventa solido e di grande precisione non rimpiangi i crayford.

 

L'etichetta non è originale ma l'ho rifatta identica giallo/nero invece di argento/nero.

 

Ho dovuto mettere il moto riduttore perché il motore sincrono originale non si trova più in commercio e poi farci le connessioni a terra per la sicurezza elettrica che non mi pare ci fosse all'epoca ma non vorrei restarci fulminato :-)

 

Ottica rialluminata a Firenze alla LAV 

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