Serve proporre strumenti che non possono essere soddisfacenti? Febbraio 2015
A inizio 2015, nonostante la proliferazione di forum amatoriali, l’interscambio rapidissimo di informazioni tra astrofili che il web permette, la diversificazione dell’offerta e una globalizzazione dei prodotti che ha portato migliore qualità e minori costi si assiste ancora alla illogica offerta (presente presso quasi qualunque rivenditore o distributore) di strumenti che appaiono inadeguati in una o più componenti.
Si tratta perlopiù di strumentazione “entry level”, proposta in livree accattivanti e anche dotata, a volte, di evoluti sistemi elettronici di controllo che, però, risulta all’atto pratico scarsamente utilizzabile a causa di sotto-dimensionamenti meccanici paurosamente vistosi.
Non mi riferisco ai sofismi (più o meno condivisibili) di alcuni capaci di criticare le tolleranze più insignificanti nell’esecuzione o accoppiamento di un focheggiatore o nelle difficilmente rilevabili flessioni di un accessorio. Mio interesse è l’offerta dei distributori di materiale ottico di strumentazione che già sulla carta non è in grado di soddisfare nemmeno le aspettative di un adolescente.
I listini on line sono ancora in parte pervasi di strumenti come questo:
Telescopi completi (nel caso indicato siamo al cospetto di un rifrattore da 90 mm. di apertura e 900 mm. di focale) proposti a cifre intorno ai 200 euro.
Bellissimo, elegante, e dotato di un’ottica molto più performante di quanto non ci si aspetti.
Ma l’ingenuo neofita che acquista un simile strumento sperando, con i due oculari in dotazione, il diagonale, il cercatore, e anche la lente di barlow, di trascorrere qualche piacevole serata estiva a rimirar le stelle deve purtroppo piegarsi all’evidenza, dopo i primi 5 minuti di tentata osservazione, che né la montatura acquistata né il treppiede in dotazione sono in grado di reggere in modo decoroso il tubo ottico.
Oltre i più bassi ingrandimenti offerti dall’oculare “base” gli risulterà infatti impossibile focheggiare o muovere lo strumento con i moti micrometrici se non al prezzo del tempo di un caffé tra una operazione e l’altra affinché le oscillazioni e vibrazioni si smorzino e permettano una accettabile visione.
Se si può forse tollerare la furbesca e menzognera (quanto ridicola) affermazione di alcuni privati che affollano i mercatini non specializzati con annunci di “telescopio professionale” (che solo uno stolto acquisterebbe), trovo poco dignitoso che distributori specializzati offrano un tale ciarpame.
Anche perché, a conti fatti, sarebbe molto più remunerativo in termini di immagine ed economico per l’acquirente offrire pacchetti “componibili” e abbandonare certe soluzioni “all-inclusive” che rischiano di indispettire non poco i neofiti creduloni.
Suvvia, rivenditori, fate uno sforzo e trovate il coraggio di essere professionali fino in fondo. Oppure abbiate l’altrettanto notevole e apprezzabile coraggio di scrivere, nella presentazione del prodotto, che il suo utilizzo è fortemente limitato nelle prestazioni da una “meccanica giocattolo”.