IL SOLE IN PROIEZIONE

Per tornare agli albori... Estate 2013

L’idea è tornata in auge grazie ai miei figli che, in una sera di temporale primaverile, avevano voglia di giocare con uno dei miei telescopi. Per l’occasione ho portato sul tavolo del soggiorno il mio vecchio Revue 60/910, un rifrattorino da 2,5 pollici aperto a f15 (e oggetto dell’articolo a http://www.dark-star.it/astronomia/test-strumentali/revue-60-910/). Dopo averlo accuratamente pulito ho ben pensato di andare a recuperare un vecchio schermo di proiezione solare di provenienza Vixen e, con l’aiuto giocoso dei bimbi, installarlo sul rifrattore. La nostalgia di un tempo “lontano” mi ha colto languida e l’indomani, complice una giornata di sole molto bella, ho installato il tutto su una Vixen Super Polaris, collegato l’alimentazione, e provato a mostrare il sole in luce bianca sullo schermo.

Per tutta onestà devo ammettere di aver dovuto carteggiare e pulire il vecchio schermo di proiezione e riverniciarlo a spruzzo di bianco opaco (e sarebbe stato meglio il bianco lucido – ma non lo avevo a disposizione). Un diagonale della W.O. e la serie di oculari Takahashi LE hanno fatto il resto.

Premetto di avere a disposizione anche un bellissimo prisma di Herschell della Baader (che da solo costa quanto il telescopio e anche la montatura) e strumenti di diametro maggiore, ma la comodità di guardare un piccolo schermo e la quieta immagine del sole è insuperabile.

Proiezione con oculare da 18mm.

In fotografia la resa purtroppo è lontanissima dall’immagine che si gode “de visu”. La definizione, almeno con l’utilizzo di un oculare da 18mm., è molto alta e i dettagli, benché piccoli, appaiono contrastati e molto definiti, comprese le zone di contorno alle macchie. Non è ovviamente visibile la granulazione superficiale fotosferica dovuta alle celle convettive, ma l’insieme è estremamente appagante e molto educativo.

Ho provato a scattare qualche fotografia, rendendomi conto che la resa era molto bassa se paragonata all’immagine visuale, ma può comunque essere interessante vedere cosa si può fare con un impegno tendente a zero e mezzi alla portata di chiunque. I bambini, ovviamente, si divertono un mondo!

Riporto una sola immagine. Nel primo caso “così come l’ha scattata la macchina fotografica”, nel secondo rielaborata con photoshop solamente per aumentarne contrasto e ridurne l’abbagliamento. La granulazione visibile, ovviamente, è quella della vernice usata per lo schermo.

Non vi è alcuna pretesa estetica né scientifica nelle immagini, chiunque di voi è in grado di fare molto meglio (la macchina fotografica era perfino tarata sulla modalità “autofocus”, quindi vi lascio immaginare…) ma un semplice invito a riscoprire, anche solo per gioco, questo vecchio metodo di osservazione, estremamente gratificante anche con poco e, cosa non da sottovalutarsi, estremamente sicuro. Un gioco da fare con i vostri figli.

Questa immagine, scattata a un giorno di distanza dalla precedente, mostra chiaramente una evoluzione nelle macchie presenti. Sono infatti visibili mutazioni di forma e spessore sia delle ombre che delle penombre, oltre a uno spostamento del gruppo vicino al bordo solare.

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