MARK III Hyperion vs Tecnosky asferico: battle of 8-24 zoom

Agosto - Settembre 2014

INTRODUZIONE

Quella degli oculari zoom è una idea applicata all’astronomia amatoriale mutuata dalla prassi microscopica e degli spotting scope.

Almeno una quindicina di anni fa, un po’ precursore dei tempi, acquistai il primissimo esemplare di zoom prodotto dalla Swarowsky (con focale da 7.7 mm. a 23.1 mm.) che si presentava meno rifinito rispetto ai prodotti attuali ma aveva ottiche di ottima qualità. Portava seco i limiti imposti dagli oculari multilente con elementi a distanza variabile (campo ridotto e qualche aberrazione geometrica lieve secondaria) ma era, di fatto, un oculare in grado di sostituirne tanti altri e non imponeva il continuo “togli metti” a cui siamo abituati.

Oggi i tempi sono mutati e si sono avvicendate alcune serie di oculari zoom di fattura più o meno pregevole.

I due modelli a mio avviso più interessanti sul mercato, per via delle loro prestazioni pubblicizzate e di un costo relativamente limitato, sono il nuovo Tecnosky Asferico 8-24 e il più conosciuto Hyperion Mark III di Baader.

Li ho testati per capire quale mi piacesse di più e dove risiedessero, eventualmente, limitazioni e problemi di sorta.

Vediamo innanzitutto come i distributori dei due prodotti li presentano sui rispettivi siti:

  • TECNOSKY ZOOM 8-24 ASFERICO: oculare Zoom che si inserisce nella fascia alta degli oculari con focale variabile; lo schema ottico asferico garantisce un'ottima correzione delle principali aberrazioni regalando cosi' immagini contrastate ed incise su tutto il campo.
    Il trattamento antiriflesso FMC garantisce assenza di riflessi anche su oggetti ostici come il sole.
  • La focale 8-24mm presenta un campo di 43° al minimo ingrandimento e ben 66° al massimo ingrandimento.
    Estrazione pupillare molto comoda, da 15 a 20mm, utilizzabile con profitto anche grazie al paraluce estraibile.
  • Realizzato interamente alluminio anodizzato, rotazione fluida e priva di giochi.

HYPERION BAADER 8-24 MARK III: Un oculare a focale variabile dotato di campo apparente molto ampio, alta correzione e elevata nitidezza, con una resa paragonabile agli Hyperion a focale fissa. Dotato di ghiera di variazione focale con posizioni di stop, regolazione della posizione della conchiglia oculare e barilotto 31.8mm filettato per filtri, questo oculare è dotato di filettatura standard SP54 Hyperion-System per la fotografia in proiezione afocale o in proiezione positiva con tutte le fotocamere e videocamere digitali.

IMPRESSIONI "TATTILI" e CORREZIONE

Gli oculari contendenti sono entrambi belli esteticamente e appaiono correttamente rifiniti e apparentemente ben costruiti.

Trovo più morbido (meno frizionato) il movimento rotativo dell’Hyperion rispetto al Tecnosky e anche più corretta la presenza, nel Baader, di punti di “fermo” in corrispondenza delle focali 24, 16, 12, 8 mm. mentre il Tecnosky, privo di tale accorgimento, impone di controllare con una luce (pila, pulsantiera, o altra) il punto di fermo e la conseguente focale con cui si osserva.

Personalmente ritengo questa mancanza "uno scivolone” perché, se da un lato effettivamente non pregiudica in alcun modo le prestazioni ottiche, dall’altro rende scomodo individuare l’ingrandimento in via di utilizzo.

Per gusto puramente personale (più incline ai meccanismi spartani e precisi) trovo più gradevole e meglio realizzato il Mark III Hyperion.

 

Entrambi gli oculari appaiono ben corretti da aberrazioni geometriche extra assiali quando lavorano alle focali più corte (diciamo dai 16 mm. in giù) mentre  soffrono a bordo campo sulle focali lunghe, specialmente se vengono confrontati con oculari di pregio a focale fissa.

Ritengo questo aspetto secondario in un oculare zoom che ha, come sua logica di impiego maggiore, quella di osservare i soggetti che richiedono una variazione frequente di ingrandimento (stelle doppie, pianeti in primis). Se si vuole “spazzolare” il cielo a basso ingrandimento e con campo largo e tendenzialmente corretto è meglio orientarsi verso oculari a focale fissa progettati per questo scopo.

Sia il Mark III che il Tecnosky evidenziano, nelle focali maggiori, un diaframma di campo molto sfuocato che se non inficia le prestazioni ottiche può risultare psicologicamente fastidioso per qualcuno.

Infine va riportato una sostanziale parità quanto a campo apparente massimo (66° per il TS e 68° per il Mark III alla focale minore mentre a quella maggiore il MARK III sembrerebbe esibire un campo leggermente più ampio 50° contro 43°).

SCELTA DEGLI STRUMENTI PER IL TEST

La scelta dei telescopi da utilizzare per testare i due oculari ha richiesto qualche considerazione di fondo, principalmente votata all’ottenimento di risultati che, per quanto personali e solamente indicativi, potessero essere esportabili e utilizzabili dall’astrofilo medio in caso di eventuale scelta di acquisto.

Purtroppo (o per fortuna) posseggo principalmente strumenti particolari e difficilmente reperibili sul mercato e così ho dovuto scartare la maggior parte delle mie ottiche affinché i risultati non ne venissero inficiati.

Alla fine la scelta è ricaduta su ottiche con diametri compresi tra i 7 e i 21 cm.: un rifrattore tripletto semi-apocromatico Vixen 70/600, un rifrattore acromatico a lungo fuoco JAEGER 93/1350, un Maksutov-Rumak Intes MK66 da 150 mm. a F12, e un Cassegrain classico Takahashi CN-212 a f12,4.

Così facendo ho avuto a disposizione schemi ottici, focali e diametri diversi pur compresi nel range classico a disposizione della maggior parte degli astrofili visualisti dediti all’osservazione di media e alta risoluzione.

Un peccato, nel periodo di prova, non aver avuto a disposizione i pianeti principali come Giove, Marte e Saturno per confrontare la diversa resa degli oculari (Giove è un pianeta molto utile da questo punto di vista).

Mancando i protagonisti primi del nostro sistema solare ho dovuto quindi concentrare la mia attenzione su sistemi stellari multipli e sulla nostra cara e vicina Luna.

TEST COMPARATIVO: CN-212 Takahashi

La prima serata di test ha visto protagonista il Takahashi CN-212 come strumento di supporto. La Luna, a 4 giorni dalla totalità, offre un ottimo momento di osservazione del cratere Gassendi e delle sue molteplici rimae interne. Purtroppo la modesta altezza sull’orizzonte e il seeing non eccellente hanno limitato i dati raccolti e le impressioni ricavate riflettono più che altro la facilità e immediatezza di utilizzo e visione che non il dato di massima prestazione raggiungibile.

Il primo aspetto che si rende palese nell’utilizzo dei due oculari zoom è la diversa resa di ingrandimento a parità di focale segnata dai noni impressi sui barilotti. L’ingrandimento offerto dal Mark III alla focale dichiarata di 12 mm. corrisponde infatti, più o meno, a quello ottenibile con il Tecnosky Asferico impostato sui 16mm. La cosa ritengo sia in parte dovuta a una non perfetta tracciatura dei punti di riferimento sugli oculari, e in parte al fatto che, utilizzando entrambi i sistemi con riduzione a 31,8mm, il Tecnosky risulta posizionarsi più esternamente rispetto al cono ottico di circa 5 mm. a causa della filettatura di cui dispone per accogliere un adattatore da 2 pollici.

Il fenomeno ha reso un poco difficoltoso il test poiché non è stato semplice trovare il punto di pareggio perfetto tra gli ingrandimenti offerti dai due oculari anche in virtù di un campo apparente non proprio uguale tra Mark III e Tecnosky che ha ulteriormente reso difficile il paragone.

Superata questa iniziale difficoltà ho indugiato lungamente nell’osservazione di Gassendi, intercambiando ogni 2/3 minuti circa gli oculari, e cercando di estrarre dall’immagine ogni informazione utile a comprendere il carattere dei due contendenti.

Indipendentemente da quanto seguirà devo dichiarare in partenza il mio disappunto per il fastidiosissimo fenomeno di parallasse che il Tecnosky Asferico mostra, quasi del tutto non riscontrabile nel baader, e che rende l’osservazione molto più impegnativa, specialmente se viene effettuata in piedi. Il disturbo è molto fastidioso e si riduce solamente quando l’osservatore resta comodamente seduto e può quindi avere un controllo migliore della posizione dell’occhio con un movimento ondulatorio (sempre presente) del capo meno accentuato.

Tralasciando questo aspetto (che però va tento ben in considerazione all’atto di un eventuale acquisto, almeno per quanto concerne i miei gusti personali), devo dire che è stato molto difficile decretare un vincitore tra i due oculari quanto a pulizia di immagine.

Ho cambiato idea molte volte, durante questo primo test, e le differenze riscontrate sono e restano molto limitate.

I particolari visibili all’interno di Gassendi sono stati grosso modo gli stessi anche se, a lungo andare, ho trovato più facile l’osservazione delle rimae sottili con il Mark III ma anche una lieve supremazia del Tecnosky nel contrasto tra le zone in ombra e quelle illuminate del cratere (va comunque detto che le ombre proiettate dai bordi del cratere principale sono piuttosto poco estese dato il periodo di illuminazione).

Nonostante il seeing non molto favorevole (stimato un valore di 5/10 sulla scala di Pickering per quanto riguarda la Luna e di 6/10 per stelle poste ad altezze prossime allo zenith) i pariticolari disegnati dal Rukl erano quasi tutti visibili con l’eccezione di un paio di prolungamenti delle rimae nella zona ovest del cratere. In compenso, e questo è un noto limite del Rukl, la visione telescopica offriva una notevole definizione dei picchi interni presenti sia al centro del cratere che nelle zone circostanti, specialmente per quanto riguarda i 7/8 “pennacchi” nella regione nord/est.

L’utilizzo alternato dei due oculari evidenzia anche la differente tonalità cromatica di fondo che le loro ottiche restituiscono. Il Tecnosky è più “neutro” e mostra bianchi e neri senza quasi viraggio. Il Mark III esibisce invece una tonalità leggermente più “seppia”. Tra le due rese preferisco quella del Tecnosky anche se la differenza è davvero minima.

La soppressione delle luce diffusa mi sembra invece migliore nel Baader che, dopo una prolungata visione del terminatore lunare, ha mostrato contrasti lievemente migliori e un annerimento maggiore della zona in ombra. In compenso il tecnosky è apparso lievemente più luminoso mostrando in modo più netto (differenza quasi irrisoria comunque) un “picco lunare” nella zona d’ombra appena appena illuminato nella sua parte più alta da un raggio solare radente.

Il test effettuato su soggetti stellari ha visto una sostanziale parità dei due oculari tanto che, esaminando le quattro componenti della Epsilon Lyrae, mi è stato difficile decidere quale dei due contendenti preferissi. Mi è parso, comunque, che il Tecnosky fosse lievemente più luminoso e che tendesse a focalizzare meglio il disco di Airy delle componenti. Forse migliore invece la visibilità del primo anello di diffrazione sul Mark III ma devo dire che le differenze sono talmente sottili da essere influenzate più dal seeing del momento che non dall’ottica dell’oculare in sé.

La scelta tra i due a servizio del Takahashi CN-212 è difficile avendo mostrato gli oculari prestazioni sostanzialmente quasi identiche. La maggior comodità di visione offerta dal Baader, soprattutto per via del fastidioso effetto parallasse presente nell’asferico di Tecnosky, mi fa comunque preferire il Mark III.

TEST COMPARATIVO: 70/600 semi-apo Vixen

La seconda sera scelgo come compagno di osservazioni il piccolo semi-apocromatico Vixen 70/600, un tripletto quasi sconosciuto da noi (credo che gli esemplari esistenti in Europa si contino sulle dita di due mani) ma che ha più volte dimostrato di possedere una correzione di tutte le aberrazioni geometriche e cromatiche di primissimo ordine e sicuramente non inferiore a quella del suo più conosciuto fratello alla fluorite (doppietto FL-70).

La ridotta focale dello strumento ha “stressato” diversamente gli oculari rispetto a quanto faceva il CN-212 con i suoi 2640 mm. di focale, richiedendo al complesso telescopio/oculare di mostrare la miglio “finezza” di immagine e il massimo della focalizzazione a bassi ingrandimenti.

In questa ottica la stella Polare ha fatto poca selezione sia con i contendenti settati su 24 mm. di focale che su 8 mm.

In entrambi i casi però mi è parso che il Mark III mostrasse una maggiore pulizia di immagine, in contraddizione con quanto emerso la sera precedente.

A ogni ingrandimento (dai 25x ai 75x) entrambi gli oculari mostrano le due componenti in modo netto e tipicamente “refractor like” anche se l’immagine nell’Hyperion appare più “fine”.

Quella che sulla Polare appariva più che altro una sensazione diviene invece meglio percepibile sulla doppia Eta Cassiopeiae (componenti di mag. 3.5 e 7.4 separate da 13") che l’Hyperion sdoppia in modo stupefacente a 25x offrendo una immagine bellissima mentre il Tecnosky, allo stesso potere, fatica a mostrare la secondaria e anche la componente principale appare meno “pulita”, come se fosse meno netto lo “snap test”.

Al potere di 75x, benché le immagini tornino ad essere piuttosto simili, appare ancora una lieve superiorità, quanto a “pulizia di immagine”, del Mark III.

La Epsilon Lirae non ha, di fatto, segnato differenze apprezzabili tra i due oculari. La coppia risulta già separata con immagine pulita e incisa a 75x ma la “scala” risulta piuttosto limitata e si sente la necessità di salire con gli ingrandimenti.

Inserendo una barlow Celestron 2x le cose si fanno più interessanti: il quadretto assume maggior fascino e le componenti rimangono molto pulite (del resto l’ottica del Vixen è tra le migliori che abbia mai potuto usare nella classe dei 70 mm.). Nonostante il potere sia salito a 150x ammetto di non riuscire a trovare differenze significative o anche limitate tra i due oculari. In compenso, con entrambi, mi sembra di notare una lieve differenza di colorazione tra le componenti della doppia più larga.

Interessante notare come, differentemente da quanto accadeva per il suolo selenico con un telescopio da 21 cm. di diametro, con il piccolo Vixen le dominanti globali (più fredda per il Tecnosky e più calda per l’Hyperion) non sembrano emergere, almeno a livello stellare.

TEST COMPARATIVO: JAEGER 93/1350 e INTES MK66 DX

Lo JAEGER 93/1350 e il Mak russo 150 f12 non hanno saputo offrirmi concrete differenze tra i due oculari oggetto della prova.

Il lasco rapporto focale dello Jaeger, che genera immagini sempre piuttosto calme e un disco di Airy più “dominante” rispetto a strumenti come il Cassegrain puro, ha livellato un poco i due pretendenti come del resto è logica della sua filosofia. Non per nulla su rifrattori di diametro non eccessivo (93 millimetri non sono poi molti) e lunga focale, ricordiamo che con lo Jaeger si lavora con una F di 14,5 circa, si possono usare con grande profitto anche oculari molto datati che, a centro campo, lavorano in modo ottimale (tipologie HM e K,  ortoscopici di abbe classici, o plossl simmetrici a 4 elementi).

Fatto sta che, escludendo le caratteristiche di maggiore afflizione da effetto di parallasse e mancanza dello stop ai vari ingrandimenti che caratterizzano il Tecnosky, le prestazioni dei due oculari si sono equivalse.

Anche il MAK 150 f12 Intes non ha denunciato grandi differenze. Ho preferito leggermente la apparente maggiore luminosità dell’asferico Tecnosky ma mi è parso che il Mark III fosse generalmente più corretto. Sottigliezze, comunque, non sufficienti a decretare un vincitore.

CONCLUSIONI

199,00 euro è quanto richiesto oggi (in offerta) per il Mark III Hyperion, 170,00 euro sono invece necessari per il Tecnosky asferico. Le prestazioni sono paragonabili e 30 euro corrispondono, in termini percentuali, a una differenza del 15%. Il Mark III sembra però essere costruito meglio, ha i corretti “fermi” intermedi alle focali di 8, 12, 16 e 24 mm., e non presenta fastidiosi problemi di parallasse nell'osservazione lunare con strumenti di diametro intermedio.

Anche a scapito di una tonalità lievemente più calda rispetto a quella fornita dal Tecnosky e una lievissima minor luminosità (almeno percepita) preferisco il prodotto della Baader e ritengo che la differenza economica sia commisurata alla superiore qualità generale del prodotto.

Restano entrambi due validissimi oculari “all in one”, economici (perché 4 oculari di pari livello costerebbero molto più di 200 euro) e consigliati in abbinamento a qualsiasi tipo di telescopio.

Ci potete contattare a:

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