THE CAMBRIDGE PHOTOGRAPHIC MOON ATLAS

Maggio 2016

UN ATLANTE QUASI INDISPENSABILE

Gli atlanti lunari a disposizione degli astrofoli, sia in formato cartaceo che digitale, sono oggi tantissimi e rappresentano quasi tutti un valido supporto alla osservazione turistica del nostro satellite. 

Se è vero che quanto disponibile su supporto informatico ha una risoluzione elevatissima, grazie alla mappatura estremamente precisa del suolo selenico e alla facilità di utilizzo, è altrettanto vero che la necessità di un computer, tablet o telefonino a grande schermo obbligano ad avere sempre con sé un dispositivo elettronico che mal si abbina alla calma quiete delle osservazioni classiche.

Personalmente resto legato alla carta stampata, ai disegni, e anche alle belle fotografie a grande formato e in questo senso non riuscirei mai a rinunciare alla compagnia del Rukl (a oggi ancora la mappa multipagina più completa della Luna) e ad un altro supporto di grande spessore: il Cambridge Photographic Moon Atlas.

A dispetto del suo nome, che lascerebbe immaginare una semplice raccolta di immagini lunari, l’Atlante di Cambridge contiene una serie di informazioni di contorno che ne fanno uno strumento idealmente unico.

Per chi volesse “sorvolare” il suolo selenico un’opera come il Kaguya risulta indispensabile ma la sua logica è molto distante da quella dell’osservatore terrestre munito di telescopio che troverebbe molta più affinità con l’atlante oggetto del nostro articolo.

Sopra: fotografia tratta dalla sezione introduttiva che affronta argomenti indispensabili come la nomenclatura lunare e la morfologia dei principali tipi di formazione morfologica

Il Cambridge Moon Atlas, risultato della sinergia di scrittori, studiosi selenici, e fotografi semi amatoriali dotati di strumentazione a disposizione di qualsiasi astrofilo evoluto, è un compendio ottimamente strutturato che include oltre ad una notevole quantità di immagini di ottimo livello (388 per la precisione) anche una serie di approfondimenti generali e particolari e tour osservativi guidati ben descritti e ricchi di curiosità e considerazioni sulla possibile genesi delle caratteristiche lunari visibili.

 

Il libro si apre con una prefazione breve e doverosa contenente anche i giusti ringraziamenti agli autori, ognuno dei quali ha portato il proprio decisivo contributo alla realizzazione delle circa 200 pagine in formato 35x25,5 cm. ALAN CHU (astrofotografo di Hong Kong già autore del Photographic Moon Book e di Foundations of Astronomy oltre che di una lunga serie di articoli per la Società Astronomica di Hong Kong di cui è anche membro fondatore), WOLFANG PAECH (Direttore dell’Osservatorio Pubblico di Hannover ed autore di molti libri di astronomia amatoriale tra cui Tips and Tricks for Amateur Astronomars e de The Solar Handbook), MARIO WEIGAND (astrofilo e astrofotografo nonché fisico presso La Goethe University a Francoforte), e STORM SUNLOP (il “narratore” dell’opera, scrittore in campo astronomico e autore del Collins Night Sky oltre che ex presidente della British Astronomical Association), si sono ritrovati e ci hanno donato un’opera apprezzabilissima che non dovrebbe mancare nella biblioteca di un buon astrofilo.

Le prime 31 pagine sono dedicate ad una approfondita disanima del suolo lunare e delle sue caratteristiche principali offrendo spiegazione alla loro formazione, composizione minerale, evoluzione nel tempo, teorie di sovrapposizione delle formazioni ed erre di creazione e stratificazione.

In questa sezione trova ampio spazio la nomenclatura selenica, spiegazione ai fenomeni di librazione (longitudinale, parallattica e di latitudine) oltre ad una interessantissima scheda che riporta alcune zone facilmente osservabili con l’indicazione della dimensione esatta di qualche decina di microcrateri con diametro compreso tra i 2,4 e i 0,4 chilometri realizzata per testare le capacità di risoluzione del proprio strumento nonché valutare il seeing all’atto dell’osservazione.

Sopra: Immagine tratta dalla sezione propedeutica all’osservazione. Si noti una delle mappe con le dimensioni dei crateri di piccola taglia utili alla misurazione del potere risolutore raggiungibile

Sotto: tavola riassuntiva delle prime 40 sezioni osservative guidate

Sopra: fotografia di una delle pagine dedicate all’osservazione guidata.

A seguire si dipana la parte centrale e determinante dell’opera con 69 schede di invito all’osservazione (in media due/tre pagine ciascuna) che dividono il suolo lunare della faccia visibile in zone tematiche. Molto belle, grandi e ben definite le immagini e ben argomentati i testi con indicazioni generali, approfondimenti e richiami a conformazioni morfologiche particolari.

L’ultima scheda, la sessantanovesima, è dedicata al lato nascosto del nostro satellite.

L’opera (disponibile in lingua inglese solamente) si conclude con un glossario, un indice delle formazioni lunari citate nel libro e una bibliografia di riferimento.

Il Cambridge Photographic Moon Atlas si acquista generalmente on line su alcune delle maggiori piattaforme di distribuzione come Amazon e affini. Il prezzo di listino (dato aggiornato al maggio 2016) è di circa 50,00 euro. A mio modo di vedere la sua essenza viene completata in modo corretto dal sempiterno ATLAS OF THE MOON di Antonin Rukl e dal KAGUYA LUNAR ATLAS che consiglio ai lettori. Mettere a budget una spesa (tra tutte e tre le opere, di circa 170/200 euro considerando le spese di spedizione) e leggere ciò che si compra non può che fare bene alla vostra cultura generale...

Ci potete contattare a:

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