Il migliore rifrattore per alta risoluzione al mondo nella classe dei 4 pollici
La gamma “FC” di casa Takahashi, con schema ottico Steinheil, nasce nel 1981 e annovera una serie di rifrattori di vari diametri compresi tra il piccolo 50mm. e il notevolissimo FC150 aperto a f.11,3 (uno dei più rari Takahashi mai realizzati e mio “sogno nel cassetto”).
Tutti gli FC (con l’eccezione del 150mm. e del nostro 100mm.) nascono con focale prossima a F.8
Nel tardo 1988 viene realizzata una versione “anomala” del diametro più rappresentativo (il 4 pollici) con rapporto focale di F.10.
Lo strumento, che viene siglato FC-100N, viene fabbricato in pochissimi esemplari (166 ritengo, ma alcune fonti ne citano meno di 150, altre addirittura ne limitano la produzione a circa un centinaio di pezzi) e con propensione spiccatamente planetaria.
E’, insieme al fratello maggiore 150, il solo Takahashi rifrattore apocromatico da 4 o più pollici di diametro realizzato con rapporto focale così lungo.
Ovviamente (e come potrebbe essere diversamente?) si crea una certo alone leggendario intorno a questo strumento raro e significativamente prestazionale. In occidente ne giungono pochi o pochissimi così come assicuratomi da personaggi americani di indubbia esperienza e levatura collezionistica.
Hi Paolo,
I don't mind at all that you asked, but I am not selling it at this time. I saw
that you were looking for a Showa 100 f/10. This one had a sticker on it (which
I still have) that said it was their 25th anniversary scope. Markus Ludes told
me that the lens was made by Hidaka Optics in Japan and is a SD100. I really love
the scope. Best 4" that I have looked through and has excellent color
correction. The funny thing is that I was looking for an FC100N for a long time
when I came across the Showa and thought I would give it a try. I'm sure glad I
did! I know that Hidaka was with Takahashi before he formed his own company -
maybe he designed the FC100N lens before he left - who knows? I hope you are
able to find a Showa. If I see one for sale, I'll be sure to notify you.
Regards,
PJ
Questa la risposta di PJ, uno degli utenti di lunga data di Cloudy Nights al quale chiesi se voleva vendermi il suo SHOWA 100 SD.
I miei numerosi annunci sui forum e mercatini alla ricerca di un FC-100 N non avevano dato nessun frutto, se non per le mail che ho ricevuto da parte di personaggi che si offrivano di vendermi tutto fuorché ciò che stavo cercando.
La recensione dello SHOWA in suo possesso mi aveva fatto piacere questo strumento e avevo idea che potesse essere oggetto interessante. C'è da dire, per dovere di cronaca, che SHOWA realizza strumenti di finitura elevata e con ottiche di primissimo livello (si guardi il loro “TOA 150” – che si chiama SHOWA 150FRT focale 1200 - per comprendere la citazione), oltre che montature fantascientifiche. Ma per capire di cosa parliamo basta dare un'occhiata alla sezione "STRUMENTI ESOTICI" di questo sito.
Dopo aver ricevuto il messaggio ho continuato$ a cercare l’ottica per molti mesi finché, quando oramai avevo perso ogni speranza, ho ricevuto una e-mail da un giapponese doc: Takaya S. si offriva di vendermi il suo FC-100 N.
Più di un mese dopo il primo contatto, sul forum ristretto di “Stelle Doppie”, così ho descritto l’avventura di questo acquisto e i suoi retroscena:
…sono andato in ufficio a ritirare
il "pacco". Ero già da quelle parti e mi è costato poca fatica..
Lo strumento è davvero imponente, soprattutto se confrontato ai miei vecchi FS-102 e anche ai nuovi TSA-102 (a “occhio” è lungo circa 20 cm in più) e rasenta le dimensioni dell’ FS-128, apparendo
solamente un poco più snello.
Mostra qualche graffietto sul tubo, di cui ero stato edotto, ma il doppietto è insindacabilmente pari al nuovo: non un granello di polvere ne offusca la trasparenza. Il trattamento antiriflesso inoltre, molto diverso dagli attuali “verdi”, mostra una dominante porpora-brunita scurissima. Vedere un doppietto Takahashi in fluorite vera e rapporto focale F10 è un'esperienza che vale la pena di essere vissuta. Non conosco, al momento, il numero di esemplari costruiti e sopravvissuti nel corso dell’ultimo ventennio ma sono sicuramente pochissimi tanto da farne un oggetto di “culto”.
L’ ex proprietario dello strumento è
un collezionista giapponese di ottiche a rifrazione con diametro intorno ai 4 pollici, li ha tutti ad eccezione dell’APQ 100/640 o 1000 di cui mi ha chiesto con interesse. Gli ho detto: oltre i 7.000
e più euro e ha risposto, in giapponese stretto: SHIMBURTUZARDAMANTAFSAR - che significa: siete "fuori" in Europa?!".
Poi abbiamo parlato di una certa MITAKA GN-170 che cerco da anni (è la Rolls Royce delle montature equatoriali... sì.. lo so... non sapete cosa sia...la montatura intendo, la Rolls so che lo sapete).
Con fare disinteressato mi ha scritto: non sotto i 500.000 YEN. Gli ho risposto un “cavolo... ci penso....”
Abbiamo lungamente discorso per via scritta e mi è ha confidato di essere convinto che ve ne siano pochissime in occidente (sicuramente meno di una decina tra qui e gli Stati Uniti passando per
l'America Latina) e di voler creare un "cartello" per riportare tutte le MITAKA in Giappone (e lo capisco, da collezionista). Fosse per me le comprerei tutte e bon, se fossi ricco.
Mi ha raccontato della sua vita e di
come, negli ultimi dieci anni, avesse collezionato i pochi 4 pollici da sogno esistenti. Da quando però il Giappone è diventata la sua seconda casa e il maggior tempo lo trascorre in Australia ha
scelto di evolvere la sua passione ai newton specializzati di diametro “cospicuo”.
E qui ho capito l’arcano...
Nelle nostre lunghe trattative gli chiesi se aveva notizie di un certo MT-250 (il top newton di Takahashi... in effetti esiste anche l’ MT-300 ma ne hanno fatti così pochi da essere praticamente
inesistente). Non capivo come mai non si "slacciasse" su questo argomento e poi ho compreso... lo vuole per sé il buon “banzai”.
L'FC100-N è strumento dallo star test eccezionale. Sia
in intra-focale che in extra-focale, anche al notevole potere di 400x ottenuto con un oculare HR da 2,5 mm.,
L’immagine degli anelli di diffrazione è chiara e ben spaziata, con anelli puliti e con un livello di luce diffusa contenutissimo. Nessuna traccia di dominante cromatica è presente e/o rilevabile dal
mio occhio (e io vedo cromatica anche negli APQ...). La correzione cromatica è quindi, almeno nelle applicazioni visuali, totale e perfetta. Anche a ingrandimenti più bassi (ai quali preferisco
effettuare lo star test per appurare il grado di lavorazione delle ottiche) e prossimi ai 150x gli anelli di Fresnel sono incredibilmente secchi e risulta davvero arduo riconoscere la posizione
intra-focale da quella extra-focale (ho provato più volte, senza sbirciare lo strumento e con l'aiuto di un assistente, e ho quasi sempre fallito).
L’utilizzo di diagonali di scarsa qualità introduce lievi disallineamenti che scompaiono nella visione diretta. La resa del trattamento antiriflesso sembra più che buona benché i trattamenti odierni possano forse offrire qual cosina in più in termini di trasmissione luminosa.
Ciò che è affascinante è, ovviamente, la resa dei “bianchi” che risulta perfetta, così come il bordo lunare, test che mette alla corda anche le ottiche più blasonate. Lo strumento, che per questo primo test viene impiegato sotto il cielo urbano di casa, lascia presagire prestazioni probabilmente elevatissime su oggetti nebulosi estesi sotto cieli molto bui.
Sarebbe interessante portare lo strumento sul banco ottico e farne verificare la qualità “reale” e il grado sia di lavorazione che il valore di RMS che direi essere molto vicino a quello stratosferico del Nikon di pari apertura.
I bought an
FC100N ten years ago and every time I look through it I am simply amazed. The
optics are faultless. The construction is impeccable. The appearance is
beautiful.I have had this scope up to 550x when viewing the gas giants and Mars
and on steady nights the views are marvelous. Optically this is the best scope
I have ever looked through.
Overall Rating:
10
Optics:10 Ease of Use:10 Value:10
Weight: 10 (Trustworthy Vote)
Date: 01/05/2002 04:51:51 am PDT
Nearly pure
images!!Impressive.
Overall Rating: 9
Date: 11/02/2001 11:46:11 am PDT
I bought one of
these a few years ago and it is a stunning planetary scope. Virtually no color
and incredibly sharp contrasty images. Probably the best 4" refractor I've
ever looked through. The moon virged on 3 dimensional in this scope! Jupiter
showed multiple belts and colors in the belts. The moons were differing sized
discs. Saturn was excellent with the crepe ring and 5 moons.
Just a perfect scope. Sadly I had to sell it (pregnant wife & no insurance)
Wish I still had it. Paula York at Anacortes now owns this beauty.
Overall Rating:
10
Date: 09/07/2001 07:00:53 am PDT
Indipendentemente dai toni entusiastici con cui questo rarissimo strumento viene recensito su Excelsis Rating ciò che mi interessa è il reale valore qualitativo dello strumento che i miei occhi riescono a cogliere.
In una sera di maggio 2009, il giorno 18 per la
precisione, nonostante un seeing ballerino incostante con valore compreso tra i 6/10 e i 7/10 (nei momenti migliori e rapportato al diametro di 10 cm.), ho tentato la visione di Zeta Bootis che, come
da effemeridi del periodo, è una stella doppia di classe A0 e magnitudine di primaria e secondaria intorno a 4,5, con separazione di 0,547”.
Un test sulla carta impossibile per un uno strumento della classe dei 4 pollici. Poche sere prima ero però riuscito (con un seeing eccezionale e superiore a 8/10) a notare con certezza un discreto
allungamento nell’immagine del disco di airy con il Pentax 105-SD e ho voluto ritentare la sorte.
Al valoroso potere di 640x, con l’ausilio dell’HR da 2,5mm. (non un grande oculare sia chiaro) e del duplicatore Takahashi da 1,6x, Zeta Bootis ha mostrato di non essere simmetrica… L’immagine non era definita come quella offerta dal Pentax due sere prima (esclusivamente per via del peggiore seeing) ma l’allungamento appariva indiscutibile.
Il parco oculari a disposizione, in tutta franchezza, non rende merito allo strumento che, probabilmente, raggiunge l’apice delle proprie capacità quando viene accoppiato ai Takahashi ORTHO, oculari mitici e di difficile reperibilità.
Nel luglio 2009, dopo una serie di e-mail scambiate con
un americano, entro in possesso della serie quasi completa degli oculari Takahashi serie LE, che rappresentano l’attuale produzione Takahashi (la sola prima dell’introduzione, nel 2011, della nuova
linea di grandangolari da 800 euro al pezzo). Differentemente dagli ORTHO, che sono ortoscopici di nome e di fatto, la serie LE è composta da 5 elementi suddivisi in tre gruppi.
Sono riconosciuti tra gli oculari più prestazionali in assoluto nel campo dell’alta risoluzione (se si eccettuano gli ABBE Zeiss - vedi dopo) e fa loro difetto esclusivamente il campo
relativamente ristretto (compreso tra i 45 e i 50° apparenti). Pur non avendo testato gli ORTHO immagino che questi siano ineguagliati ma, sicuramente, la serie “LE” rientra a pieno titolo nel gotha
degli oculari di ottimo livello, benché il loro costo sia ancora accessibile.
Ho utilizzato lo strumento con gli “LE” (il FC100-N nasce in realtà in abbinamento con gli Ortho Takahashi da 0.965”) con la difficoltà di dover realizzare un raccordo apposito in grado di accorciare lo spazio richiesto dalle riduzioni di serie tra il diametro di uscita del focheggiatore e il porta-oculari. I diagonali da 31,8mm., accoppiati con le riduzioni in essere, portano infatti troppo fuori il treno ottico, facendo perdere il punto di focalizzazione.
Sembra una sciocchezza ma ho dovuto necessariamente farmi tornire un raccordo custom che fosse anche porta-oculari.
Risolto l’inconveniente ho potuto gioire delle virtù di questo meraviglioso strumento.
Devo subito dire che, nonostante alcuni sapientoni vogliano far passare per “tutti uguali, tanto sono –perfetti-“ gli apocromatici da 4 pollici, usando alcuni di questi (cito il Nikon 100ED f12, il Pentax 105SD, lo Zeiss APQ 100/640, i TeleVue Genesis, e altri) ci si accorge ben presto della grande differenza che li separa. A parte la minore o migliore correzione dell’aberrazione cromatica residua, assolutamente invisibile all’occhio su qualsiasi target in questo Takahashi, ciò che salta all’occhio è il diverso modo in cui gli oggetti standard di riferimento vengono mostrati (Giove, Saturno, Luna). Diversa resa dei “bianchi”, diversa capacità di esaltare i contrasti sulle tonalità marroni/rosse piuttosto che su quelle gialle. Sembrano concetti vacui ma, se si ha la possibilità di testare alcune di queste ottiche su un pianeta difficile come Giove in una sera di buon seeing ci si può rendere conto di come i nudi valori di correzione ottica non dicano sempre tutto di un telescopio.
E’ incredibile, ad esempio, come un rifrattore come il Nikon sia più incisivo sulle tonalità marroni e scure e il Takahashi risulti invece migliore nel rendere le differenze di tonalità più chiare (ad esempio gli ovali scuri nel primo caso e le striature e nuvole equatoriali nel secondo).
Grazie a un obiettivo dalle qualità ottiche fantastiche e una focale da 1 metro, l’FC100-N ha come campo di applicazione principe l’alta risoluzione (nei limiti accessibili alla sua apertura di soli 100mm.).
Così come avviene con il Nikon 100ED f12, anche all’oculare del Takahashi sembra non importare il numero di ingrandimenti che si usano. Le immagini stellari esibiscono un aspetto da manuale a 100x così come a 600x. Non sono numeri presi a caso ma realmente sperimentati e, con stupore notevole, limitati solamente dalla inevitabile perdita di luce che, oltre i 500x, affligge quasi tutti gli astri ad eccezione dei più luminosi.
L’immagine non “rompe” mai, come si dice in gergo, e non è aspetto da sottovalutare. Altre ottiche moderne, mi riferisco ai pur buoni cinesi da 4 pollici aperti a f9, si fermano a 300x e oltre non vanno, se non con una certa opacità dell’immagine stellare e un effetto flou che aumenta con l’aumentare del potere impiegato.
Osservare con questo “FC” a 360x equivale ad osservare in un SW-100ED alla metà degli ingrandimenti (forse qualcosina meno) e, se si ha a disposizione una buona barlow o un moltiplicatore di focale originale, ci si può spingere molto oltre senza che l’ottica mostri affanno.
E’ una cosa impossibile da ottenere, ad esempio, con un qualsiasi Tele Vue e posso dire che, avendolo avuto e testato molto bene, in visuale il Takahashi oggetto del test è superiore quanto a capacità di reggere gli ingrandimenti e sensazione di “trasparenza ottica” anche all’ottimo TSA-102.
Nonostante i Takahashi serie LE siano oculari di altissimo livello ho capito con il tempo, provando altri brand, che l’FC100-N trova il suo sposalizio ideale con gli ortoscopici classici “top level”. Una comparazione effettuata con gli Abbe Zeiss e con gli ortoscopici Kasai (1° serie) ha visto alcuni miglioramenti. I Kasai riescono a migliorare di “quasi pochissimo” l’immagine, gli Abbe la implementano ancora. La differenza non è trascurabile, soprattutto su Giove, dove abbinato agli Zeiss il nostro Takahashi diventa una macchina assolutamente imbattibile da qualsiasi (ripeto QUALSIASI) altro 10 cm. che io abbia mai potuto provare.
Esistono anche le follie. Tra queste ci sono quelle incomprensibili e quelle semplicemente inarrivabili. Io ve ne mostro una facente parte della seconda categoria.Trovare un FC100-N è impresa veramente ardua (difficile che chi ne ha uno se ne separi), trovarne due è da record mondiale, appaiarli addirittura e farne un binoscopio esula da qualsiasi categoria...
Difficile essere obiettivi, e altrettanto difficile è
trovare qualcosa che fosse in grado di “giocarsela” con questo piccolo capolavoro giapponese. Inutile usare un ottimo C8: nonostante il divario di diametro il Takahashi vince su Giove, su Venere,
pareggia su Marte e Saturno, è quasi alla pari sulla Luna, le stelle doppie (se si escludono quelle perfettamente bilanciate e sotto gli 0,8”) sono tragicamente a favore del doppietto giapponese.
Stessa sorte con un Mewlon 210, con un cassegrain puro da 150mm. a f20, con un newton di buona fattura da 20 cm. a f6.
Molti apocromatici o semi-tali di diametro superiore devono “inchinarsi”, è il caso dei vari 120 ED SW e dei tripletti da 127/950. Per stanare qualcosa che riesca a pareggiare il conto
(escludendo altri rifrattori di ottima fattura da 5” o più pollici ovviamente) serve un rifrattore di pari levatura (e non mi riferisco ai vari 102 f8 apo come i TMB originali, gli FS-102, e
nemmeno i Vixen fluorite a f9 che, immancabilmente, stanno “dietro” di qualcosa). Io ho avuto modo di vederne 3: il Pentax 105-SD (un f 9.5), Il Nikon 100 ED f12, lo Zeiss APQ 100/640.
Ho avuto il dubbio sui primi due (il terzo è stupendo ma
non all’altezza con il suo rapporto focale, forse la versione F10 pareggerebbe il conto) e poi mi sono arreso. Nessuno dei tre giapponesi poteva essere definito “tout court” migliore. Il Pentax ha
una generalità di prestazioni meravigliosa, il Nikon è splendido su alcune features di Giove, ma il Takahashi è forse meglio, ed è più “difficile” se mi si concede il termine.
Forse per via della fluorite cristallina, forse per i suo schema steinheil, chissà… Serve un attimo per entrare in sintonia con questo raro strumento, ma quando lo si fa non si vorrebbe più staccarsi
dall'oculare e capita di rimanere delusi solo nel chiedergli di superare abbondantemente i limiti imposti dalla fisica e sentirsi rispondere (ovviamente in giapponese stretto):
"questo proprio, Paolo, non riesco a farlo".
Il Nikon 100 ED f12 forse è più bello esteticamente.
Il Pentax 105-SD è perfettamente bilanciato e costruito meglio.
Lo Zeiss APQ ha un blasone unico (molto sopravvalutato), ed è un "tank" di meccanica.
Sono fantastici tutti e tre: qualunque si abbia si può essere più che felici e orgogliosi.
Però il Nikon l’ho venduto (con tante lacrime), il Pentax pure (non mi pentirò mai abbastanza), lo Zeiss non l’ho mai voluto (perché non mi piace pur restando un grande strumento) e poi è troppo facile da trovare.
Amo Takahashi e adoro questo FC100-N che è, e resta, il miglior Takahashi “amatoriale” mai realizzato.