Produttori, diamoci una mossa!
Maggio 2017
L’astrofilia moderna, sempre più influenzata dalle moderne tecnologie digitali, sembra aver perso molto della vecchia, cara, passione osservativa.
Se questa resiste nelle applicazioni votate alla contemplazione degli oggetti del cielo profondo, testimone la incredibile diffusione di telescopi dal grande diametro in configurazioni più o meno manuali (dobson classici o variamente motorizzati), sembra confinato al lumicino del collezionismo vintage l’interesse per i rifrattori a lungo fuoco.
Indubbiamente scomodi, poco adatti all’imaging planetario per via di aperture “modeste” e difficilmente superiori ai 15 cm., i rifrattori acromatici o apocromatici con focali degne di questo nome sono difficilmente reperibili.
D&G da tanti anni, Istar da pochi (Lichtenknecker e DkD li cito solamente) e qualche sparuto esempio di doppietti “ED” da 6 pollici a fuoco medio (F10 o F12) non sono sufficienti a rinverdire il fasto degli osservatori visuali che disegnavano a taccuino le superfici lunari e planetarie come si faceva un tempo.
La scomodità e la necessità di montature mastodontiche e il sempre minore spazio nelle case, balconi o giardinetti degli astrofili li hanno resi “demodé”, ma qualcosa proprio non si muove nell’urderground dell’interesse amatoriale?
Come mai si legge nei forum esteri, negli States in principale modo ma anche in Europa, un latente interesse per strumenti a fuoco generoso e diametro interessante senza che nessuno dei grandi produttori (almeno quelli d’elite) sembri porvi orecchio?
GOTO (rinnovata) ha proposto negli ultimi due anni un 100/1000 e un 125/1200 apocromatici in quantitativi modestissimi (un centinaio o meno di esemplari) e a prezzi ben poco popolari che sono stati venduti sulla carta il giorno stesso dell’annuncio. Si è trattato ovviamente di una trovata commerciale ma.. ha funzionato!
Takahashi ha rispolverato il glorioso FC100-N in versione moderna e un po’ ridotta (FC 100-DL a F9) e ha polverizzato gli ordini in una settimana o meno per poi annunciare più o meno velatamente un nuovo stock di produzione.
Tra gli astrofili ci sarebbero decine di appassionati pronti a rinunciare alla compattezza di un TSA 120 (F7,5) per sposare la lunga livrea di un 120 o 125 a f10/12 (e questo senza troppo badare al costo dell’operazione).
Tra i primi ci sarei sicuramente io e con me almeno due o tre amici pronti a prenotare un bel doppietto Canon o similare da 5 pollici di apertura e poco meno di un metro e mezzo di focale.
Allora come mai nessuno sembra muoversi realmente in questo senso? O forse qualcosa “bolle” ma ancora resta sopito sotto le ceneri di strategie commerciali ben precise?
Perché diciamocelo fino in fondo: in pochissimi sono disposti a spendere soldi per un catafalco da 15 cm. a F15/18 mentre sono molto più numerosi gli amatori che sarebbero disposti a spendere il doppio per un apocromatico da 12/13 cm. a f10/11 che possa essere comodamente installato su una delle nuove montature go-to con portata di 20/30 chilogrammi e costo interessante (si pensi alle Ioptron CEM-60, alle EQ-8, alle GF-53, o a qualche AP e ASA di piccola taglia, o perché no alle nostrane GM-1000).
Sinceramente, non ho voglia di mettermi a produrre strumenti semi-apo (resterebbero invenduti data la mancanza di blasone!), ci pensi invece qualche rinomato marchio che possa sfruttare sinergie, nome, know-how, e rete di vendita e pubblicità esistenti.