VIXEN 60M (60/700 guiding scope)

Marzo e Aprile 2016

INTRODUZIONE

Se c’è una cosa che deve essere detta è che alcuni produttori, indipendentemente dalla qualità o costanza delle proprie offerte, si sono sempre distinti per gli accessori dedicati che hanno realizzato a completamento della gamma telescopi. Tra questi vanno citati Meade, Celestron, Takahashi, Vixen e pochi altri.

E’ indubbio che gli accessori dei produttori giapponesi hanno quasi sempre avuto anche una estetica molto bella, tecnica, e una qualità di primissimo piano.

Negli anni ’80 e seguenti Vixen, poiché di loro stiamo parlando, aveva in listino, tra le altre “ghiottonerie”, anche una serie di telescopi guida di rara bellezza. E’ il caso dei “guiding Telescopes” denominati 60S, 60M, e 70S, veri e propri telescopi finiti dotati di buone ottiche e di un insindacabile charme.

Quando ero ragazzo guardavo con occhi luccicanti i cataloghi cartacei disponibili, invaghito di tanta precisione, e il libro LE STAGIONI DEL CIELO (che mi venne regalato al tempo dell’università da una cara amica) fece il resto.

Alle pagine 170-171 veniva riportato uno dei set-up utilizzati per realizzare le immagini, rigorosamente su pellicola dato che all’epoca la rivoluzione dei CCD non era ancora giunta a modificare radicalmente l’imaging astronomico. Sulla bella carta patinata (si veda fotografia allegata) gli accessori Vixen la facevano da padrone e sfido chiunque, all’epoca, a non lasciarsi contagiare dal desiderio di possedere qualcosa di analogo.

Le vicende della vita e della mia passione astronomica hanno poi preso altre vie ma i rifrattori guida Vixen hanno conservato un posto speciale nel mio personalissimo e quasi infinito “cassetto dei desideri”.

Nell’immagine sopra una foto scattata alla pagina indicata del libro LE STAGIONI DEL CIELO dove fa bella mostra di sé un rfrattore Vixen 60M su montatura Super Polaris usato per guidare una medio-formato Mamiya RZ67. Si noti la sciccheria rappresentata dal supporto del cercatore snodato e il mitico sistema GA-4 con proiezione di reticolo illuminato per la guida manuale.

Qui sotto la riproduzione di alcune pagine di un vecchio catalogo Vixen che riportano la serie di telescopi guida serie da 60 e 70 millimetri. Foto sotto riportate non dell'autore.

RICERCA E ACQUISTO

La verità è che questo Vixen non lo stavo cercando ma le cose della vita mi hanno portato a imbattermi in una asta che lo vedeva protagonista e così, per puro spirito edonistico, ho partecipato e ho... vinto!

Per inciso va detto che avevo trovato, negli ultimi mesi un paio di annunci su un mercatino italiano riguardanti un 60M e un 70S. Il primo era un po’ caro rispetto alle condizioni molto vissute del tubo e il secondo mi è sfuggito per mancanza di decisione e tempo anche se, intrinsecamente, mi affascinava meno del “lungo” da 6 cm.

Tornando all’asta va detto che le immagini che accompagnavano il lotto era convincenti e mostravano uno strumento apparentemente in ottimo stato sia ottico che meccanico (quasi nuovo oserei dire) con un paio di semplici e molto limitate tracce di ruggine su una parte del focheggiatore.

Mi piaceva sia l’oggetto in sé che la trasparenza del venditore: offrire immagini ad alta risoluzione con i particolari delle parti ammalorate fa sempre ben sperare sulla onestà di chi propone un oggetto, e così il Vixen “guide-scope” 60/700 è giunto a casa mia.

Sopra e sotto le immagini del tubo ottico così come si presentavano a corredo dell’asta

(foto non dell’autore)

Nell’immagine soprastante la targhetta identificativa. Sotto un “close-up” della parte frontale dell’ottica: un doppietto fraunhofer spaziato in aria (foto non dell’autore)

Foto sopra e sotto: viste del gruppo focheggiatore con i punti di “ruggine” in bella vista

(foto non dell’autore)

Nell’immagine sotto vista dell’apertura libera del canotto portaoculari nel gruppo di focheggiatura (foto non dell’autore)

Purtroppo manca il supporto originale (molto bello) di cui riporto una foto presa dal web qui sotto. Al momento dell’asta non ho riflettuto troppo sulla mancanza che però, ammetto, mi lascia un poco incompiuta l’opera. Sarà mia premura, con il tempo, tenere viva l’attenzione nel caso mi imbattessi nel “pezzo adatto”.

Nelle due immagini (non dell’autore e prese entrambe dal web) si vede (sopra) la serie

completa dei “Guiding Scope” di casa Vixen (modelli 60S - 60M - 70S). Quando era ancora disponibile (primi anni della moneta unica) il 60M aveva un costo di listino di circa 380,00 euro.

Sotto: il Guiding Scome 60M completo del suo supporto.

ARRIVO E STAR TEST

Lo strumento è arrivato, insieme ad altre cosette ghiotte di casa Takahashi, perfettamente imballato e con un servizio ottimale. La sovrabbondanza di protezioni ha permesso di superare la trasvolata asiatica senza inconvenienti e rimuoverlo dagli imballi è stato piacevole.

Il tutto appariva conforme a quanto dichiarato e il funzionamento delle parti meccaniche ineccepibile così come molto ben tenuta la vernice sia del tubo che del paraluce e focheggiatore.

Purtroppo ho perso l’asta riguardante anelli Carton-Vixen adatti al tubo e ho quindi dovuto provvisoriamente ripiegare su elementi non originali a cui ho applicato una barra Vixen per l’installazione sulla Super Polaris motorizzata e colonna dedicata.

Esteticamente lo strumento appariva, una volta completamente assemblato, molto piacevole e anche perfettamente stabile dato l’esiguo peso e dimensioni in gioco.

Aspetto positivo, almeno ai miei occhi che sanno apprezzare la qualità dei “vecchi” oculari ortoscopici con barilotto da 0,965”, il portaoculari fornito in dotazione è a passo 24,5mm anche se è possibile sostituirlo con uno da 31,8 senza alcun problema. 

Prima di aprire il suo obiettivo alle stelle (quantomeno le poche visibili dal cielo di Milano) ho provveduto ad una pulizia completa dello strumento e ad una disanima più approfondita che ha messo in evidenza la presenza di tre diaframmi interni e di una opacizzazione di livello discreto (standard Vixen) più che sufficiente per il tipo di strumento e le sue applicazioni. A questo proposito tengo a ricordare quanto, presenti i diaframmi, il fatto che l’opacizzazione sia di alta o media qualità risulta assolutamente indifferente e chiunque dica il contrario lo fa per semplice fine pubblicitario. 

La “prima luce” è avvenuta sulla luminosa Capella che transita in prossimità dello zenith nelle primissime ore serali ed è comoda sia per intensità luminosa che per cromia a valutare le ottiche di uno strumento di piccolo diametro come il Vixen oggetto della nostra recensione.

Non nutrivo, all’atto dello star test, speranze oltre la logica riguardo l’ottica del 60M a causa di una serie di informazioni che, più o meno direttamente, avevo raccolto o in cui mi ero accidentalmente imbattuto.

L’ultima in ordine cronologico riguardava il già citato 70S del quale avevo visto le immagini di intra ed extra focale postate in un forum e che denunciavano una aberrazione sferica enorme e difficilmente gestibile. Benché tra il 70S e il 60M passino 10 millimetri di differenza e un rapporto focale più favorele al piccolo 60 millimetri mi restava il latente timore di un’ottica non eccezionale.

Lo star test ha confermato i miei pensieri mettendo in mostra un residuo di sferica molto pronunciato ma anche una ottima collimazione delle ottiche e una focalizzazione che non denunciava altre aberrazioni geometriche o cromatiche.

Nonostante il residuo di sferica invadente, soprattutto nell’esame delle figure di intra ed extra focale, a fuoco lo strumento si comporta abbastanza bene limitando i danni. Ovviamente le stelle più luminose, nel mio caso la citata Capella, tendono a mostrare due o al limite anche tre (accenno lieve) anelli di diffrazione che sono però piuttosto puliti e non eccessivamente luminosi.

Il disco di Airy è ben definito, tondo e contrastato e in effetti la resa che lo strumento ha dimostrato nei soggetti test scelti è stata molto superiore a quanto immaginabile valutando solamente l’aberrazione geometrica citata.

Le immagini sopra riportate sono state scattate in AFOCALE con uno smartphone Samsung S4 tenuto a mano. La loro qualità e anche l’aberrazione cromatica nonché una lieve distorsione è dovuta alla non perfetta corrispondenza dell’asse ottico del telefonino con quello dell’oculare. L’immagine all’oculare è molto più bella e pulita oltre che concentrica ma queste immagini sono utili per comprendere l’aberrazione sferica residua non corretta dell’obiettivo.

PRESTAZIONI GENERALI

Il primo oggetto nella mia lista è stato Giove che nelle ultimissime settimane ho osservato e fotografato lungamente abituandomi a ricercare le morfologie delle nubi del periodo. 

Il Vixen 60M ha permesso una buona osservazione con poteri variabili dai modesti 70x (plossl da 10mm.) agli ideali 116x (plosl da 6mm.) fino a reggere bene l’ingrandimento offerto dall’oculare da 4mm. e pari a 175x

Nonostante un lieve alone non a fuoco che contorna il bordo planetario a 175x l’immagine anche al potere maggiore era godibile e ricca di dettagli. A 116x sono riuscito a scorgere non solo nettamente la GMR ma anche un accenno di bianco quasi puntiforme nella zona dei vortici che precedono la Grande Macchia Rossa. Anche le bande tropicali (oltre ovviamente a quelle equatoriali) apparivano striate e disomogenee e le regioni polari abbastanza ben definite e più dense. Ho anche intravisto un festone e una grande indentatura sulla NEB.

Durante l’osservazione del maggiore dei pianeti del sistema solare mi scrivevo tramite il telefono cellulare con un amico lontano con cui condivido sovente test ed esperimenti e per gioco ho scattato un paio di immagini in afocale. Non avevo né tempo né voglia di installare il mio supporto così ho fatto tutto “a mano” accettandone le limitazioni: un accenno di “mosso” e una messa a fuoco non perfetta. Allego comunque l’immagine per pura curiosità (si percepisce anche la GMR sul lembo sinistro verso i due satelliti).

Lasciato momentaneamente Giove alla sua peregrinazione lungo l’Eclittica ho rivolto l’attenzione ad alcuni sistemi multipli famosi ottenendo dal piccolo Vixen grandi soddisfazioni con immagini sorprendentemente nette e pulite. Castore e Algieba si sono mostrate in tutto il loro splendore con una saturazione cromatica (bianchi e gialli) molto convincente a qualsiasi ingrandimento (tra i 70 e i 175x).

Anche di Algieba ho scattato una immagine “en passant” con lo smartphone senza sostegno che propongo a seguire.

Terzo sistema multiplo è stato quello di Alpha UMI. La Stella Polare e la sua elusiva compagna si sono mostrate in modo netto benché la componente secondaria appaia debole attraverso il cielo milanese e un semplice 6 cm.

Sia a 35x che a 70x la flebile luce della secondaria si è fatta strada nel velluto grigio del cielo spuntando come fine capocchia di spillo e concedendomi la sua grazia.

Nonostante la Luna fosse praticamente in totalità, e quindi avara di particolari se non legati alla differente colorazione di alcuni mari (ben visibile anche in questo Vixen 60M), l’immagine restituita si è fatta apprezzare nella sua globalità.

Contenutissima è apparsa l’aberrazione cromatica che ho colto quasi al limite mentre ho avuto la sensazione, che mi riservo di verificare, di una maggiore invadenza della sferica residua, accentuata forse dalla forte luminosità del suolo lunare. Ho scattato una fotografia anche alla pallida dea argentea mantenendo il telefono a circa 5 cm. di distanza da un oculare da 20mm. per non incorrere nella vignettatura introdotta dall'obiettivo del telefonino (foto sopra).

Quando ho dedicato tempo all’imaging il seeing non è mai stato di buon livello. Qui sopra e sotto due riprese effettuate con seeing 5/10 (riferito a un 60 millimetri) che ha penalizzato un poco il risultato finale.

UNA FUGACE OSSERVAZIONE SOLARE

Complice una giornata di inizio primavera piena di sole e del canto degli uccellini mi sono ritagliato un pomeriggio a casa, in giardino, e ho provato il 60M sul Sole con un vecchio filtro in Astrosolar (piuttosto rovinato) provvisoriamente adattato alla piccola cella del rifrattore Vixen.

Il non perfetto stato di conservazione del filtro in Astrosolar (macchiato e sporco in più punti) mi ha obbligato all’utilizzo di un filtro lunare al 30% avvitato all’oculare per attenuare la luce diffusa intorno alla stella che tendeva a sporcare l’immagine.

In questa configurazione, e alternando oculari a lunga focale (40, 32, e 20 mm. per poteri di 17x, 22x e 35x circa), ho goduto di una buona osservazione con alcune macchie di piccole dimensioni proiettate sul disco solare oltre a una più grande sul lembo, tutte ben definite con le zone di ombra e penombra nette e ben risolte, e anche della granulazione solare. Questa appariva facile e contrastata a 17x e 22x ma tendeva ad affievolire la propria visibilità a poteri più elevati.

In accoppiamento ad un filtro dedicato nuovo oppure ad un prisma di Herschel da 31,8 mm. sono sicuro che il piccolo Vixen possa garantire belle immagini solari, almeno fino a poteri di 70x circa.

CONCLUSIONI

Quali conclusioni trarre? Non è facile, anche perché in cuor mio so di essere accondiscendente con il piccolo Vixen 60M data la mia affezione allo strumento radicata negli anni e nei “sogni” di quando ero ragazzo.

Tentando di essere però il più obiettivi possibile vanno affrontate le sue caratteristiche singolarmente.

Lo strumento è, esteticamente parlando, splendido e superbamente costruito. La livrea classica lo rende un piccolo gioiello e la sua meccanica risulta di primissimo ordine con un focheggiatore fantastico (raro per un Vixen). Installato su una montatura come la Super Polaris appare solidissimo e usabile anche con poca attenzione alle vibrazioni che risultano inesistenti.

Il suo obiettivo è ben fatto, centrato e probabilmente ben lucidato ma soffre di una sferica residua che lo penalizza un po’. resto “leggero” in questo commento perché le prestazioni che lo strumento ha esibito sembrano relativamente poco affette dall’aberrazione citata e quanto emerge dallo star test viene poi mitigato nell’utilizzo reale. Resta una pecca di cui mi dolgo perché in assenza di sferica il Vixen 60M sarebbe uno strumento virtualmente perfetto con una cromatica molto contenuta (e questo grazie sia alla modesta apertura che al rapporto focale pari a f11,7 circa).

Da quanto visto e letto ritengo che resti, nella schiera dei “guiding scope” Vixen, il più corretto e usabile e mi piace, tantissimo, motivo per cui non lo venderò, almeno non a breve.

Osservare i campi stellari deve essere un bel vedere poiché le distorsioni a bordo campo sono, visualmente almeno, ben contenute e la puntiformità quasi inalterata anche a ridosso del diaframma di campo dell’oculare usato.

Quanto vale sul mercato? Questo è più difficile stabilirlo. Corretta potrebbe essere una quotazione intorno ai 150 euro ma va considerata la sua semi-rarità e il fatto che non sia più in produzione da diversi anni. Non mi stupirei se ne trovassi in vendita (ben tenuti come l’esemplare in mio possesso) a cifre prossime ai 200 euro che sono forse più “centrate” per il tipo di strumento in sé.

Ci potete contattare a:

diglit@tiscali.it

oppure usare il modulo online.

n° di accessi al sito dal 10/4/2013

 

 

 

 

 

 

 

 

Stampa | Mappa del sito
© ARCHITETTO PAOLO CASARINI