RIFRATTORI FOLDED

INTRODUZIONE

I rifrattori a lungo fuoco rappresentano, da sempre, uno dei sogni nel cassetto di molti astrofili. Impiegati sovente come telescopi principali sotto le cupole delle Università o dei piccoli centri di ricerca (specialmente negli anni ’60 e ’70), hanno conservato il fascino della purezza e incarnano, in sintesi, lo strumento astronomico per eccellenza. Oggi si usano meno (almeno dalle nostre parti) e sono stati soppiantati dai cugini apocromatici che permettono correzioni più spinte con ingombri limitati ma restano, almeno nei diametri piccoli e medi (quindi fino ai 15/20 cm. massimo), un punto di riferimento intramontabile.

Non sono scevri di "talloni d'achille" e, nel corso della storia dell’astronomia strumentale, si è cercato di ovviare ai loro due unici veri difetti (se quello del costo non viene considerato tale): le dimensioni e il peso. Un fascio ottico con una certa inclinazione ha una data lunghezza e quella solamente, quinidi il solo modo di “compattarlo” è deviarlo più volte e usare un sistema misto che includa alcuni specchi per ridurre la dimensione finale del tubo ottico. Sono nati in questo modo i “folded refractor” che, al di là di sperimentazioni casalinghe, sono stati utilizzati da costruttori anche di prestigio per dotare di strumentazioni compatte piccoli centri di ricerca o osservatori universitari. Zeiss, Lichtenkneker, Skymax (ma tanti altri ancora) hanno creato i propri folded, e li hanno fatti bene.

Questi strumenti, poco aggraziati nella versione folded tradizionale, diventano esteticamente bellissimi ed eleganti in configurazione Coudé, anche se impongono l’aggiunta di specchi riflettenti che, di fatto, introducono sempre qualche tipo di aberrazione (anche se trascurabile nei migliori casi). Prima di giungere a queste versioni, però, cominciamo dai semplici strumenti per astrofili...

COMINCIAMO DAL "PICCOLO"

Gli Unitron sono famosi, più per via della adorazione degli americani che per altro, ma rappresentano un super classico nel panorama dei rifrattori acromatici lunghi. Il 75/1200 è forse il più diffuso. Lo strumento nasce con la sua livrea classica: lungo, elegante. Poi, considerando l'idea di renderlo "compatto", alla Unitron decisero di offrirne una versione "tascabile" e generarono la variante “C”, denominata 131C, che è divenuta un piccolo oggetto di “culto”, ricercato e anche strapagato (si consideri che il valore di un esemplare si aggira intorno ai 1000 dollari in caso di condizioni pessime e può tranquillamente superare i 2000 dollari per un "pezzo" perfettamente conservato).

Il concetto è semplice: un tubo maggiorato, il doppietto spostato baricentricamente su un lato, e un complesso di due specchi regolabili che deviano il fascio ottico verso l'oculare. Lo strumento diventa più pesante ma decisamente più compatto. Sta su una montatura più piccola e risulta più trasportabile. A questo si aggiungono tutti i problemi legati alla collimazione e alla lavorazione dei due specchi e relativi supporti.

Qui vediamo un bel video dedicato a questo strumento:

 

http://www.youtube.com/watch?v=v8kPxJpmeLc

brochure originale dell'epoca

Come performa questo tipo di strumento?

Teoricamente bene, in pratica meno bene del suo "originale" senza specchi. Le motivazioni sono ovvie: più superfici ottiche, più problemi. Inoltre, e qui forse sta l'inghippo maggiore, la collimazione di questi telescopi è sempre molto complicata (salvo non siano dodati di meccanica molto raffinata) e soprattutto ricorrente. Se devo essere sincero, al di là del piacere di possedere uno strumento abbastanza raro, la soluzione "folded" non ha alcun senso per diametri così modesti. Comincia invece ad essere interessante quando si desidera un doppiatto classico di grosso diametro, almeno 15/20 cm. e fuoco molto lungo (tipicamente f15 o f20). Esistono, a questo proposito, realizzazioni originali ma anche rimaneggiate nate in casa Zeiss (come testimoniano questi due AS-200: uno pseudo originale, l'altro reintubato ultimamente da un noto commerciante tedesco).

Uno Zeiss AS 200/3000 pseudo originale

Lo Zeiss AS-200/3000 folded intubato da APM

Ma quel'è il vero scopo di questi esperimenti? Finché usiamo lenti piccole null'altro che il divertimento di farlo. Ma quando cominciamo a progettare strumenti di alto livello, sia ottico che meccanico, il fine è sicuramente quello di rendere più facile l'utilizzo del telescopio. Immaginiamo la soluzione Coudé: una sedia, una panchetta, e l'oculare sempre allo stesso posto, indipendentemente che lo strumento punti l'orizzonte o lo zenith. Una meraviglia, ovviamente!

2-Lens 9 Inch Semi-Apochromatic Coudé Refractor with special Glass Types made by Lichtenknecker (parliamo di un 225 mm semi apocromatico con 3 metri di focale)

QUALCOSA SI MUOVE

L'anno nuovo (2013) porta anche qualche novità e ritorno al passato. E' sempre da plaudire la prolifica ISTAR (azienda strana ma davvero molto attiva - e anche senza inutili clamori) che propone il prototipo del suo RefleX, rifrattore folded inizialmente in diametri da 150 e 204 mm. (probabilmente nelle focali f15 e f14,7).

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