TS ED 70Q

Agosto 2014

INTRODUZIONE

I rifrattori mi piacciono, sempre. Oggi vanno di moda quelli piccoli, corretti, fotografici, “cool”... Ho testato il nuovo TS ED 70Q marchiato TS per vedere quanto, visualmente, sia in grado di conquistarsi un posto meritevole nel caleidoscopico mercato di oggi.

INTUBAZIONE

La meccanica dello strumento è di ottima fattura. A suo discapito solo il peso (circa 3 chilogrammi) e un tappo copri ottica in alluminio anodizzato con filetto che avrei preferito fosse in semplice pvc a innesto, sia per questioni di peso che di praticità (i filetti in alluminio anodizzato sono sempre “critici” da avvitare).

L’intubazione è solidissima, bella, con un paraluce che, differentemente dal modello TS-100, scorre in modo perfetto e senza basculamenti.

Ottimo anche il focheggiatore, dolce, solido, e ben demoltiplicato: perfetto nell’osservazione visuale (non si può chiedere obiettivamente di più) e ritengo anche valido in fotografia con corpi CCD o reflex pesanti.

Francamente inutile il supporto per un cercatore a meno che non lo si utlizzi come supporto per un piccolo rifrattore guida da 50 millimetri.

CARATTERISTICHE PROGETTUALI

Lo strumento mi è stato dato in prova da Riccardo Cappellaro di TS SERVICE ITALIA, così come il suo fratello maggiore TS-100Q.

Giunge in una bellissima valigetta rigida riempita di materiale spugnoso tagliato in sagoma che ne è compendio ideale.

Si tratta di uno strumento che sulla carta risponde all’attuale esigenza di mercato di poter disporre di ottiche di piccolo diametro a lenti, ben corrette e spianate, per un utilizzo dichiaratamente fotografico ma che possano anche essere compagne di buone osservazioni visuali.

Le caratteristiche salienti sono riportate nel paragrafo in calce: un doppietto frontale e un doppietto correttore posteriore.

Il “claim” lo pubblicizza come strumento fotografico in grado di rendere ottimamente anche nelle osservazioni in alta risoluzione con un potere di ingrandimento massimo di 148x ottenuto con l’oculare HR Planetary da 3,2 mm. 

Questa ultima affermazione trova riscontro nel test effettuato che vede il potere di circa 169x come quello oltre il quale le immagini stellari, pur restando di buon livello, tendono a perdere un po’ di “secchezza” e contrasto.

-- Aperture: 70mm

-- Focal length: 474mm

-- Photographic speed: f/6.78

-- Fully illuminated and corrected field D=32mm

-- Fully multi coated dublet lens system with LANTHAN corrector element for high color correction

-- 2" dual speed Crayford focuser incl. 1.25" reducer

-- Mechanical length: 310 mm with retracted dew cap

-- Resolution: 1.65"

-- Visual limiting magnitude: 11m9

-- Weight: 2.5 kgs

STAR TEST

Lo star test ha evidenziato un’ottica di compromesso.

Sia su stelle di prima grandezza (Vega e Altair), sia su stelle di minor luminosità, lo strumento ha evidenziato un’ottima focalizzazione e una immagine intra focale di ottimo livello. In extra focale invece la situazione peggiora drasticamente mettendo in risalto una certa aberrazione sferica e una quasi illeggibilità degli anelli di Fresnel.

E’ un comportamento molto simile a quello offerto dal fratello maggiore TS-100 quadrupletto e, in tutta onestà, facilmente immaginabile dato lo schema ottico. 

A questo proposito e come già fatto in occasione del test del TS-100 devo però notare che il TeleVue Genesis 1° modello (il 100/500), che ha uno schema anch’esso a 4 elementi e una focale ancora più proibitiva, le immagini di extra focale appaiono sicuramente migliori, incise e con minor luce diffusa sia rispetto a quelle evidenziate dal TS-100 che dal TS-70 in oggetto.

Comunque sia le stelle a fuoco sono molto belle e sembrano non soffrire del problema.

Altra cosa che ho notato, e che mi ha lasciato perplesso dato il fine fotografico dello strumento, è la distorsione a bordo campo. Questa appare più pronunciata con oculari plossl semplici che con i grandangolari multilente tanto che un ERFLE da 50 mm. (52° campo apparente) appariva più corretto che non il plossl da 40mm. e 44° di campo apparente.

Bisogna dire che con un 40mm. lo strumento offre il misero potere di 12x per un campo reale di quasi 3,7° e che, probabilmente, per la maggior parte dei sensori CCD questo problema risulta poco invasivo.

ALTA RISOLUZIONE COMPARATIVA

Il test è stato effettuato in confronto con il rifrattore da niente (R.D.N.) da 70/900 autocostruito con materiale di recupero. Considerando l’enorme divario di costo tra i due strumenti (euro 549,00 per il 70 mm quadrupletto e 44,00 euro circa per il 70/900) non dovrebbe esserci paragone ma va tenuta in considerazione anche la focale e il relativo rapporto di apertura tra le due ottiche (f 6,7 per il 70 TS e f 12,8 per il 70mm. acromatico) che, di fatto, permette all’ottica cinese di “tenere il passo”.

Effettivamente risulta difficile, in alta risoluzione, comprendere quale sia lo strumento più performante.

Per farlo ho eseguito una serie di test serrati su tre soggetti stellari, sistemi multipli bel conosciuti che possono, in un modo o nell’altro, mettere in risalto differenze di resa.

Il primo ad essere puntato è stata la doppia EPSILON Lyrae, conosciuta come “Doppia Doppia”, nella zona nord della costellazione della Lira.

E’ un sistema molto usato per testare le ottiche degli strumenti di piccolo, in parte in virtù della separazione e luminosità delle componenti, in parte per il fatto che, essendo poste quasi perpendicolarmente, le due “doppie” possono evidenziare eventuali fenomeni di astigmatismo.

Va detto che entrambe le ottiche appaiono affette da un residuo di aberrazione sferica che, durante lo star test, si evidenzia nell’immagine extrafocale come una notevole pastosità della figura. Mentre però nel 70/900 gli anelli di diffrazione si riescono a scorgere con difficoltà, nel 70 quadrupletto la visione è ulteriormente impastata e ancor meno nitida.

Questo non sembra portare difetti quando la focalizzazione è corretta e il 70 quadrupletto appare, a basso ingrandimento, lievemente più “secco”, anche per via di un focheggiatore decisamente più prestazionale e molto piacevole da usare.

Ad alto ingrandimento ho rilevato una lievissima supremazia del 70/900 che a 150x e 225x mostra le quattro stelline della Epsilon Lyrae in modo lievemente più definito.

Il 70 quadrupletto, a causa della sua cortissima focale (474 mm.), ha bisogno di oculari più spinti e una barlow (nel mio caso una ULTIMA Celestron 2x) per raggiungere gli stessi ingrandimenti e questo potrebbe aver dato esito al divario prestazionale.

il 70/900 lavorava benissimo sia a 150x (plossl da 6mm) che a 225x (plossl da 4mm.), il 70 quadrupletto invece doveva ricorrere al molto più caro Takahashi LE 2.8mm (169x) e al plossl da 4mm. + barlow 2x (per finali 237x).

Con i medesimi treni ottici mi sono spostato sulla difficile DELTA Cygni

La principale è una stella subgigante blu di classe B9,5 con una massa 3 volte quella solare, un raggio quasi 5 volte quello della nostra stella e una luminosità 180 volte maggiore.

La compagna, di sesta magnitudine, è di tipo spettrale F, la sua massa è 1,6 volte quella del Sole ed è relativamente vicina alla principale dalla quale dista circa 157 Unità Astronomiche.

Si tratta di un sistema al limite per gli strumenti usati avendo componenti di magnitudine pari a circa 2,89 e 6,27 separate da 2,4” ed entrambi gli strumenti hanno richiesto al mio occhio un poco di pazienza per discernere la secondaria che appare come un bel rinforzo del primo (e unico) anello di diffrazione mostrato sia dal 70/900 che dal 70/474.

Anche in questo caso ho notato una lievissima supremazia del 70mm. cinese ma devo dire che scrivo questo solo perché DEVO indicare un vincitore. Ritengo infatti che le differenze siano talmente elusive da non essere significative.

Ulteriore test è avvenuto sulla doppia ALBIREO, ovviamente facile e bella, e votato più che altro a determinare se vi fosse qualche differenza nella resa cromatica dei due sistemi ottici (un doppiatto farunhofer classico a lungo fuoco e un quadrupletto più spiccatamente fotografico).

Come già avvenuto per gli altri due sistemi ho percepito una immagine più secca con il 70 quadrupletto agli ingrandimenti medio bassi (quelli dati dal plossl da 6mm. e 4mm. - 79x e 118x), che sono quelli a cui il 70/474 offre le immagini migliori e la resa massima, mentre ad ingrandimenti maggiori ho trovato una condizione di parità con immagini davvero simili ma, forse, con un tono un po’ più caldo nel 70/900 e più freddo nel 70/474.

Ho terminato il test con la POLARE che non ha, di fatto, lasciato emergere alcuna differenza. La compagna è debole e il cielo di Milano non aiuta, lasciandola scorgere appena come un astro debolissimo a circa 20” di distanza dalla primaria.

Se quindi dovessi scegliere uno strumento prettamente votato alle stelle doppie credo che sceglierei il 70/900 da pochi euro anche se le differenze sono francamente insignificanti, più che altro per una maggiore propensione a salire con gli ingrandimenti e un peso appare meno della metà.

CONCLUSIONI

Cosa dire? Che è un bello strumento sicuramente. Ben costruito, dotato di un focheggiatore di notevole qualità, aspetto estetico accattivante (non fa mai male) e ottiche di buon livello.

E’ davvero “spianato”? Non completamente ma forse con i sensori di medio livello si accoppia ancora bene e può offrire soddisfazioni al imager itinerante del profondo cielo.

E’ un po’ pesante per i miei gusti ma, per ciò a cui è votato, la cosa non infastidisce troppo: tutto il set up che serve alla fotografia del cielo è molto più pesante e ingombrante e che questo TS 70Q pesi 3 chilogrammi o 2 poco importa.

Se fossi un fotografo però non so se lo comprerei. Questo non per mancanze del progetto in sé quando per l’apertura comunque limitata dello strumento.

E’ vero che oggi impazzano immagini a largo campo che sembrano uscite dal Technicolor ma è anche vero che, se mi dedicassi in modo assiduo alla fotografia, probabilmente cercherei qualcosa di “più grande”. Forse il suo fratellastro TS-100Q (che costa 4 volte tanto però) o forse un astrografo vero, ad esempio un Epsilon 130 Takahashi che, completo di anelli e cercatore costa sì 3100 euro ma ha una apertura doppia e un rapporto focale di f3.3.

Insomma... questo TS 70Q è un buon piccolo strumento fotografico per cominciare ma chi davvero vuole un astrografo serio dovrebbe, a mio avviso, mettere mano al portafogli in modo consistente e acquistare un prodotto definitivo di alto livello e senza alcun compromesso.

Comunque sia: un piccolo rifrattore molto ben costruito e con ottiche di buon livello.

Ci potete contattare a:

diglit@tiscali.it

oppure usare il modulo online.

n° di accessi al sito dal 10/4/2013

 

 

 

 

 

 

 

 

Stampa | Mappa del sito
© ARCHITETTO PAOLO CASARINI