60 MILLIMETRI FOREVER

Articolo di MAURIZIO. R - marzo 2015

INTRODUZIONE

a cura di Paolo Casarini

L’amico Maurizio mi ha mandato un articolo di fondo sulla bontà dei così detti “60ini”, i piccoli rifrattori da 6 cm. di diametro che hanno accompagnato la storia dell’astronomia amatoriale moderna. Declinati in varie lunghezze focali e vestiti in modo più o meno decoroso, i piccoli rifrattori sono stati per molti la prima finestra sull’universo, per altri un oggetto da collezione, per altri ancora un regalo da fare ai propri figli o nipoti.

Nel suo variopinto linguaggio, Maurizio ci offre una testimonianza autentica di quanto ancora si possa giovare dell’uso di questi piccoli strumenti a lente.

UNA VITA CON IL 60mm.

Il piccolo 60mm. in foto di apertura è il mio fido Celestron FirstScope 60 AZ di metà anni 90: un ottica di produzione Syntha che collaborava già con la Celestron in quel periodo fornendo anche gli altri modelli FirstScope con tubi neri che includevano un altro rifrattore da 60/900mm su una piccola montatura equatoriale, un rifrattore da 80/910mm e un Newton 114/900 su EQ2 sempre di produzione Cinese cloni delle Kenko EQ2. 

Le modifiche che gli ho apportato negli anni sono state molteplici: la sostituzione del treppiede originale in legno color nero con uno in alluminio, del focheggiatore con diametro da 24.5 con uno da 31.8, del cercatore di serie  (un 5x24) con un più adatto 6x30 che avevo sul mio Celestar 8.

Per diagonale ho scelto un prismatico Celestron Made in USA del 1992 che era a corredo di un SC9.25, e per aumentare le prestazioni del tubo ottico ne ho opacizzato l’interno con vellutino nero e ho aggiunto un diaframma extra per ridurre al massimo i riflessi interni. Ho anche smontato il doppietto e annerito i bordi delle lenti. 

Ho infine aggiunto anche una piccola luce notturna a pinza nel triangolo porta oculari del treppiede per riprendere un po le vecchie produzioni Japan... non è che ne abbia bisogno ma l'ho trovata un'idea intelligente e l'ho voluta copiare in qualche modo. 

Per chi compra ho possiede un 60mm ci sono diverse scuole di pensiero che influenzano il suo uso. C'è chi predilige lasciare sulle versioni vintage i segni del tempo, chi restaurarli come erano in originale, altri ancora li modernizzano completamente cambiandoci tutto il treno ottico ottimizzandoli in varie maniere per poterli sfruttare al massimo in tutte le condizioni di utilizzo. Ciò non cambia il fatto che si tratta sempre e comunque di un rifrattore da 60mm e non ci si può aspettare miglioramenti tali come fosse un ottica più grande, ma le modifiche effettivamente il più delle volte aumentando il contrasto e la nitidezza e si ha la possibilità di poter spingere maggiormente gli ingrandimenti senza perdita di dettaglio. 

Un ottima ottica da 60mm è in grado di reggere bene 4 volte il diametro obbiettivo in ingrandimenti (io uso spesso 240x su Luna e Saturno) e utilizzando il diagonale giusto e gli oculari più adatti senza sensibile perdita di luminosità si può salire ulteriormente a costo di una immagine scura e meno leggibile.

Un doppietto acromatico Fraunhofer con la giusta focale e ben fatto è un vero e proprio “muletto” ed essendo poco sensibile al seeing per la modesta apertura può essere usato quasi sempre anche ad alto ingrandimento (nei limiti del diametro).

Su Giove non ho trovato nessuna utilità a superare i 175x/180x con il mio esemplare di 60mm ma va detto che anche scendere sotto i 150x l'immagine resta praticamente uguale e non è che migliora il contrasto o mi permette di intravvedere maggiori dettagli, anzi in questo caso si perde la possibilità di osservare il transito delle ombre dei satelliti Galileiani (vere punte di spillo nere) sulla superficie del pianeta. 

Riguardo al fattore “ingrandimento” va precisato che anche ad altissimo potere la risoluzione massima è data dal diametro che il solo a limitare le potenzialità del telescopio. Un 60mm arriva a 1.9"-2” su soggetti ad altissimo contrasto a. Sulla Luna, che dista circa 380.000km più o meno dalla Terra, un simile potere separatore significa poter scorgere dettagli di circa 3,7Km. Anche salendo vertiginosamente di ingrandimento non sarà mai possibile vedere più di quanto il potere risolutivo dello strumento può offrire. I piccoli crateri all'interno di Plato visibili già con una buona apertura da 100mm e ancora meglio in un apertura da 200mm, o altri dettagli fini della superficie Lunare non saranno mai visibili, però lo stesso vale anche per gli strumenti più grandi se usati in determinate condizioni atmosferiche visto che l'atmosfera se non è stabile crea turbolenza e se questa turbolenza sale sopra i 2" i dettagli visibili con un 200mm svaniranno e si avrà la solita immagine con gli stessi dettagli che offre un 60mm, (anche se con una luminosità molto maggiore). Il seeing sempre e comunque la fa da padrone e se non è buono pialla i diametri sul planetario, il territorio Italiano ha un seeing medio di 1,5" secondi d'arco e le serate con un seeing da 1" secondo d'arco è considerato già molto buono, le serate che scendono molto sotto 1" nel periodo di un anno si possono contare sulle dita e forse ne avanzano pure, per questo i 60ini possono essere sfruttati alle loro massime potenzialità praticamente sempre. 

Per il deep invece il seeing ha minore importanza e conta soprattutto la trasparenza del ciel, l’oscurità, e il diametro.

I 60mm vanno bene con qualsiasi oculare grazie al loro alto rapporto focale da F11,7 in su, comunque per gli oculari è sempre bene utilizzare schemi ottici che non abbiano più di 4 elementi in maniera da poter sfruttare tutta la luce che i piccoli obbiettivi riescono a raccogliere. Vanno bene gli Huygens (particolarmente adatti anche per la proiezione dell'immagine solare su cartoncino/lastra bianca), i Simmetrical Ramsden (non dovrebbe mai mancare un SR come accessorio nei 60mm che grazie alle sue peculiarità ottiche corregge il cromatismo atmosferico, ecco perché sono particolarmente adatti alla visione di Venere e incredibilmente proprio su Venere il 60mm forse è tra i telescopi più adatti per la ricerca e l'osservazione della sua atmosfera), i Kellner, che quando sono fatti bene hanno un contrasto e una trasparenza eccezionale, gli Orthoscopici, e infine i Plossl che fra tutti sono e restano i miei preferiti per questo tipo di strumento grazie al loro campo visuale maggiore, che su una montatura AZ come la mia lascia più ampio respiro di osservazione in Hi-res. 

Ho acquistato una serie di semplici Plossl Celestron di media qualità che vanno più che bene per un 60mm anche grazie al loro peso contenuto e si adattano a qualsiasi tipo di osservazione. Ho provato una grandissima quantità di oculari dai più semplici ai più blasonati ed esotici su questo FS60 che addirittura pesavano più di tutto il telescopio completo...

Dopotutto i Plossl made in Cina/Taiwan/Japan sono più che sufficienti per avere ottime immagini con un buona saturazione dei colori e ore di sano divertimento.

Il classico doppietto di un 6 cm. acromatico tolto dalla sua cella originale

Il 60mm è il telescopio più venduto al mondo e la produzione e la richiesta di questo diametro non è mai smessa nonostante tutto ciò di male che hanno fatto per mal pubblicizzarlo riuscendo ad assemblarli nelle maniere più economiche possibili. Molto spesso ho sentito dire che il 60mm (qualunque sia la sua focale) è considerato dall'osservatore esperto un giocattolo per bambini per via della sua leggerezza e semplicità d'uso immediata sopratutto su montature AZ a forcella, per il piccolo potere risolutivo e la scarsa capacità di raccogliere luce, e infine per gli accessori di scarsa qualità con i quali vengono il più delle volte forniti a corredo.

Ciò non toglie che si tratti di uno strumento che è possibile acquistare e modificare con un budget ridotto imparando a capire come funziona un telescopio, addirittura nell'usato si possono trovare telescopi da 6 cm. completi a meno del costo di un oculare di buona fattura e magari con accessori aggiuntivi di accettabile livello. Chiunque però osservi la Luna con questo tipo di strumenti anon può che avere un piccolo moto di stupore che gli fa balenare nella mente un bel "AH! PERO'!" (solo questo basterebbe a spiegare molte cose). 

Il 60mm non risente praticamente delle escursioni termiche: è pronto da subito, al massimo ci vorranno 5 minuti di attesa per metterlo in temperatura, la piccola apertura è praticamente sempre insensibile al seeing, quando si vede il ribollimento nell'immagine lunare a 150x significa che il Seeing è molto al di sopra dei 2 secondi d'arco. 

E’ lo strumento perfetto per il “mordi e fuggi” delle brevi osservazioni tra una nuvola e l'altra, e alla fine rimane il telescopio didattico per eccellenza.

Non è poi vero che con un 60mm si vede poco del firmamento... certo molte galassie saranno proibite ma altre saranno visibili benché deboli. In montagna, con cielo limpido e stelle fino alla magnitudine 6 ad occhio nudo, mi sono divertito a osservare quasi tutto il catalogo Messier proprio con uno di questi piccoli telescopi e, agli Star Party, gli spettatori occasionali erano molto più interessati al piccolo 60mm che a strumenti più generosi. 

Il piacere di possedere un 60mm ed usarlo con profitto è una cosa che non si riesce a spiegare facilmente e la sensazione di visione che i 60ini offrono vanno ricercate più nell'animo umano che in altri luoghi, per non parlare delle piccole sorprese che concedono in campo planetario oltre a permettere di intraprendere una filosofia di osservazione in alta risoluzione che raggiunge il suo apice nella visione estetica delle stelle doppie e che si ottiene solo con questo diametro. 

I 60mm sono ideali per guardare le stelle doppie! L'immagine che forniscono tra gli 80 e 160x sono uniche nel loro genere: osservare Albireo, Izar, Mizar, Castore, Epsylon Lirae, Delta Ercole, Algieba, Iota Orione, Rasalgheti, Nu Drago, Eta Cassiopea e centinaia di altre bellissime doppie alla portata dei 60mm è tra i divertimenti più grandi ... ce ne sono per una vita intera e tutte sono bellissime nei loro colori e disposizione. Per chi avesse una montatura equatoriale per i propri 60ini metto qua una lista di doppie:

http://www.cloudynights.com/images/2013/60mm_Challenge_pdf_embedded_files/60mm_Challenge_Observing_List.pdf

INASPETTATA CONDIVIZIONE DI VEDUTE

Con mio grande piacere e sorpresa ultimamente ho avuto la possibilità di conoscere altri Astrofili che come me non hanno mai lasciato la passione per questi strumenti oppure ci si sono riavvicinati con grande entusiasmo ricordando i tempi passati nei piccoli oculari da 24,5 ritornando alle prime meraviglie ed emozioni nella scoperta dell'universo, ricordi che hanno infuso nella stra-maggioranza di Astrofili quella grande passione che con l'esperienza accumulata nel tempo permette di apprezzare e rivalutare cosa veramente possa offrire un piccolo 60mm (siano essi Vintage Custom o moderni non ha importanza, il 60ino è un rito di passaggio che si ripete ogni volta che lo si riutilizza). 

Per chi volesse utilizzare dei filtri colorati per la visione planetaria i più adatti sono quelli chiari, al posto del blu è meglio utilizzare un azzurro #82A, per il giallo è perfetto #8, al posto del verde il mio preferito è #11, mentre per il rosso si può utilizzare il #21, l'uso dei filtri polarizzati non è indispensabile per la piccola apertura, comunque la tecnologia va avanti e per chi volesse provarli esistono filtri multispettro tipo l'TSUCF1 denominato Moon & Planet che sulle piccole aperture da risultati interessanti. L'unico piccolo difetto di questi telescopi sul planetario è che per avere il massimo necessitano di un ottima trasparenza del cielo per non rischiare che l’immagine si scurisca troppo con la velatura dell’aria.

Chi ha usato i vecchi e giapponesi Polarex? Un doppietto acromatico di qualità fa la differenza nella percezione di dettagli fini, peccato che questa qualità sia stata persa negli anni successivi le produzioni giapponesi che si sono spostate in Cina e per alcuni anni trovare un 60ino qualitativo era molto difficile.

Fortunatamente le cose non restano immutate nel tempo e ultimamente anche la produzione massificata cinese ha elevato la propria qualità tanto che le moderne lenti tendono ad eguagliare o quasi la vecchia scuola (leggendaria dal 1950 al 1970 e di cui ricordo il fantastico Tasco 7TE-5 60/1000 della Royal Astro e gli altri mitici 60mm di produzione Japan Carton, Towa, Kenko, PolarexUnitron, Ashai Pentax) Per chi non li conoscesse ecco un sito interessante pieno di cataloghi dell'epoca:

http://yumarin7.sakura.ne.jp/retrokan/CsiryouN1F.html

COMPRENDERE IL 60mm.

Bisogna "imparare ad apprezzare" un ottica da 60mm, io l’ho fatto usando il mio 60/700 in parallelo sopra un Celestar 8 come telescopio guida e per verificare il tipo di seeing che la serata offriva e fruendo quindi di continui paragoni tra i due. 

La prima cosa che salta all'occhio è la differente quantità di luce che riescono a raccogliere e questo rende le immagini molto "diverse". Con un oculare da 25mm la luce delle stelle viene offerta dai 60ini in "maniera gentile" al nostro occhio, che assapora l'immagine delle stelle come vere e proprie punte di spillo, e qua appare la reale diversità dell'immagine. La luce delle stelle maggiori non tende a sopraffare quella delle più deboli più deboli lasciando ad ognuna il proprio spazio dove poter brillare e si percepisce una visione di insieme che solo un piccolo diametro permette. 

Anche se non sarà possibile raggiungere la magnitudine 11 o più la rilassatezza di visione è tanto appagante da lasciare il tempo di ammirare e assaporare tutto il campo inquadrato. 

In queste osservazioni, da prendersi con molta calma e più per un piacere personale che per altro, viene voglia di mettersi seduti su una seggiolina e stare li comodi per ore puntando le Pleiadi, la grande nebulosa di Orione, il fantastico doppio ammasso del Perseo, la grande galassia di Andromeda e via così  nell’inseguirsi delle stagioni per poi scendere nelle costellazioni del Saggitario e risalire verso l'Orsa Maggiore... Questo è il segreto del fascino dei 60mm. e per comprenderlo serve un po’ di tempo e liberarsi dai pregiudizi.

I 60ini non portano rancore anche dopo anni di inutilizzo, basta una bella pulita

e vi ringrazieranno sempre!

CONCLUSIONI

E' sempre un peccato lasciare prendere polvere in un angolo dimenticato della casa il vostro 60mm... Galileo stesso ne avesse avuto uno anche di vecchia produzione Cinese avrebbe fatto salti di gioia! ogni tanto è bene dargli una spolverata e fargli fare ciò che sa fare meglio per il nostro diletto interiore.. puntare le stelle!!!

Ci potete contattare a:

diglit@tiscali.it

oppure usare il modulo online.

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