Anno 2013
Mi piace l'idea che si possa "fare" anche con attrezzature modeste.
Esistono astrofili che, in barba alla corsa agli armamenti strumentali che imperversa in questi anni, ottengono risultati lodevoli anche con attrezzature di poco costo. Sono quelli che mi piacciono di più. Con questo nulla tolgo alla estrema perizia con cui vengono ritratti oggi la Luna e i pianeti del nostro sistema solare e che portano a dettagli che hanno dell'incredibile e immagini che quasi rivaleggiano con quelle dei migliori strumenti professionali esistenti. Ma "il tanto con poco" mi solletica più di ogni altra cosa, anche perché risulta alla portata di ogni tasca e non discrimina nessuno.
Il metodo afocale, quello cioè di riprendere attraverso il telescopio usando una banale macchina fotografica dotata del suo obiettivo (e il più delle volte sorretta "a mano"), risulta perfettamente aderente alla filosofia del "minimo indispensabile".
Così, per la prima volta in oltre 25 anni di osservazioni del cielo, mi sono avvicinato a questo modo di fotografare.
Ho scelto, per l'occasione, un piccolo rifrattore acromatico da 63mm (uno Zeiss AS-63/840 - che è piccolo ma sicuramente non economico) e una macchina fotografica digitale compatta della Canon. Fatta eccezione per l'AS-63 (che avrebbe benissimo potuto essere sostituito da un economico 60/900 giapponese di 40 anni fa), il resto dell'attrezzatura è di "primo prezzo". Una vecchia montatura Vixen Super Polaris motorizzata in ascensione retta, un diagonale, una serie di oculari (ne mio caso i Takahahsi LE ma andrebbero egualmente bene dei plossl cinesi per questo intento), una sedia compongono il set-up della serata.
La Luna è al primo quarto e transita alta in cielo divenendo il soggetto ideale della prova.
La Luna ripresa in "afocale" con interposizione di un oculare da 18mm.
conversione in "bianco e nero" - strumento Zeiss AS 63/840
La Luna ripresa in "afocale" con interposizione di un oculare da 7,5 mm.
conversione "in bianco e nero" - strumento Zeiss AS 63/840
La Luna ripresa in "afocale" con interposizione di un oculare da 7,5 mm. + zoom - versione a colori - strumento Zeiss AS 63/840. L'aberrazione cromatica residua è dovuta all'obiettivo della camera digitale
Le riprese sono state realizzate tenendo accostata "a mano" la piccola digitale all'oculare, senza utilizzo di supporti di alcuna natura. Ovviamente un sistema di blocco della macchina fotografica solidale al telescopio avrebbe migliorato non di poco la nitidezza dell'immagine (prossimamente affronterò anche questo tema), ma ritengo che questo aiuto complichi e snaturi la semplicità assoluta del metodo usato.
Novembre 2014
Fotografare al telescopio i corpi del sistema solare, e la Luna in particolare, è sempre attività divertente e foriera di soddisfazioni. Anche quando non si dispone di mezzi cospicui è possibile, con un minimo di attenzione, ottenere risultati dignitosi.
Per questo esperimento, oggi quanto mai alla portata di tutti avendo i telefonini moderni fotocamere integrate di qualità elevata, ho voluto ridurre al minimo l’attrezzatura a disposizione e operare in condizioni tipicamente “turistiche”, senza quindi mirare in alto ma semplicemente provando a riprodurre le condizioni tipiche di chi ha poca voglia e non è un fanatico della collimazione strumentale.
Ho usato, installato su una vecchia Vixen Super Polaris dotata del solo inseguimento in ascensione retta, un newton da 10 cm. e 1 metro di focale. Lo strumento appariva, all’atto del test, pesantemente scollimato con problemi anche di ortogonalità tra lo specchio secondario e l’asse del focheggiatore. In visuale queste condizioni impongono limitazioni alle prestazioni globali molto forti tanto che l’immagine del nostro satellite diventa “flou” e perde incisività già a partire dai 40 ingrandimenti.
L’oculare di proiezione scelto, un plossl simmetrico cinese da pochi euro e 25 millimetri di focale, offre proprio l’ingrandimento indicato limite e la mancanza di un rivestimento interno al tubo (completamente privo di annerimento) porta un ulteriore abbassamento del contrasto generale dell’immagine.
Ho dedicato alle operazioni di ripresa 5 minuti esatti, sufficienti a scattare una decina di immagini tra cui ho scelto le due apparentemente migliori.
Il trattamento delle stesse è avvenuto con un lieve ritocco, tramite photoshop, ai valori principali (contrasto e dominanti cromatiche) e non ha fatto uso di filtri post produzione particolari.
Si tratta di scatti singoli con il telefonino (un Samsung S4 normalissimo) tenuto a mano cercando, nei limiti del possibile, di inquadrare correttamente il fascio ottico fuoriuscente dall’oculare.
Credo che siano, quelli postati, risultati dignitosi ad appannaggio di chiunque e che possono essere di stimolo per chi, con un telescopio da poco o messo in condizioni “pietose” di collimazione, abbia desiderio di riprendere la Luna senza grande impegno.
Nell’anno 2015, a cominciare dall’agosto, sono stati pubblicati su questo sito una serie di articoli sulla fotografia afocale perpetrata attraverso l’uso di SMARTPHONE. Li si possono trovare alla sezione dedicata con richiamo diretto dalla home page FOTOGRAFIA CON IL CELLULARE o al link diretto:
http://www.dark-star.it/fotografia-con-il-cellulare/
Consiglio a tutti gli interessati in materia di leggerli essendo, de facto, il primo vero esaustivo compendio alla fotografia astronomica planetari con smartphone esistente.