Il Tele Vue PRONTO è stato uno strumento rivoluzionario a modo suo.
Non è stato il primo piccolo e compatto apocromatico (o semi-apocromatico) prodotto e distribuito, in questo è giunto con vent’anni di ritardo rispetto a Takahashi e ad altri marchi giapponesi (vedi Vixen-Tasco ad esempio), ma è stato il primo ad avere successo nel nostro mondo occidentale e, quindi, a fare “tendenza”.
Lo strumento era superbamente costruito: pesantissimo, con un focheggiatore superlativamente solido e fluido, bellissimo nella livrea bianca ma anche in quella verde. Ogni componente era costruita per durare e resistere ai maltrattamenti.
Il doppietto dell’obiettivo, un “ED” da 70 mm. di apertura e 480 mm. di focale, consentiva una buona correzione cromatica, una certa predisposizione a salire con gli ingrandimenti, e una notevole trasparenza.
Io ne acquistai uno per “capriccio”.
Ad uno star party avevo fatto amicizia con un signore che (eravamo nella seconda metà degli anni ’90) esibiva un bel Takahahsi FS-102 con in parallelo il piccolo Tele Vue PRONTO: un’accoppiata di alto livello.
Avevo lungamente osservato, grazie alla disponibilità del proprietario, la coppia di galassie nell’Orsa Maggiore catalogate come M81 e M82 in entrambi gli strumenti, valutando le differenze e trovando sorprendente la resa del piccolo rifrattore americano.
Acquistarne uno diventava quasi obbligatorio, così feci arrivare un PRONTO nuovo di zecca e cominciai ad usarlo con profitto. Lo tenni per un paio di anni, usandolo soprattuto come cercatore di lusso e come strumento da zaino da portare in giro in alta montagna.
Ricordo come fosse adesso un campo in tenda a quota 3004 metri sul versante d’attacco sotto la cima del “Testa Grigia”, imponente roccione che domina l'alta Valle D’Ayas (AO), ma anche un bivaccamento sulle sponde del lago glaciale di Tzer a quota 2800 metri e i campi stellari a quota 3450 sulle pendici del ghiacciaio del Lyskamm. Situazioni in cui il piccolo TV mi ha mostrato ottima resa su tutti i soggetti del cielo profondo, specialmente ammassi stellari e nebulose diffuse chiare e scure, oltre al Velo del Cigno quasi nella sua interezza.
L'allora Vixen 80/720 ED (mio rimpianto piccolo semi-apo) aveva prestazioni in alta risoluzione lievemente superiori, soprattutto per via della maggiore focale, e costava meno, ma il Tele Vue era di più alto livello meccanico e molto più compatto.
Oggi se ne trovano molti nell’usato, a prezzi non proprio popolari visto che le richieste sono prossime ai 500 dollari per un buon esemplare. I "Pronto" si possono spingere a quasi 200x con un buon oculare planetario da 2,5mm oppure usare come “cerca cometa” accoppiandoli a mastodontici oculari da 2 pollici e lunga focale (un comune wide angle da 50mm. e 60° di campo offre circa 10 ingrandimenti e quasi 6° di campo reale: enorme anche se un po’ distorto dalla curvatura di campo). Un po' come tutti gli strumenti TeleVue fanno della duttilità il loro maggior pregio.
Doppietto e cella - foto non dell'autore
Bello strumento (anche e soprattutto esteticamente). Vale la pena acquistarne uno? Dipende dal gusto, come in molte altre cose. Un Questar 3,5” non è superiore otticamente a un banale Meade ETX (o quantomeno non lo è in modo significativo), però costa 10 volte tanto. Vale la pena? Se si cerca il “non plus ultra” della meccanica e della livrea direi di sì.
Anche il PRONTO, con le dovute proporzioni, non è paragonabile a un mass-market come lo SCOPOS 66 o i vari cinesi da 70mm. Benché gli strumenti mostrino grossomodo le stesse cose il Tele Vue è un gioiello di meccanica e di design e questo un suo valore lo ha.
Se così non fosse non si spiegherebbe come mai il Tele Vue Ranger, che aveva le stesse ottiche del Pronto e costava molto meno, fu venduto in quantitativi molto più risicati...
Il TeleVue PRONTO in livrea verde con il suo clampshell originale (bellissimo)