FIERA DELL'ASTRONOMIA DI PARMA 30/11 - 1/12 2013

La fiera dell’astronomia di Parma, con la sua paupera presenza di espositori e visitatori (sempre gli stessi) è l’ennesimo esame che testimonia l’agonia del sistema commerciale dell’astronomia in Italia.

I volenterosi espositori, in questa occasione quantomeno non tassati per esporre i propri stand, sono paladini di una illogica frammentarietà del mercato e della mancanza di organizzazione a livello territoriale.

Ci si domanda da un po’ a cosa servano 2/3 fiere all’anno, tutte poco attraenti date le modestissime dimensioni, e perché non si pensi a una fiera unica, magari itinerante, ma soprattutto dotata di eventi e attrazioni che non siano solamente “strumenti usati” o in “occasione”, o la presentazione di uno o due nuovi item.

Restituire interesse a un campo negletto come quello dell’astronomia amatoriale richiede una certa dose di coraggio e anche una notevole coesione e condivisione di intenti tra espositori, associazioni, enti fieristici.

Lo spazio “espositivo” deve essere concesso a prezzi estremamente convenienti e, parallelamente, gli espositori e le associazioni devono farsi carico, come “cartello”, delle spese di organizzazione di eventi che abbiano la capacità di interessare un pubblico più ampio di quello prettamente “astrofilo”.

Risulta poi incomprensibile come, e qui torno a riferirmi alla fiera di questo fine settimana a Parma (giorni 31/11 e 1/12 del 2013), all’interno degli spazi dedicati alla mixture di fiera dell’elettronica, astronomia, e addobbi e regali natalizi, non sia presente un ristorante aperto! I poveri reietti visitatori si sono visti costretti a mangiare un panino in piedi al bar oppure, sempre presso la stessa struttura, un piatto di pasta riscaldata su tavolini in formica e piatti di carta.

Siamo oltre la frontiera della follia, soprattutto se si considerano le due famiglie che, tornate al parcheggio aperto (perché quello recintato (vuoto), era misteriosamente chiuso, hanno ritrovato la loro autovettura con i finestrini rotti da ladri di passaggio.

Tornando alla fiera in oggetto mi sentirei di segnalare alcune “novità” (chiamiamole così anche se se ne è ampiamente già parlato nei mesi scorsi) finalmente disponibili al “tatto”.

 

La prima riguarda, doverosamente, la tanto chiacchierata montatura Sky-Watcher EQ-8, tra l’altro posta in stand a fianco della sua “gemella” o quasi GF-53.

La EQ-8 ha significativamente impressionato me e le persone con cui ho avuto modo di chiacchierare. Estremamente solida, ben dimensionata, anche esteticamente gradevole, e con un prezzo che è, di fatto, la metà di quello delle concorrenti di pari fascia. Se, e ripeto SE (cosa di cui però non ho dubbio conoscendo la globalità dei prodotti Synta), la sua elettronica e accoppiamento con la meccanica funziona sono certo che questa montatura avrà un successo commerciale (limitatamente a quanto possa ottenere una montatura da oltre 40 chilogrammi di portata e prezzo di circa 4200 euro) notevole.

Sarà un clone, sarà poco innovativa, ma siccome ciò che conta è il risultato credo che Synta abbia, ancora una volta, colto nel segno.

 

La seconda novità, anche se dal punto di vista “dimensionale” ha rappresentato certamente l’elemento più vistoso della fiera, è rappresentata dalla antenna per radioastronomia realizzata dalla giovane PRIMALUCE-LAB che, in occasione della kermesse, ha esposto la sua WEB-230 installata su una montatura EQ-6 (nuovamente di produzione Synta).

Ok, è una novità interessante (io stesso ho chiesto di essere invitato alle prossime dimostrazioni sotto al cielo) ma servirebbe una serie di immagini per aiutare anche i non esperti di radioastronomia (eccomi alzare la manina) a farsi una idea del potenziale operativo. Questo è mancato: un peccato perché il progetto è interessante.

 

Altra novità è stata la presentazione (era un po’ che volevo vederla da vicino) da parte di TS Italia (nella persona di Riccardo Cappellaro) della montatura MESU2 di Mesu Mount. Una spartana montatura che viene dichiarata per carichi elevati (superiori ai 90 chili) ma che, nonostante sia graziata da un sistema operativo avanzato e intuitivo, deve ancora ricevere la corretta attenzione da parte del costruttore ai dettagli (carter di protezione motori, guaine di rivestimento cavi, saldature e anodizzazioni.

Va bene l'ottima portata e il buon sistema operativo, accettabilissima la spartanità d’insieme, ma tra 6000 euro e 6100, il costo delle attenzioni maggiori sopra descritte non supera i 100 euro (di vendita), non cambierebbe nulla e il prodotto avrebbe valide chances di essere diffuso. Nei cento euro extra metto dentro anche un supporto differente rispetto ai due tubolari in ferro (di spessore limitato), della testa equatoriale...

Sempre da TS ho visto un simpatico e ben realizzato (davvero un giuoiellino che spero di aver modo di testare prima o poi) rifrattore da 50 mm. realizzato con un doppietto FLP-53 e focale 330mm (TS-50ED). Credo costi intorno ai 380 euro che non sono certo pochi per un 5 cm. ma rispecchiamo siucuramente la precisione realizzativa e la probabile bonta dell'ottica.

 

Una nota di merito va poi fatta a Giuliano Monti, amico e lavoratore instancabile che, grazie anche alla collaborazione dell’omnipresente papà, ha realizzato lo stand più grande e fornito della fiera. A lui va il merito di aver portato sia la EQ-8 che il “nuovo” 152 ED doppietto focale 1200 di APM. Uno strumento sicuramente interessante proposto a una cifra ragionevolissima. Bisognerebbe testarlo, visto “così” non dice nulla.

Altra “novità” degna di interesse è la piccola montatura a “Z” della Ioptron: si chiama ZEQ25 ed è bellissima. Solamente va verificata la possibilità di registrare la posizione delle viti senza fine rispetto alle corone dentate sugli assi perché l’esemplare esposto palesava “giochi” importanti.

Stessa cosa riguardo la montatura Avalon Linear. Presentare una montatura del costo di 4000 euro con una vibrazione al tocco di oltre 1 cm. rischia di farle fare brutta figura.

Bello, molto direi, il nuovo RC-250 a f8 presente. Si presenta molto ben rifinito e, non potendo testare le ottiche, il solo appunto che mi viene da fare riguarda l’impossibilità, sull’esemplare esposto, di provare a regolare la cella del primario. Esistono tre bellissime manopole (non so quanto siano micrometriche però) che erano state bloccate.

 

Installato su una GF-53, sempre nello stand di Tecnosky, era anche presentato un nuovo newton fotografico di medio diametro prodotto dalla ARTESKY (in fiera era mostrato il 250 ma esistono anche versioni più piccole e grandi) che strizza l'occhio ai fotografi più esigenti. Il tubo realizzato in fibra di carbonio, una corretta contropiastratura di generose dimensioni per sorreggere il focheggiatore motorizzato (in fiera vi erano applicati una ruota portafiltri motorizzata e una camera CCD di notevoli dimensioni), una bella cella del secondario e una generale impressione di solidità e professionalità. peccato, a mio avviso, il colore "carbonio opaco" e una scelta cromatica che sembra un poco "tedesca" (ma sembra essere la tendenza del momento). Strumento dal peso non proprio piuma che, a mio avviso, è stato giustamente e professionalmente installato su una montatura di classe adeguata. Sarebbe bello testare sul cielo uno di questi newton di nuova concezione (finalmente alcuni produttori si stanno specializzando in newton fotografici realizzati con materiali adeguati che, purtroppo, si trascinano ovviamente dietro anche costi non popolari) e capire se e come l'impiego di materiali di prima scelta sia effettivamente remunerativo dal punto di vista prestazionale. 

 

Ultimo plauso va al patron di Geoptik, azienda sempre attenta alla qualità, che ha esposto, tra le tante cosine, anche un applaudile dobson da 30 cm. interamente realizzato in compensato marino trattato e verniciato trasparente. L’intera struttura, tagliata a pantografo, risulta correttamente dimensionata e i sistemi di aggancio/sgancio dei tubi di struttura molto ben fatti oltre che di nuova conceziona (finalmente qualcuno che usa il cervello e propone una soluzione azzeccata). Il dobson di Geoptik è un vero capolavoro, credetremi, con bolle integrate nella base sotto la cella dell’ottica principale e contrappesi magnetici ma, soprattutto, con la truttura reggi cella secondario, fatta con un lamellare incrociato completamente piegato a caldo. Opera (per chi si sofferma a riflettere) che sottolinea tutta la cura realizzativa alla base del progetto. Dal mio punto di vista: bravissimo.

SINTESI

Ho deciso di aggiungere una "conclusione" a questo piccolo editoriale perché, a sentire gli astrofili, sembra che si debbano sempre attendere novità estere da costruttori di grande nome. Se però proviamo a fare la conta di quanto era esposto nella piccola fiera di Parma, con la eccezione della MESU2, della EQ8, e del rifrattore APM 152/1200, il resto delle novità era italiano. ARTEC, PRIMALUCELAB, GEOPTIK, TECNOSKY: tante novità e non fatte solo di "gadget" ma di strumenti gustosi (newton fotografici, RC e Cassegrain di alto livello, impianti completi per radioastronomia, costruzioni in legno di altissima precisione). Insomma.. una fotografia che rende giustizia all'ingegno e impegno dei piccolo costruttori italiani che avrebbe meritato una cornice più esaltante. Speriamo che riescano a trovare la loro nicchia di mercato e che non si perdano schiacciati dalle enormi difficoltà che oggi incontra chiunque voglia fare imprenditoria sana in Italia.

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