BECK KASSEL BINOVIEWER

Aprile 2018

INTRODUZIONE

Tempo fa ho acquistato uno splendido Stein Optik 77/910 completo non solo di montatura, treppiedi e cassa in legno originale, ma anche di una serie di accessori tra i quali un prisma di Porro, una serie di oculari da microscopio e una torretta binoculare marchiati Beck Kassel, un produttore tedesco di alta qualità che ha raggiunto il suo apice nella seconda metà del ‘900.

Per chi non conoscesse il marchio riporto una breve nota che riassume per sommi capi la storia della azienda tedesca (fonte BIC Museum of Microscopy):

 

Founded in 1892, Beck Kassel CBS (Christoph Beck and Sons) were a family business based in Kassel, Germany, engaged in the production of optical instruments, primarily binoculars. Following wartime destruction of their premises in 1944, the company restarted production in 1948, this time concentrating on high-quality binoculars. Strangely enough, and for reasons unknown, in 1979 Beck branched out into the production of butane-fuelled narrow gauge (‘toy’) steam engines, running on 32mm gauge track. Perhaps this was a desperate attempt to develop new business in the face of mass-produced binoculars from the Far East. Either way, sometime in 1981 Christoph Beck and Sons went out of business. Two microscopes made by Beck Kassel CBS are shown in the pictures belw: one is an unknown model (left photo), another one is the model UF1 (right photo):

La torretta in mio possesso è quella visibile nella foto sopra a destra e si distingue per ottiche e meccanica di altissimo livello (molto meglio di molte tra le più blasonate dell’attuale mercato).

Pur rimanendo una torretta da microscopio, quindi adeguata a fasci ottici piuttosto chiusi in ragione dell’apertura libera posteriore dei suoi prismi che, una volta montati i diaframmi, è pari a 15 mm. circa, si è rivelata un performer eccezionale in campo astronomico negli impieghi ad alta risoluzione.

L’inclinazione a 45° la rende comoda per l’osservazione degli oggetti sull’eclittica come Luna e pianeti e con queste premesse ho fatto realizzare all’amico Marco Murelli un raccordo che la rendesse installabile su telescopi con focheggiatore da 31,8.

Lo stato in cui la BK-CBS mi è giunta era più che accettabile e ho dovuto eseguire solamente una pulizia di fino sia delle parti esterne che dei prismi interni con soffiatura. Qualche ritocco cosmetico alla vernice e la torretta è tornata come nuova.

Le coppie di oculari invece (uno a campo normale e ingrandimento 10x e due a wide field e ingrandimenti nominali da 15x e 20x), pur perfettamente conservati dal punto di vista meccanico ed estetico, hanno richiesto lo smontaggio completo e la pulizia attenta delle ottiche su sui era depositata polvere in quantità e una generale opacizzazione. Dopo l'intervento hanno riacquistato l'antico splendore e, data la loro intrinseca bellezza, ho deciso di dedicare loro e alla torretta una cassettina lignea ad "hoc" con il risultato finale che si vede nelle foto sotto:

Foto sopra: il set di oculari BK-CBS in dotazione alla torretta (10x - 15x - 20x nominali corrispondenti a focali di circa 25mm - 16,5 mm. - 12,5 mm. rispettivamente).

Foto sotto: la cassetta autocostruita a cui mancano ancora alcune rifiniture estetiche

e la marchiatura esterna a pirografo.

FIRST CONTACT

Il primo test ha evidenziato una ottima correzione su entrambe le bancate ottiche ma anche un certo disallineamento tra loro. Nelle normali torrette binoculari, anche di qualità, il problema obbligherebbe a complicate operazioni di allineamento a “tentoni” dovendo agire manualmente sui singoli prismi. La Beck Kassel è invece dotata di una meccanica sopraffina che prevede la collimazione delle singole bancate con viti di regolazione (tre più una per ogni asse ottico) che consentono l'allineamento perfetto direttamente sul campo. Le regolazioni sono molto precise e avvengono in modo morbido e fine tanto che ottenere il merging delle immagini è un gioco da ragazzi. La regolazione diottrica aggiuntiva sul porta-oculari destro permette inoltre di compensare differenze tra un occhio e l’altro.

Una volta sistemata e in accoppiamento con gli oculari Tiyoda (in attesa di terminare la pulizia degli CBS originali) l’immagine restituita è semplicemente entusiasmante.

I test sono stati condotti usando principalmente un Maksutov Bresser 127/1900 e le coppie di oculari da 10x e 15x (che corrispondono a circa 76x e 114x reali). Poiché però la torretta incorpora un estensore di focale con fattore moltiplicativo di 1.25x ho potuto beneficiare di 95x e 143x che risultano poi quasi raddoppiati nella percezione visiva secondo un fenomeno sensoriale classico della visione binoculare.

Per la prima volta ho potuto anche eseguire un vero star test strumentale (nel caso specifico sul Bresser 127/1900) usando la visione stereoscopica potendo contare su una fedeltà rara nel trasmettere qualità o difetti ottici e contrasto senza compromessi (mi si creda: è davvero raro ottenere un simile successo con uno sdoppiatore binoculare, indipendentemente dal marchio di cui si fregia).

Immagini sopra e sotto: ben visibili le viti di regolazione dei prismi interni alla torretta.

Ogni bancata ottica gode del sistema completo di collimazione.

DOUBLE STARS OBSERVATION

Con questi numeri ho rivolto la mia attenzione alla doppia Castore A e B nella testa dei Gemelli ottenendo una immagine virtualmente perfetta. Lo spettacolo a cui ho assistito per oltre mezz’ora di test è stato magnifico e credo di non esagerare nel dire di non avere mai visto in modo tanto emozionante il celebre sistema multiplo.

La separazione appare vicina a quella che si ottiene in visione monoculare a circa 220/250x e, complice il seeing notevole della serata (valutato tra i 7 e 8/10), l’osservazione con entrambi gli occhi è stata impagabile.

Date le condizioni di contorno ho inserito sul cammino ottico anche una barlow acromatica 2x che ha portato la scala d’immagine a valori elevatissimi mostrando una separazione da “autostrada”. Le due componenti, con il disco di Airy praticamente immobile, apparivano contornate da un primo anello di diffrazione mediamente luminoso, solo a tratti interrotto dalle lievi fluttuazioni del seeing, e da un accenno di sottilissimo secondo anello, molto tenue ma visibile. 

L’uso della barlow ha introdotto un pizzico di cromatica laterale appena accennato che non ha influito però sulla qualità globale dell’immagine. Osservare a quasi “500x” percepiti una stella doppia luminosa come Castore, usando entrambi gli occhi e godendo di immagini stellari geometricamente identiche a quelle restituite solitamente da un rifrattore di piccola apertura e lunga focale, è stato semplicemente fantastico!

MOON LANDSCAPES

Non ho purtroppo potuto osservare in modo adeguato il pianeta Giove, che dalla mia postazione risulta quest’anno sempre troppo basso e perso tra le ramaglie degli alberi ma ho avuto in compenso tempo e occasione di dedicarmi un poco al suolo selenico e ad alcune sue formazioni tipiche.

Osservare il suolo selenico con la torretta binoculare è sempre molto bello, soprattutto quando non si hanno problemi di merging e i treni ottici sono facilmente collimabili.

Accoppiata al Bresser 127/1900 Maksutov, che ha sempre dimostrato di essere “Moon friendly” le immagini restituite appaiono molto ricche di particolari e non si hanno problemi a investire sugli ingrandimenti, almeno nei limiti degli oculari a disposizione.

Ovviamente l’effetto di magnificazione è molto accentuato rispetto ai poteri nominali forniti dai singoli oculari e, anche con i BK-CBS da 10x (che corrispondono a 25 mm. e che, differentemnete dagli altri oculari non sono "grandangolari" - ne stimo FOV a circa 40° contro i 65° circa dei 15x e 20x) non è possibile contenere interamente il disco lunare.

Anche con i 20x (per un potere nominale di 152x che appaiono quasi doppi alla visione) si ha l’impressione di non essere ancora al massimo sfruttabile ma le condizioni di seeing incidono molto e nelle sere di test non ho voluto spingermi oltre avendo un microtremolio di agitazione atmosferica piuttosto vistoso.

Ho eseguito alcune prove intercambiando la visione binoculare con quella monoscopica con diagonale e oculari della serie Planetary con focali comprese tra i 18 e i 6 millimetri (da 105x a 316x circa) e non ho notavo miglioramenti nel dettaglio tra l’una e l’altra soluzione ma godendo di una visione decisamente più riposante utilizzando la torretta.

Si tratta di nozione oramai nota ma testimonia la ottima resa sia dei prismi della torretta che degli oculari BK-CBS, almeno nelle zone centrali del campo inquadrato.

Osservando la Luna e usando gli oculari BK-CBS originali in luogo dei Tiyoda classici che impiego ho in compenso notato una resa differente sia nella percezione del campo visivo che nella sua correzione globale.

Entrambe le serie di oculari introducono una certa distorsione a cominciare da circa 2/3 del campo visibile. Tale aberrazione rende un poco sfuocati i dettagli più esterni ma trovo che il problema sia relativamente poco influente nella godibilità di quanto restituito. La possibilità, soprattutto con le focali più spinte, di “abbracciare” l’intero campo disponibile si scontra infatti con la bassa estrazione pupillare degli oculari che obbliga a portare l’occhio il più a ridosso possibile della lente sommitale. Questo fatto, che rende scomoda la visione per via dell’influenza delle ciglia, tende a fare arretrare un poco l’occhio con il conseguente risultato di ridurre il campo direttamente percepibile e nascondere un poco la porzione aberrata dello stesso.

Dopo una serata trascorsa ad osservare, cominciando quando il cielo era ancora azzurro per finire a buio inoltrato, anche con la complicità di visualisti inesperti come mia moglie e i miei figli, mi sono convinto sia della bontà sia degli oculari che della torretta anche nelle visioni della Luna facendomi preferire il loro utilizzo alla classica visione monoculare.

Altro test di osservazione in “alta” risoluzione è stato condotto la sera del 27 Aprile 2018 utilizzando un rifrattore Kenko KDS 63/800 modificato nell’ottica con un obiettivo da 63/910 millimetri (foto sopra).

Osservare Castore mi ha riproposto, in scala ridotta, la ottima immagine avuta già con il Bresser 127/1900 ma la sorpresa è stata la Luna quasi piena che, grazie alla focale natia più corta dello strumento si mostra, con la coppia di BK-CBS da 15x grandangolari (potere risultante reale di circa 60x), interamente contenuta nel campo inquadrato con un margine di circa 1/4 di campo. Con queste premesse è stato estremamente facile osservare le tenui ma nitide variazioni di colore sul fondo dei mari lunari che spaziano da bianchi-grigi ai girgi-azzurri e grigi-verdi con una miriade di variazioni intermedie.

VENERE

Nel tardo pomeriggio del 25 Aprile 2018 (festa della liberazione, giorno di cui troppo spesso si dimentica il significato a favore del vacanziero “ponte” che indirettamente genera) ho dedicato tempo all’osservazione di Venere in diurna. In accoppiamento al Bresser mak 127/1900, la serie di oculari da 10x - 15x e 20x mi hanno permesso una visione molto bella.

Benché il pianeta non fosse altissimo nel cielo le condizioni di seeing, con il Sole oramai basso dietro agli alberi, hanno concesso una ottima focalizzazione con una azione di “disturbo” dei moti convettivi dell’aria contenuti. Il pianeta, in fase del 90% e con diametro pari a 11,46 secondi d’arco, si è mostrato con la parte gibbosa piuttosto netta e una illuminazione non perfettamente uniforme. La parte prossima al terminatore mostrava un apprezzabile gradiente luminoso ma, tralasciando la forma non sferica, nessun altro dettaglio era discernibile come del resto è ovvio nell’osservazione visuale a questi valori di “fase”.

Ottima, anche in questa occasione, la piena illuminazione del campo inquadrato fornita dalla torretta con tutte e tre le coppie di oculari.

Ho avuto anche il tempo di scattare un paio di fotografie con il telefonino Huawei P8 e metodo afocale in proiezione di oculare su una delle due bancate ottiche. Ho sostenuto a mano il telefono e l'immagine risultante ne è fortemente influenzata avendo non solo una parte di gradiente luminoso dovuto alla non corretta corrispondenza dei centri ottici dei vari obiettivi ma anche una minima distorsione e un po' di aberrazione cromatica laterale. Si tratta ovviamente di uno scatto singolo con elaborazione ridotta al minimo.

Due scatti diversi (sopra e sotto) ottenuti in proiezione di oculare (15x sopra e 20x sotto) e zoom digitale del telefonino, il tutto con metodo afocale a mano. La seconda immagine è stata scurita con il programma del telefonino direttamente dopo l'acquisizione.

Due scatti diversiNell'immagine SOTTO la scala REALE delle immagini prima di "ritagliarle" e "trattarle" con il programma del telefono.

CONCLUSIONI

L’accoppiamento di una torretta da microscopio di altissima qualità, di oculari semplici a tre elementi e di un telescopio a focale nativa molto lunga e diametro medio/piccolo (5 pollici), ma anche con un rifrattore da soli 6 cm. a f15, ha dimostrato quanto qualità ottica e meccanica siano di gran lunga preferibili, nell’osservazione dei soggetti angolarmente poco estesi, rispetto ai prismi sovradimensionati e alle semplificazioni delle torrette moderne dal costo di svariate centinaia di euro.

La possibilità di collimare indipendentemente le singole bancate ottiche risulta in queste applicazioni indispensabile per ottenere una focalizzazione perfetta e garantire la possibilità di impiegare poteri molto alti mantenendo l’immagine ben “fusa” e permettendo al sistema occhio-cervello di operare in modo rilassato.

Benché non abbia testato tutti gli sdoppiatori binoculari telescopici disponibili ritengo di avere una certa esperienza nel loro uso avendo iniziato ad impiegarli quasi 30 anni fa quando erano poco meno che “fantascienza” (almeno in Italia) e annovero tra gli acquisti alcuni blasonati nomi (sempre un poco deludenti soprattutto in relazione agli stratosferici costi imposti da produttori e rivenditori). Per puro caso credo però solo oggi aver trovato nella torretta oggetto della nostra chiacchierata e nel suo accoppiamento fortunato con un piccolo Maksutov aperto a f15 e ben collimato o con rifrattori a lungo fuoco una “magica alchimia” di perfezione, almeno nell’osservazione planetaria e di stelle doppie.

E’ comprensibilmente cominciata la caccia d un secondo esemplare da portare a casa...

Ci potete contattare a:

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