JAEGER 93/1350

Un rifrattore "classico" - anno 2012

Lo Jaeger 93/1350 provvisoriamente installato su Ioptron IE45 e colonna fissa

per eseguire i primi test ottici e meccanici

La Jaeger ha realizzato, per anni, ottimi rifrattori (principalmente le ottiche) di diametro vario, dai piccoli 60 mm. fino ai 150mm a f15 da osservatorio, rifrattori in auge negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso.

Oggigiorno il marchio è ancora operativo ma si occupa principalmente di lenti acromatiche da impiegarsi in campo ottico/medico, il settore astronomico è stato praticamente abbandonato.

Fortunatamente esistono ancora doppietti originali di ottima fattura che girano di tanto in tanto sui mercatini dell’usato statunitensi ma anche sul sito internet “surplus-shed”.

Quando sono venuto in possesso del doppietto da 93/1350, un F15 assoluto dato che l’apertura libera reale è prossima ai 90,5 mm. ho pensato che avrebbe potuto diventare il cuore di un rifrattore di stampo classico e buone prestazioni.

Purtroppo il doppietto presenta una scheggiatura su un bordo sulla lente flint, che però tende a non influire sulle immagini poiché coperto dal diaframma che blocca l’elemento nella sua sede. Il difetto quindi ha, fortunatamente, peso più psicologico che ottico.

La controflangia posteriore di bilanciamento e alloggiamento per il focheggiatore

Ho un antico amore per Jaeger, come per tutti i doppietti acromatici ben lavorati a lungo fuoco. Possiedo e uso con grande soddisfazione da anni un bel cerca-comete della omonima ditta in versione 130/650. Un “occhio sull’universo” che non fa segreto della scarsa propensione a salire con gli ingrandimenti oltre i 100x ma che, al tempo stesso, è una vera favola nelle osservazioni rich-field.

Sull’entusiasmo di questa esperienza, due anni fa ho acquistato un doppietto 83/1250 che mi si ruppe però durante la posa nella sua cella, lasciandomi senza un compagno Jaeger a lunga focale finché un amico generoso, che possedeva una lente simile, me la mandò per testarla e per costruirci intorno un bel rifrattore. Quando il doppietto arrivò mi accorsi che si trattava di un 93/1350 dichiarato (con apertura libera reale poco superiore ai 90mm.).

Il tubo che avevo preparato non andava più bene ovviamente, sia per via del diverso diametro che per la lunghezza: avrei dovuto cominciare da capo.

Devo dire che non avevo fretta (sono passati più di due anni da allora e il progetto, benché funzionante, non è ancora finito) e così mi misi a disegnare un nuovo tubo con la peculiarità di essere fortemente sbilanciato dalla parte del fuocheggiatore.

Desideravo poter utilizzare lo strumento su montature leggere e mi serviva ridurre il braccio dil leva in fase di focheggiatura per contenere le vibrazioni conseguenti.

Scelsi una lega di alluminio, l’Ergal, per la realizzazione della parte meccanica e feci preparare una sorta di controflangia posteriore su cui installare un focheggiatore crayford da 2 pollici e manopola di demoltiplica 1:10.

La Jaeger 93/1350 su colonna, momentaneamente posizionato in soggiorno.

Sullo sfondo il tubo e montatura originale di uno Zeiss AS-63/840

La culatta che ospita il focheggiatore di tipo crayford

La prima piastra a coda di rondine studiata e realizzata per la montatura Ioptron IE45, poi sostituita con una convenzionale Vixen per la definitiva Super Polaris

Il risultato, a cui mancano alcune finiture basilari tra cui la viteria di chiusura dei fori sulla culatta, l’ultima lucidatura finale delle parti a vista, la verniciatura del paraluce (che sarà nero come il focheggiatore) e i due contrappesi definitivi in acciaio a vista, mi piace molto. Per onorarne le proporzioni gli ho dedicato una colonna in acciaio inox su tre gambe orizzontali (che vanno ancora riverniciate) e una montatura Vixen Super Polaris. Sono inoltre in preparazione il vassoio portaoggetti preforato e il supporto per la pulsantiera dei moti elettrici. Ma, al di là del divertimento realizzativo e del piacere di possesso, come performa questo acromatico lungo?

STAR TEST

Lo star test è stato effettuato su Regolo, alpha Leonis, in una nuvolosa notte di fine aprile 2013. L'immagine è molto buona e lo strumento snocciola ingrandimenti con disinibita facilità, almeno fino ai 270x consentiti dall'oculare Takahashi LE da 5mm.

Il disco di airy è perfettamente rotondo, molto netto, e il primo anello di diffrazione ben disegnato e sottile.

I 270x sono dichiaratamente potere al di sotto delle potenzialità dello strumento, così provo l'oculare LE da 2.8mm. per un potere di 482x. A questi livelli l'ottica dimostra di essere al di sopra della suo livello ottimale che stimo essere quello dato da un ortoscopio da 4mm (che al momento della prova si trovava purtroppo in un'altra postazione). Anche sulle stelle doppie luminose ho potuto constatare quanto l'ingrandimento ottimale possa essere stimato in circa 330/350x (che sono i poteri offerti da un 4mm. appunto).

Il test sulle doppie (le uniche che scorgevo tra le nuvole) è stato molto positivo.

Castore si è mostrata in tutto il suo splendore e Algieba ha mostrato una bella differenza di cromia tra le due componenti (gialla la primaria e lievemente più bianca la secondaria, con una tonalità più fredda). Una visione molto gradevole e rilassante con una incredibile facilità nel cogliere le dominanti di colore e una generale morbidezza di immagine tipica dei rifrattori ben corretti a fuoco lungo.

Le ottiche, a ben vedere, denotano una collimazione perfettibile tanto che ha 482x il disco di airy mostra un lieve allungamento e le frange degli anelli di diffrazione appaiono più intense da un lato. Purtroppo la cella non è collimabile ma ritengo questo problema molto limitato anche perché invisibile a 270x e quindi francamente poco invasivo nell'utilizzo normale dello strumento.

SISTEMA SOLARE

Le osservazioni dei maggiori pianeti del sistema solare concesse dal rifrattore Jaeger sono decisamente soddisfacenti. La sua vocazione è dichiaratamente planetaria e l’aberrazione cromatica residua è così limitata da essere praticamente trascurabile.

Nelle sere di fine aprile 2014 ho avuto la possibilità di divertirmi a osservare Giove (un po’ basso oramai a sera inoltrata) e Marte.

Entrambi i pianeti mostrano una notevole quantità di dettagli e non fanno rimpiangere strumenti di diametro decisamente superiore. Giove consente l’osservazione di accenni di festoni nella zona equatoriale, dello sfrangiamento della NEB e SEB, di apprezzare alcune bande filiformi con rinforzi occasionali nelle zone temperate, e una netta e confortevole visione della GRM oltre che un accenno degli spot che le fanno da contorno.

Se Giove appare delizioso è Marte a stupire. Nonostante il diametro di 15” (aprile 2014) e una elevazione modesta sull’orizzonte, lo Jaeger mi ha permesso di ottenere immagini fermissime e dettagliate anche a oltre 300x (oculare plossl da 4mm. per totali 337 ingrandimenti) con la sensazione di potersi spingere anche un po' oltre senza decadimenti alla qualità della visione. Le immagini visuali rivaleggiano con quanto sono riuscito ad ottenere con lo stesso strumento e una piccola camera QHYL-II a colori (in via di test) con la differenza di una brillantezza maggiore e una tonalità arancione giallo che le fotografie non restituiscono appieno. 

Non sono un cultore del pianeta Marte, che mi piace molto ma che trovo meno esotico dei giganti gassosi, ma ho trascorso quasi venti minuti ininterrotti ad osservarlo con questo rifrattore “vintage” in virtù della pulizia di immagine restituita.

MIGLIORAMENTI

Il tempo non passa invano e, nonostante i molteplici impegni che rosicchiano tempo, anche il nostro raro Jaeger 93/1350 ha subito nel settembre 2014 lievi miglioramenti votati a portarlo a lavorare al meglio delle sue possibilità.

Il primo ha riguardato la sostituzione del focheggiatore Vixen con un moderno crayford da 2 pollici. In sé il miglioramento, se si esclude la possibilità di utilizzo di oculari da 2 pollici di diametro, non è significativo (anche perché personalmente trovo più gestibili i vecchi focheggiatori a pignone e cremagliera - se ben riusciti - che non moderni crayford dalla tenuta limitata e dalla fluidità perfettibile) ma consente una migliore collimazione del gruppo posteriore (culatta, raccordi, sistema di focheggiatura stesso).

Inoltre mi ha obbligato a intervenire sul cercatore rinunciando a quello 6x30 Vixen integrato in favore di un sistema innestato sulla piastra superiore degli anelli porta-tubo.

La cosa, apparentemente priva di senso, si rivela invece notevolmente migliorativa perché consente non solo l’utilizzo di un cercatore di dimensioni maggiori ma anche e soprattutto una maggiore comodità di utilizzo.

L’introduzione di un focheggiatore da 2 pollici e del conseguente diagonale di uguale misura ha ulteriormente migliorato la distribuzione dei pesi che porta il gruppo posteriore sempre più vicino all’asse in declinazione della montatura con benefici effetti sullo smorzamento delle vibrazioni causato dall’azione manuale sul tubo e meccanismo di fessa a fuoco.

In ultima analisi (ma molte altre migliorie vanno apportate) ho provveduto ad una pulizia ex novo dell’obiettivo da 9 cm. e una ricalibrazione della posizione della culatta posteriore per ottimizzare la sua centratura con l’asse ottico principale.

Resta ancora una regolazione da effettuare (che impone una modifica al filetto della flangia porta focheggiatore) ma gli effetti sulla collimazione generale delle ottiche si fanno sentire tanto da ridurre a livelli bassissimi lil lieve disassamento iniziale.

Benché ancora migliorabile lo strumento è ora in grado di sfoderare tutte le potenzialità che la sua ottica e il favorevole rapporto di apertura consentono. personalmente lo ritengo superiore al mio precedente Vixen 90/1300 dal punto di vista ottico e imparagonabile da quello meccanico/estetico.

CONTINUA....

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