URANO E DISCUTIBILI IMMAGINI

Novembre 2015

Mi tocca, forse perché pur riconoscendomi una certa esperienza nel campo dell’astronomia amatoriale non ho mai voluto impegnarmi assiduamente nell’imaging planetario se non per qualche estemporanea prova con camerine e telefonini vari (e senza alcuna velleità se non quella squisitamente divulgativa), ritornare sul tema delle presunte immagini “shock” che alcuni fotografi amatoriali di tanto in tanto divulgano condendole di superlativi e presunzioni trionfalistiche.

E’ accaduto per Venere molti mesi fa, accade sovente per Giove e Saturno, ora che è diventato di moda il lontano e verde Urano la medesima sorte sembra abbracciare anche le sue gelide atmosfere.

Ultimamente è comparsa una immagine apparentemente entusiasmante del “pianeta rotolante” (tra le righe il mio preferito) che mostra due bande nettissime, perfettamente simmetriche o quasi, e che ha scatenato (forse anche per gli annunci dell’esecutore della ripresa che anticipa possibili sensazionalistici titoli su riviste scientifiche a larga tiratura, giornali, e conferenze varie) un piccolo putiferio nel ristretto mondo degli imager nostrani e anche esteri.

Va detto che la credibilità di un tecnico, in qualunque campo, si costruisce non solamente con i risultati perseguiti (che sono giustamente il fiore all’occhiello di qualsiasi processo) ma anche nella costanza di metodo, nella sperimentazione, e nella condivisione dei risultati che necessariamente è richiesta di confronto e certificazione degli stessi.

Nel caso di Urano, perché è del penultimo pianeta del sistema solare che parliamo specificatamente in questo articolo di fondo, bisogna considerare, in aiuto alle immagini riprese, le caratteristiche fisiche ed evolutive oggi conosciute che hanno particolarità importanti.

Il verde e cocciuto padre delle divinità greche è un pianeta piuttosto grande con moti convettivi che sono lenti nel loro manifestarsi con features profondamente marcate.

E' quindi logico supporre che, in un panorama mondiale di costanti riprese amatoriali tratte a pochi giorni di distanza o anche in quasi contemporanea,  la posizione di quanto visibile (calotte, bande, macchie cicloniche e affini) possa differire solamente di pochissimi particolari (tra l’altro dovuti più agli strumenti e tecniche utilizzate che ad evoluzioni veloci delle features evidenziate).

L’immagine che è invece stata, a mio modo di vedere incautamente, proclamata come rivoluzionaria mostra caratteristiche introvabili e ampiamente difformi da tutte le altre.

Che sia questo dovuto ad artefatti di elaborazione, a errato stacking, o altro si può stabilire solamente avendo a disposizione i filmati originali (di cui gli imager sono incredibilmente gelosi quasi celassero chissà quali verità...) ed elaborandoli con varie tecniche così da giungere a verità meno parziali.

Indubbio è che bande tropicali di intensità pari a quelle evidenziate nella fotografia incriminata difficilmente compaiono in pochi giorni, o quantomeno non si distribuiscono egualmente sulla circonferenza del pianeta in tempo così rapido.

 

Quando si ritiene di aver surclassato qualunque altro tecnico di riprese (indipendentemente dai nomi sia chiaro) la prima mossa dell'imager accorto dovrebbe essere quella di anteporre al proprio risultato una coerente, umile e quindi amabile richiesta di confronto.

Lo fanno, parimenti, anche i ricercatori di nova e o supernova oppure chi si occupa di pianeti minori e non solo.

E’ sufficiente una comunicazione (anche giustamente tempestiva per il piacere e l'onore, nel caso venga confermata, di essere stati "i primi") e si chiede confronto e controllo alla comunità di riferimento.

Esordire con proclami mirabolanti rischia purtroppo e solamente di attirare critiche feroci.

Nel caso specifico una campagna di raccolta dati e confronto sarebbe stata molto ben vista, anche nell'eventualità l’immagine si fosse rivelata errata. Non importa sbagliare, importa l’approccio, soprattutto considerando che si opera in campo prettamente dilettantistico e, salvo dietrologie antipatiche, scevro di ritorni economici.

Un invito quindi, a tutti i bravissimi fotografi planetari di cui il nostro paese è ricco, ad essere costruttivi e solidali.

Ci potete contattare a:

diglit@tiscali.it

oppure usare il modulo online.

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