ORION 76/300 FUNSCOPE

Articolo di Maurizio R.

Febbraio 2016

INTRODUZIONE

a cura di Paolo Casarini

Maurizio R. ci ha inviato una personale review di un “telescopio giocattolo”. Economico, apparentemente inutile, francamente poco logico e difficile da impiegare nel migliore dei modi lo strumento sembra però rivelarsi un simpatico compagno per osservazioni estemporanee. Il suo schema classico e semplice viene messo in crisi da un rapporto di apertura molto spinto ma le parole di Maurzio, colorite e divertenti, ci regalano un approccio scanzonato all’astronomia, libero e sotto molti punti di vista condivisibile.

LA SCELTA

Era un po’ di tempo che stavo meditando per un piccolo Newton senza pretese, facile da usare, e che non mi desse problemi ne di spazio ne di peso, ma allo stesso tempo utilizzabile con profitto sul cielo. 

Da estimatore dello schema Newton mi è sempre piaciuta l'idea di utilizzarne uno veramente di piccole dimensioni, proprio come quello creato dallo stesso Isaac Newton nel 1668 utilizzando uno specchio sferico concavo per far convergere i raggi luminosi in un altro specchietto più piccolo inclinato di 45° per dirige la luce nell'oculare. 

Isaac Newton è riconosciuto come l'inventore del telescopio a riflessione.... ma non è proprio così. Cercando con il lanternino nelle lettere del Galileo se ne trova una del 7 Luglio 1626 dove un certo Cesare Marsigli di Bologna scrive al grande Galileo Galilei di Pisa queste parole: "Un certo Messer Giovanni, il quale pretende, doppo la morte d'un certo Messer Cesare Caraveggi bolognese il quale negl'esperimenti e secreti della natura, come nell'ingegno, più che nello studio, era eccellentissimo, di essere unico suo erede nel modo di fabricar spechi, tanto di christallo, che operano per refratione, quanto d'altre materie, che operano per reflessione, mi portò alcuni giorni sono l'incluso disegno, acciò l'inviassi a Vostra Signoria Eccellentissima; ond'ella vede ch'egli pretende poter fare uno specchio concavo, che non solo nella quarta, come dicono i moderni, ma nel centro, come dicevano gl'antichi, et oltre ancora, come anco dentro della quarta in due loghi possa accendere il foco, et in tutti i loghi in un medesimo tempo e in un solo, come a lui più piace.

Questi due erano quelli che vantavano, come egli anco professa di presente, se bene con gran tempo e con gran dispendio, di poter fare un specchio, il quale per reflesione possi fare, anzi faccia, l'effetto del perspiciolo". Bene.. il “perspiciolo” (parola latina che significa: esaminare, osservare, scorgere) a cui si riferisce il Marsigli è il cannocchiale usato dal Gran Maestro di noi tutti Astrofili il Galileo Galilei di Pisa.

Parrebbe quindi che i vero inventore del telescopio a riflessione sia un signore di Bologna molto ingegnoso di cui poi si sono perse le tracce, e che inutilmente il Marsili tentò di rintracciare per conto del Galileo, e inspiegabilmente la loro invenzione cadde nell'oblio fino al 1652 dove l'idea del telescopio a riflessione fu ripresa dal Gesuita Nicola Zucchi.

Bisogna dire che anche se non vi era il WEB era ovvio che tra gli studiosi dell'epoca vi fosse una grandissima corrispondenza data la quantità di materiale che volendo si trova negli archivi storici delle biblioteche. 

Da questi archivi storici sembra quindi il Newtoniano essere una idea tutta Italiana, ad opera di un certo Cesare Caraveggi di Bologna che il suo allievo, un certo Giovanni, rese pubblica mandandone una spiegazione al Marsigli che immediatamente informò Galileo.. e solo circa 40 anni dopo ne riparlò lo Zucchi. Quindi come potrebbe essere chiamato in realtà lo schema Newtoniano o telescopio a riflessione? Ci ho pensato un poco e mi è venuto fuori questo nome..... Caraveggioscopio.... non ha un suono melodioso però..., allora forse è meglio chiamarlo semplicemente il Newton come lo chiamano tutti. 

Grossomodo questo è un riassunto molto, ma molto ristretto della storia della creazione del telescopio Newtoniano.

Il telescopio di Newton 1668, obbiettivo da 35mm focale 150mm F4,2 la semplicità d'uso

della meccanica e anche della montatura sono geniali.

Dopo questa premessa mi sono messo alla ricerca di un Newton che potesse avere almeno qualche caratteristica che mi ricordasse l'uso di questo elegante strumento di altri tempi. Nel sito della TAL vi è una replica pari all'originale del 1668, inizialmente avevo pensato a quello, ma contattare la TAL tramite e-mail è praticamente impossibile dato che non hanno una mail nel loro sito.

Poi però ho pensato che qualcosa di più moderno si adattasse meglio alla mia persona e sopratutto fosse di più semplice reperibilità così mi sono imbattuto in un piccolo Newton della Orion con un obbiettivo da 76mm e la focale di 300mm F3,9 con specchio sferico.. non so il perché ma esteticamente mi piaceva molto, anche il colore (un verde marino), e il nome scelto che fa bella mostra di se sul piccolo tubo ottico era tutto un programma il FUNSCOPE!

Prima dell'acquisto ho anche chiesto alcune informazioni in generale e ho notato che l'Orion veniva venduto con ben 2 oculari acromatici di qualità, a differenza degli altri Newton da 76/300 di altre marche che fornivano oculari oserei dire obsoleti, inoltre in più vi è un cercatore Red-Dot, accessorio probabilmente inutile per un telescopio con queste caratteristiche ma che è sempre utile.

Le finiture di assemblaggio complessive sembrano più curate delle altre versioni e a differenza degli altri modelli da 76/300, il FUNSCOPE sotto il piatto girante della montatura ha un innesto a vite femmina per poterlo serrare e utilizzare sopra una testa con vite da attacco fotografico su un treppiede di tipo Manfrotto.

L'idea del piccolo Newton “grab-and-go!!!” mi piaceva molto tanto che ne ho comprati ben 2: uno per me che sono un eterno Neofita, e uno per fare un regalo a una nuova leva della futura generazione di Astrofili. 

Il pacco è arrivato in pochi giorni con corriere, i telescopi erano ben imballati e tutto era in ordine. 

Come previsto all'interno vi era il FUNSCOPE già montato, una scatolina laterale posizionata vicino al telescopio con gli accessori necessari, all'interno il cercatore reflex Red-Dot con la viteria necessaria a collegarlo al tubo e la pila bella nuova, vi sono anche altre due scatoline bianche con gli oculari acromatici Orion da 10mm e 20mm con barilotto cromato da 31,8mm e piccolo paraluce in gomma morbida. Non sono oculari eccezionali ma hanno un ottimo trattamento antiriflesso e un campo apparente dichiarato di 50°. A completamento una mappa lunare in carta plastificata e patinata chiamata MOON MAP 260.

Per scelta personale ho sostituito gli oculari di “capitolato” con altri di mia scelta.

IL NUOVO TRENO OTTICO

Set di oculari Celestron Asferici RKE Wide Angle 62°

Si tratta di una produzione Celestron Made in China con le focali di 4mm 10mm e 23mm, il set perfetto per ogni esigenza sopratutto con il FOV di 62°, "in pratica basterebbero queste 3 focali per poter tranquillamente fare osservazioni per una vita", sono oculari che si trovano un po ovunque nei siti di compravendita ON LINE a vari prezzi, dai 9 Euro l'uno fino ai 50 Euro l'uno, dipende da dove si acquistano, ho deciso di prenderli direttamente da un azienda Cinese che aveva un offerta in proposito e alla fine li ho pagati tutti e tre insieme meno di 30 euro compresa la spedizione aerea, e in appena 2 settimane sono arrivati. 

Questi 3 oculari sono molto buoni, oltre al prezzo al quale vengono commercializzati, sopratutto il 23mm con 62° FOV, li trovo ideali per il FUNSCOPE anche per la loro leggerezza, anche per massimizzare la raccolta di luce per questo piccolo telescopio della Orion. 

Facendo pochi calcoli con la lunghezza focale di 300mm del FUNSCOPE si hanno rispettivamente 13,5x/30x/75x ingrandimenti con un campo reale visibile con questi oculari: 62°/13,5= 4,60° gradi reali con il 23mm, 62°/30= 2° gradi reali con il 10mm, 62°/75= 0,82° gradi reali con il 4mm.

Che dire.. con più di 4 gradi e mezzo di cielo del 23mm il FUNSCOPE pare più un bel cercatore che un vero telescopio...

UNA BREVE DESCRIZIONE

L'ho immediatamente serrato sopra una testa 141 e un treppiede manfrotto 055C, il tutto ci sta a pennello e l'insieme è leggerissimo, volendo piegando un asse della testa 141 verso la polare è possibile utilizzare il FUNSCOPE anche in equatoriale. Il peso del FUNSCOPE è di 4 Libre cioè 1815gr meno di un binocolo da 70mm. 

Il FUNSCOPE sopra il Manfrotto in posizione di riposo.

A sinistra l'attacco per il Manfrotto, a destra l'ottica del FUNSCOPE

Il FUNSCOPE con la sua forcella mono braccio

La bellezza del manfrotto e che si può regolare l'altezza in un attimo in varie maniere, e si ha la possibilità di fare osservazione comoda sia da seduti che in piedi. Levando il tappo anteriore vi è in bella vista il mono braccio Spider singolo che giustamente è sovradimensionato per sorreggere lo specchio secondario che ha un diametro di 15mm, quindi con un ostruzione del 20%

Lo specchio del secondario è fissato da un aggancio centrale più piccolo della dimensione dello specchio secondario, vi sono le tre viti di regolazione per la collimazione, lo specchio primario misura esattamente 76mm, anche l'intubazione è sovradimensionata e misura ben 90mmx265mm, il primario non può essere collimato essendo montato fisso, l'opacizzazione interna è ben fatta per la classe dello strumento, ed infine il focheggiatore che è di plastica con doppia vite di blocco per gli oculari, funziona egregiamente, inizialmente è un po duro ma poi si ammorbidisce man mano che il grasso utilizzato si stende bene lungo la cremagliera. 

La posizione verticale del focheggiatore

La mono forcella è la soluzione ideale per questo piccolo telescopio e non ha nessun problema a reggerlo dato che il tubo ottico con il cercatore Finder pesa meno di 800 grammi, il tubo è collegato al monobraccio tramite una vite laterale fissata lateralmente al tubo stesso e che si innesta nell'apposita fessura nel mono braccio poi dall'altra estremità viene serrata da una grossa manopola che serrerà il telescopio nella posizione desiderata in altezza, mentre il piatto posizionato sotto la montatura rimane sempre libero nel movimento a destra o a sinistra. Anche la posizione verticale del focheggiatore rispetto alla montatura AZ la trovo azzeccata per la semplicità d'uso del piccolo FUNSCOPE.

PRIMA LUCE

Dopo un primo controllo puntando il FUNSCOPE in diurno verso alcune case poste a una 15ina di km dal mio osservatorio utilizzando i suoi oculari originali, ho notato che l'ostruzione dello specchio secondario appare in diurno ben visibile dall'oculare da 20mm con l'utilizzo di 15x, utilizzando l'oculare da 10mm con 30x l'immagine del secondario tende a svanire ma si percepisce sempre, di notte questo effetto non è avvertibile se non leggermente sulla Luna piena, come strumento da osservazione paesaggistica, essendo il newton uno strumento che rovescia completamente le immagini, cioè il nord in basso e l'est a destra, bisogna mettersi in posizione frontale al piccolo FUNSCOPE ponendo le spalle a cosa si sta osservando, l'immagine è molto luminosa, la messa a fuoco è critica, bisogna trovare il punto giusto, ma con un poco di pratica si trova facilmente la sensibilità e la delicatezza che non fanno rimpiangere le tanto comode manopole con riduzione 1:10, mi piace il trattamento riflettente che hanno utilizzato per gli specchi, inoltre anche se lo specchio è Sferico in diurno anche con 15x la visione globale è gradevole e non troppo distorta ai bordi. 

Così si è arrivato finalmente al momento che per molti Astrofili di vecchia data e non, è un po come il varo di una nave, cioè "la prima luce" puntando i propri

strumenti verso il cielo stellato, è un rito che si ripete ogni volta si acquista un telescopio nuovo, ma anche usato e lo si usa per la prima volta, non so da dove nasca questa consuetudine, la trovo comunque molto divertente e se l'ottica non è proprio un disastro, è un bel ricordo per gli anni a venire, qualcuno punta il telescopio a caso nel firmamento, altri meditano cosa dover puntare, io faccio parte della seconda categoria di Astrofili, ci ho pensato un po e la prima luce è stata la stella doppia Albireo.

Albireo, la bella doppia appare ben staccata con il 4mm a 75X

Naturalmente il FUNSCOPE non è proprio adatto come strumento per le stelle doppie, e si nota subito che le due componenti non sono puntiformi, l'immagine di Albireo in foto è molto simile a ciò che si vede in visuale, stelle molto spesse rapportate a confronto ad un rifrattore di diametro simile a questo telescopio, però il colore è perfetto senza cromatismi di sorta indotti da altri tipi di obbiettivi acromatici a prescindere dalla focale. Come al solito la messa a fuoco è critica e già a mezzo grado di distanza dal centro del campo, potrei valutarlo come 1% circa di differenza, questo a causa della cortissima focale e dell'utilizzo dello specchio Sferico. Per spiegarlo meglio faccio un disegno con dei cerchi concentrici. 

Come visibile lo specchio Sferico a differenza del Parabolico, non ha lo stesso punto di fuoco

per tutta la superficie riflettente. 

Nello Sferico man mano che ci si sposta dal centro dove vi è la perfetta messa a fuoco, allontanandosi la messa a fuoco subisce una variazione di distanza, nel FUNSCOPE ogni due righe corrispondono a mezzo grado di cielo inquadrato, così quando le stelle al centro del campo appariranno puntiformi, alle estremità appariranno leggermente sfuocate e con un poco di distorsione tanto da fargli assumere una forma leggermente allungata e curva.

Onestamente ai bassi ingrandimenti a cui viene usato il FUNSCOPE e alla grande quantità di cielo che inquadra devo dire che l'uso dello specchio Sferico al posto di quello Parabolico che tende a mettere meglio a fuoco nello stesso punto una quantità maggiore di superficie dello specchio.. a F3,9 su un diametro di 76mm non è che faccia una grande differenza tra i due tipi di superfici, indubbiamente uno specchio parabolico alzerebbe il prezzo di vendita di questi telescopi, ma per ottenere delle belle immagini su tutto il campo non solo lo specchio parabolico primario dovrebbe venir lavorato in maniera eccellente, ma vi sarebbe bisogno ugualmente di uno spianatore dedicato da interporre prima dell'oculare.

Poiché il FUNSCOPE nasce come un F3,9 ogni minima variazione di collimazione è un macigno sull'immagine stellare. Benché lo strumento mi sia giunto perfettamente collimato ho voluto provare a scollimarlo un poco, innanzitutto le tre viti per la collimazione erano ben serrate, allentandole tutte e tre ho voluto ricollimare il secondario lasciandole un poco più morbide, l'operazione non è stata affatto semplice soprattutto a causa della montatura nel piatto che si muove in continuazione.

La stabilizzazione termica è piuttosto veloce anche con grandi differenze di temperatura tra l'interno e l'esterno dell'osservatorio e non va generalmente oltre i 20 minuti circa.

OSSERVAZIONE PLANETARIA

Il FUNSCOPE puntato sulla Luna

Il planetario non è proprio il suo campo, se pensate di poter osservare la Luna come in uno spettacolare Newton da 30cm a F4,5 vi sbagliate di grosso.. ho fatto una foto in afocale da un oculare da 9mm di tipo Kellner Ortho volcano-top Japan oculare di qualità superiore, ho utilizzato questo a differenza di quelli da 62° per avere un immagine il migliore possibile per la foto, e questo è il risultato dell'immagine che è venuta piuttosto realistica di come si vede in visuale il nostro satellite con il FUNSCOPE. 

La Luna a 33x ingrandimenti con un oculare da 9mm

Come visibile la Luna non appare completamente messa a Fuoco da un lato, questo è normalissimo per questo tipo di specchio Sferico, nonostante questo con un oculare da 4mm si possono ugualmente osservare le principali caratteristiche del suolo Lunare, ho tirato gli ingrandimenti fino a 150x aggiungendo una Barlow 2x all'oculare da 4mm, questo ingrandimento corrisponderebbe quasi il limite teorico dell'apertura del FUNSCOPE, con mia sorpresa anche se con la consueta difficoltà si raggiunge una discreta messa a fuoco, indubbiamente lo specchio è difraction limited, cioè lavorato minimo 1/4 di Lambda, anche questo un risultato notevole per un Newton così economico, comunque il suo massimo sfruttabile sono i 75x ingrandimenti, inutile salire maggiormente.

Giove proprio a 75x ingrandimenti rimane sempre un pallino bianco privo di dettagli, sono visibili i suoi satelliti e niente più, per intravedere qualcosa bisogna salire a 150x ma è proprio dura come osservazione per percepire appena le due bande equatoriali. 

Venere a 75x ingrandimenti mostra la fase senza molti problemi, è presente un po di luce diffusa, nessuna variazione di Albedo sulla superficie.

Marte appare come un pallino senza dettagli, magari aspettando l'opposizione, qualche dettaglio potrebbe venir fuori.

Saturno a 75x ingrandimenti mostra il suo bell'anello e nelle vicinanze la presenza di Titano, niente di più.

L'ESSENZA DELLO STRUMENTO

Il periodo invernale fine 2015 e inizio 2016 è stato caratterizzato, per quanto riguarda la Versilia, da temperature miti e cielo coperto. Questo tempo non mi ha ancora dato la possibilità di poter sfruttare al meglio il piccolo FUNSCOPE, tanto è vero che nel periodo di Natale non ho avuto la possibilità neanche un giorno di poter effettuare un'osservazione della Cometa C/2013 US10 Catalina.

Il FUNSCOPE ORION di fianco al fido CELESTRON 60/700

Per fortuna, tra una foschia e un temporale, ho avuto la possibilità di incappare in qualche serata buona senza Luna. Utilizzando gli oculari asferici da 62° inizio subito con M42 la nebulosa di Orione, bersaglio preferito da noi Eterni Neofiti di tutto il mondo. Le stelle nel campo della Nebulosa di Orione, utilizzando l'oculare da 23mm, risultano piuttosto puntiformi per quasi tutto il campo inquadrato e la nebulosa fa bella mostra di sé. Con l'oculare da 10mm la nebulosa acquista qualcosa e con il 4 mm. si incominciano a distinguere o percepire le 4 stelline che costituiscono il famoso "Trapezio".

Per lo Star Hopping non ho neanche acceso il Finder Red-Dot con il suo puntino rosso, ma l'ho comunque utilizzato spento inquadrando il cielo all'interno del suo cerchietto. Osservando sempre i pianeti mi ero un poco arrugginito nella ricerca di tutto il resto che ammetto mi mancava. Lasciare il Sistema Solare fa bene all'animo e lo strumento mi ha assecondato.

Sulle Pleiadi (conosciute come le sette sorelle figlie di Atlante) usate come riferimento per il calcolo della magnitudine visibile, credo di essermi avvicinato alla decima nonostante un cielo non eccezionale. 

Ingolosito dal risultato, grazie anche alla presenza del vento che ha reso l'aria molto tersa, ho puntato Capella e poi i famosi ammassi M36 e M37 per passare poi alla costellazione dei Gemelli con il celebre M35 e il suo debole compagno NGC2158.

Da qui mi sono spostato verso Sirio nella costellazione del Cane Maggiore spazzolando il cielo alla ricerca di M41, e ancora su verso Procione passando dall'Unicorno, e non contento passando da M34 e poi verso il Doppio Ammasso del Perseo.. 

La notte si è fatta tarda e così giunge il momento di andare a nanna. Con il FUNSCOPE “smontare la strumentazione” è facile... si posano gli oculari nella scatolina di cartone, si rimettono i tappi al telescopio, si prende con una mano sola il tutto e senza sforzo alcuno si ripone in casa.

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