KONUS VENUS 60/900

Articolo di IGOR CAPELLI - dicembre 2013

INTRODUZIONE

Il mercato attuale dei telescopi amatoriali offre una quantità e una varietà di strumenti sorprendente e il progresso tecnologico ha portato innovazioni di rielievo a prezzi vantaggiosi: elettroniche sofisticate, sistemi di puntamento go-to, camere di ripresa ccd. Tornando indietro di 20/30 anni il panorama offerto dal mercato dei telescopi amatoriali era molto diverso. I piccoli rifrattori da 60mm o newton da 114mm erano gli strumenti con i quali muovere i primi passi, il mercato offriva come strumenti intermedi rifrattori da 80mm o i newton da 150mm ed erano considerati da molti strumenti definitivi invece i rifrattori da 100mm e riflettori da 200mm.    

Sistemi di puntamento assistito, sensori ccd, rifrattori apocromatici e catadiottrici oltre i 20 cm. erano considerati oggetti "mitici".   

Dopo questa riflessione su quello che sono stati a grandi linee i cambiamenti del mercato dei telescopi, credo sia ora di iniziare a parlarvi di un piccolo “superstite” del dorato decennio che fu quello degli anni '80:  il Konus  Venus.         

Il telescopio in questione è  un piccolo rifrattore 60/900 di produzione giapponese, targhetta identificativa situata sul focheggiatore e una “T” cerchiata che indica la provenienza delle ottiche dall’azienda TOWA.

A differenza di molti sessantini acromatici il Konus Venus vanta una intubazione di buon livello realizzata interamente in metallo (dal paraluce al focheggiatore non sono presenti parti realizzate in plastica).

Targhetta identificativa del telescopio che monta un ottica circle (T)

L’obiettivo, con tutta probabilità di tipo fraunhofer , trova alloggio in una robusta cella che però è sprovvista di viti per la collimazione, fortunatamente non necessaria in quanto lo strumento risulta collimato. Il trattamento antiriflesso del doppietto appare di leggero colore azzurro mentre paraluce, tubo ottico, e focheggiatore ono internamente ben anneriti. Sono inoltre presenti due diaframmi di contrasto, uno situato nel tubo e l’altro nel focheggiatore. Da notare il particolare cercatore reflex, che mediante uno specchio ribaltabile sfrutta come obbiettivo quello del telescopio e risulta dotato di un oculare estraibile per la messa a fuoco e di tre viti per la collimazione.

Il particolare cercatore reflex e il focheggiatore.

La montatura originale del Konus Venus  è una equatoriale motorizzabile in AR ed è dotata di moti micrometrici in entrambi  gli assi. Il materiale con il quale è realizzata, a giudicare dal peso, credo sia ghisa.                                     

Il treppiede è in legno e il triangolo porta accessori è dotato di una comoda lampadina situata all’estremità di un braccetto snodato che consente di illuminare gli accessori facilitandone la sostituzione. Nel complesso la montatura risulta sufficientemente stabile per sostenere il sessantino, comunque quando vengono impiegati alti ingrandimenti sarebbe preferibile un supporto più robusto per minimizzare le vibrazioni introdotte durante le operazioni di focheggiatura.

TEST E OSSERVAZIONI

Le immagini stellari a fuoco sono ottime. Usando un vecchio ortoscopico Vixen da 6mm (150x) anche stelle molto luminose come Betelgeuse o Bellatrix mostrano un piccolo disco di Airy circondato da solo un anello di diffrazione perfettamente concentrico. Il cromatismo è ottimamente corretto, come del resto è giusto aspettarsi da un rifrattore a F15.

Primo piano dell’obiettivo

Contrariamente a quanto ci si può aspettare da un apertura di soli 60mm, le osservazioni  che si possono compiere sono sorprendenti.  

La Luna offre immagini molto contrastate e ricche di dettagli e permettono l'osservazione di mari, rime, circhi e una infinità di crateri.

Venere mostra sempre distintamente la falce e quando le condizioni sono favorevoli  è possibile intuire qualche chiaro scuro sulla sua densa atmosfera.             

Giove mostra di frequente 4 bande e sulle 2 principali si possono notare delle irregolarità. Si possono osservare inoltre con chiarezza i satelliti medicei e le loro ombre proiettate sul pianeta durante i transiti.

Su Saturno si può osservare generalmente una fascia equatoriale più scura del resto del globo e l’ombra del pianeta proiettata sugli anelli, nelle migliori serate è possibile scorgere la Cassini alle anse degli anelli.

Sul Sole il 60mm offre visioni di ottimo livello. Utilizzando un filtro in astrosolar è possibile osservare la granulazione fotosferica, le facole e fini strutture filamentose ai bordi delle macchie solari.

 

Altro campo dove è possibile usare con profitto strumenti della classe dei 2,4 pollici è sicuramente l’osservazione delle stelle doppie e multiple: sono innumerevoli le osservazioni che si possono compiere in questo campo con piccoli strumenti.      

Le osservazioni seguenti sono state condotte con un oculare ortoscopico vixen da 6mm (150x) anche se, almeno in questo ambito, lo strumento potrebbe reggere ingrandimenti maggiori.                                                                                                               

Algieba: offre una visione incantevole, le due stelle sono perfettamente separate con la secondaria leggermente più debole, entrambe dal colore giallo oro (mag.2,2-3.5/sep. 4,4”).

Castore: separazione perfetta, le due stelle appaiono vicine, anche in questo caso è apprezzabile la differenza di luminosità delle due componenti (mag. 1,9-2,9/sep.2,2”). 

Epsilon lyrae: bellissima, perfettamente risolte tutte quattro  le componenti                 (mag.5,0-6,1/sep.2,6”, mag.5,2-5,5/sep.2,3”).

Izar: é un'altra doppia che in un buon 60mm dà spettacolo, la secondaria appare di colore blu perfettamente appoggiata sull’anello di diffrazione della primaria (mag.2,5-4,9/sep.2,8”). 

Rigel: perfettamente visibile la compagna, appare come un piccolo puntino vicino alla luminosissima primaria (mag. 0,1-6,8/sep.9,5”).

Ci sarebbero molti altri sistemi alla portata di un 60mm, che non sto a elencare perché altrimenti la lista si farebbe veramente lunghissima.

IMAGING

Di seguito alcune immagini riprese con il Konus Venus tramite L’utilizzo di una reflex Canon EOS1000D in modalità di ripresa video comandata da PC con il programma “EOS camera movie record”, successivamente sommate e elaborate con Registax5 (che comunque non rappresentano il limite che si può ottenere con questo strumento).

CONCLUSIONI

Cosa dire? Un buon rifrattore da 60mm, magari vintage, oltre a rappresentare un piccolo "pezzo di storia dell’astronomia amatoriale" del secolo scorso, può essere anche un valido compagno per chi ha voglia ma poco tempo da dedicare all’osservazione del cielo. Richiede pochissimo tempo per ambientarsi termicamente, non obbliga a complicate procedure di collimazione, è robusto e adatto anche a osservazioni terrestri. Il costo di un esemplare simile, ormai reperibile solo nel mercato dell’usato, è inoltre alla portata di ogni tasca.     

Con esso, anche dai cieli urbani, sarà possibile ammirare le principali caratteristiche dei pianeti maggiori, osservare una infinità di dettagli lunari, molte stelle doppie e multiple, il tutto con la tranquillità di immagine che solo un rifrattore potrà darvi.

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