SULL'ASTROFILIA ITALIANA

Due parole su chi siamo e cosa facciamo - Febbraio 2014

Un articolo di “fondo” è, per sua definizione, una chiacchierata generale su un argomento che sta a cuore allo scrittore.

Con questo spirito vorrei esprimere alcune considerazioni sull’attuale stato dell’astronomia amatoriale italiana e sui suoi risvolti nella comunità degli appassionati che riempiono, a vario titolo, i forum dedicati.

Si assiste, guardando ciò che accade in altri paesi più “evoluti” del nostro in questo campo lo scenario è meno triste, ad una strana bagarre tutta mediterranea per carattere e latina nei modi.

Il nostro paese, storicamente campanilista, ha generato una miriade di forum di stampo astronomico. Alcuni molto seguiti, altri decisamente più ristretti e “classisti”, alcuni addirittura legati a imprese commerciali.

Di per sé questo fatto non porta alcun male ma tende a impoverire e diluire risorse già relativamente paupere.

Inoltre, aspetto poco meritevole, i toni che discussioni puramente accademiche o di partigianeria accendono appaiono ingiustificabili e offensivi. Come molti ho aderito inizialmente con entusiasmo ad alcuni forum popolari poi, sempre più nauseato dalla ripetitività dei temi e soprattutto dalle apparentemente insanabili bagarre, ho finito con l’allontanarmi.

Credo che questo sia accaduto non solo a me, ed è un peccato.

Conosco astrofili, anche di ottima levatura, che non partecipano alla diffusione del “verbo” via internet pur avendo, ognuno con le proprie capacità, molto da raccontare e insegnare.

Alcuni di questi si occupano di campi poco frequentati: variabilia (ossia l’osservazione, catalogazione e registrazione di stelle variabili), spettroscopia, misurazione di stelle multiple (con anche scoperte di nuovi sistemi), autocostruzione di ottiche o meccaniche, ricerca in campo radio.

Tutti argomenti a mio modesto parere interessantissimi e forieri di sperimentazione oltre che di utile condivisione.

Eppure, la maggior parte di questi bravi manovali dell’astrofilia moderna, restano generalmente in un cantuccio, privatamente assorti nella loro passione e giustamente gratificati dai risultati che ottengono.

Tempo fa, in una chiacchierata ai margini del problema, condividevo con un grande appassionato di ottiche a rifrazione acromatiche a lungo fuoco un pensiero che mi sentirei di sintetizzare in questo modo: 

 

“Siamo formiche che si dibattono e troviamo, nella nostra passione per l’altra metà del paesaggio, il regno di Oz dove rifugiarci dallo stress quotidiano. Anche solo nel guardare una stella singola, senza scopo scientifico, nella speranza di quietarci e stare, in silenzio, un poco con noi stessi”.

 

Vorrei ricordare a tutti noi, indipendentemente dalla preparazione sull’argomento che abbiamo o crediamo di avere, che il nostro contributo alla causa dell’Astronomia è praticamente nullo.

Scattiamo immagini meravigliose dei pianeti del nostro sistema solare, della Luna, dello stesso Sole, e anche immagini stupefacenti di lontane galassie e nebulose, ma nulla di tutto questo ha valenza oltre al dato estetico, pur rimarchevole, che porta seco.

Non ha importanza se, per capriccio o curiosità cambiamo la nostra strumentazione ogni fine mese. Non ha importanza se ci dedichiamo, come filatelici o numismatici, al collezionismo di strumenti rari. Non ha neppure importanza il valore della strumentazione che usiamo (dal piccolo binocolo acquistato al supermercato fino al semi professionale osservatorio robotizzato).

La sola cosa che importa, alla fine di tutto, è che ciò che facciamo sia adatto al nostro animo e che ci procuri gioia e, con noi, che tale gioia sia possibile condividerla (se ne abbiamo voglia e tempo).

Ciò che non dobbiamo condividere, o che quantomeno sarebbe auspicabile contenere, è la pur comprensibile frustrazione di essere umani, limitati, e per questo irascibili.

Sforziamoci, dunque, di essere come vorremmo che fossero i nostri vicini.

Ci potete contattare a:

diglit@tiscali.it

oppure usare il modulo online.

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