Fiera Italiana di astronomia - Malpensa (MI) - 11/5/2019 - museo di VOLANDIA
L’edizione 2019 della fiera astronomica di Volandia, alla sua seconda prova sul campo, ha dato segnali confortanti di ripresa.
Come per il 2018 la sede è quella del capannone dedicato ad alianti e diorami, sufficientemente ampia e comoda per la fruizione sia del pubblico che degli espositori. Il biglietto di ingresso, cumulativo con l’esposizione permanente del museo di Volandia, non è economico ma comprendente un discreto spazio di parcheggio che consente di raggiungere in pochi minuti l’esposizione e mette anche a disposizione dei disabili accessi privi di barriere architettoniche.
Il costo per gli espositori è ancora troppo alto considerando che sono promotori di un buon afflusso turistico pagante ma alcune politiche italiane sembrano resistenti al cambiamento in meglio e anche un pochino miopi ad uno spirito imprenditoriale più attento e lungimirante.
Non se ne può fare una colpa al bravo Paolo Calcidese, a cui tocca l’onere quasi in solitaria di organizzare l’evento, che risulta meritevole di tanta passione e di una buona serie di idee per l’edizione 2020 che non divulgo ma che condivido.
A Paolo non posso che augurare di continuare sulla strada appena iniziata oltre ad un po’ di fortuna e collaborazione da parte di espositori e associazioni del settore.
Sempre lento il bar, il quale non sembra aver fatto tesoro dell’esperienza dell’anno scorso, ma decisamente più interessante l’adesione di espositori e distributori la cui presenza più cospicua rispetto all’edizione 2018 ha permesso una più chiara visione dell’offerta nazionale.
Al di là delle singole novità la sensazione è sempre più chiara: il mercato si sta indirizzando verso una generale collaborazione e corporazione tra i marchi “storici” del settore.
AURIGA la fa sicuramente da padrone in qualità di dealer di livello europeo. Il suo stand non era il più ricco ma il contenuto della pseudo-globalizzazione di cui è autrice è ben leggibile. A Matteo Di Bella e Valerio, che sono genuini astrofili prima di essere venditori va riconosciuto il costante impegno nella intelligente distribuzione del prodotto e nella valutazione sia delle strategie di mercato che della richiesta spicciola dell’utente finale. In questa chiave si legge bene la nuova gamma di accessori a nome proprietario “AURIGA” con un sistema monocentrante QUICK LOCK che promette di superare i problemi del prodotto Baader classico.
Diametralmente opposta la proposta REGINATO: super nicchia per astrofili interessati ai grandi diametri in configurazione dobson classico o interamente motorizzato su forcella equatoriale. Si tratta, come oramai da tanti anni ci ha abituato Silvano Reginato, di una serie in costante evoluzione di prodotti top level dotati di ottiche di ottimo livello ma soprattutto di meccaniche molto curate che li rendono costosi ma sicuramente performanti.
Il patron di GEOPTIK, Ezio Bonafini, ha portato gran parte dell suo catalogo prodotti: dalle barre e accessori after market, alle borse porta ottiche, dai cavalletti serie Hercules ai bellissimi dobson Nadirus nelle versioni da 12” e 16”. A Ezio va riconosciuta una costanza rimarchevole e una qualità molto alta dei suoi prodotti. Quest’anno inoltre era presente nel suo stand una nuova tavola equatoriale per dobson middle size con possibilità di regolazione in relazione alla latitudine del sito osservativo.
Si sono riaffacciati alla kermesse milanese anche alcuni marchi che negli ultimi anni hanno preferito altre piattaforme pubblicitarie. NORTHEK, da sempre un produttore di “nicchia” in un settore già di per sé di “nicchia” come amano definirsi i fratelli Boetto, gioca sempre a carte scoperte: i loro strumenti compaiono in doppia configurazione alluminio e carbonio (utilizzato in modo adeguato e non per “moda”), meccaniche ricercate e “sezionate” così da poter essere valutate dal pubblico, e una giovanile voglia di dare spiegazioni. La proposta Northek non è mai stata economica ma la meccanica, oggi più dell’elettronica, ha un costo elevato se si vuole ottenere risultati costanti nella gestione di un tubo ottico.
Presente al loro fianco anche BELLINCIONI che ha portato alcune sue montature, dalla piccola B-230 ad una gigantesca BETA da oltre 150 kg di portata su cui era installato un tubo Marcon “old school”.
Estremamente hi-tech lo stand PrimaLuceLab dove chiunque sia amante dell’elettronica di gestione del proprio strumento avrebbe potuto sbizzarrirsi. Ai ragazzi di Roveredo in Piano va sicuramente riconosciuta una grande spinta innovativa. Fin da quando presentarono la loro prima parabola spider per la radioastronomia amatoriale (settore molto difficile) fu facile individuare nella loro proposta un certo coraggio. Il loro stand è tutto all’insegna del design e della interconnesione dei sistemi attraverso l’evoluzione della “scatola di gestione “ Eagle e di tutte le periferiche da essa controllate: montatura, camera, sistemi di focheggiatura, etc.. il tutto in rigoroso colore rosso micaceo anodizzato. Indiscutibile il fascino tecnologico, poi da altri copiato più o meno bene, e sicuramente azzeccata la join venture con la AVALON e le sue montature atipiche. Stesso colore, simile concezione dell’innovazione. Un bel “duo” che, pur da fotografo “non serio” quale sono non posso che ammirare e apprezzare. Costi non cheap, vero, ma la progettazione ha il suo costo e il design anche.
UNITRON ITALIA ha occupato un bell’angolo del salone di Volandia con “massiccia presenza”. Quarra non ha lesinato mezzi e fatica per portare al pubblico due delle più interessanti e mastodontiche montature altazimutali disponibili sul mercato e (forse) ancora alla portata degli amatori. Se la GM2000AZ può ancora considerarsi una montatura da amatore, sicuramente la versione maggiorata AZ-4000 (realmente un colosso spaventoso) che ospitava un enorme Planewave RC e un rifrattore lungo come l’albero della cuccagna è da intendersi come moderna montatura da osservatorio con finalità di ricerca e divulgazione al tempo stesso.
Mi ha fatto anche piacere rivedere il “vecchio” Gladio di Lazzarotti.
ARTESKY, fedele alla sua linea di astrografi a riflessione ARTEC, in occasione della fiera declinati nelle versioni da 200 e 250 millimetri, ha alzato l’asticella della qualità sostituendo le ultime EQ8 con le nuove HPS GM2000 a sostegno dei propri strumenti. Ben fatti i newton, ben fatte le GM, ora il prodotto sembra più consono nel suo tentativo di ricercare la soluzione migliore per l’amatore interessato alla fotografia del cielo profondo. Continuo a pensare, e ogni volta che vedo gli ARTEC me ne convinco sempre più, che un vero astrografo debba possedere una apertura significativa e una meccanica di primo livello. In questo i pur cari ARTEC 200 e 250 millimetri, con tutte le attenzioni dedicate alle celle, alle intubazioni, e all’azzeramento delle flessioni dei focheggiatori, mi sembrano rispondere in modo adeguato.
Apprezzabile anche la presenza del Circolo Astrofili di Trezzano
Per una sorta di “gemellaggio geografico” lo stand e dei ragazzi di SKYPOINT era vicino a quello del gruppo TELESCOPE SERVICE-TECNOSKY.
SKYPOINT ha sempre uno stand dal quale non so staccarmi. Sarà perché è importatore e distributore di alcuni dei marchi che più amo: Vixen, Takahashi, Televue, o forse perché sul suo tavolo compaiono sempre moltissime occasioni di strumenti di qualità. Conoscenti da anni non posso che apprezzare la loro offerta e anche la proposta sia in campo Vixen che AP di cui sono portavoce italiani.
Finalmente mi è stato possibile vedere da vicino la “nuova” AP-1100 (forse la più centrata delle montature equatoriali americane sia per portata che per prezzo di acquisto) che però non era collegata ad alimentazione e non mi è stato quindi concessa la prova dei suoi motori. Al suo fianco, meno cara e più trasportabile, la “solita” MACH-1, splendida come una scultura (e in offerta usato con special price per la fiera). Molto belli anche i rifrattori Sharpstar specialmente nelle versioni da 8 e 10 cm. (il 107 mi fa pensare alla naturale, FSQ a parte, alternativa al classico TeleVue NP101is e mi è quasi enuta voglia di portarmelo a casa insieme alla Mach-1).
Sotto: una attesa novità (sono 30 anni che aspettiamo questa possibilità): la forcella Meade LX-600 con sistema di sezionamento tra ottica e resto della meccanica rende anche i pesanti SC trasportabili.
Il binomio TELESCOPE SERVICE e TECNOSKY occupava infine una ampia porzione dello spazio espositivo. I ragazzi di Giuliano e Luca erano tanti, simpatici e disponibili e la merce esposta davvero numerosa tanto da non poter essere citata per intero.
Sicuramente una menzione la merita la nuova CEM-40 di Ioptron, montatura itinerante per carichi fotografici medio leggeri, dotata di elettronica avanzata e d un bel design anche se solo il tempo ci saprà dare informazioni sulle sue reali capacità.
Molto bella e oramai giunta a piena maturazione ottica e meccanica la linea dei rifrattori SLD declinata in tutta la gamma. Non si può non ammirare il 6” ma devo ammettere di essere rimasto più attratto dalla compattezza del 102 aperto a f7 che pur non leggero appare incredibilmente compatto.
Molto belli alcuni accessori tra i quali il “nuovo” collimatore REEGO con la sua ovvia e attesa evoluzione: il sistema di centraggio e controllo della assialità del focheggiatore.
Forse a molti è passato inosservato ma tra le tante montature di piccolo calibro nello stand di Giuliano Monti il “pezzo storico” composto dalla versione completa del Pentax 75 SDHF con montatura MS-3 e valigia è ancora disponibile. Sul 75 giapponese è stato detto tutto ma non molti conoscono la qualità meccanica della montatura: un vero gioiello del secolo scorso!
Ospiti di Luca Zanchetta anche Adrian Otondo e l’amico Giovanni Casiraghi autore di un newton semi-truss da 20 cm. aperto a F4 molto carino e interamente realizzato in carbonio. Un “gioco” e pezzo unico al momento, chissà se il mercato gli darà attenzione?
Vorrei concludere con due osservazioni e con una “top Five” di quanto visto.
Innanzitutto ho assistito alla “rinascita” di alcuni cataloghi cartacei. Negli anni ’90 internet non esisteva e io, come altri, sognavamo sulle pagine patinate dei cataloghi Meade dell’epoca e di quelli Vixen.
Oggi, grazie ad Auriga e a Skypoint, sono disponibili alcuni cataloghi interessanti e mediamente ben fatti anche se un po’ lontani dalla quantità di informazioni di quelli dei secoli scorsi. Li ho presi e tenuti con me, è comunque segno di una certa professionali e impegn economico.
Ho apprezzato moltissimo la presenza di alcune montature a parallelogrammo o a braccio e contrappeso per la gestione dei binocoli di media dimensione. Era tempo che nelle fiere non veniva dato loro lo spazio adeguato. Un plauso agli espositori.
Ma quale è la “top five” dei pezzi esposti?
Rispondere in modo oggettivo è impossibile perché i gusti personali incidono eccessivamente ma provo a redigere la “mia”, che nulla vuole determinare per i lettori.
Un plauso particolare ai ragazzi di Teleskope Sercvice e Tecnosky per l’enorme quantità di merce in esposizione: non per nulla il loro stand era il più gettonato.
Il riconoscimento della forza a Unitron per aver portato le GM-2000 e GM-4000 in versione altazimutale.
E infine, meritato anche perché ben poco aiutato, un sentito ringraziamento a Paolo Calcidese per aver permesso questa edizione.