RIFRATTORI VINTAGE DA 80 mm

Articolo di Fabio Bergamin - marzo 2014

PENTAX 85/1000 vs. TASCO 80/1200 vs. VIXEN 80/1000

INTRODUZIONE

Gli amici Fabio Bergamin e Marco Murelli si sono ritrovati per una comparazione sotto le stelle con strumenti decisamente “demodé”. Ho così raccolto, non potendo partecipare all’evento, la loro esperienza che, per quanto succinta, ritengo interessante e utile.

Si tratta, ritengo sia doveroso sottolinearlo, di due astrofili di buona esperienza e dotati di strumentazione di alto livello e, nel caso di Marco, anche di spiccate doti da autocostruttore.

CONDIZIONI DI CONTORNO

Dati di Osservazione:

Luogo: Tuna (PC)

Temperatura: 8°C

Seeing: direi 5/10

TUBI: Vixen 80/1000, Tasco 80/1200, Pentax 85/1000 acro

OCULARI:

0.965": Pentax smc orto 6,7,9,1,2,18 e Tasco Huygens H20 e HM12.5

1,25": FF27 Tecnosky, CircleT O-9, circle V 12,5

Diagonale: prismatica 0.965" Tasco, dielettrica 1.25" Tecnosky

Montatura: GPDX Skysensor 2000 e treppiede Baader AHT

Venerdì sera finisce la settimana lavorativa per i più e la bella serata porta a suggerire una bella comparativa con il grande amico Marco Murelli.

L'occasione era ghiotta per testare i "nuovi" oculari Pentax SMC orto con tre piccoli rifrattori dal diverso carattere e qualità costruttiva.

La cura nella costruzione meccanica e nella realizzazione ottica del Pentax si pongono sopra agli altri contendenti in modo quasi imbarazzante. Tubo pesante e costruito in maniera maniacale presenta dei diaframmi impilati che portano questo rifrattore a lavorare fino ai limiti espressi dall'ottica e dal seeing.

Il Tasco è il più sottile e slanciato dei tre e francamente trovo sia il più bello, con la sua livrea bianca e il paraluce nero, ma sopratturro con il suo fuocheggiatore che presenta un'escursione quasi pari alla lunghezza del mio Pentax 75SDHF.

Che dire del Vixen? essenziale e funzionale, nel più classico stile Vixen, sia nel bene che nel male. Il male naturalmente risiede in un fuocheggiatore non sempre all'altezza dell'ottica montata.

OCULARI E MONTATURE

Per evitare che gli oculari mascherassero in parte la caratteristiche dei tubi, vengono usati prevalentemente i Pentax orto, che riescono a tirare fuori tutto il possibile dai telescopi che li utilizzano.

Tuttavia, essendo una prova tra vecchietti, trovo che sia interessante una comparativa anche con i classici Huygens.

In ultimo una comparativa tra una diagonale prismatica minuscola ed antica e un dielettrico di buona qualità.

Chi se non la Vixen GPDX può sostenere questo dolce peso? Così pongo Pentax e Tasco sulla GPDX mentre lascio il Vixen 80 mm. sulla montatura Meade LX10 recuperata e adattata ad ospirate tubi vari con l'ausilio di un sostegno custom.

STELLE DOPPIE

Dopo una cena tra amici, innaffiata da ottime birre artigianali iniziamo a montare il tutto.

 

Iniziamo confrontando l'oculare H20 e l'O-18, entrambi provati con il Pentax 85/1000.

L'H20 presenta una dominante più pronunciata del O-18, che oltretutto regala un fondo cielo più scuro e un contenimento dei riflessi migliore.

l'H20 mostra anche un campo corretto minore dovuto naturalmente del diverso disegno ottico.

Rimarchevole e anche istruttivo accorgersi invece che l'incisione dei due oculari è quasi paragonabile a centro campo, con l'ovvia differenza che il Pentax presenta dette caratteristiche fino a bordo campo. 

Con lo stesso telescopio, e scendendo di focale, si nota la scala di superiorità degli oculari (con step uguali):

 

O-12 batte V12.5 che batte H12.5

 

La differenza di resa è invece meno pronunciata tra gli oculari O-9 e il circleT-9, che in ogni caso si trova alle spalle dell'ottimo oculare Pentax, insuperabile fino a questo momento.

 

In seguito a questa comparativa tra diversi oculari decidiamo di inforcare il Tasco 80/1200, dopo aver collimato la cella (con il classico sistema a 6 viti push and pull) prima su una stella artificiale e poi sottoil cielo su astri adatti allo scopo.

Così deduciamo dalle prove?

Innanzitutto che l'incredibile fuocheggiatore da 24.5 (dall'infinita estensione) riesce a reggere un diagonale da 31.8 con un oculare FF27 senza dare segni apparenti di cedimento o flessione.

Chissà cosa pensavano di caricare i progettisti meccanici 30 e passa anni fà…

Per rivivere la magia vintage usiamo il diagonale prismatico e prima gli Huygens e poi gli orto.

Attorno al disco di Airy notiamo la prima centrica, come se fosse scolpita e decisamente più pronunciata che nel rifrattore Pentax, il quale la mostra molto meno evidente.

Sebbene vi sia differenza tra il Tasco e il Pentax, devo dire che il Tasco per lo studio delle stelle doppie può far divertire l'appassionato con una bella immagine degna di un manuale di ottica.

Sia io che Marco rimaniamo stupiti dalla qualità di questo strumento il cui costo (compreso di tutti gli accessori) è comparabile a quello di un'ottimo oculare!

Algieba è sdoppiata facilmente, mentre l'immagine offerta dal Vixen 80M è decisamente più impastata, seppure la doppia sia ben risolta.

Una continua comparativa svolta su alcune doppie palesa in modo inequivocabile la differenza di resa tra il Pentax 85 e gli altri due strumenti tanto che l'ultimo sistema in lista, Epsilon Hydra, risulta sdoppiato solamente attraverso il Pentax 58/1000.

OSSERVAZIONE PLANETARIA

Attraverso i tre rifrattori, Giove mostra via via più particolari passando dal Vixen al Tasco al Pentax.

Il Vixen presenta una buona immagine, calma ma non contrastata e ricca di dettagli come appare invece attraverso gli altri due strumenti.

Il Tasco offre notevole quiete e stabilità e il disco planetario è quasi privo di alone, tuttavia la sua incisione non è pari a quella del Pentax, seppur sia più vicino ad esso che al Vixen.

Come gli altri due rifrattori anche il Pentax non è perfettamente corretto cromaticamente (come potrebbe esserelo, ad esempio, un apocromatico) ma lo spettro residuo non sembra disturbare la visione, visto che l'alone è veramente minimo intorno al pianeta. I particolari sulle bande sono decisamente più evidenti che nei rifrattori "contendenti" e, a differenza di questi, lo strumento supporta ingrandimenti superiori.

 

Dopo una serata passata a goderci stelle doppie e lo striato Giove attendiamo la salita di Marte per un ulteriore test.

Il Vixen mostra un'immagine un po' "flou" che consente solo di intravedere, con notevole fatica, alcuni dettagli superficiali.

Meglio si comporta il tasco che appare avere una marcia in più migliorando di molto la visione cui ci aveva abituati il Vixen 80M. La zona del mare Acidalum, ad esempio, inizia a regalare qualche particolare e si vede meglio la calotta polare di un bianco sporco.

Cosa succede con il Pentax? 

Oltre ad aumentare i particolari e sfumaturei nella zona temperata del pianeta, notiamo come evidente un anello irregolare scuro che contorna la calotta polare, particolare questo non alla portata degli altri due strumenti e aiutato dalla capacità maggiore del pentax di "salire" con gli ingrandimenti a valori preclusi sia al Tasco che al Vixen.

CONCLUSIONI

Cosa dedurre da questa prova?

Gli oculari Huygens sono meno raffinati dei Pentax e contengono meno bene i riflessi. In compenso il loro costo è  irrisorio e possono essere alternativa valida con l'idea di un "ritorno al passato".

Al loro confronto i vari Circle T e V offrono di più, ma un costo maggiore e lo stesso discorso vale per i Pentax, che hanno senso solo per i palati più fini, ma con lo scotto di una spesa assolutamente non paragonabile.

Il diagonale prismatico Tasco è decisamente inferiore al dielettrico Tecnosky, anche se pure in questo caso il rapporto prezzo/prestazioni è a sfavore del prodotto consumer attuale.

Il parere di Marco Murelli, mio compagno in questa avventura, può essere così riassunto: un buon ortoscopico (senza necessariamente cercare l’eccellenza) è sempre superiore ad un Huygens, di qualsiasi provenienza. La cura manifatturiera non può sopperire ai difetti intrinseci di uno schema ottico (definizione ai bordi e campo ristretto in primis). Questo è ancora più vero nel caso si vogliano utilizzare telescopi con rapporto d’apertura minore di 10-11. Gli Huygens hanno infatti retto un po’ il colpo solo con il Tasco, che lavora a f15. Quindi, a meno di voler qualcosa per forza dal gusto vintage o dal costo irrisorio, meglio comprare degli onesti (almeno) ortoscopici.

 

E riguardo ai rifrattori?

Sicuramente il Pentax surclassa gli altri contendenti e permette di cogliere maggiori dettagli planetari.

Se invece dovessimo scegliere tra il Vixen e il Tasco? Non avremmo dubbi: Tasco!

Lo strumento, oltre ad essere esteticamente più piacevole è sicuramente più prestante sulle stelle doppie e nella visione dei dettagli planetari.

A far pendere la bilancia (almeno ai nostri occhi) per il tasco nel confronto con il Vixen 80M concorre, oltre al prezzo d'acquisto eventuale, anche una certa affezione per il suo aspetto vintage che permette di far rivivere l'atmosfera romantica di decenni fa.

Il Vixen leggero e pratico può in ogni caso tornare utile, anche se non è ottimizzato né per l'alta risoluzione né per i grandi campi, ma rappresenta un ottimo compromesso per un rifrattore solare e per un mordi e fuggi leggero e dignitoso ad un costo onestissimo.

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