TAKAHASHI: FC (old) vs. FS

Vintage Takahashi: meglio la vecchia serie FC o la successiva FS?

Anno 2018

UN BRICIOLO DI STORIA E DI VERITA'

Nel corso degli anni, in più di una discussione, astrofili più o meno esperti hanno lungamente dibattuto sulle differenze di resa tra le versioni FC e FS della giapponese Takahashi. Si sono create schiere di difensori dell’una sull’altra, posizioni in gran parte dovute alla esperienza personale o anche all’idea che il “nuovo dovesse essere per forza migliore”.

La realtà è che, pur da amante dei Takahashi “FS” (e questo per via del fatto che al tempo della mia iniziazione ai rifrattori gli FS rappresentavano il “gotha” della produzione giapponese disponibile in Italia), non posso affermare che siano i migliori doppietti prodotti dalla casa del Sol Levante.

Si tratta ovviamente di ottiche di ottimo livello, ancora oggi in un certo senso considerate di “riferimento” perché incarnano il concetto di “apocromaticità” nei doppietti alla fluorite, ma non sono, e non erano nemmeno al momento della loro massima gloria, i “migliori in assoluto”.

Quando Takahashi decise di sostituire la serie FC con quella FS lo fece fondamentalmente per motivi economici. La crescita dell’azienda era consolidata e le richieste di rifrattori di livello qualitativo elevato aumentavano costantemente. Serviva quindi progettare un rifrattore che offrisse prestazioni in linea con quelle della serie FC ma che al tempo stesso costasse meno e che per questo risultasse più competitivo e appetibile ma che fosse anche al tempo stesso più veloce da realizzare.

La differenza fondamentale che divide le due tipologie di rifrattori sta tutta nel loro cuore (il doppietto apocromatico frontale): schema ottico Steinheil per gli FC, Fraunhofer per gli FS.

Se è vero che è stato il miglioramento dei trattamenti a permettere di passare da uno schema all’altro e porre così l’elemento in fluorite anteriormente è altrettanto vero che ciò non ne ha migliorato le prestazioni assolute (e in franchezza va detto che non era questo il fine che i tecnici giapponesi volevano raggiungere).

Lo schema ottico Steinheil richiede spessori e raggi di curvatura degli elementi maggiori di quello Fraunhofer e questa caratteristica lo rende più difficile da lavorare e conseguentemente più costoso. A questo si deve aggiungere che la rivoluzione della meccanizzazione di lavorazione delle lenti permetteva, nel caso di un Fraunhofer, di ridurre l’intervento umano nella preparazione degli obiettivi.

Minore tempo e minore mano d’opera significavano maggiore produzione a parità di tempo e minori costi per singolo elemento. 

Se dal punto di vista imprenditoriale e commerciale l’equazione ha funzionato in modo esemplare altrettanto non si può dire del risultato qualitativo raggiunto.

Non mi si fraintenda, gli FS sono ottimi strumenti e ancora oggi di primo piano a livello visuale, ma la loro qualità media non è pari a quella che contraddistingueva i precedenti FC.

Oggi siamo abituati a considerare che la lavorazione automatizzata delle ottiche consenta produzioni di livello costante e qualità dipendente esclusivamente dalle scelte progettuali; e così è, almeno quasi sempre.

Negli anni ’80 però i macchinari preposti a questi lavori non avevano la precisione né il controllo attuali. Il risultato fu che la qualità (pur sempre elevata) subisse variazioni e questo spiega come mai esistano tanti esemplari ottimi ma anche testimonianze di FS un po’ sottotono o quantomeno meno “brillanti” di quanto ci si aspetti.

La serie FC era invece lavorata e rifinita a mano e parimenti lucidata. La sua qualità è costantemente elevata e generalmente migliore (differenze pur non abissali ma visibili) di quella che contraddistingue la serie FS (esibendo solitamente minore sferocromatismo e raggiungendo di un microdettaglio in media superiore).

Benché le leggi dell’ottica impongano che nessuna versione di doppietto aperto a f8 possa mostrare uno star test “virtualmente” perfetto (e con questo mi riferisco alla percezione di piccole variazioni tra le figure di intra ed extra focale) è indubbio che gli FC esibiscano star test lievemente migliori dei loro successori FS e questo li rende, almeno da una schiera di appassionati, più ambiti.

Sulla valutazione delle curve di MTF generate dai due tipi di obiettivo, della dimensione degli spot alle varie lunghezze d’onda, e sulla loro reale “apocromaticità” si può discutere e giungere alla conclusione che le differenze siano risicate ma ciò che preme sottolineare e ricordare è che uno strumento è la somma del suo disegno ottico e della sua successiva realizzazione. Benché due progetti possano fornire sulla carta prestazioni identiche (o considerabili tali) non significa che lo facciano anche le loro realizzazioni pratiche che dipendono da fattori indipendenti dal progetto iniziale.

Se vogliamo quindi trarre conclusioni di massima possiamo affermare che la serie FC sia generalmente superiore a quella FS ma ciò non toglie che possano esistere FS performanti tanto se non più di alcuni FC.

Se poi si può, si vuole, si ha pazienza nella ricerca e si desidera il massimo del vintage Takahahsi a corto fuoco nel novero dei rifrattori a 4 pollici si può sempre scegliere quello qui sotto... :-)

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