LA STRUMENTITE E LA QUIETE

Riflessione sulla "necessità" - anno 2014

Quando ci si appassiona “all’altra metà del paesaggio” lo si fa prima ad occhio nudo poi, necessariamente (o quasi) con uno strumento. Sia questi un telescopio o un binocolo fa poca differenza.

Guardare attraverso qualcosa che si frappone tra il nostro occhio e la volta stellata è foriero di meraviglia e disappunto al tempo stesso.

Meraviglia perché ci vengono rivelati aspetti che il solo occhio ci tiene nascosti, disappunto perché, qualsiasi sia stata la nostra scelta, si insinua in noi il tarlo del miglioramento.

E’ innata la voglia di “vedere di più”, o “meglio”, e pochi riescono a rimanere affezionati al primo strumento lasciandosi convincere che, per quanto si faccia, più di tanto non si può.

Per gli altri comincia un momento di confronto, lettura, desiderio e trepidazione.

Perché esiste, sempre, uno strumento migliore.

E così si finisce con l’acquistare altro, con il dare retta alle recensioni di cui riviste prima e il web poi sono piene, illudersi che esista una panacea.

Alcuni di noi si sono lasciati rodere da questo tarlo e hanno accumulato strumenti, a voltei molto diversi altre francamente identici (o quasi), trasformandosi da ammiratori del cielo a collezionisti e amanti dello strumento in sé.

Non è un male, perché tutto porta ad aumentare la propria conoscenza, ma riuscire a fermarsi e analizzare in modo distaccato quanto si è fatto è difficile e non sempre lusinghiero.

Qualcuno, dopo aver cercato (e trovato) nei quattro angoli del mondo gli strumenti che desiderava (o almeno alcuni di questi dato che i desideri cambiano velocemente), si è accorto di non essere pago, di rimpiangerne alcuni acquistati e poi venduti, di aver compreso che il proprio tempo all’oculare è stato eroso dagli impegni quotidiani, dalla famiglia, dalla stanchezza, dal tempo meteo che non è mai quello sperato.

Accade a molti, a me ad esempio.

E allora cosa si fa?

Ognuno trova i propri motivi e giustificazioni. Quando non osserva scrive, pubblica, a volte si “incattedra” su qualche forum e detta la propria verità (ridicola, quasi inutile, e a tratti anche offensiva). Altri semplicemente smettono... o quasi.

Poi c’è anche chi riesce a fare un “mea culpa” e vende molti degli strumenti lungamente agognati cercando di tenere quelli indispensabili (come se ne esistessero, di indispensabili...).

Io sto cercando di seguire questa ultima strada: meno tempo a testare e più a osservare, come “nel bel tempo che fu”.

E voi?

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