TS-100Q flat field

Luglio 2014

INRODUZIONE

Il mercato degli astrografi a lenti è oggi estremamente agguerrito. Fino a venti anni fa la nicchia rappresentata da mostri sacri del calibro di Zeiss APQ 100/640, TeleVue Genesis e Takahashi FCT-100 era molto ristretta per numeri e costo di ingresso ma oggi, finestra del nuovo secolo, la “globalizzazione” industriale e il fenomeno di livellamento del mercato imposto dalle economie emergenti ha reso disponibili alternative economiche e validamente progettate.

Permane, anche nell'offerta di strumenti dichiaratamente votati alla fotografia a largo campo, una differenziazione netta di costo tra alcuni produttori, che si fregiano di altissimo livello qualitativo, e nuovi marchi general contractor che demandano la produzione a colossi e poi assemblano le singole parti.

Zeiss ha smesso di produrre strumenti astronomici, ma Takahashi, Pentax (ora con il marchio Vixen), TeleVue e la relativamente giovane TEC continuano con un target di mercato indirizzato a chi non bada a spese e pretende il massimo. Prodotti di riferimento sul mercato dilettantistico offerti a costi elevati (e non sempre giustificati a mio modo di vedere). Un NP101 richiede quasi 5000 euro di investimento, come i Takahashi e Vixen-Pentax (FSQ e VSD), il TEC 110 FL giunge addirittura a quota 6000 euro (una mezza follia se devo dare libero sfogo alle mie personalissime valutazioni).

Eppure esistono alternative alla metà dei prezzi citati, apparentemente ben costruite e dotate di schemi ottici simili o quantomeno di pari livello. Uno di questi è l'ultimo nato in casa TS e si chiama TS 100Q (venduto anche con i marchi SharpStar e Tecnosky).

Si tratta di un quadrupletto apocromatico dotato di lenti in FPL-53 prodotti dalla Ohara (tripletto anteriore + lente spianatrice posteriore). Viene reclamizzato come quadrupletto spianato apocromatico ed è, almeno sulla carta, un prodotto dotato di tutte le caratteristiche utili a renderlo un successo commerciale importante. Riccardo Cappellaro di Telescope Express Italia me ne ha prestato un esemplare affinché ne valutassi la bontà ottico-progettuale.

CONSIDERAZIONI PRELIMINARI

Il primo shock che si ha leggendo le caratteristiche globali del TS-100Q deriva dal suo listino. Elegantemente contenuto in una valigetta rigida nera ben foderata all'interno, lo strumento viene consegnato (privo di cercatore ma dotato di una coppia di anelli molto ben realizzati) alla “ridicola” cifra di 2.200,00 euro, meno della metà dei suoi blasonati concorrenti.

Quando poi si ha l'occasione di toccare con mano lo strumento ci si rende anche conto che il piccolo 10 cm. è anche ben fatto. Il focheggiatore è un pignone e cremagliera da circa 3 pollici di nuova concezione, estremamente fluido e dotato di demoltiplica 1:10 che nulla ha da spartire ai crayford cinesi che hanno invaso il mercato. Che non ami i crayford è un segreto di Pulcinella ma questo focheggiatore “classico” ha davvero tutte le carte in regola per farsi apprezzare in ogni occasione osservativa.

Il tubo ottico è pesante (alla bilancia supera i 5,3 chilogrammi) ma molto ben fatto e compatto (misure di 49 cm. Con paraluce ritratto e 60 con paraluce completamente estratto). Inoltre, mi si consenta anche un commento puramente estetico, è molto bello.

L'obiettivo ha una apertura di 10 cm. E una focale di 58 per un rapporto focale di f 5,8 che è un buon valore fotografico anche se meno estremo di quanto facciano Takahashi e Vixen (che lavora addirittura a f 3,8).

DIFETTI MECCANICI (LIEVI)

A dispetto della ottima impressione statica iniziale vanno evidenziati due difetti che si palesano non appena si usa lo strumento. Il primo riguarda la scorrevolezza del paraluce che è davvero migliorabile. La tolleranza è eccessiva e il paraluce tende a inclinarsi e impuntarsi se non lo si muove con la dovuta cautela. Un peccato perché basterebbe un appoggio più lungo per evitare il problema.

Altra stonatura è rappresentata dalla posizione della base degli anelli di sostegno. La sua distanza dalla circonferenza esterna del tubo è inferiore a quella del paraluce. Questo si riflette nell'esigenza di far dimensionare ad hoc le piastre di collegamento alla montatura oppure spessorarle prima di collegarle agli anelli. In caso contrario il paraluce non si muove più... e si graffia pure!

STAR TEST

Sotto il cielo lattiginoso di una Milano di prima estate (anno 2014) ho provato a testare le ottiche di questo TS-100Q usando un diagonale dielettrico Antares da 2 pollici e il set di oculari Takahashi della serie LE oltre a un paio di oculari da 50,8 mm. Da 52 e 56 mm. Di focale.

La prima luce è avvenuta agli 11 ingrandimenti o poco più forniti dal plossl modificato da 52 mm. 4,7° di campo reale e la Alpha Bootis portata a spasso per il campo per verificare le aberrazioni extra assiali. Come da caratteristiche pubblicizzate lo strumento si è dimostrato effettivamente ben spianato e corretto, almeno all'indagine visuale, tanto che solo a ridosso del bordo di campo Arturo tendeva a mostrare una lieve deformazione geometrica.

Da questo punto di vista il TS-100Q mi apparso leggermente più corretto della prima versione del Petzval TeleVue, il Genesis 100/500 alla fluorite, segno che quasi 30 anni non sono passati invano.

Lo star test mi ha invece un po' “raffreddato” gli entusiasmi.

Ho provato a usare oculari di ottimo livello con focali comprese tra i 5mm. e i 2,8mm. (entrambi di casa Takahashi) per poteri di 115x e 207x circa.

Mentre la figura di diffrazione in extrafocale presenta una perfezione ammirevole (anelli di Fresnel ben separati, netti e sottili privi di dominante cromatica rilevabile), quella in intrafocale palesa una netta e fastidiosa aberrazione sferica negativa. L'immagine a fuoco è ben focalizzata, con due anelli di diffrazione ben visibili e abbastanza puliti, e il complesso non sembra risentire molto della sferica rilevata ma questa c'è e resta in “attesa” di ridurre il contrasto sui dettagli fini planetari, come vedremo più avanti.

Lo star test ha evidenziato inoltre che spingersi molto oltre i 210x circa non ha senso con questo strumento. Un assaggio allo sconveniente potere di 420x (ottenuti con una barlow inserita) ha decretato che, benché l'immagine stellare resti sostanzialmente corretta, la sferica residua ne riduce molto il contrasto.

Questa è l'immagine pubblicitaria che accompagna il prodotto. Immagine EXTRA FOCALE, immagine A FUOCO... però... dov'è l'IMMAGINE INTRAFOCALE? Semplicemente non viene mostrata perché ha parecchia sferica residua. Personalmente avrei preferito una pubblicità più "corretta", magari "spiegata" con esigenze di compromesso che, tra l'altro, da quanto vedo dalle immagini in calce all'articolo (non mie) sembrano non pregiudicare in alcun modo le prestazioni dello strumento in campo fotografico.

ALTA RISOLUZIONE

Con queste premesse ho osservato qualche sistema multiplo finendo, in ordine di difficoltà, con quello di Epsilon Bootis: la bella Izar.

Le due componenti del sistema appaiono ovviamente risolte a 210x con la secondaria ben appoggiata al primo anello di diffrazione della principale. Però, e in questo l'ottica mi ha deluso, il dato cromatico sembra un po' mancare. In altri rifrattori apocromatici di pari apertura (ma anche nello stesso TeleVue Genesis) è possibile apprezzare il colore bianco/giallo della primaria e la tenue dominante verde/azzurra della secondaria. In questo TS-100Q invece le tinte sono molto più pallide e discernerle è dovuto soprattutto al loro ricordo. Lo stesso si è ripetuto su Cor CaroliSheliak ed Eta Cassiopeiae.

Saturno è stato il secondo target della serata. Il pianeta inanellato è purtoppo basso e non rappresenta un oggetto cospicuo in questo momento per un piccolo 10 cm. Anche considerando queste attenuanti l'immagine offerta dal TS-100Q è stata comunque non all'altezza delle aspettative (che nel mio caso sono sempre alte). La divisione di Cassini era visibile (almeno sulle anse) e parimenti era discernibile una banda sul globo e un lieve rinforzo (scuro) nella zona polare. L'immagine però, sempre a 210x, è un poco sottotono rispetto a quello che mi mostra un TeleVue Genesis 1° versione.

Il Genesis tollera meglio gli alti ingrandimenti e sembra più inciso. A parziale compensazione di ciò devo però dire che il TS-100Q appare più apocromatico del vecchio quadrupletto americano con un elemento in fluorite e questo può rappresentare un vantaggio quando accoppiato ai moderni CCD.

Per confronto ho puntato gli stessi oggetti (stelle doppie e Saturno) con un rifrattore acromatico a lungo fuoco Jaeger 93/1350 da me realizzato (ottiche a parte). Rispetto a quanto mostrato dal TS-100Q Saturno appare più "netto". I particolari sono gli stessi ma l'immagine è più piacevole e incisa. Stessa cosa sulle doppie. Mentre il TS-100Q mostra due anelli di diffrazione il più lungo Jaeger ne evidenzia solo uno, netto, e l'immagine appare più calma. Sono differenze modeste ma indicative di rese differenti e utili a comprendere come vengono specializzati gli strumenti e quali devono essere i loro campi applicativi di riferimento.

La riprova della ottima correzione dell'aberrazione cromatica di cui si fregia il TS me la ha fornita la Luna.

Osservata in occasione della totalità (o quasi, manca 1 giorno), il nostro satellite ha mostrato un lembo privo di qualsiasi sfrangiatura cromatica a conferma di una reale apocromaticità (almeno visuale).

Il test sul cromatismo ha anche superato (brillantemente) la prova classica diurna su antenne televisive lontane. Molto buona la nitidezza di immagine e assenti alonature colorate (fore sono riuscito a intravederne un qualche accenno in condizioni di illuminazione fortemente contrastata ma non so decidermi se sia frutto di una reale aberrazione o di uno spiccato desiderio di trovarla...).

Come è logico attendersi da un'ottica tanto spinta il punto di fuoco ottimale (lo "snap test" è stato superato egregiamente con un punto di fuoco univoco) è estremamente critico e se non fosse per il focheggiatore ben dimensionato, fluido e demoltiplicato sarebbe non semplice "registrare" lo strumento nel migliore dei modi. Va però anche detto che, con un semplice pignone e cremagliera (ma di fattura strepitosa) il vecchio TeleVue Genesis appare forse più intuitivo.

CONCLUSIONI

Tirare le somme su questo strumento è meno facile di quanto sembri. Sicuramente la produzione low budget orientale ha oramai raggiunto livelli qualitativi molto alti anche quando le specifiche progettuali sono ardite. Va infatti considerato che un quadrupletto a f5.8 è e resta un complesso ottico ostico e ottenere un risultato che sia privo di aberrazioni è impresa ardua e non alla portata di tutti.

Il nostro TS-100Q si comporta comunque bene. Non è al livello di un TeleVue 101 e la sua aberrazione sferica residua negativa lo priva della possibilità di imporsi a pari armi in alta risoluzione. Sta dietro, un pochino, ma tutto sommato le prestazioni sono comunque più che lusinghiere.

Se poi diamo giusto valore al costo di acquisto ci accorgiamo che con quanto richiesto da un FSQ possiamo comprare il TS-100Q e una buona camera di ripresa CCD (con 3.000 euro oggi si compra un “signor” CCD).

Se fossi quindi un amante delle riprese a largo campo degli oggetti del cielo profondo e usassi lo strumento solo saltuariamente in "visuale" credo non avrei dubbi su come spendere i miei soldi. Del resto ho visto immagini strepitose ottenute con rifrattori cinesi da 70mm. acromatici che, per quanto dignitosi, certo non hanno un minimo delle qualità ottiche di questo TS (e questo la dice lunga su quanto, in fotografia, sia importante l'elaborazione post ripresa).

L'incapacità di “graffiare” in alta risoluzione rende però il TS-100Q, almeno ai miei occhi, meno esaltante del TeleVue NP101 che continuo a preferire otticamente, così come, forse, continuo a preferire a questo 100-Q anche il veccho Genesis.

Io sono però un visualista, e il TS-100Q nasce principalmente come astrografo.

Chi lo acquista, accettando un rapporto d'apertura meno spinto di quello permesso da Takahashi, Vixen, TeleVue, non sbaglia, risparmia e, forse, ottiene gli stessi risultati.

Sulle qualità fotografiche non oso discutere (in calce alcune immagini tratte dai primi astrofili che hanno potuto spremere lo strumento), per il successo commerciale aspettiamo e stiamo a vedere...

Ci potete contattare a:

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