VIXEN 60/420 (60S) e 60/700 (60M) GUIDING SCOPES

Febbraio 2019

INTRODUZIONE

I Vixen “guiding scope” della serie 60 e 70 millimetri hanno una certa notorietà. caratterizzati da una meccanica di ottimo livello (semplice ma estremamente ben realizzata), da ottimi focheggiatori, da una bellissima livrea, e anche da ottiche di livello piuttosto basso.

Non ho mai capito come mai, praticamente tutti i rifrattori Vixen da 60 e 70 millimetri (con la sola eccezione dei FL), indipendentemente dalla focale (il problema è presente sia sui 420-700-910 millimetri), abbiano ottiche con residui di aberrazione sferica sempre pronunciati.

Le versioni da 910 millimetri (apertura relativa a f15) tendono a salvarsi un po’ ma quelli più corti, per non parlare del pessimo 70S, hanno ottiche deludenti.

Detto questo la serie ha avuto un certo successo quale complemento a strumenti maggiori della produzione Vixen benché il loro costo di acquisto non fosse per nulla popolare, a testimonianza che le gli oggetti  “esteticamente belli” si vendono sempre comunque...

Poiché avevo alienato il mio precedente 60/700 ed era ultimamente emersa la necessità di avere una guida per il VISAC 200L in doppia configurazione a f9 e f 6,4 circa (1800 e quasi 1300 millimetri circa), mi sono rimesso alla ricerca del duo storico, il 60/420 e il 60/700 dotati possibilmente di sistema di supporto disassabile.

Li ho trovati in Giappone, in stato apparentemente non ottimale, e ho rischiato investendo sia per l’acquisto che per il trasporto.

Sopra (foto catalogo Vixen): la serie completa dei Guiding Scopes: oggetto della nostra breve prova le versioni 60S (60/420mm.) e 60M (60/700 mm.)

PRIMO CONTATTO E RESTAURO

Gli strumenti sono arrivati in condizioni che definire “vissute” è un eufemismo. Tubi graffiati, vernici macchiate, rimasugli di collante e nastro adesivo in vari punti, uno dei cercatori senza il gruppo oculare (fortunatamente di cercatori ve ne erano ben 3), obiettivi appannati e sporchi, viti arrugginite.

In compenso il funzionamento dei due gruppi di focheggiatura (peraltro identici tra loro) appariva ancora ottimo.

In casi simili non vi è altra scelta che smontare in tutto e per tutto i telescopi, dividere ogni parte che sia divisibile (comprese le guarnizioni), fare un check dei pezzi, ordinarli, e poi decidere come procedere per ognuno di loro.

Le condizioni degli strumenti al loro arrivo: sopra il 60/700, sotto il 60/420 con

supporto disassabile e clamshell originale

Sotto: due dei 3 cercatori 6x30 a corredo dei telescopi

L’opera di restauro ha richiesto un paio di giorni soprattutto per via degli “ammolli” necessari alla rimozione delle tracce di colla senza impiego di solventi. Non ho provveduto né alla ribattitura né alla riverniciatura dei tubi che mi sono apparse opere eccessive dato il valore degli strumenti.

Nonostante questo, ad opera ultimata, l’aspetto dei due piccoli Vixen è cambiato radicalmente recuperando la dignità perduta.

Mi domando sempre come sia possibile “abbandonare” ad uno stato di imbarbarimento un oggetto che poi si decide di vendere. Passi qualcosa di perduto oppure coinvolto in calamità naturali, incendi, crolli, ma uno strumento scientifico (indipendentemente dal suo valore) che viene per anni conservato e poi messo sul mercato non meriterebbe di conservare la sua integrità?

Sono certo che i due piccoli Vixen siano contenti di essere finiti, almeno momentaneamente, tra le amorevoli mani del buon Cherubino.

Sopra: il 60/700 smontato e pronto per il restauro.

Sotto: qualche immagine del risultato finale sui due telescopi.

BREVE TEST E IMPRESSIONI GENERALI

Come da sezione in cui l’articolo è inserito il test effettuato sui due “guiding scopes” è stato breve e limitato, soprattutto, allo star test e a valutare il grado di impiego dei rifrattori con particolare attenzione alla loro vocazione di telescopi guida in assistenza, con una camera cmos, ad ottiche più grandi destinate all’impiego fotografico degli oggetti del cielo profondo.

Il Vixen 60/700 e 60/420 (rispettivamente foto sopra e sotto) installati su una

Vixen New Polaris in configurazione altazimutale per la valutazione dello star test.

Il Vixen 102M è sempre stato un ottimo strumento, i 90/1000 solitamente dotati di ottiche estremamente ben corrette, gli 80/910 (ne ho due) generalmente buoni o molto buoni con alcuni esemplari di eccezionale livello (uno dei miei mi stupisce ogni volta che lo utilizzo ad esempio). I 60 millimetri invece hanno sempre mostrato una qualità altalenante con esemplari buoni ma anche molti con lavorazione scarsa o scarsissima, solitamente affetti da un amount of spherical aberration tale da renderli poco usabili.

Con queste premesse mi sono dedicato, in una sera di febbraio, ad esaminare lo star test dei due guiding scopes da 700 e 420 millimetri di focale. Non nutrivo grandi speranze ma incredibilmente i due Vixen mi hanno sorpreso.

Il 60/700 ha esibito uno star test convincente con solo un pizzico si sferica discernibile fuori fuoco ma anche con una insperata pulizia degli anelli di Fresnel sia in intra che in extra focale, figure piuttosto simili se non per l’inversione cromatica del magenta e del verde/blu che, pur limitata, caratterizza il pattern da una parte e dell’altra del fuoco.

Molto pulita e netta la focalizzazione sia su soggetti stellari che sui panorami lunari che si sono mostrati con un contrasto notevole permettendo di salire con gli ingrandimenti senza notare decadimento nell’immagine. Il potere di 140x offerto dall’oculare LE da 5mm Takahashi si è dimostrato al di sotto del limite dello strumento che ipotizzo collocarsi intorno ai 180x circa.

Anche il più “tirato” 60/420 non ha prestato il fianco a critiche significative. La minore focale mette ovviamente in evidenza una maggiore cromatica residua e il suo doppietto sembra essere lavorato in modo leggermente inferiore rispetto al fratello lungo palesando un accenno di sferica più pronunciato (ma ancora molto limitato). Lo star test ha evidenziato una buona somiglianza tra le immagini di diffrazione con una maggiore pulizia in quella di intra focale ma con una differenza tutto sommato modesta.

Ho notato un pizzico di astigmatismo che però sembra influire pochissimo al fuoco corretto.

La corta focale non permette di raggiungere ingrandimenti elevati (un oculare da 5mm. offre non più di 84x), nonostante ciò la Luna è bella da osservare con un contrasto elevato e la cromatica visibile contenuta nonostante il rapporto di f7. Il punto di fuoco appare critico con uno snap test molto severo tanto che basta spostarsi di un nonnulla dal punto perfetto per apprezzare un fuori fuoco importante.

Entrambi i telescopi si sono fatti apprezzare per l’ottimo focheggiatore, morbido, preciso, privo di incertezze e di “gommosità”. Tra i due quello che equipaggia il 60/420 (i due gruppi sono identici) ha l’incavo di scorrimento della cremagliera appena più largo permettendo una piccola rotazione del canotto che nel 60/700 non si manifesta.

Si tratta di tolleranze di lavorazione ma fanno la differenza tra un focheggiatore “perfetto” e uno “perfettibile” (basta comunque una lieve frizione della vite di fermo per ovviare al problema).

CONCLUSIONI

Sono sicuramente stato fortunato nella “lotteria” delle ottiche (altri 60mm Vixen avuti in passato erano imbarazzanti) e il restauro cosmetico effettuato ha ridato un po’ di lustro ai due piccoli monocoli giapponesi.

Non posso che dirmi soddisfatto di questi piccoli telescopi e anche se il loro utilizzo principale sarà quello di rifrattori guida in accoppiamento ad una camera IMX-224 il fatto di poter contare su ottiche di buona qualità è rassicurante. 

Un 60/700 consente del resto di indagare molti sistemi stellari multipli, le principali caratteristiche dei pianeti maggiori, una pletora di dettagli lunari e qualche discreta visione del Sole in accoppiamento ad un filtro solare a tutta apertura o, ancora meglio, di un prisma di Herschel.

A parte questo, i due Vixen hanno dalla “loro” una estetica unica e una costruzione meccanica di alto livello (compresi i due diaframmi interni al tubo ottico). Sono interamente smontabili e questo permette di intervenire su ogni parte anche nel caso di un restauro globale e, cosa non da sottovalutarsi per l'installazione su piccole montature, risultano molto ben bilanciati.

Foto sopra: mia figlia Ginevra alle prese con tre rifrattori Vixen, i due 60mm. 

oggetto dell'articolo e un 80/910 su montatura Vixen Super Polaris.

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