Maggio 2018
Ultimamente, diciamo nel corso di questi ultimi mesi, ho letto più volte e su differenti piattaforme web domande riguardo la scarsa partecipazione ai forum generalisti di astronomia.
A seguito delle pur lecite domande, variamente poste, sono state date risposte che tentano di motivare il calo degli utenti con il cattivo tempo meteorologico, l’aumento dell’inquinamento luminoso, la crisi del mondo del lavoro, forse anche la mancanza di stimoli culturali accompagnata alla latitanza di contribuenti (ai forum) di spessore culturale rilevante.
Ciò che non sembra affiorare è invece la generale (statisticamente parlando) mancanza di creatività dei moderatori di questi forum che sembrano ancorati, oramai da anni, ad uno stereotipo di “botta risposta” stantio.
Mi sono quindi chiesto, e in questo ammetto la mia scarsa partecipazione alle piattaforme generaliste se si fa eccezione per quello moderatamente piccolo di astronomia.com, quale possa essere oggi lo scopo di un forum astronomico in cui il livello di esperienza e conoscenza tecnica dei partecipanti è globalmente piuttosto basso.
Non hanno queste mie parole intenzione di dileggio e non vi è snobismo nel mio approccio al problema ma semplicemente una considerazione disillusa e super partes.
Un tempo, e per molti neofiti ancora è così, la partecipazione al “simposio del forum”, dove si credeva che gli interventi fossero supportati da grande padronanza della materia, aveva lo scopo di imparare chiedendo.
Mi sono però accorto che, superato lo scoglio emozionale di inserirsi in una comunità compatta che si ritiene molto più preparata di quello che in realtà è, anche il neofita assurge in poco tempo e senza quasi accorgersene al ruolo di “influencer”, termine oggi in voga più che mai da quando l’incapacità di essere tecnici nel proprio settore ha spinto masse vociferanti a riempire il web con autoscatti (perché è così che i selfie si chiamano in italiano!) variamente colorati a cui, caproni ignoranti, si accodano migliaia di seguaci che preferiscono l’ambiguo termine di “follower” quasi questo li gratificasse di una qualifica rispettabile.
Accade che il forum, incapace di proporre innovazioni (sono tutti divisi in sezioni ripetitive, propongono qualche concorso, un po’ come i ridicoli contest di poesia a pagamento per poeti scapestrati, invocano ogni tanto un raduno strapelato), tenda a svuotarsi automaticamente di quanti non hanno più nulla o quasi da imparare e cercano altrove, magari con esperienze personali e solitarie, nuova linfa alla loro passione.
Anche la migrazione verso i lidi stranieri considerati come livelli superiori si scontra, almeno per i più attenti, a similari delusioni con la sola differenza che la platea di partecipanti, più ampia, rende meno immediata la constatazione dei pochi acuti disponibili.
Se però gli Stati Uniti (la Francia e la Germania sono messi anche peggio di noi) scivolano nei nostri stessi pantani, e il Giappone autorevole creatore di strumenti d’eccezione non sembra essere meglio attrezzato, sorge il dubbio che il forum non possa più essere considerato il fulcro della comunità degli astrofili ma solo uno sbocco di dialogo a cui attingere per chiacchierare più che per conoscere, strumento secondario rispetto ad un servizio più ampio che deve tenere conto di una serie di possibilità di informazione aggiornate e dettagliate.
“Portale” veniva chiamato un simile sito anni fa, quando si contavano ancora i baud dei modem, termine che oggi torna di moda offrendo, o cercando di farlo, applicazioni, notizie aggiornate, articoli di fondo e di approfondimento sine replica (perché tali devono essere).
Anche i negozianti si sono timidamente aperti a queste soluzioni ma ancora non esiste un sistema unificato, un grande portale che non sia “proprietario” e quindi palesemente di parte, minuto e conseguentemente poco seguito e, in ultima analisi, inutile e spuntato.
Pensate però se si creasse un vero “super portale”, finanziato dalla pubblicità degli inserzionisti, forse anche da un “obolo di partecipazione” pari ad un caffè mensile o settimanale, ma unificato e a cui tutte o quasi le voci del web amatoriale astronomico partecipassero. Forum, sicuramente, ma soprattutto articoli, approfondimenti, sviluppo o veicolo di applicazioni astronomiche, adesione delle poche associazioni rimaste che potrebbero trovare nel sistema integrato nuova possibilità di attrarre neo appassionati.
Perfino un sito come Dark-Star non avrebbe più senso di esistere e con esso la miriade di microscopici blog di cui è puntinato il web.
Si potrebbe così veicolare cultura su larga scala e in poco tempo il livello di preparazione tecnica di ogni astrofilo crescerebbe portando ad innalzarsi conseguentemente la qualità dei lavori amatoriali, dalle fotografie di puro diletto alle misure fotometriche più utili.
Ma questa visione, grandiosa e ingenua al tempo stesso come il kolchoz sovietico del secolo scorso, è destinata a rimanere tale: ognuno di noi continuerà a pontificare dall’alto della propria forra ai pochi che ci leggono, beandosi probabilmente del proprio seguito.
Un rammarico utile, tributo alla individualità in molti casi inutile.