SATURNO

Facile e fascinoso richiede però anni più favorevoli per ottenere risultati validi. Anno 2015

INTRODUZIONE

Saturno è, nell’immaginario collettivo, IL PIANETA. Inconfondibile, esotico, ad una indagine superficiale persino monolitico e immutabile. La sua fascinosa corte di anelli è fotogenica in qualsiasi strumento, dal piccolo 60 millimetri a lenti al grande specchio da 1 metro da osservatorio.

Non esiste animo che resti insensibile alla sua vista e il nostro smartphone sa rivelarsi un buon compagno nella ripresa della sua fantascientifica silhouette.

SINGOLO SCATTO

La cronica mancanza di tempo nonché l’altezza sull’eclittica non favorevole dalla mia postazione (che mi obbliga per riprenderlo a spostarmi) mi ha impedito di eseguire riprese del pianeta inanellato se non un paio di filmati proposti nella sezione successiva.

Spero, nei prossimi anni, di riuscire a colmare la lacuna.

FILMATO E STACKING

Filmare Saturno con lo smartphone è piuttosto facile. Ovviamente, come nella fotografia con camere CCD o CMOS dedicate più lo strumento è performante e migliori risultati si otterranno, questo sia per via del maggiore potere risolutore sia per la possibilità di avere focali native più alte.

Un classico C8 o similare rappresenta un compromesso ideale ad esempio. Io non ne ho uno al momento e quindi, almeno per iniziare, mi sono accontentato di un rifrattore da 4 pollici apocromatico, il Takahashi FC-100N.

Poiché dalla mia postazione fissa il pianeta è, nell’anno 2015, molto basso e resta sempre dietro agli alberi se non per una piccola “finestra temporale” pochi minuti non ho potuto cimentarmi adeguatamente ma chi avesse orizzonte libero può ottenere risultati sicuramente strabilianti.

Una delle indicazioni di fondo che mi sento di dare è di cercare di non usare lo zoom digitale del telefono (io sono stato costretto a farlo usando la proiezione di un oculare da 7,5mm che da in visuale un potere di circa 133x - molto pochi purtroppo per lo scopo) così da non degradare il segnale che viene registrato. Filmati lunghi, inoltre, offrono la possibilità di scegliere i migliori frames selezionandone una bassa percentuale dei totali e avere una immagine finale da elaborare migliore.

Il consiglio di fondo è quello di avere almeno 7/800 frames da elaborare possibilmente da un filmato con ingrandimento alto. Poiché gli smartphone (almeno quello che uso io) lavorano con frame rate di circa 25 immagini al secondo un filmato da 5 minuti offre grossomodo tra i 7500 frames. Usarne il 10/15% rappresenta una soluzione ideale. In attesa di avere la possibilità di operare in condizioni migliori quelle che posto sono prove ottenute da un singolo filmato da circa 3 minuti con il pianeta molto basso e ben oltre la culminazione al meridiano.

Le due immagini provengono dallo stesso filmato eseguito al fuoco in proiezione di un rifrattore da 100 millimetri. Saturno era basso e il seeing più che mediocre (4/10 con rare punte a 5/10). La differenza tra le due immagini risiede nel numero di frames utilizzati (364 per quella in alto e 726 per quella in basso). Nonostante le limitazioni alla fonte (condizioni di contorno) una lieve differenza di resa (decisamente poco influente quanto a dettaglio) appare a favore dell’immagine con maggior numero di frames compositati.

Nelle due immagini sopra riportate, con luminosità lasciata al “naturale” e senza correzioni cromatiche di rilievo emerge l’aberrazione cromatica indotta dagli strati bassi dell’atmosfera terrestre (verde/blu da una parte, rosso dall’altra). Nelle versioni qui sotto ho agito con una selezione dei singoli colori e una loro differente calibratura per ripulire l’immagine dall’effetto.

CONCLUSIONI

L’anno 2015 non si presenta sicuramente come favorevole alla ripresa del gigante inanellato, almeno per le latitudini del Nord Italia. Si ottengono comunque ottime riprese amatoriali (magari con strumenti di diametro importante e attrezzatura di buon livello) e anche con il nostro piccolo telefonino tascabile è possibile ritrarre le features principali del pianeta (banda sul globo, imbrunimento della regione polare, sistema degli anelli principali, divisione di Cassini, ombre di proiezione sul globo e sugli anelli stessi). La postazione dalla quale lavoro non è però adatta alla ripresa di Saturno che offre una finestra temporale di visibilità compresa tra i 5 e i 6 minuti (un tempo troppo limitato per sperare di realizzare lavori di rilievo). Nonostante questo qualcosina siamo riusciti a fare anche con strumenti molto piccoli (Saturno richiede diametri generosi e non si può sperare di fare miracoli con telescopi da 4 pollici o poco più) il tutto permesso anche e soprattutto dalla immediatezza di ripresa che la soluzione smartphone offre.

Certamente, se il pianeta culminasse alto sull’orizzonte e si potesse riprendere con un 30 cm., le immagini sarebbero sicuramente impressionanti anche allo schermo del telefono.

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