THE CAMBRIDGE DOUBLE STAR ATLAS

Gennaio 2018

INTRODUZIONE

Ho acquistato due volte il volume oggetto della nostra breve recensione poiché il primo, che mi ha fedelmente accompagnato per circa tre anni di osservazioni, è andato misteriosamente smarrito.

Benché sia oggi facile, e in certi sensi anche più preciso rivolgersi al web per ottenere posizione e caratteristiche dei sistemi multipli (con il vantaggio di accedere ai valori di separazione e posizione angolare aggiornati costantemente), avere un atlante è sempre piacevole e offre una autonomia dal computer apprezzabile.

Ho quindi desiderato riavere il libro e mi sono rivolto all’ormai infinito bacino di Amazon dove ho potuto acquistarlo alla invitante cifra di 33 euro circa compresa spedizione. 

Il Cambridge Double Star Atlas è giunto a casa in un paio di giorni portando seco una sorpresa che si sarebbe rivelata molto gradita.

Aprendo l’involucro protettivo di spedizione ho estratto il volume che appariva, per grafica iniziale, diverso da quello a cui ero abituato. Nelle mie mani avevo infatti la “seconda edizione” che si è rivelata preferibile andando a correggere alcune impostazioni che avevo criticato nella versione di prima stampa.

Tralasciando la grafica e impaginazione lievemente diverse (benché non nelle carte stellari come era ovvio) mi permetto di scrivere qualcosa riguardo a questa edizione oggi disponibile (gennaio 2018).

Copertina della PRIMA edizione (foto sopra).

DESCRIZIONE E CARATTERISTICHE

Il volume si compone di 175 pagine (di cui 169 numerate) in carta semi-rigida, con l’aggiunta di copertina anteriore e posteriore, rilegate a spirale metallica, il tutto in formato lievemente superiore allo standard A4.

Benché la carta sia lievemente patinata e di ottimo spessore, il volume appare (e lo è a tutti gli effetti) piuttosto delicato e va maneggiato con cura se si desidera averlo compagno per lungo tempo.

Indubbiamente la scelta (che è analoga a quella della “prima edizione”) aiuta a contenere molto il prezzo di acquisto ma devo ammettere che avrei preferito un costo doppio iniziale (quindi ipotizzabile sui 50/60 euro) con una carta plastificata molto più adatta a sopportare senza danni l’umidità della notte accanto al nostro fidato telescopio.

Tralasciando la parte dei ringraziamenti, la prima sezione del libro, dipanata in 18 pagine ben scritte e argomentate, è dedicata ad una lunga introduzione divisa per capitoli nei quali si offre al lettore un approccio minimalista ma estremamente ben curato alla osservazione dei sistemi multipli con disegni, spiegazioni sulle orbite generali, cenni ai vari cataloghi in uso nel passato e in data odierna, consigli sugli strumenti e sulle tecniche di osservazione e alcune digressioni generali molto adatte a fornire un quadro completo e scientificamente valido anche ad osservatori poco più che occasionali.

Seguono le carte di mappa, che coprono l’intera sfera celeste e che sono molto ben disegnate con una magnitudine minima superiore alla settima (7,5 per l’esattezza) oltre a riportare altre stelle poco più deboli che possono essere di aiuto nella tecnica dello “star hopping”.

Sulle carte sono riportati i principali oggetti del cielo profondo appartenenti ai cataloghi Messier (completo) oltre a quelli più luminosi e cospicui compresi in altri cataloghi classici come l’Uppsala, il New General, l’Index, Barnard e altri.

A questo proposito vorrei dire che, almeno per i possessori di strumenti amatoriali, le informazioni di posizione contenute nelle carte dell’atlante sono sufficienti ad una vita intera di osservazioni tanto che molti degli oggetti indicati sono difficilmente visibili con soddisfazione minima anche ai possessori di dobson da 16 pollici o più rendendo il Cambridge Double Star Atlas un supporto che si può considerare completo e più che esaustivo.

Le stelle doppie o multiple sono indicate in modo molto chiaro (appaiono graficamente come pallini di dimensione più o meno grande a seconda della magnitudine complessiva barrati da una sottile linea orizzontale) permettendo la loro individuazione immediata. Accanto al simbolo grafico è riportata la sigla, in colore verde, del catalogo di riferimento principale (cosa molto istruttiva e che invita ai rimandi di “appendice” affinché non si perda la “storia” degli osservatori che le hanno per primi catalogate e misurate.

Seguono ben cinque appendici (di cui la prima è la più importante) che riportano i cataloghi di riferimento, le orbite, l’alfabeto greco e, ovviamente, tutti i principali parametri necessari all’osservatore.

Quest’ultimo (nell'appendice denominata “A”) occupa altre 80 pagine circa ed è finalmente (cosa che avevo fortemente criticato nella prima versione) diviso per costellazione offrendo così un più valido supporto.

In difformità e completamento della prima edizione compare finalmente anche l’angolo di posizione che però sappiamo essere un parametro variabile (come del resto la separazione angolare). Benché questo "cristallizzi" la validità assoluta dell’opera alla data di prima pubblicazione rende però completo il volume permettendo di un controllo immediato su rilevazioni dubbie o al limite visuale durante l’osservazione e rimandando, per lavori di maggiore precisione, agli aggiornamenti continui che compaiono sui database on-line.

Come tutti i supporti cartacei da utilizzarsi al buio o quasi (l'osservazione di stelle doppie consente anche la presenza di qualche luce vicina all'osservatore) si devono valutare tre esigenze complementari: illuminazione del libro, suppporto del libro, protezione del libro dall'umidità.

Nella mia vita ho passato decine di notti con le gambe accavallate sostenendo i vari libri in bilico, con una pila in mano o con il continuo accendersi e spegnersi dello schermo del telefono per ottenere illuminazione, e ho rimediato volumi gonfi di umidità... Poi mi sono miracolosamente ingegnato e ho risolto il problema permettendo anche una certa agiatezza di osservazione.

Un leggio da spartito musicale, un foglio di plastica leggera, e un lumino da lettura libro con una carta rossa a schermare la luce bianca e il gioco è fatto. Ognuno si attrezzi come vuole ma vale la pena ricordare che la comodità e praticità sono le basi di una buona e proficua osservazione.

CONCLUSIONI

L’opera è edita in inglese, con dispetto per chi non mastica la lingua estera, ma è disponibile anche su supporto informatico benché questo ne alteri a mio avviso la “purezza” ma che può essere più facilmente tradotto in italiano.

Personalmente ritengo il Cambridge Double Star Atlas un volume indispensabile nella biblioteca minima di un buon astrofilo, indipendentemente che la sua attenzione ai sistemi multipli sia profonda o semplicemente “turistica”. Il costo è limitato, l’opera è ben fatta e foriera di educazione all’osservazione tradizionale, e potrebbe avvicinare alla visione delle “neglette doppie” anche osservatori alle prime armi.

Ci potete contattare a:

diglit@tiscali.it

oppure usare il modulo online.

n° di accessi al sito dal 10/4/2013

 

 

 

 

 

 

 

 

Stampa | Mappa del sito
© ARCHITETTO PAOLO CASARINI